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L’ITALIA POST-FASCISTA
Ad ufficializzare gli esiti del
referendum costituzionale del 1946
fu il Consiglio dei Ministri al
termine della riunione del 12 giugno. Conseguenza diretta, in virtù della cessazione del regime monarchico,
fu l’abbandono del Paese da parte del «re di maggio», Umberto II. #
Il movimento politico del «Fronte dell’Uomo Qualunque» fu fondato alla fine del 1944 dal giornalista e
commediografo Guglielmo Giannini. #
Cosa fu la cosiddetta “Svolta di Salerno” di Togliatti? Una posizione che accantonava ogni pregiudiziale
politica nei confronti del Re e del Generale Badoglio. #
La scissione di Palazzo Barberini e la rottura dell’unità tra le forze antifasciste – 2 giugno 1946 guarda
immagine. Churchill: «sull’Europa era calata una cortina di ferro». # I
n Italia l’attivismo organizzativo del PCI si
scontra con l’avversario DC, la Chiesa teme la militanza dei cattolici al fianco dei lavoratori di ispirazione marxista
Il disordine interno si nota nel gennaio del 1947 con la delicata
all’interno dell’unico sindacato unitario, la CGIL.
questione degli aiuti garantiti in grande quantità all’Italia dagli Usa, al prezzo di un atto di lealtà nei suoi
confronti, che De Gasperi avrebbe dovuto compiere rompendo con il Pci e ponendo fine all’unità ciellenistica (nel 1949
la drammatica scissione del Psiup a Palazzo Barberini
entrerà ufficialmente nella NATO), nel frattempo c’è
(gennaio 1947): Saragat si mise al comando di una corrente autonomista interna che richiedeva il distacco
dei socialisti dai comunisti, di fronte al fermo rifiuto di Nenni, Saragat ed il suo gruppo procedettero con la
scissione e la costituzione di una nuova formazione socialista, il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. # De
Gasperi vuole dare potere alla DC contro PSI e PCI dà vita al primo governo quadripartito (DC-PLI-PRI-PSLI) e
alla stagione del centrismo. “Vento del Nord”, guarda immagine. 40
Le elezioni politiche del 18 aprile
1948 e il centrismo - Comunisti vs.
anticomunisti: questo fu il tema
dominante della campagna elettorale, in vista delle elezioni del 18 aprile 1948, si oppongono DC e Fronte
Popolare (composto da socialisti e comunisti). # De Gasperi (centrismo degasperiano) trova appoggio in chi
aveva ispirazioni democratico-parlamentari, compresi quelli conservatori e genericamente anticomunisti, le
autorità ecclesiastiche e l’attivismo delle sue organizzazioni collaterali, come l’Azione Cattolica e i Comitati
Civici, indirettamente, nell’appoggio di tutte le cancellerie occidentali, e di quasi tutta la grande stampa. Il
Fronte Popolare prende solo il 31%, la DC stravinse con il 48,5% e conquistò la maggioranza assoluta dei
seggi, con un pessimo risultato per le forze intermedie, orientate sia verso destra sia verso sinistra, tra cui
PRI, PLI; il governo viene formato comunque di centro per evitare ulteriori tensioni. Il primo Parlamento
della Repubblica italiana procedette nel maggio del 1948 all’elezione del non cattolico Luigi Einaudi alla
carica di Capo dello Stato. Quella del centrismo fu, sul piano della politica interna, la stagione della massima
conflittualità tra la maggioranza di governo e le forze politiche e sociali dell’opposizione di sinistra (socialisti
e comunisti), della realizzazione di alcuni importanti provvedimenti che migliorano la situazione economica-
sociale, come le leggi speciali per il Sud ed il Polesine, della riforma agraria e poi del Piano Casa . Il Piano Casa,
varato dal 1949, fu concepito nel quadro di un’ingente ripresa degli investimenti e dei lavori pubblici, allo scopo di
La
assorbire l’enorme esercito di disoccupati presenti in Italia subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
riforma agraria portò nel 1950 alla complessiva ridefinizione degli assetti proprietari soprattutto nel Mezzogiorno
d’Italia e alla sostanziale scomparsa del grande latifondo, antico retaggio baronale, indissolubilmente legato alla
La DC si adoperò per la costituzione della Cassa per il
centralità della vecchia nobiltà fondiaria assenteista.
Mezzogiorno, con il compito di avviare ed implementare lo sviluppo infrastrutturale e industriale delle
regioni meridionali.
Riguardo alla politica estera importante è il ritorno a pieno titolo dell’Italia nel concerto internazionale, poi
l’adesione alla CECA ( ). La PCI è contraria e si mise alla testa del movimento dei «partigiani della
guarda dopo
pace», diffuso in tutta Europa e particolarmente attivo in Italia.
Il nuovo corso fanfaniano: oltre il centrismo – con la morte di Stalin si riapre il dialogo, raggiungono una
definitiva intesa con la Jugoslavia sulla questione di Trieste, finalmente di nuovo italiana nell’ottobre del
1954. Fanfani succede a De Gasperi e Fanfani giunse a sostenere l’opportunità del riavvicinamento, del
reciproco ascolto e soprattutto della possibile collaborazione tra due grandi famiglie politiche (cattolici e
marxisti), La politica
troppo grandi ed importanti per continuare a rimanere isolate e separate l’una dall’altra.
economica va a favore di un indirizzo più marcatamente dirigistico-keynesiano, Fanfani era convinto che
l’intervento dello Stato in ambito economico fosse essenziale per lo sviluppo complessivo del Paese.
