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L’INDIA ALL’ARRIVO DEI PORTOGHESI

Quella che chiamiamo india, nel 500 non esisteva. L’india così come la conosciamo e

dovremmo quindi parlare di “subcontinente indiano o india storica” comprendente:

- India

- Pakistan

- Afghanistan

- Silon

- Nepal

- Bhutan

- Bangladesh

I territori vasti dell’india sono stati poche volte di un'unica identità politica, come anche

l’Europa. Oggi ugualmente non risulta unita, ma era anzi formata da stati o regni in

contrapposizione fra loro. All’inizio del 500’ si presenta frammentata, e quando sbarcati a

Calicut arrivano i portoghesi trovano:

- Il sultanato di deli→ (1206-1556) esteso dal Pakistan al Bangladesh (circa la metà

superiore dell’india→ pianura indo-gangetica). Fu la prima struttura politica che unificò

il subcontinente. Al culmine della sua espansione fra XIII e XIV secolo, arriva ad occupare

una parte del Deccan settentrionale. Conta 5 dinastie, l’ultima delle quali è afghana col

nome di “lodhi sciiti”. Ibrahim lodhi, si trova ad aver a che fare con una doppia minaccia:

a) Ribellione dei sudditi “Rajput”→ sono piccoli principi e si alleano o combattono

contro i sultani che regnano.

b) Il re di Kabul (Babur 1486-1530) → viene chiamato in soccorso dal governatore di

Laore, decide di tentare la conquista dell’india del nord con un colpo militare per i

fatti suoi personali. La battaglia fra i due vede la vittoria di Babur che vede la

caduta del sultanato (1526). Da lui discende la dinastia dei Mogol (Kimuride o

Mugal→ guerrieri di discendenza mongola). Babur si insedia ma si ha alla sua morte

un problema di ritorno delle precedenti élite sciite (Humayun ossia il figlio).

Scappato in persia Humayun verrà aiutato a riprendere il suo porto sul trono

dall’imperatore di persia. Sale al trono Akbar (1556-1605), ossia il figlio di Humayun

a seguito della sua morte, segnando l’inizio della dinastia Mogol (1556-1858).

Akbar secondo le tradizioni era analfabeta in quanto si era dedicato alla caccia e

alla guerra, ma non si nega la possibilità di circondarsi di dotti ed istruiti per

aiutarlo nell’amministrazione del regno (come fece Carlo Magno). Akbar assorbe

nelle élite del suo impero anche quelle dei principati indiani sconfitti, conquistando

la stima dei vecchi sciiti governanti, ma anche di altri sultanati mussulmani più

piccoli oltre che dei Rajput indù che si sottomettono mantenendo la loro

prerogativa di sovrani. Akbar realizza nel 500’ il catasto, al fine di centralizzare

l’impero (come in Europa nella fondazione dello stato moderno) e riorganizza

l’esercito più potente dell’Eurasia dell’epoca (forte cavalleria ed elefanti).

Dopo il regno di Akbar, l’impero Mogol presenta una fase ascendente che dura fino ai primi del

700’. Akbar ed i suoi successori ossia Shahryar Mirza e Jahangir, portano ad un’estensione nei

territori del Deccan del regno di Vijajariagar e nel corso del XVIII secolo, Aurangzeb conquista

tutta l’india tranne la punta sud.

- Regno di Vijajariagar→ (1366-1565) ma questo era un regno indù. Comprendente a

livello formale anche Calicut. Fu creato da un ribelle del sultanato di deli, ossia Hariare

che scappando verso sud fonda il regno.

- Sultanato di borghonda

La presenza dei musulmani è attorno al 15% e piccole minoranze di cristiani, mentre Il resto

sono indù.

L’impero dei Mogol è un impero indiano più che musulmano, in quanto la componente era a

prevalenza indiana. La capacità di adattare le esigenze di governo alle risorse umane viene

fatta propria anche dai successori di Akbar. Il XVII secolo, viene visto come il periodo di

massima potenza dell’impero Mogol, sia economicamente che politicamente ( rispetto

all’impero persiano e ottomano), questo si manifesta anche sottoforma di opere d’arte come il

Tāj Maḥal. Il XVII secolo si chiude con il regno di ……… che lascia alla sua morte un impero

pronto alla rovina. Fino a pochi anni fa era rappresentato come l’unico imperatore musulmano

integralista che aveva abbandonato l’apertura di Akbar (gioventù passata a studiare con i

dottori della legge appassionandosi alla sua religione natia. I costumi dei suoi predecessori non

gli appartenevano, presentava quindi una radicalità nella fede elevata. Anche il suo governo,

non segue le politiche dei suoi predecessori, infatti nelle guerre di conquista dove vi erano forti

ribellioni (peggiori erano i marathi o maratti→ ancora se ne sente parlare nello stato dei

marashtra nel Deccan nord occidentale) erano un popolo induista che nel corso del 600 si

ribella a Deli tentando l’indipendenza ottenendola solo in seguito. Nelle guerre del sud

dell’india, Aurangzeb distrugge parecchi templi indù, che gli storici interpretavano come un

disegno di imposizione dell’islam, è dovuta a ragioni più pratiche e quindi l’atteggiamento di

Aurangzeb contro i principati induisti. Aurangzeb non vuole imporre con la forza l’islam, ma li

distrugge come segno di distruzione generale del regno del Maraja ribelle. Le distruzioni

compiute, secondo recenti studi sono quindi legate allo stato di guerra.

