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LE ORIGINI DELLA SCUOLA DI BOLOGNA: IRNERIO E I QUATTRO DOTTORI; DAI
GLOSSATORI ALLA SCUOLA DEI COMMENTATORI
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Alla fine del 1100, nasce a Bologna la prima Università della storia Oggetto di studio
nell’Università di Bologna era il diritto romano contenuto nella compilazione normativa
dell’imperatore romano Giustiniano, opera del VI secolo, composta da Digesto, Codice, Istituzioni e
Novelle.
Il diritto diventa così una disciplina autonoma, a differenza di quanto avveniva nei secoli precedenti
dell’alto medioevo in cui il diritto era inserito tra le sette arti liberali in cui si riassumeva tutto il
→
sapere Si parla così per questa età di rinascimento giuridico del diritto romano.
Alle origini dell’Università di Bologna viene posto come primo maestro un personaggio di nome Pepo
o Pepone, il quale insegno “de auctoritate sua”, di sua volontà.
La figura che, però, giganteggia all’epoca delle origini dell’Università di Bologna è senz’altro quella di
Irnerio, la cui potente personalità oscurò la fama di chi prima di lui aveva intrapreso a Bologna
l’insegnamento del diritto romano.
Irnerio è, sempre secondo i racconti di Odofredo, la “lucerna iuris” (luce del diritto) che iniziò a studiare
il diritto romano e al contempo a spiegarlo ai suoi studenti (“coepit per se studere ... et studendo coepit
→
docere in legibus” - Odofredo, ad D. 1.1.6) Fu anche maestro di arti liberali, sempre secondo una
testimonianza di Odofredo, e di germaniche, le quali spiegherebbero il fatto che si incontra Irnerio
nella cerchia dell’imperatore tedesco Enrico V, che preferiva scegliere i suoi collaboratori tra i tedeschi.
si incontra Irnerio anche nella cerchia della contessa Matilde di Canossa, partigiana del papato; secondo
la cronaca, rivolse ad Irnerio la richiesta di “renovare libros legum”: riportare i libri della compilazione
giustinianea nella loro forma originaria, attività da cui poi nacque l’insegnamento del diritto romano da
parte di Irnerio.
L’università di Bologna nasce dall’iniziativa privata di un giurista che mette mano alla compilazione
nella sua versione completa (molto probabilmente partendo da un manoscritto molto simile alla versione
→
originale, circolante dal 1070) La prima attività di Irnerio fu dunque proprio la riscoperta dei testi
originari della compilazione giustinianea, alterati se non del tutto persi nell’età altomedievale:
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Riscoperta del Digesto “inabissatosi” e riportato alla luce da Irnerio in tre fasi successive
riflesse nelle denominazioni delle tre parti in cui venne ad articolarsi:
− I primi 24 libri del Digesto presero il nome di Digestum vetu;
− gli ultimi 12 libri (39°-50°), Digestum novum (in quanto riscoperti in un momento
successivo);
− alla parte centrale (24-38) si diede il nome di Infortiatum, per l’esclamazione fatta da
Irnerio al momento del ritrovamento: “ius nostrum infortiatum est” (il nostro diritto è
rafforzato da questa scoperta).
Queste tre parti del Digesto furono inserite in tre distinti volumi; Un quarto volume veniva a
comprendere i primi nove libri dei 12 libri del Codice di Giustiniano (Codex), e il quinto
(Volumen o volumen parvum) nove raggruppamenti o “collationes” delle Novelle di Giustiniano
→ la “decima collatio” contenente i Libri Feudorum (raccolta di consuetudini e costituzioni
imperiali in materia di feudi elaborata nella seconda metà del XII secolo), il testo del trattato di
Pace di Costanza, del 1183, e un paio di costituzioni dell’imperatore Enrico VII; gli ultimi Tre
libri del Codice (riguardanti materie di diritto pubblico/fiscale (ius fisci) ritenuti meno interessanti
e meno utilizzabili nella realtà del XII secolo per la diversa struttura pubblica dell’ordinamento
rispetto all’antico Impero Romano) e i 4 libri delle Istituzioni di Giustiniano.
→
Compilazione giustinianea Articolata in 5 Libri:
→
1. Libro I – Digestum Vetu primi 24 libri del Digesto;
→
2. Libro II – Digestum Novum ultimi 12 libri del Digesto;
→
3. Libro III – Infortiatum parte centrale del Digesto;
→
4. Libro IV – Codex primi 9 libri del Codice di Giustiniano;
→
5. Libro V – Volumen/Volumen parvum 9 “Collatio” di Novelle di Giustiniano + 1 “Collatio”
del Libri Feudorum + Pace di Costanza + ultimi 3 libri del Codice di Giustiniano + 4 libri delle
Istituzioni. ⇒
i giuristi della Università di Bologna gli diedero il nome di “Corpus iuris civili” l’idea era di dare
l’immagine di una compilazione unitaria.
La Compilazione giustinianea tornò ad essere diritto positivo e vigente, senza che nessuna nuova legge
lo avesse imposto, ma in modo assolutamente spontaneo e naturale.
