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"DEIPARAE IN COELUM ASSUMPTAE" Assunta in Cielo
L'effetto finale ricorda chiaramente il Pantheon, ma anche il tempietto di Villa Barbaro del Palladio. L'interno, con tre cappelle, è poco beniniano. Evidente è l'integrazione tra pittura e architettura, data dal fondale pittorico che con la sua spazialità 'altra' crea spettacolarità.
Villa Rospigliosi fa a sua volta riferimento ai modelli di residenza extraurbana codificati da Sebastiano Serlio nel VII Libro del suo Trattato di Architettura.
Sant'Andrea al Quirinale, sul Rione Monti del Quirinale, venne commissionata dal cardinale Camillo Pamphili, nipote di Innocenzo X, per il novizio dell'ordine dei gesuiti a Gian Lorenzo Bernini. Venne però costruita sotto Alessandro VII Chigi a partire dal 1658. Fondamentale era il fattore tempo e il fattore movimento. Lo spazio ristretto per via della piazzetta antistante lo portò ad optare una pianta ovale.
L'assetrasversale è più lungo di quello longitudinale. Il pronao è in leggera flessione, che si collega con la concavità dell'abside a cui si contrappone alla convessità del coro. Questo impianto venne già adottato in Propaganda Fide, modificata poi da Borromini. Tradizionale è la disposizione delle cappelle sugli assi principali. Sull'asse minore sono disposti l'ingresso e l'abside. Sull'asse maggiore trasversale, dove viene inserito l'altar maggiore, collocò dei pilastri, permettendo la continuità della pianta ovale. La copertura è una calotta polilobata a sesto ribassato con costolonature alternate a vele di ampiezza e profondità diverse a creare un gioco prospettico. La maggiore profondità si coglie nelle vele disposte lungo l'asse trasversale. Queste vele si allontanano dal cornicione di imposta della calotta anche di 90cm. Questa differenza però nonsi coglie dal basso. La calotta è nascosta all'esterno da un tiburio che copre i 2/3 della cupola. Dal punto di vista morfologico riprende San Giacomo degli Incurabili, sempre a Roma, di Francesco Capriani e Carlo Maderno. La forma richiama quella neorinascimentale ovoidale e quella della volta a cresta e vela. Analogia può essere fatta con Santa Caterina a Lucca per gli assi. I materiali principalmente usati sono molto preziosi. Tutta la chiesa viene rivestita in marmo. Le lavorazioni sono di prestigio. Per le colonne scanalate venne usato il marmo rosso di Cottanello. Impiega anche il stucco. Per le alte paraste scanalate e rudentate usa marmo bianco di Carrara e bardiglio grigio. Il pavimento, sempre in marmo, che rispecchia gli spicchi della cupola, è di Mattia de Rossi. Bernini venne condannato come "Istigatore dei pontefici a fare spese così ingenti in tempi inopportuni". Tuttavia fonti attestano che lo stesso Pamphili istigò alloSfarzo della chiesa dicendo: "io pago se la chiesa è ricca come un gioiello". Questo giustifica la ricchezza materica dell'intera chiesa. Per l'asse centrale impiega un motivo diverso; infatti le colonne libere di ordine gigante dell'altare giacciono su piedistalli. L'abside con colonne libere e il muro circolare scavato da nicchie, richiama sicuramente il Pantheon. Non per altro la chiesa venne definita il "Pantheon barocco". L'altar maggiore viene messo in evidenza dal diaframma di 2 coppie di colonne binate di ordine gigante in marmo rosa venato di Cottanello e lesene in marmo bianco di Carrara, quasi a creare il palco per la sacra scenetta teatrale che mette in atto il martirio del santo. L'architettura diventa così scenografia teatrale del miracolo. Anche la trabeazione si inflette in corrispondenza della cappella. Analogia può essere fatta con l'edicola della reliquia della Vera Croce del San Pietro.
