P,T
La legge di Avogadro si esprime in termini di VOLUME MOLARE (Vm):
Vm = v/n V = Vm x n
VOLUME MOLARE NORMALE: 22,414 l
EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI:
PV = nRT -1 -1
R = 8,31 Joule · K · mol
(1 cal = 4,18 Joule)
-1 -1
R = 1,98 cal · K · mol
DENSITA’ (d = m/V):
m = n x M n= PV/RT
• La densità di un gas è direttamente proporzionale alla sua massa molare (P e T
costanti).
• La densità di un gas è inversamente proporzionale alla temperatura (P costante).
• La densità di un gas è direttamente proporzionale alla pressione (T costante).
MISCELE GASSOSE:
▪ I gas si miscelano in modo omogeneo in qualsiasi rapporto;
▪ ogni gas presente in una miscela si comporta come se fosse l’unico gas presente.
L’equazione di stato dei gas perfetti è valida sia per gas puri, che per miscele di gas.
LEGGE DELLE PRESSIONI PARZIALI DI DALTON:
La pressione totale di una miscela di gas è uguale alla somma delle pressioni parziali
di ciascun componente. PT = P1 + P2 + P3 + …. + Pn = ∑ Pi
Pressione parziale di un componente i:
Pressione che tale componente eserciterebbe se occupasse da solo tutto il volume a
disposizione della miscela.
LEGGE DEI VOLUMI PARZIALI DI AMAGAT:
Il volume totale occupato da una miscela di gas ideali, a temperatura e pressione
costanti, è uguale alla somma dei singoli volumi che ogni gas occuperebbe nelle
medesime condizioni di temperatura e pressione.
Volume parziale: volume che il componente i-esimo della miscela occuperebbe se
venissero mantenute invariate le condizioni di T e P.
STATO LIQUIDO:
• Le molecole o atomi che costituiscono il liquido interagiscono fra loro, sebbene non
fortemente come nel solido.
• Le particelle che costituiscono la fase liquida non sono fra loro in posizioni fisse ma
"scorrono" le une sulle altre, sebbene nei liquidi dai forti legami intermolecolari come
l'acqua si formano cluster di molecole (dette anche gabbie) relativamente stabili.
• Tipo di interazioni fra particelle allo stato liquido: • elettrostatiche
• legami idrogeno
• dipolo-dipolo
• dipolo indotto-dipolo
indotto PROPRIETA’DELLO STATO LIQUIDO:
- Privi di forma: assumono la forma del recipiente che li contiene (hanno forze
intermolecolari intermedie tra quelle dei solidi e quelle dei gas);
- densità intermedia tra quella dei solidi e quella dei gas;
- volume proprio: lo spazio tra le particelle è ridotto a causa delle forze
intermolecolari che impediscono loro di allontanarsi. Sono incomprimibili;
- plasticità: proprietà di modellarsi sulla forma dei recipienti.
Spiegata con il modello del volume libero: il liquido è formato da molecole, a stretto
contatto tra loro, tra le quali sono presenti degli spazi vuoti (occupano il 3% del
volume occupato da tutto il liquido).
- ordine a «corto raggio»: struttura regolare solo in regioni molto piccole (possono
traslare e scorrere una sull’altra);
- impacchettamento particellare a un certo istante perfetto e nell’istante successivo
imperfetto, con buchi mobili e deformabili.
- Diffusione spontanea: moto caotico delle particelle del liquido (come nei gas). Un
liquido tende a diffondere più lentamente di un gas, perchè il movimento delle sue
molecole è ostacolato dalla presenza delle molecole vicine.
Movimento spontaneo delle particelle di un fluido da una zona a maggior
concentrazione ad una zona a minor concentrazione. Consente di raggiungere una
condizione di equilibrio dinamico: le differenze di concentrazione si annullano e tutto lo
spazio occupabile dal fluido è occupato in modo omogeneo ed uniforme.
Moto browniano: moto disordinato di particelle sufficientemente piccole da essere
sottoposte a una forza di gravità trascurabile, presenti in fluidi, sospensioni fluide o
gassose ed osservabile al microscopio.
- fluidità: capacità delle particelle di scorrere l’una rispetto l’altra senza staccarsi così
da non possedere una forma propria;
- tensione superficiale: possiedono una superficie che presenta delle
caratteristiche molto diverse da quelle presenti all’interno della loro massa, poiché le
forze intermolecolari che agiscono sulle particelle in superficie non sono bilanciate;
- isotropia: le proprietà meccaniche e fisiche costanti in tutte le direzioni.
- elasticità: i liquidi sono molto elastici, cioè si deformano facilmente sotto l'azione di
una forza e riprendono immediatamente la forma primitiva appena cessa l'azione della
forza deformatrice.
PROPRIETÀ MACROSCOPICHE DEI LIQUIDI (dipendono dalle forze
intermolecolari)
1. INCOMPRIMIBILITÀ
Spazio intermolecolare ridotto, le molecole sono già a stretto contatto.
