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Entrambi i partiti erano però incerti riguardo a se presentare una lista unica o liste separate. Alla
fine, come consigliato da Togliatti, prevalse la lista unica. Quest’alleanza accrebbe l’atmosfera di
ottimismo delle sinistre, influenzata anche dall’adesione al Fronte da parte dei più noti intellettuali
delle più diverse provenienze.
La lotta elettorale si sviluppò intorno ad alcune scelte fondamentali: per gli Stati Uniti o per
l’unione sovietica, per la chiesa o per il bolscevismo ateo. In realtà si discusse soprattutto degli aiuti
che gli Stati Uniti potevano dare all’Italia, espresso nei suoi termini più elementari: pane, carbone e
medicine. La risposta delle sinistre fu debole. cercarono di distinguere tra gli aiuti americani e l’uso
che ne faceva il governo essi si rifacevano all’America del new deal che ripudiava la minaccia del
governo di tagliare i viveri all’Italia se i risultati delle elezioni non fossero state di suo gradimento.
Ma quest’America era ormai minoritaria; negli USA avevano vinto le forze che condizionavano
l’arrivo nei porti italiani delle navi cariche di aiuti necessari alla sconfitta dei comunisti.
Sia a destra che a sinistra si teneva di una possibile insurrezione in caso di vittoria dell’avversario.
Ma la violenza verbale fu più accentuata di quella fisica. Entrambi gli schieramenti si diffamavano a
vicenda. Alla fine, prevalse la DC, anche grazie all’aiuto della Chiesa, con il 48,5% dei voti,
ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. Dopo le elezioni dell’aprile del 1948
aveva inizio il lungo periodo di predominio del PCI nella sinistra. Le ragioni sono varie, ma tra tutte
prevalse l’abilità di Togliatti nel presentarsi come eredi della migliore tradizione socialista italiana,
anche riformista.
Il fatto che la DC avesse conosciuto un successo così grande, soprattutto perché gli elettori avevano
avuto paura del comunismo non coincideva con le sfere della società civile: la paura non poteva
rappresentare un collante che avrebbe tenuto definitivamente. Nacque quindi la necessità della
costruzione di un sistema di alleanze. La DC si alleò con PLI PRI e PSDI perché avevano una
rappresentatività molto superiore al numero dei voti che avevano ottenuto.
Inoltre, un regime democristiano non avrebbe avuto nemmeno una sufficiente base economica. Ma
chi se ne frega?
Sicuramente la vittoria della DC alle elezioni apparve un trionfo della Chiesa.
Il primo parlamento della Repubblica inaugurò i suoi lavori con l’elezione del Presidente della
Repubblica. La sinistra aveva come candidato Enrico de Nicola, la DC Carlo sforza nessuno dei due
raggiunse i due terzi dei voti e quindi De Gasperi puntò su Einaudi che fu eletto l’11 maggio.
La guerra civile fredda
La tensione accumulatasi durante la campagna elettorale del 1948 esplose il 14 luglio quando un
giovane di destra tentò alla vita di Togliatti ferendolo gravemente. In alcune città scoppiarono
rivolte spontanee. La repressione fu dura e immediata: intervennero polizia ed esercito. L’attentato a
Togliatti contribuì ad accrescere la sua popolarità. Inoltre, l’anticomunismo che aveva caratterizzato
tutta la campagna elettorale del centro e della destra, raggiunse la massima asprezza e mostrò a
quali pericolosi sbocchi poteva portare la competizione politica se veniva spinta a livelli esasperati.
Anche se la reazione dei dirigenti comunisti all’attentato aveva reso evidente che non ci sarebbe
stata in Italia nessuna iniziativa rivoluzionaria, non era escluso che un movimento insurrezionale
potesse scoppiare. L’avanzata del comunismo in Europa venne definitivamente fermata con il Patto
Atlantico al quale l’Italia vi aderì nel marzo del 1949. Questo patto rese definitiva per le sinistre la
rinuncia all’opzione rivoluzionaria che, con l’inserimento dell’Italia in un sistema di alleanza
militari, diventò del tutto impensabile.
Il 1949 fu in Italia l’anno delle più forti lotte contadine. Esse nacquero come risposta all’offensiva
degli agrari che cercarono di reimpadronirsi delle terre espropriate. Si svilupparono poi in forme più
dure che in passato per l’acuirsi delle difficoltà economiche e nella situazione di tensione politica
creatasi dopo le elezioni. Forti momenti di tensione si erano avuti in Puglia nel novembre del 1947,
quando, Ehi nel corso di uno sciopero bracciantile, vi erano stati scontri con la polizia. Trovare del
1949 comunisti e socialisti guidarono una nuova ondata di occupazioni di terre. La spinta alle lotte
venne dai contadini poveri, ma vi parteciparono interi paesi. Vuoi episodi che ebbero maggiore
risonanza furono quelli di Melissa e di Modena. Ma, oltre ad essi, no ci fu tutta una stagione di lotte
che vennero considerate dai protagonisti, contadini o operai che fossero come una lotta sola. A
Melissa il 24 ottobre 1949 forti gruppi di contadini calabresi diedero inizio alle occupazioni di terre
e qualche giorno dopo, all'arrivo della polizia e al rifiuto dei contadini di allontanarsi essa aprì
fuoco e morirono diverse persone. In reazione il movimento di occupazione si estese ad altre regioni
dell'Italia meridionale la repressione fu altrettanto dura. Il 9 gennaio 1950 nel corso di una
manifestazione di protesta la polizia sparò sulla folla e tra i dimostranti ci furono sei morti. In
questo periodo la tensione era altissima e rimase tale ancora per qualche anno e la Costituzione
resto come sospesa per quanto riguardava la pienezza dei diritti individuali. Gli iscritti al PCI e al
PSI pur godendo di tutti i diritti civili nella pratica vennero fortemente discriminati in tutti i campi
in cui l'intervento diretto degli organi statali e delle direzioni delle aziende era possibile. Il settore
più libero rimase quello della cultura: case editrici e università rimasero relativamente più
indipendenti.
