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La Sinistra storica al potere

Salita al potere nel 1876 (fino al 1896), la Sinistra storica tentò di riprendere il consenso. Il governo di sinistra può essere diviso in due fasi, ovvero nei due momenti di Depretis (1876-1887) e di Crispi (1887-1896), estremamente diversi tra loro.

Agostino Depretis incentrò la sua politica sulla scuola e sul diritto al voto, e le cose sono poi anche collegate. Con la legge Coppino del 1877 l'istruzione dei primi due anni di elementari venne resa obbligatoria e gratuita. Con la riforma elettorale del 1882, poi, il diritto di voto venne esteso ai maschi dai 21 anni (non più 25) che potessero pagare un'imposta di 20 lire annuali (non più 40) oppure a tutti coloro che avessero frequentato almeno il biennio elementare (che era obbligatorio). Si passò quindi da un 7% ad un 25% di elettorato con due sole leggi.

Il governo di Francesco Crispi, invece, è caratterizzato da una forte personalizzazione del potere: non si limita infatti

ad essere presidente del consiglio e ad estendere i poteri di quest'ultimo, ma si auto-incarica ministro degli esteri. Per accrescere il proprio prestigio tenta allora un'impresa nel corno d'Africa, tentando di penetrare all'interno; l'esercito italiano viene però sconfitto a Adua nel 1896 e questo porta dissenso non solo nei confronti della sua persona e della sua autorità (chiederà le dimissioni) ma anche nei confronti della sua parte politica; l'insuccesso italiano, inoltre, avrà risonanza europea e farà notizia anche sui giornali stranieri. L'età giolittiana (1901-1914) Divenuto ministro dell'interno nel febbraio 1901, Giolitti è la figura fondamentale del periodo che precede la Prima guerra mondiale in Italia; l'età giolittiana è caratterizzata da tre principali elementi: 1. Abilità parlamentare: il fulcro della politica in questo momento storico è il Parlamento.

E Giolitti sa controllarne bene gli equilibri, anche se non sempre nel più limpido dei modi (G. Salvemini scrive "Il ministro della mala vita" riferendosi proprio a questo personaggio; si concentra in particolar modo sulle elezioni del 1909 in Puglia e sul loro svolgimento fatto di pressioni e corruzioni dalla parte politica dello stesso ministro).

Strategia di neutralità: Giolitti cambia strategia rispetto ai conflitti di lavoro (scioperi, manifestazioni). Se prima questi ultimi venivano repressi con la forza, adesso il ministro preferisce lasciare che questi eventi si realizzino e che vengano gestiti dalla parte accusata e da quella che manifesta; questa strategia di neutralità porta all'espansione di sindacati.

Nazionalismo: all'alba del '900 troviamo la massima realizzazione di due ideologie molto diverse, il socialismo e il nazionalismo; quest'ultimo conquista consensi all'inizio del nuovo secolo ed è caratterizzato

sono molti migranti provenienti dalla Libia, e la conquista del territorio potrebbe risolvere questo problema. - espansione territoriale: l'Italia desidera aumentare il proprio territorio e la conquista della Libia potrebbe permettere di raggiungere questo obiettivo. - prestigio internazionale: la conquista della Libia potrebbe aumentare il prestigio dell'Italia sulla scena internazionale, dimostrando la sua forza militare e la sua capacità di espandersi. - risorse naturali: la Libia è ricca di risorse naturali, come il petrolio, che potrebbero essere sfruttate dall'Italia per il proprio sviluppo economico. - patriottismo: la conquista della Libia potrebbe essere vista come un atto di patriottismo, un modo per dimostrare l'amore per la propria nazione e il desiderio di vederla prosperare.

è un eccesso di manodopera che non corrisponde alla reale necessità, di conseguenza è fondamentale trovare un altro territorio che possa assicurare lavoro agli italiani e questo territorio è la Libia, vista come una terra ricca di opportunità e non ancora toccata da altri paesi europei

diritto naturale : il territorio libico è in realtà, per i nazionalisti, un territorio italiano poiché apparteneva all’Impero Romano di cui noi siamo diretti discendenti. L’impresa in Libia viene perciò presentata come una campagna di riconquista di territori appartenenti agli italiani per diritto

missione civilizzatrice e liberatoria : la Libia è una terra che va liberata dai barbari; l’impresa è quindi anche una vera e propria missione educatrice di “esportazione della democrazia”, come verrà chiamata anni più tardi in un contesto simile Germania