→ impero e stato sono diversi: nel primo sono presenti diverse nazionalità che coesistono in

modo più o meno pacifico.

Grazie al fatto che nella tradizione induista, il principio divino è riconosciuto, si va a stabilizzare

la situazione nel subcontinente creando una convivenza civile.

CRISI DELL’IMPERO MOGOL

Alla morte di Aurangzeb, vi furono una serie di guerre contro eserciti marathi che crearono crisi

economiche in quanto molto costose. Gli eserciti Mogol, si muovevano per scontrarsi in campo

aperto mentre i marathi praticavano le guerriglie evitando il campo aperto e fiaccavano i

Mogol con imboscate. Sconfitti i marathi, le casse del tesoro si svuotano ed il successore si

trova con un debito pubblico enorme. D’altro canto si accentua come dopo Aurangzeb l’impero

non trova subito un imperatore, ma si apre un periodo torbido che crea instabilità economica e

tra alleanze ( le periferie secedono). Queste ragioni, sono indicate come le cause della crisi

dell’impero Mogol. Questa spiegazione non è molto corretta, se volessimo indicare le cause

della crisi, dobbiamo porre l’accento su due altri ordini:

- La crisi economica è in realtà una crisi finanziaria in termini di liquidità non della

“struttura” economica→ l’artigianato continua comunque a prosperare ed il commercio

continua ad accrescersi ma la riscossione dei tributi non risulta efficiente. Se non sale al

trono un imperatore stabile, i regni circostanti cominciano a ribellarsi e sanno che

l’impero non potrebbe rispondere in termini di armi perché mancano liquidi. In sostanza

le guerre di Aurangzeb svuotano le casse che non può essere risanato da un prelievo

fiscale sicuro ed efficiente.

- Va in crisi il processo di centralizzazione dello stato che mantiene “basso” il livello di

criticità delle aree circostanti→ Una prova del fallimento sta nella percentuale legata alla

riuscita delle riscossioni fiscali nei circondari del regno di Deli. In passato ¼ dei terreni

circostanti era dipendente da Deli, questa scende poi a 1/20 che determina un vero

fallimento. Molti governatori smetteranno di essere quindi dei sovrani comandati, ma

indipendenti. In questo scenario, succedono una serie di fatti che porteranno l’Europa a

innestarsi nell’impero Mogol minandolo.

INDUISMO: DAL PROBLEMA DELLE CASTE FINO ALLA SOCIETA DEL 500’

La visione dell’europeo della fine del 400’ era semplice e basata sul concetto di:

- Religione→ molto importante (concetto di fedele ed infedele fra musulmani e cristiani).

Conoscenza anche della minoranza ebraica ma delle altre religioni americane ed

asiatiche, le nozioni erano lacunose e basate su quei pochi racconti di missionari e

viaggiatori (polo ed il milione). I portoghesi sono quindi convinti di trovare dei

musulmani, ma del resto è mistero.

L’induismo è una questione complessa che richiede un corso specifico. È la religione principale

del subcontinente indiano derivante dalla storia di Brahma, Vishnu e Shiva e di culti più antichi

portati in india attorno all’età del bronzo da popolazioni indoeuropee che migrano nel

subcontinente dalla steppa dell’asia centrale (Arii o ariani). Porta molti culti come quello del

toro e del tuono e delle lingue varie (similitudini con il panteon della antica Grecia).

La base fondamentale dell’induismo è il dharma ossia una legge morale che mantiene l’ordine

sociale. I testi sono scritti in sanscrito, parlato fino al V secolo d.c e che oggi è presente come

lingua della religione dei Veda (testi in prosa che richiamano le leggi generali della morale

indù).

→ La legge del dharma stabilisce che ognuno ha il suo posto prestabilito nella società.

Nell’induismo tradizionale, la conversione non è concepita, nasci indù e cresci come tale, chi

non lo è nasce come “fuori dalla norma”. La legge si applica nel sistema castale. “indù” e

“casta” sono importati:

- Casta→ deriva dalla lingua portoghese ed indica “purezza”, perché avevano intuito la

divisione in base alla purezza delle famiglie (limpieza de sangre). Dalla più importante

abbiamo: a) Bramini→ quella più importante

b) Guerrieri→ casta politica “Ksatriya”

c) Lavoratori liberi→ chiamati Vaisya

d) Lavoratori schiavi→ chiamati Sudra.

A queste esistono altre sottogruppi chiamati jati che sono quelle che volgarmente definiamo

“sub divisioni delle caste” a seconda di quanto ciascun individuo ha rispettato il suo Karma

(disposizioni etico morali della casta), sarà più breve il periodo di reincarnazioni. Lo scopo

dell’induismo è la riunione con il Brahman.

A differenza delle religioni rivelate, lo scopo degli indù non è della vita eterna, ma al contrario

sperano di morire il prima possibile. per liberarsi dalla sofferenza della vita, il suddito deve

rispettare le leggi del dharma in tutte le vite che gli vengono proposte.

- Indù→ termine scritto come Varna che in sanscrito vuol dire colore.

Nella regione di Calicut, viene scambiata dai portoghesi la dea tevaki per la madonna con

bambino. Nella mentalità di associare il noto all’ignoto si pensa immediatamente alla Madonna

col bambino. Quando i portoghesi poi capiscono chi sia effettivamente, comprendono la

presenza di altre divinità. I portoghesi si rendono conto che più ci si allontanava dalla costa

dell

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche SPS/14 Storia e istituzioni dell'asia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MomoNotes di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Asia orientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Vaghi Massimiliano.