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DALLA COLLABORAZIONE ALLA RICHIESTA DI INDIPENDENZA
Nella seconda metà dell'800 l'Inghilterra era il paese che controllava l'India. Grazie a questo, aveva strumenti utili contro i nemici. Dal punto di vista tecnologico, finanziario e culturale l'Inghilterra era al primo posto. Il parlamento britannico elaborò delle leggi che regolarono la struttura istituzionale dell'India. Inoltre, una certa importanza ebbe l'introduzione in India del sistema giuridico britannico, che determinò lo spossessamento degli indiani.
Nel 1887 venne a crearsi una situazione di contrasto tra classe intellettuale indigena e potere coloniale. Su iniziativa inglese venne fondato il Congresso nazionale indiano. Un cambiamento del giudizio sulla cultura indiana mette fine all'accettazione da parte degli indiani della dipendenza dalla cultura e valori britannici. Questo porta al rifiuto di collaborare con il potere coloniale. Dopodiché la
La produzione indiana acquisiva peso sempre maggiore nel sistema economico britannico. In questa situazione politica, cominciava a farsi strada Gandhi; cominciò a contestare i valori su cui si basava la società occidentale e l'adeguamento ad essa dei privilegiati indiani. Si trovò a dividere la lotta degli immigrati indiani contro le discriminazioni razziali; con una grande campagna di resistenza passiva.
Nel 20esimo secolo nuovi investimenti vennero riversati soprattutto fuori Giava per produrre gomma, petrolio, tabacco e stagno. Allo stesso tempo, per rimediare alle conseguenze sociali della politica usata contro i contadini giavanesi, gli olandesi adottarono una politica etica; che però creò malcontento con la società indonesiana. All'inizio del 20esimo secolo fu messa in atto una serie di riforme scolastiche che miravano ad educare i futuri lavoratori del governo coloniale alla lingua olandese e poi specializzarsi tra scuole amministrative, cultura.
generale e mediche. Inoltre, si poteva accedere solo se si fossero frequentate scuole preparatorie di tipo europeo. L'obiettivo era formare indigeni acculturati ma subalterni. Questa politica umiliò comunque i giavanesi e sumatrani; mentre fu riservato trattamento diverso ai cinesi. Nacque un movimento islamico che mirava a difendere l'islam dalla predicazione cristiana e gli interessi della popolazione malese e musulmana dalla concorrenza delle comunità cinesi. Primo movimento che riunisce indigeni delle diverse isole in nome di una comune identità.
6. LA FINE DEL MONDO CONFUCIANO
Inizio 20esimo sec in Cina alcune riforme che portarono a una trasformazione situazione sociale; che era iniziata con l'imperatrice vedova Cixi nel 1901:
- trasformato sistema istruzione; modernizzando i contenuti degli esami imperiali;
- fondata Università di Pechino e altre scuole secondarie che costituivano luoghi in cui venivano preparate le schiere degli studenti che
Presenta come esempio uomini di ogni tempo e paese, che avevano contribuito a cambiare il mondo. Per superare la crisi, proponeva un regime monarchico costituzionale fondato su garanzie di libertà e progresso. Usava il concetto di "popolo nuovo" per definire un'identità nazionale specifica per i cinesi. Nel frattempo, altri gruppi di ribelli violenti si dichiaravano "amanti del paese", cioè patrioti. Condannavano la classe dirigente, in particolare i mancesi, considerati responsabili diretti della catastrofe cinese. In questo contesto si inserisce l'azione politica di SUN YAT-SEN, nato nel Guangdong, in una famiglia di contadini emigrati nelle Hawaii, studiò medicina occidentale a Hong Kong. Il suo obiettivo principale era la modernizzazione della Cina. Presentandosi come unico dirigente politico in grado di portare la Cina nel mondo moderno, elaborò un'ideologia battezzata "Tre principi".