Evidente è il pululare di figure che ruotano attorno ai raggi di luce dorati che portano il grande quadro che non poggia sull'altare. Infatti la pala è sospesa e aggettante in avanti e viene sorretta da angeli dorati che con le loro ali si estendono al disopra delle paraste scanalate in barbiglio grigio. Altri angeli dorati attendono Sant'Andrea per ascendere al cielo. La pala d'altare viene illuminata da una fonte di luce nascosta, espediente già usato da Bernini ad esempio in Capella Cornaro. Nello sfondo del quadro troviamo del mosaico sfumato con miscela di lapislazzuli di Fabrizio Cristofori, mosaicista di eccellenza. Il mosaico aniconico, sicuramente molto costoso, splende di luce propria ed esprime lo stesso colore del cielo presente nel quadro. Bernini lo inserì "per l'aria naturale". La trabeazione è continua lungo tutto il perimetro ma aggetta in corrispondenza della cappella principale e viene conclusa da un.Risultano paralleli alle cornici esterne delle finestre, quasi ad essere elemento di transizione tra la cornice della finestra e il cornicione curvilineo del pronao. Il pronao trova precedenza in un altare con portico (riferimento all'altare maggiore del San Paolo di Bologna). Sono presenti festoni cadenti e pendoni. Il simbolo resurrezionale è la conchiglia con al centro il simbolo gesuitico. In più sono presenti 2 delfini.
Palazzo Barberini venne commissionato da Urbano VIII intorno al 1625. Il papa, appena asceso al soglio pontificio, volle tradurre il prestigio della famiglia, decidendo di ampliare il precedente palazzo della famiglia Sforza. Il palazzo venne definito inizialmente dal Maderno e, dopo la sua morte (1629), venne seguito da Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini (nipote del Maderno). È diviso in 2 quartieri, uno destinato agli ecclesiastici e quindi ai cardinali Antonio e Francesco Barberini, l'altro era invece occupato dal ramo secolare.
doppio scalone, una quadrangolare progettata da Bernini e un'ellissoidale ispirata alla scala ellissoidale di Palazzo del Quirinale di Mascherino, progettata da Borromini. Questi due scaloni collegano le due famiglie. Il salone principale, chiamato Salone di Pietro da Cortona, è condiviso dai due appartamenti e presenta dipinti di Pietro da Cortona. In questo salone si possono ammirare il soffitto cassettonato poligonale affrescato dallo stesso Cortona, che raffigura "Il trionfo della Divina Provvidenza" con i simboli araldici barberiniali dell'alloro e delle api, e la Cappella di Pietro da Cortona, che anticipa la cappella diafana e trasparente di Guarino Guarini. Le porte a 45 gradi del Salone, attribuite a Borromini, sono realizzate in marmo rosa fior di pesco. La pianta dell'edificio assume una forma ad H, che si discosta dalla tradizione romana, a causa delle caratteristiche del sito. Inoltre, sono presenti unatrium e un ninfeo. Il prospetto viene scandito a mo' di cortile in 7 campate ripetute su tre piani di arcate intervallate da colonne di ordine dorico, ionico e corinzio. Si apre una successione di logge, aperte nel piano inferiore in bugnato liscio e chiuse negli altri due piani. L'asse centrale viene messo in evidenza dal portale gotico. Le finestre presentano una strombatura prospettica. Il raccordo dell'asse centrale con le ali laterali è dato dalle finestre ad edicola concluse da cornici mistilinee borrominiane. Il fregio viene arricchito con metope e triglifi. La scala di destra elicoidale di ordine dorico venne affidata al Borromoni. L'altra scala è affidata a Bernini ed è a vano quadrangolare con centro aperto che si snoda nei diversi piani con un binato di colonne doriche. Api barberiniane pululano nei semipinnacchi, nelle finestre e nelle colonne delle scale nobili. Al Bernini viene affidata la Sala ovale per ospitare i circoli letterali.
A cui si accede dal grande salone. Il collegamento tra il piano nobile e i giardini è affidato ad una doppia arcata, costruita in modo da suscitare meraviglia con un movimento sismico. Il ponte infatti sembra stia crollando. Riferimento è sicuramente quello di Palazzo Te a Mantova. Inizialmente al palazzo vi si accedeva da Piazza Barberini, la quale ospita la Fontana delle Api, simbolo della famiglia, che venne costruita dal Bernini nel 1644. Palazzo Ludovisi (oggi Palazzo Montecitorio) venne affidato al Bernini nel 1653 da parte di Niccolò Ludovisi, che sposò Costanza, la nipote di papa Pamphili. L'unica testimonianza del progetto berniniano è rappresentata dal dipinto attribuito a Mattia de' Rossi, allievo prediletto di Bernini. Il Naturalismo viene colto nell'asse centrale con ordine antropomorfo. Una scogliera non realizzata doveva essere disposta nel piano terreno, e una pseudo-loggia doveva essere disposta nel piano nobile. 5 settori
tag html:sono letti per ladiversa modulazione e per la differenza di assi (dati dalle finestre). L’edificio doveva essere concluso con uncornicione ed una balaustra. Paraste alla rustica percorrono il piano terreno. Anche il sottocornicione vienetrattato con