Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DIFFERENZE TRA SOCRATE E I SOFISTI
Socrate vuole educare; i sofisti vogliono istruire:
- Socrate dice non esiste un processo di insegnamento e apprendimento senza che io mi faccia carico dell'insegnamento anche dei valori. Non esiste per Socrate istruzione senza educazione.
- I sofisti dicono noi possiamo istruire senza educare: trasmettere tecniche, nozioni, capacità senza educare.
Socrate dirà che i sofisti si illudono di istruire soltanto perché comunque per come si istruisce, per le parole che si usano, già passa un valore educativo: è molto difficile istruire e basta.
Riccardo Massa (fondatore del nostro dipartimento) diceva non è possibile istruire senza educare perché le dimensioni sono molto intrecciate: d'accordo col pensiero di Socrate.
Socrate dice io formo dei cittadini responsabili e critici; i sofisti formano dei tecnici della parola: persone capaci di possedere l'arte retorica.
Differenza di...
metodo: metodo di Socrate è il dialogo e la dialettica, nel senso platonico del termine: entrare in relazione con l'altro comunicare con l'altro. Tutto ciò che noi costruiamo lo costruiamo insieme. il metodo dei sofisti è la retorica: trasmettere l'arte retorica per sedurre e trascinare tutti. Ai sofisti non interessa il dialogo
Differenza dell'insegnamento: per Socrate l'insegnamento è una missione cioè l'insegnate è colui che si da ai suoi allievi (gratuitamente) i sofisti dicono che è una professione (si fanno pagare).
I sofisti utilizzano un metodo trasmissivo cioè trasmettere la conoscenza, Socrate utilizza un metodo maieutico METODO SOCRATICOLA MAIEUTICA: Oltre al dialogo, il metodo per eccellenza socratico è quello maieutico (nel 5 secolo maieutico era specificamente l'arte di far uscire il bambino, partorire con dolore)
In un dialogo di Platone (il Teeteto)
Socrate dice:così come le levatrici fanno partorire i bambini, io faccio partorire le ideesolo che il parto, dice Socrate, è doloroso. Quindi secondo Socrate la conoscenza avviene con dolore. Questo perché da una parte ogni volta che noi apprendiamo qualcosa di nuovo è uno sforzo che dobbiamo fare, dobbiamo anche accettare che all'inizio non è facile capire. Dall'altra parte partorire le idee vuol dire arrivare alla verità e soprattutto ognuno fa conoscere sé stesso alle persone: il vero sapere è conoscere sé stessi. Quando si cerca di conoscere sé stessi in maniera molto profonda dobbiamo accettare parti di noi che non ci piacciono, che ci fanno soffrire (tema che riprenderà Freud quando parla dell'analisi come processo di conoscenza di sé parla di un percorso doloroso). L'IRONIA: Socrate quando si trova di fronte a persone che pensano di sapere tutto gli pone delle
domande ironiche. Il modo di dialogare di Socrate è molto ironico.
DOMANDE PRESSANTI BREVI E INCALZANTI: Socrate dice io sono come la torpedine (pesce che si attacca agli altri pesci e li punzecchia continuamente in modo da farli muovere sempre) Socrate punzecchia continuamente, tormenta le persone che dialogano con lui
LA LEZIONE NON È PROGRAMMATA: segue il dialogo che si instaura con gli altri, non segue uno schema. La lezione è un percorso che si dipana e può incontrare l'aporia: (a: che non va, poreo: avanti) spesso i dialoghi socratici sono aporetici non si arriva a una conclusione univoca. Ci si confronta si mettono in campo tutte le posizioni ma non si arriva a una conclusione definitiva, non c'è una soluzione ad alcune situazioni.
ANCHE IL MAESTRO APPRENDE: il dialogo è un continuo confronto, anche perché il maestro non ha sempre una verità assoluta. Quindi l'allievo e il maestro ricercano insieme. In un dialogo,
insegna, ma colui che aiuta gli altri a scoprire la conoscenza dentro di loro. Socrate credeva che ogni individuo avesse già la conoscenza dentro di sé, ma che fosse necessario un processo di "tirar fuori" per far emergere questa conoscenza. Il dialogo con Menone è un esempio di questo processo, in cui Socrate aiuta Menone a scoprire la formula dell'area del quadrato attraverso una serie di domande. La reminiscenza è un concetto introdotto da Platone, che sostiene che l'apprendimento avviene attraverso il ricordo di ciò che l'anima ha già conosciuto in una vita precedente. Questo concetto è discusso nel dialogo "Menone", ma è importante notare che Socrate stesso non parla esplicitamente di reminiscenza. Per Socrate, il maestro e l'educatore non sono coloro che possiedono la conoscenza e la trasmettono agli altri, ma sono coloro che guidano gli altri nel processo di scoperta della conoscenza dentro di loro.Dice ma è una guida.
Socrate parte dall'osservazione di un allievo. Prima osservo e poi inizio un dialogo con lui.
