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RIVOLUZIONE RUSSA

Gli esiti della rivoluzione del 1905 avevano deluso le aspettative di chi auspicava

un’evoluzione parlamentare del paese che garantisse maggiori libertà politiche e

alleviasse il disagio delle classi popolari.

Gli elementi di novità e crisi si erano già fatti sentire durante il corso della guerra,

soprattutto negli stati più deboli. Tra gli stati maggiormente in difficoltà troviamo

l’impero zarista, impero che era rimasto arretrato e che non era riuscito a cambiare il

volto essenzialmente agricolo del paese. Inoltre le condizioni di lavoro erano

particolarmente dure e gli operai erano costretti a turni di 10/12 ore e anche i

contadini (seppure con una riforma agraria attuata dal ministro Stolypin del 1906)

continuavano a vivere in condizioni di estrema povertà con terreni insufficienti.

Durante la guerra si era alleata con la triplice intesa a fianco della Francia e della

Gran Bretagna e deve combattere contemporaneamente con i tedeschi e l’impero

austro-ungarico. L’impero russo è mal equipaggiato, mal addestrato e non ha

particolare determinazione. A fronte delle sconfitte militari e al malcontento popolare

scoppia una carestia (1916) nelle zone più povere ma anche i prezzi dei beni

aumentano vertiginosamente all’interno delle grandi città. Questa situazione è

aggravata dall’apparato produttivo che era stato “piegato” alla guerra e quindi le

fabbriche non aiutano a sopperire la situazione.

Rivoluzione di Febbraio

Agli inizi del 1917 in seguito all'aumento del malcontento popolare, iniziano a

esplodere rivolte, dissidenze e scioperi di operai (coloro che avevano prodotto gli

armamenti). La protesta degli operai ebbe inizio nelle officine siderurgiche Putilov a

Pietrogrado e coinvolse in breve tempo le principali fabbriche della capitale. Lo

sciopero trova sostegno anche nell’esercito e uno sciopero generale del 25 febbraio

1917 porta alla caduta dello Zar: l’esercito, mandato dallo Zar Nicola II per reprimere

le manifestazioni di dissenso, si rifiutò di sparare alla folla e fece causa comune con

gli insorti. Anche la stessa Duma (piccolo parlamento concesso dopo la fallita

rivoluzione del 1905) aveva chiesto allo zar di abdicare, esprimendosi a favore di un

nuovo governo che però Nicola II sciolse. Ciononostante il 2 marzo i rappresentanti

dei partiti liberali riuniti in un comitato, formarono un governo provvisorio e decisero

la deposizione dello zar.

Nicola II, nell’estremo tentativo di mantenere la monarchia al potere, abdicò e chiese

al fratello di succederlo, ma in seguito al rifiuto della corona di quest’ultimo, lo

zarismo cadde: lo zar abdica e non c’è nessun successore. Il sistema politico si

trasforma e diventa transitoriamente una Repubblica con un rispettivo governo

provvisorio presieduto dal principe liberale L’vov, composto dai settori più alti della

società Russia:

- KDP -> ispirazione borghese

- esponenti dell’ala monarchico-costituzionale che avevano appoggiato la

rivoluzione del 1905 (cosiddetti “ottobristi”)

Questo governo non piace a operai e contadini (coloro che avevano condotto gli

scioperi) e entra in contrasto con i Soviet, assemblee spontanee e autorganizzate

nate nelle fabbriche che avevano provato ad assumere una veste politica. Essi

erano inizialmente composti da bolscevichi, menscevichi e socialisti rivoluzionari. Si

ha un dualismo in cui non è chiaro chi ha il potere dopo la caduta dello zar:

1. Governo provvisorio di ceti alti, con posizioni moderate

2. Rete di Soviet composta da operai, con posizioni radicali

Questo dualismo si esprime anche nei confronti della guerra: il governo provvisorio

vuole sospendere la guerra mentre i Soviet sostengono che la guerra vada

continuata in quanto la ritengono il mezzo migliore per attuare una Rivoluzione

(sognano la creazione di uno Stato comunista). Questo dualismo viene risolto dalla

Germania, la quale interpella Lenin (precedentemente esiliato) per prendere in mano

la situazione: se Lenin fosse stato in grado di convincere i Soviet ad uscire dalla

guerra, il fronte occidentale della guerra tra Germania e Russia si sarebbe chiuso.

Lenin non era favorevole alla continuazione della guerra e aveva reso pubblico un

suo manifesto , “le tesi di aprile” promulgate nel 1917 che prevede:

1. fine della guerra imperialista: la guerra era voluta dallo zar

2. immediata presa del potere del proletariato (ai Soviet) ai quali doveva

spettare il controllo sociale della produzione

3. nessun appoggio al governo provvisorio

4. Soviet come unica forma di governo rivoluzionario

5. La russia come repubblica dei Soviet: occorre recquisire tutto (terre e soldi) e

ridistribuirli a chi non ha

6. Confisca della proprietà fondiaria e nazionalizzazione

7. Banche controllate dai Soviet

Lenin con l’aiuto tedesco arriva in Russia e riesce a diventare sempre più influente

nel mondo dei Soviet. Agisce nel momento in cui la tensione fra il dualismo si fa più

intensa, ossia quando alcuni Soviet (Menscevichi e socialisti rivoluzionari) erano

entrati al governo provvisorio: quest’ultimi accettarono di condividere l’esercizio del

potere, sostenendo le posizioni sulla guerra e mettendo da parte le rivendicazioni dei

contadini. I bolscevichi di Lenin rimangono gli unici a rifiutare la partecipazione al

governo e tentano a ripetizione di attuare un colpo di stato al fine di distruggere il

governo provvisorio. Questi tentativi non hanno risoluzione concreta e il governo

scatenò una gravissima repressione nei confronti del partito bolscevico e dei suoi

dirigenti, molti dei quali furono arrestati o costretti a fuggire (Lenin scappa in

Finlandia).