2. VISCOSITÀ
Resistenza di un liquido allo scorrimento. Maggiore è la viscosità di un liquido, più
lentamente esso fluisce (es. acqua, miele, olio)
Dipende da:
temperatura:
- la viscosità diminuisce all’aumentare della temperatura.
forma molecolare:
- esistono caratteristiche strutturali che inducono le molecole a
impaccarsi (es. molecole lunghe). La viscosità aumenta con il peso molecolare.
- forze attrattive tra le molecole
3. TENSIONE SUPERFICIALE
La superficie dell’acqua si comporta come se avesse una «pelle elastica» che avvolge
e comprime il liquido sottostante.
Le forze che agiscono sulle molecole alla superficie del liquido sono diverse
da quelle che agiscono sulle molecole all’interno del liquido: le molecole
interne al liquido sono attratte dalle altre da ogni lato; le molecole in superficie,
vengono attratte dalle molecole sottostanti e da quelle laterali, ma non verso
l'esterno;
La risultante delle forze che agiscono sulle molecole di superficie è una forza diretta
verso l'interno del liquido, riducendo l’area superiore e spingendo le molecole
superficiali ad impaccarsi il più possibile.
3. TENSIONE SUPERFICIALE (definizione termodinamica) 2
Energia richiesta per aumentare la superficie di un liquido di un’unità (J/m )
Per aumentare l’area della superficie le molecole devono muoversi verso la superficie
vincendo le forze di attrazione interne (processo endotermico).
- più forti sono le forze intermolecolari e maggiore è la tensione superficiale;
- maggiore è la T e minore è la tensione superficiale.
TENSIONE SUPERFICIALE E FORZE INTERPARTICELLARI
La tensione superficiale costringe le molecole ad assumere la forma più compatta
(sferica): la sfera ha una superficie minore di qualsiasi forma dello stesso
volume.
Le forze attrattive tra le molecole d’acqua (legami H) sono più forti di quelle tra
l’acqua e la cera (forze dipolo-dipolo indotto).
La tensione superficiale: energia necessaria per rompere la superficie del liquido o per
rompere una goccia di liquido e distenderla sottoforma di pellicola.
4. CAPILLARITÀ
Risalita di un liquido attraverso un tubo stretto (capillare).
Le molecole d’acqua sono attratte dai gruppi C-OH della cellulosa nella carta.
5. MENISCO
Dipende da: - forze intermolecolari all’interno del liquido (FORZE DI COESIONE); -
forze di attrazione tra le particelle del liquido e le pareti del capillare (FORZE DI
ADESIONE); TENSIONE DI VAPORE:
Pressione esercitata dal vapore, in equilibrio con la fase liquida, in un sistema chiuso,
ad una determinata temperatura. (velocità di evaporazione = velocità di
condensazione)
All’equilibrio (equilibrio dinamico), la velocità con cui le molecole si muovono dal
liquido al vapore è la stessa con cui esse si muovono dal vapore al liquido. Non si
osservano variazioni delle masse nelle due fasi.
• La tensione di vapore di un liquido puro dipende solo dalla temperatura e non da
altri fattori (quantità di liquido, volume del recipiente, ecc…):
• aumenta all’aumentare della temperatura, con andamento esponenziale.
VOLATILITA’
Proprietà chimico-fisica che rappresenta la tendenza di un solido o di un liquido
rispettivamente a sublimare o a vaporizzare.
Sono considerate volatili le sostanze che, in determinate condizioni di pressione e
temperatura, presentano elevata tensione di vapore (il sistema tende ad evolvere
spontaneamente verso lo stato aeriforme, raggiungendo il massimo livello di stabilità
relativo alle condizioni in oggetto).
I liquidi si distinguono in:
• volatili: dove i legami fra le molecole costituenti il liquido sono deboli (etere,
benzene, bromo);
• non volatili: dove i legami fra le molecole costituenti il liquido sono forti (mercurio).
EVAPORAZIONE
▪ Il fenomeno dell’evaporazione è dovuto alle molecole superficiali della sostanza
allo stato liquido.
▪ Quelle a maggiore energia cinetica riescono a rompere i legami con le molecole
negli strati sottostanti ed a passare allo stato gassoso.
▪ In un sistema chiuso, questo processo raggiunge una condizione di equilibrio quando
la velocità con cui le molecole evaporano eguaglia quelle con cui le molecole
condensano, ossia la velocità del processo inverso (le molecole allo stato gassoso a
bassa energia cinetica impattando sulla superficie del liquido restano legate allo strato
superficiale).
▪ Se il sistema è aperto, invece, si può osservare, a tempi lunghi, l’evaporazione di
tutta la massa liquida poiché le molecole evaporate si disperdono nell’ambiente e,
quindi, non si può instaurare l’equilibrio fra evaporazione e condensazione.
La velocità con cui avviene il processo di evaporazione dipende da diversi fattori:
1. la tensione di vapore (maggiore è il suo valore più volatile risulta il liquido);
2. il calore latente di vaporizzazione (energia necessaria a trasformare in vapore la
massa unitaria di un liquido);
3. l'area della superficie esposta del liquido;
4. la temperatura a cui avviene l'evaporazione.