del popolo’’ (identità nazionale del popolo, diritti del popolo, sopravvivenza fisica del popolo). La situazione precipitò successivamente perché le assemblee locali rivendicavano autonomia finanziaria e la gestione delle ferrovie in costruzione; il tentativo del governo mancese di imporre il proprio controllo sulle ferrovie suscitò varie ribellioni. Anche le forze militari della valle dello Yangzi condussero attività cospiratorie. Il 10 ottobre 1911 determinò la crisi del potere mancese; le autorità militari e le assemblee locali si dichiararono indipendenti. I rivoluzionari si dimostrarono però impreparati alla presa del potere e l'arrivo di SUN YAT-SEN a Nanchino permise la fondazione di una repubblica da lui presieduta, che non controllava l'intero paese. Il fronte repubblicano era indebolito dalla presenza di diverse forze che avevano determinato la crisi del potere mancese. Le trattative erano inevitabili, quindi.l'imperatore abdicò a favore di YUAN SHIKAI. Compromesso vedeva SUN ritirarsi e riconosceva YUAN come presidente, in cambio di una Costituzione liberale. Nel 1913 ci furono elezioni a suffragio ristretto e indiretto, che diedero la maggioranza ad un gruppo capeggiato da SONG JIAOREN, fatto assassinare da YUAN prima ancora di giungere alla capitale. A quel punto il potere era tutto nelle mani di YUAN, che riuscì a ottenere l'appoggio delle potenze straniere attraverso un "prestito della ricostruzione", legando ancora di più la Cina alle potenze straniere. Lo stesso anno le forze rivoluzionarie tentarono la secessione, ma YUAN riuscì a prevalere e tentò, invano, di proclamarsi imperatore 3 anni dopo. In seguito alla sua morte, in Cina inizia il periodo dei "signori della guerra" = ne conseguì fine della sovranità e anche dell'intera unità nazionale. Russia e Inghilterraapprofittarono della caduta della monarchia per mettere in discussione l'appartenenza alla Cina della Mongolia e del Tibet, contribuendo a riaprire l'assalto al territorio cinese. Ancora più grave fu il colpo che la Cina ricevette all'inizio del 1915, quando il Giappone presentò le "21 richieste", che facevano del Giappone l'unica potenza egemone in Cina, sottoponendo l'economia cinese al controllo nipponico e imponendo la presenza di funzionari giapponesi all'interno dell'amministrazione cinese. La debolezza di YUAN SHIKAI portò il governo cinese ad accettare l'ultimatum giapponese. Nel 1915 la pubblicazione della rivista "Gioventù nuova" si rivelò fondamentale nella rivoluzione culturale che coinvolse il pensiero e il comportamento dei giovani intellettuali. Con sede all'università di Pechino, il rettore CAN YUANPEI riuscì a creare uno spazio dilibertà e garanzie voluto dai giovani intellettuali. Gli ideali del mondo moderno arrivarono al Vietnam attraverso i modernizzatori cinesi, ma rimase la nostalgia per lo stato indipendente vietnamita, per la sua cultura confuciana e per le sue istituzioni. In questo ambiente si inserì il primo nazionalista vietnamita, PHAN BOI CHAU, che creò a Tokyo una lega per il rinnovamento del Vietnam. Pretese dalle autorità coloniali riforme democratiche e moderne, ma il regime coloniale rispose colpendo i gruppi intellettuali modernizzatori. Fu poi esiliato a Parigi, dove visse a stretto contatto con francesi socialisti e democratici.
7. DIVERSI MESSAGGI PER LE RIVOLUZIONI NAZIONALI
Terminata la prima guerra mondiale:
- la Germania non veniva più considerata potenza imperialistica;
- in Russia era stato rovesciato l'ordine sociale;
- l'Inghilterra aveva perso dal punto di vista economico il proprio primato a favore degli Stati Uniti;
- in Asia orientale vi era
L'egemonia del Giappone. La Conferenza di Versailles fu l'occasione per portare avanti iniziativa control'ordine coloniale:
- L'Egitto, determinante durante la guerra nella politica inglese contro la Turchia, chiese di poter inviare una propria delegazione alla Conferenza per trattare lostatus della sua terra; ma i nazionalisti egiziani furono bloccati dallarepressione britannica;
- i nazionalisti coreani cercarono di far esaminare alla Conferenza di Versailles lasorte del paese in nome del principio di autodeterminazione introdotto daWilson; il fallimento del loro tentativo fu dovuto all'insurrezione scoppiata inCorea e repressa dai giapponesi;
- i nazionalisti vietnamiti tentarono di far udire la loro voce di Versailles, mafallirono;
- la Conferenza trasferì al Giappone i possedimenti germanici in Cina; ciòdeterminò la formazione del movimento nazionalista nel 1919
Per tutti questi motivi l'introduzione degli ideali wilsoniani,
contribuì a delegittimare il potere coloniale. La rivoluzione russa contribuì a destabilizzare ancora di più l'ordine coloniale e veniva considerata come un esempio da seguire da coloro che in Asia cercavano di eliminare il potere straniero. Fu rilevante anche l'appello della dirigenza ai "popoli oppressi" affinché divenissero avanguardia della lotta contro il "sistema imperialistico". Secondo LENIN la lotta contro il potere coloniale era fondamentale nella rivoluzione anticapitalistica che doveva essere condotta da un'alleanza tra la classe proletaria e i "popoli oppressi" delle colonie.
Legata al ristabilimento del potere bolscevico sull'Asia centrale e orientale la presa di potere in Mongolia di uomini legati ai bolscevichi, approfittando del processo di decadenza subito sotto la dinastia Qing. Nel 1911 le pressioni russe erano riuscite a fare dichiarare indipendenti