Il governo provvisorio subisce colpi di stato anche da parte dei sostenitori dello zar

(soldati, borghesi, ecc). Questo fronte avverso è guidato dal comandante supremo

dell’esercito Kornilov, ritenuto il solo capace di riportare l’ordine e la stabilità politica.

Appoggiato dai borghesi e dagli alti comandi militari, Kornilov si preparò a marciare

su Pietrogrado ma il governo (presieduto da Kerenskij) fece appello alla popolazione

e ai Soviet, stipulando un accordo con i bolscevichi che porta al ritorno di Lenin a

condizione che aiuti a resistere contro i tentativi di ri-instaurare lo zarismo. Lenin

sconfigge questi tentativi reazionari ottenendo maggiore prestigio all’interno del

paese.

Rivoluzione d’ottobre

Il 10 ottobre si riunì a Pietrogrado il Comitato centrale del partito bolscevico che votò

a maggioranza la proposta di rovesciare il governo Kerenskij e prendere il potere

con un’azione militare. Parte un tentativo di insurrezione: nell’ottobre del 1917 i

Soviet insorgono sotto il controllo di Lenin e abbattono il governo provvisorio. Il

tentativo di insurrezione avvenne la notte tra il 24 e il 25 ottobre per mano di operai,

soldati e marinai che in poche ore e quasi senza incontrare resistenza, riuscirono ad

occupare i punti cruciali della città tra cui nella sera del 25 ottobre l’assalto al

Palazzo d’inverno (sede del governo provvisorio). Nella stessa giornata del 25

ottobre, si riun’ il Congresso Panrusso dei Soviet (formato da rappresentanti di tutti i

Soviet dell’ex impero russo), che conferì ai bolscevichi l’incarico di formare un nuovo

governo a cui fu dato il nome di Consiglio dei commissari del popolo.

I Soviet al potere iniziano immediatamente ad applicare punti espressi da Lenin nella

sua tesi di aprile e finalmente si inizia a parlare di fine della guerra. Il Soviet

principale era quello di San Pietroburgo, guidato da Trockij (capo dell’esercito) e

Stalin. Il consiglio dei commissari del popolo era composto esclusivamente da

bolscevichi e presieduto da Lenin ma venne affidato:

- Stalin -> commissario per le nazionalità (come ministro degli interni)

- Trockij -> commissario degli Affari esteri

Il primo atto del governo rivoluzionario fu l’approvazione di due decreti che

soddisfacevano le richieste più urgenti della popolazione:

1. la pace: il decreto prevedeva trattative immediate con tutti i belligeranti per

“pace immediata senza annessioni e senza contribuzioni”

2. la terra: il decreto stabiliva la soppressione della proprietà fondiaria sulla terra

senza alcun riscatto- la maggior parte delle terre furono ridistribuite ai

contadini sotto il controllo dei Soviet e solo una minima parte andò allo Stato.

Successivamente fu sancito per decreto il controllo operaio delle fabbriche e fu

regolata la questione delle nazionalità, riconoscendo l’uguaglianza e il diritto

all’autodeterminazione di tutti i popoli della Russia.

Vengono indette delle elezioni dai bolscevichi per l’Assemblea costituente, ma

perdono a favore dei socialisti rivoluzionari (estrema sinistra ma non comunisti), in

quanto fortemente sostenuti dall’elettorato rurale. Essi divergono su alcune

questioni:

- socialisti rivoluzionari sono i nostalgici, coloro che vogliono la vecchia russia con

piccole città e proletariato di contadini

- bolscevichi sognano un futuro fatto di metropoli, e un proletariato di operai

industriali.

Il giorno dopo la sua prima convocazione, avvenuta il 18 gennaio 1918, l’Assemblea

costituente viene sciolta dal Congresso panrusso dei Soviet (quindi da Lenin)e da

quel momento i bolscevichi decidono di gestire il potere in maniera autocratica: ha

inizio la dittatura bolscevica e si compie la rivoluzione comunista all’interno della

Russia.

La guerra civile

Il 3 marzo 1918 il governo bolscevico firmò l’accordo separato con la Germania che

sancì l’uscita della Russia dalla Prima guerra mondiale. L’esito delle trattative con la

Germania e lo scioglimento forzato dell’assemblea costituente indussero numerosi

esponenti del Partito socialista rivoluzionario e di quello menscevico ad unirsi

alle forze contro rivoluzionarie, coloro che non accettavano la dittatura. Verranno

chiamate armate bianche e verdi per distinguere dalle armate rosse (bolscevichi).

I “bianchi” erano principalmente composti da monarchico-conservatori, sostenuti da

Francia, Gran Bretagna, Giappone e Stati Uniti che volevano punire l’uscita della

Russia dal conflitto, giudicata un tradimento e scongiurare “il contagio” bolscevico

nel resto d’Europa.

Inizia una guerra civile in cui i bolscevichi riescono a prendere il controllo

dell’esercito russo riogranizzandolo sotto la guida di Trockij e assumendo il nome di

armata rossa . La guerra durata tre anni vede la conclusione con la vittoria dei

bolscevichi. Nel frattempo Lenin e i Bolscevichi avevano messo in atto il punto

saliente delle tesi d’aprile: uscire dalla guerra. Si mise in atto il processo avviato e

prescritto all’interno del tr

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Publisher
A.A. 2023-2024
108 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cordi.vale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Guzzo Domenico.