Fra maestro e allievo si instaura una relazione profonda, di investimento affettivo ed emotivo molto intenso. (simpatia, antipatia, odio, amore). Ci può essere anche una dinamica di rispecchiamento: cioè l'educando ci vede rispecchiandosi e cercando, in noi educatori, un modello. C'è una relazione d'amore/odio, amore come relazione affettiva, l'importante è essere consapevoli. Non è una relazione che deve essere agita, però devo essere consapevole che può essere che un allievo piace molto o un altro che ci piace meno. Se noi ne siamo consapevoli sapremo gestirla, non dobbiamo negarlo.
Il discepolo è colui che può correggere il maestro. Questo aspetto viene sottolineato molto nel dialogo "Gorgia", mentre Gorgia dice il maestro è quello che sa.
el'allievo è quello che apprende; Socrate dice che un insegnante quando educa e insegna può sbagliare e gli allievi possono correggerlo. Relazione circolare, l'errore può essere da entrambi le parti. Addirittura Socrate nel finale "dell'Alcibiade" dirà che i ruoli sono interscambiabili, questo però fino ad un certo punto perché non è che i ruoli sono tutti uguali, però Socrate dice che sono interscambiabili nel senso che c'è una crescita reciproca, sono formativi l'uno per l'altro. Il maestro è un modello di vita per Socrate è vero che il maestro insegna e educa, ma allo stesso tempo molto fa anche il comportamento dell'insegnante e del maestro. Socrate dirà che l'insegnante farà più insegnamento con il modello comportamentale che porta in atto che con quello che dice e che spiega. L'intellettuale per Socrate ha anche unaLa funzione di guida nella società ha il compito di agire nella società, il suo scopo è cambiare la società. Aspetto che riprenderà Dewey che dirà che il compito di chi educa e insegna è riuscire a cambiare la società in meglio.
I pericoli: il condizionamento dato che il maestro è un modello di vita il rischio è che l'allievo, l'educando viene condizionato e manipolato. Ma Socrate dice che il maestro è un modello di vita ma non esiste un modello di virtù, cioè la virtù, il bene il valore non deve passarlo il maestro. Il maestro cresce degli allievi responsabili che sanno pensare in maniera critica. Altrimenti il maestro condiziona, impone i suoi valori.
Un altro pericolo quello del narcisismo perché è talmente modello di vita che è molto innamorato di se. CHE COS'È IL SAPERE PER SOCRATE Socrate innanzi tutto dice: "IO SO DI NON SAPERE".
Cioè io prima di tutto devo capire che ho un vuoto, che ho qualcosa che mi manca. L'inizio di un percorso di conoscenza è sapere di non sapere. La percezione di una mancanza che provoca una curiosità, una domanda. Ripreso da Dewey che dice l'insegnante suscita delle domande, mette delle condizioni per le quali sorgono delle domande (es piante). Quindi nel momento in cui percepisco di avere un vuoto ho anche una motivazione ad apprendere. Sono spinta a pormi domande e ad apprendere. La conoscenza non è applicativa, esempio degli artigiani: interroga gli artigiani che costruivano le calzature, vasi sapevano farlo ma non riflettevano sul loro sapere, non si accorgevano neanche di quello che non sapevano perché avevano semplicemente conoscenze applicative. Socrate dice che la conoscenza non è insegnare delle tecniche per fare qualcosa ma è giungere a una riflessione critica. Non bisogna insegnare delle nozioni ma stimolare iRagazzi, a riflettere. Le tecniche per Socrate non sono neutre: Socrate dirà "noi non possiamo insegnare delle tecniche pensando solo di istruire, che io non passo dei valori. La scienza e la conoscenza non è neutra."
L'INTELLETUALISMO SOCRATICO
Socrate si pone una domanda: come posso educare in modo che le persone non commettano più azioni malvage. Per Socrate il male è il fare male sia a se stessi che agli altri. Socrate dà una definizione molto positiva della virtù e del bene: il bene è conoscenza. Le persone sono buone. Commettono il male perché non sanno che cos'è il bene. Se io spiego loro cos'è il bene smetteranno di commettere il male. Visione molto ottimista. (es. le persone usano tanto sale perché non sanno che fa male, ma se io spiego loro che fa male smetteranno di usarne tanto). Nel momento in cui io conosco poi metto in atto il bene. Platone e la tragedia non sono d'accordo con questa visione.
Per esempio Euripide mette in scena una tragedia che s'intitola "Ippolito". In questa tragedia Fedra s'innamora del suo figliastro da dove nascono una serie di danni molto gravi. Fedra a metà tragedia dirà una frase famosissima: "conosco il bene ma non riesco a metterlo in atto". Questa frase è stata detta perché Euripide voleva rispondere a Socrate. Fedra è come se dicesse dentro di noi conosciamo il bene ma non riusciamo a metterlo in atto perché la nostra anima è lacerata.
19/10/2020 PLATONE (Atene 427-348)
Con la morte di Socrate si chiude il 5 secolo e si apre il 4 secolo. Il 5 secolo si chiude con il governo dei 30 tiranni. Un governo oligarchico molto crudele e sanguinario. Che porterà alla sconfitta degli ateniesi da parte degli spartani.
Mutamento del contesto storico: crisi della polis e della democrazia. L'egemonia di Atene su tutta la Grecia.