Le ragioni sono molteplici:
(a) il grande sviluppo demografico a partire dagli inizi dell’XI secolo;
(b) la rinascita delle città e del commercio;
(c) la formazione dei Comuni cittadini;
(d) il complicarsi della vita a tutti i livelli (sociale, economico e politico)
La commistione di questi fattori rese insufficiente il sistema delle consuetudini formate nei secoli
precedenti su cui si reggeva la vita del diritto fino ad allora.
necessità di un testo normativo adeguato ai nuovi bisogni = Corpus iuris come legge vigente: gli
imperatori medievali, considerandosi successori degli antichi imperatori romani, inserirono, agli inizi del
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1200, all’interno del Libro V del Corpus iuris civilis, i c.d. Libri Feudorum raccolta di consuetudini
⇉
e costituzioni imperiali di diritto feudale il fatto che i Libri feudorum contenessero costituzioni degli
imperatori medievali, formalmente equiparate alle costituzioni (Novelle) di Giustiniano, giustificava la
loro introduzione del Corpus, compiuta dal glossatore Ugolino Presbiteri; Da quel momento, con
l’inserimento all’interno del Corpus iuris civilis, anche i Libri Feudorum divennero oggetto di
insegnamento universitario, come tutte le altre parti dei cinque volumi del Corpus iuris.
Intorno alla metà del XII sec., un console e giudice milanese competente a giudicare cause feudali,
→
Oberto dall’Orto, mandò a Bologna il figlio Anselmo a studiare diritto Il padre Oberto inviò due
lettere in cui descrisse al figlio le consuetudini feudali.
Le due lettere ebbero poi una più ampia circolazione di una normale corrispondenza privata e
costituiscono la Prima stesura dei Libri Feudorum, detta pertanto “obertina” dal nome dell’autore.
Nella seconda metà del XII secolo vennero emanate in materia di feudi alcune costituzioni
→
dell’imperatore Federico Barbarossa aggiunte alle due lettere di Oberto = Seconda redazione dei
Libri feudorum.
La redazione definitiva dei Libri feudorum venne inserita nel Volumen del Corpus iuris di seguito
alle Novelle di Giustiniano.
di Irnerio ci restano le sue glosse al Corpus iuris civilis.
⇒ ⇉
Glosse genere letterario da cui prese il nome la “scuola dei glossatori” annotazioni volte a
spiegare il significato delle singole parole delle norme della compilazione giustinianea:
− Glosse Interlineari = inserite tra una riga e l’altra;
− Glosse Marginali = inserite a margine del testo.
A seconda del contenuto sostanziale delle Glosse:
− Glosse grammaticali = composte da semplici sinonimi;
− Glosse interpretative = costituiscono un ragionamento giuridico ampio e complesso.
Le glosse di Irnerio sono a lui attribuibili grazie alla sigla che le affianca nei manoscritti (W o Y).
A Irnerio 4 suoi allievi-dottori più famosi, ai quali egli lascia la sua eredità scientifica:
• →
Bulgaro “Bulgarus os aureum” (bravo oratore, stimato per la sua eloquenza);
➢ Apparatus al De regulis iuris del digesto.
• →
Martino “Martinus copia legum” (conoscitore di tante leggi);
• →
Ugo “mens legum est Ugo” (abile nell’individuare il vero significato delle norme al di là del
loro dettato letterale);
➢ Trattatello del Pugna.
• → →
Iacopo “Jacopo id quid ego. Et sic dictus Jacobus fuit doctor” Ottone Morena, cronista di
metà XII secolo, con questa frase attribuita ad Irnerio conferma l’allievo Iacopo come suo diretto
successore.
➢ Apparatus di Glosse al Codex.
Questo racconto di Irnerio, simile a quello aristotelico nella scelta del discepolo, dimostra indubbiamente
l’enorme fama raggiunta da Irnerio nel mondo scientifico dell’epoca, tale da innalzarlo al livello di
colui che nel medioevo fu considerato come il maestro per eccellenza di tutto il sapere.
Tra gli allievi Bulgaro e Martino, nacquero due scuole di scienza giuridica:
− ⇒
Pensiero di Bulgaro era difensore di un’interpretazione letterale e rigorosa delle norme
giustinianee;
− ⇒
Pensiero di Martino esponente di un’interpretazione equitativa e meno rigorosa delle norme,
che tenesse conto delle caratteristiche di ogni singolo caso concreto al quale la norma veniva
applicata e che tenesse anche conto dei principi e dei valori etici e morali (homo spiritualis).
L’UNIVERSITA’: STUDENTI E PROFESSORI
A Bologna, a partire da Irnerio, si raccoglieva un gruppo di studenti che costituivano la sua scuola
(schola).
ascoltavano le sue lezioni inizialmente nell'abitazione stessa del docente (dal Duecento invece le scuole
dei vari docenti verranno riunite e sarà assegnato all’Università un edificio del comune).
professore e allievi formavano un gruppo unito, designato comitiva.
→
Presto, tuttavia, il numero crebbe provenivano studenti da ogni parte d’Europa: nacquero così a
→
Bologna le nazioni studentesche (nationes) le varie nationes studentesche si fusero nel Duecento in
due Università distinte: ⇒
1. l’Università dei citramontani comprendeva tutti gli studenti italici;
⇒
2. l’Università degli ultramontani comprendeva studenti provenienti dai paesi transalpini
(Francia, Spagna, Svizzera, Germania etc.): ≠
Università = designa a quell’epoca una collettività di studenti oggi il termine Università allude
all’insieme delle materie insegnate.
Struttura universitaria:
+ Si eleggeva un rettore, scelto tra gli studenti stessi, i quali giuravano obbedienza al momento
dell’immatricolazione (termine medievale concernente le iscrizioni in corporazioni, sopravvissuto
solo per l’Università). e dotato di varie funzioni e di poteri,
+ L'autorità dei rettori = esigenza di garantire l’ordine all