De Gasperi insediò il suo nuovo governo, il sesto, alla fine del gennaio 1950. La sinistra
democristiana non entrò nel governo. Lo scoppio della guerra di Corea, nel giugno del 1950, rese
più difficile l'azione della sinistra DC, anche perché provocando il riarmo dell'occidente, tolse
risorse alle riforme. L'Italia appariva direttamente segnata, al suo interno, dalla contrapposizione
mondiale: da un lato c'erano le forze schierate con l'occidente, con la firma del Patto Atlantico,
dall'altro c'erano quelle comuniste che aderivano al Cominform. In questo periodo si passava da una
guerra civile fredda ad una guerra civile minacciata. Contro una eventuale insurrezione comunista,
all'interno delle strutture statali, in stretto rapporto con la politica della NATO, vennero predisposti
piani strutture di difesa segreti. L’intervento delle forze della NATO vi sarebbe stato anche nel caso
che i comunisti avessero “guadagnato la partecipazione al governo con mezzi legali”, e persino se il
governo italiano “avesse cessato di mostrare una determinazione ad opporsi alle minacce comuniste
interne ed esterne”. Questa seconda guerra civile fu un'iniziativa delle forze di governo.
Nello stesso tempo aveva inizio il lungo e faticoso cammino che avrebbe dovuto portare alla
costruzione dell’Europa.
Nel 1950 la bilancia commerciale presentò per la prima volta dopo la guerra un saldo positivo: ciò
significava che l'agricoltura aveva superato l'emergenza, era di nuovo in grado di provvedere alle
esigenze del mercato interno e che era possibile, perciò, passare a una fase di sviluppo. Nel 1951 la
società italiana era ancora una società fortemente segnata dalle tradizioni. L'agricoltura contribuiva
con il 20% del prodotto interno lordo. Le regioni più industrializzate erano il Piemonte della
Lombardia e la Liguria. L'inchiesta sulla miseria in Italia e si i mezzi per combatterla che fu
effettuata negli anni 1951 1952, diede un efficace ritratto delle condizioni di vita degli italiani.
L’1,5% delle famiglie del nord erano considerate misere contro il 28,3% delle famiglie nel sud. Solo
il 40% della popolazione era alloggiata in abitazioni considerate non affollate, (cioè, con abitazioni
che avevano fino a una persona per stanza), Il 21% alloggiava in abitazioni sovraffollate e quasi il
3% in abitazione impropria.
Nel 1952 nacquero nuovi problemi politici. La maggioranza di centro veniva erosa da destra e da
sinistra. Alle elezioni amministrative del 1951-1952 la DC era caduta. La strada della formazione di
un fronte delle destre da contrapporre a quello delle sinistre era impraticabile; quindi, la DC penso a
una riforma elettorale che consentisse al centro di ottenere, pur con la maggioranza relativa dei voti,
la maggioranza assoluta in Parlamento. De Gasperi diede forma concreta alla sua idea di
“democrazia protetta”. Per raggiungere questo obiettivo, egli propose una nuova legge elettorale,
definita maggioritaria: la coalizione dei partiti che avesse ottenuto il 50% +1 dei voti avrebbe
conquistato i due terzi dei seggi. Data la situazione italiana sembrò che De Gasperi volesse
trasformare il potere conquistato dalla DC in un regime. La legge venne approvata nel 1953 con una
forzatura del regolamento. Venne proclamato uno sciopero generale, l'ultimo sciopero politico che si
sia avuto in Italia. Ma la situazione reale non consentiva forzature rivoluzionarie, in risposta a
quelle conservatrici tentate dal governo. Alle elezioni del 7 giugno 1953 il premio di maggioranza
non scatto, sia pure per pochissimi voti. Le elezioni del 1953 segnarono la fine dell’era di De
Gasperi ma anche dell’idea che solo una adozione di massa potesse impedire l’instaurazione di un
regime democristiano. il fatto che il blocco di governo non avesse raggiunto la maggioranza
rendeva più che mai necessaria la formazione di un solito blocco di potere che si contrapponesse
quella che veniva considerata la minaccia comunista.al suo centro non poteva esserci che la DC.
(Ciao Clara, visto che non l’hanno specificato nel libro, sappi che il periodo caratterizzato dal
centrismo è in pratica quello dei governi di De Gasperi, che praticava una politica centrista appunto.
Tvb. Puzzi.)
La crescita economica
Dopo la sconfitta elettorale, all’interno della DC si ebbero aspri contrasti soprattutto tra Scelba e
Fanfani (il primo centrista, il secondo voleva apportare modifiche alle politiche di De Gasperi).
Come conseguenza di questi contrasti vi fu la formazione di un governo presieduto dal
democristiano Giuseppe Pella che, non aveva una solida posizione all’interno della DC, ma aveva
stretti rapporti con ambienti finanziari industriali e che fu sostenuto dal Presidente della Repubblica
Luigi Einaudi. L’azione del governo Pella ebbe rilievo soprattutto sul piano internazionale. Nel
gennaio del 1954, il governo Pella,