La prospettiva dell’apertura a sinistra mise il PLI, rigorosamente liberista e filoconfindustriale, nella
condizione di allontanarsi dalla nuova DC fanfaniana, salvo però ritenere essenziale la strenua difesa del
paradigma di governo centrista.
Un primo passo in direzione dell’autonomia dal PCI era stato compiuto dal leader socialista Nenni # già in
occasione delle elezioni del 1953, attraverso la scelta di rompere il Fronte Popolare. Con la destalinizzazione
Nenni si rese conto dell’impossibilità di mantenere un diretto legame politico, ideologico e culturale con
l’Unione Sovietica, quindi maturò pertanto tra le file del PSI la decisione di rompere ufficialmente e
definitivamente il patto di unità d’azione con il PCI, in vista di una possibile riunificazione con il PSDI, ormai
quasi a dieci anni di distanza dalla drammatica scissione di Palazzo Barberini e di un avvicinamento alla DC. #
LA FRANCIA DALLA QUARTA ALLA QUINTA REPUBBLICA & LA QUESTIONE ALGERINA
Ebbe una grave crisi istituzionale che portò alla Quinta Repubblica, la cui Costituzione introduceva alcuni
elementi «bonapartisti», come l’elezione diretta del Presidente della Repubblica con conseguente valorizzazione del
suo ruolo e delle sue prerogative, tra cui la facoltà di sciogliere le Camere quando lo ritenesse opportuno e di 41
sottoporre a referendum le questioni da lui considerate di particolare rilievo. La Costituzione stessa fu sottoposta a
Charles De Gaulle # reagì con
referendum e approvata, nel settembre del 1958, dall’80% degli elettori francesi.
pragmatismo alla crisi algerina, il che fece infuriare molti, alcuni generali ribelli nell’aprile del 1961
tentarono senza successo un colpo di stato. Così decise di dare ufficialmente inizio alle trattative di pace con
il Fronte di Liberazione Nazionale Algerino e di giungere quindi alla definitiva soluzione dell’annosa
questione, con la firma degli Accordi di Évian, in base ai quali l’Algeria sarebbe diventata una Repubblica
definitivamente indipendente, anche se ancora fortemente legata alla Francia da uno speciale livello di
cooperazione. La politica estera fu essenzialmente nazionalista, tesa cioè a garantire alla Francia un ruolo di
prestigio, evitò legami troppo stretti con gli USA, dispose il ritiro delle truppe francesi dalla Nato, pur
restando politicamente fedele all’alleanza atlantica, e mise il veto all’ingresso della Gran Bretagna nella
Comunità Europea, una politica in molti casi velleitaria, ma raccolse consensi.
L’UFFICIALE AVVIO DEL PROCESSO DI UNIFICAZIONE EUROPEA
Tutti desiderano ridare prestigio all’Europa, ma una simile aspirazione - comune ad intellettuali come Altiero
Spinelli ed Ernesto Rossi e politici come Winston Churchill, i francesi Robert Shuman e Jean Monnet, il tedesco Konrad
trovava il proprio limite di realizzazione nella gelosa difesa che i singoli
Adenauer e l’italiano Alcide De Gasperi -
Stati facevano della loro sovranità nazionale. L’idea era nata durante la guerra con il Manifesto di Ventotene,
(Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi iniziarono a riflettere sulla portata rivoluzionaria della prospettiva di una
Europa libera dal sistema degli Stati nazionali e unita nella lotta antifascista). Il primo accordo europeo nel
1949 si propose la realizzazione di un Consiglio d’Europa, organismo nato con il compito di discutere le
grandi questioni di interesse comune tra i principali Paesi del continente. Nel 1951 nacque la Comunità
Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), al fine di porre sotto una gestione collettiva la produzione di due
settori chiave dell’economia industriale, appunto il carbone e l’acciaio, # cerca di definire un nuovo ordine
europeo, basato sulla pace e sulla cooperazione. Aderirono a questa comunità Francia, Germania, Italia, Belgio,
Schuman: “La solidarietà di
Olanda e Lussemburgo (importante la pacificazione politica di Francia-Germania).
produzione in tal modo realizzata farà sì che qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo
impensabile ma anche materialmente impossibile.”
I governi europei prendono in considerazione una gestione condivisa anche della politica estera, si pensò
alla realizzazione di una Comunità Europea di Difesa (CED), che avrebbe avuto il compito di integrare le
forze militari dei Paesi già aderenti alla CECA, ma fallì per gli interessi nazionalisti degli stati.
Con la firma del Trattato di Roma (1957) prese dunque vita la Comunità Economica Europea (CEE), # che
prevedeva la realizzazione di un’area comune di libero scambio attraverso il progressivo ma continuo abbassamento
delle tariffe doganali nello spazio dell’Europa occidentale (l’accordo comprendeva Francia, Italia, Germania, Belgio,
Con il Trattato di Roma veniva istituito anche l’Euratom, un organismo destinato alla
Olanda e Lussemburgo).
ricerca comune europea per l’utilizzo pacifico dell’energia atomica.
L’Inghilterra preferì rimanere estranea al progetto della Comunità per non vedere intaccato il primato
commerciale legato al suo ruolo guida all’interno del Commonwealth, prese vita anche un’altra area
comune di scambi l’EFTA (European Free Trade Association), nata il 4 gennaio 1960, a seguito della
sottoscrizione della Convenzione di Stoccolma da parte di Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Regno Unito,
Svezia e Svizzera.