I processi di unificazione: la Otto

von Bismark,La figura principale dell'unificazione della Germania è appartenenteal ceto dei Junker -aristocrazia militare e terriera, prussiano d'origine. Bismark, politicoestremamente moderno grazie alla sua grande abilità nell'utilizzo dellacomunicazione, adotta una strategia né diplomatica né politica ma dichiaratamentemilitare. Nel discorso del 1862 annuncia di guardare alla Prussia non per il suoliberalismo ma per la sua potenza. Questa politica di forza e violenza affonda le sueradici in due concetti che sono quelli di "sangue" e "terra". Il filosofo Ernest Renàn erastato il primo a sostenere che per essere cittadini di una nazione bisognava sentirsitali, da qui il concetto di terra che porterà poi alla nascita dello ius soli (Stati Uniti). InGermania un altro filosofo aveva elaborato una teoria opposta per cui l'unico modo perappartenere ad una nazione era di esserci nati, stiamo parlando

di Joahnn Fichte, chedà in questo modo vita al concetto di sangue e che può essere inteso come un primofondamento di quello che più tardi sarà chiamato ius sanguini (Italia). La strada militare che intraprende Bismark è segnata principalmente da tre eventi che corrispondono a tre guerre: contro la Danimarca (1864), contro l'Austria (1866) e contro la Francia (1870).

Danimarca: La aveva acquisito due ducati (Holstein e Schleswig) che avevano popolazioni di origine germanica, Bismark investe sull'esercito potenziandolo e attacca la Danimarca in un conflitto di poche settimane che lo vedrà vincitore. Questa prima guerra ci porta necessariamente alla seguente, infatti la Danimarca era una piccola regione europea protetta dalla più potente Austria.

Austria: L' e la Germania di Bismark avevano principalmente due differenze: per composizione, infatti la prima vedeva un esercito estremamente eterogeneo sotto il punto di vista etnico mentre

Ems è un documento che riporta una conversazione tra il re di Prussia e l'ambasciatore francese. In questo documento, il re di Prussia rifiuta le richieste francesi e la situazione si intensifica. La Francia dichiara guerra alla Prussia e inizia la guerra franco-prussiana. La Prussia, con il suo esercito moderno e ben organizzato, sconfigge facilmente la Francia e occupa Parigi. Questa vittoria segna la fine dell'unità tedesca e l'inizio dell'Impero tedesco, con Bismarck come cancelliere.

Ems è una manovra comunicativa che consiste nel dare una falsa notizia alla stampa. Il cancelliere tedesco, infatti, sparge la notizia di un rifiuto di Guglielmo I di ricevere l'ambasciatore francese e la sparge, peraltro, il 13 di Luglio, il giorno precedente ai grandi festeggiamenti nazionali in Francia. Ovviamente la notizia provoca l'ira dei francesi che spingono Napoleone III a dichiarare guerra alla Germania. A Sedan l'imperatore francese viene catturato e questo porta innanzitutto alla caduta dell'impero francese ma anche a due fondamentali svolte. Da una parte la Germania può finalmente diventare una nazione unita, si sono infatti aperte le strade per il processo di unificazione - che viene completato con l'incoronazione di Guglielmo I nella sala degli specchi a Versailles -, dall'altra nasce tuttavia un forte risentimento (revanche) dei francesi nei confronti degli avversari. La Germania infatti non solo acquisisce un territorio fondamentale, l'Alsazia-Lorena,

territorio di confine tra le due nazioni, ma impone anche una nuova condizione (nuova da un punto di vista storico poiché mai avvenuta prima d'allora): la pagare tutti i costi della guerra Francia deve svoltasi, che ammontano a 5 miliardi di franchi oro. Queste condizioni sono necessarie da tener presente per capire poi le condizioni della pace di Versailles del giugno 1919, quando la Francia, al termine della Prima guerra mondiale, imporrà pesanti condizioni alla sconfitta Germania, portandola umiliazione sull'orlo della crisi. A questo si aggiunge l' di vedere la nascita dell'Impero tedesco (secondo reich) proprio in Francia, a Versailles, nella sala degli Specchi. Conclusisi i processi di unificazione di Italia e Germania, dal 1870 l'Europa, fatta eccezione per alcuni paesi, incontra il più lungo periodo di pace fino a quel momento. Bismarck e l'equilibrio europeo (1871-1890) Dopo l'unità, Bismarck rende la Germania

L'elemento di equilibrio del contesto europeo. L'obbiettivo di Bismarck è quello di isolare la Francia che, dalla guerra franco-prussiana, serbava un risentimento pericoloso (revanche). Per questo la Germania stipula una serie di patti che le assicurano da una parte stabilità e dall'altro l'accerchiamento della Francia. Innanzitutto, abbiamo il patto dei tre imperatori del 1873 stipulato da Guglielmo I (Germania), Alessandro II (Russia) e Francesco Giuseppe (Austria-Ungheria). Questo patto serve anche a preservare un conservatorismo necessario per non far ripresentare i moti del '48. Il patto viene poi rinnovato nel 1881. Nel 1882 poi, la Germania stipula la Triplice Alleanza con Austria e Italia (minacciando così la Francia anche a sud). Nel 1888, però, salito al trono Guglielmo II in Germania, la situazione cambia. Il nuovo imperatore non ha più gli stessi obbiettivi di Bismarck ma vuole competere sul piano mondiale con Francia e Inghilterra.

Contro quest'ultima

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maam2905 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Brizzi Riccardo.