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Il comportamentismo nel contesto della psicologia e della filosofia
Nel comportamentismo vi sono varie posizioni di pensiero per quanto riguarda la mente nel contesto del Novecento. Il comportamentismo è presente sia in psicologia che in filosofia.
I maggiori rappresentanti del comportamentismo psicologico sono:
- John B. Watson (1878 - 1958) - fondatore del comportamentismo in psicologia
- Burrhurs F. Skinner (1904 - 1990)
La tecnica dell'introspezione si basa sull'osservazione interna, quindi sulla focalizzazione di stati mentali. Nel corso dell'Ottocento si sviluppa nella psicologia scientifica l'idea che l'introspezione debba essere condotta in condizioni controllate, nascono così i primi laboratori di psicologia.
Questa tecnica è fortemente criticata dal comportamentismo: secondo i comportamentisti, le entità mentali sono per loro natura private, poiché ciascuno può accedere ai propri stati mentali, ma per questo non si può avere coscienza dello stato mentale di un altro; questo.
è il motivo per cui l'introspezione non è una tecnica valida per i comportamentisti. Secondo loro, ciò fa della psicologia una disciplina diversa da tutte le altre scienze secondo il metodo scientifico. È necessario poter replicare un'osservazione del fenomeno (in questo caso dell'entità mentale) da altri sperimentatori per paragonare i risultati ottenuti. Una teoria può essere considerata veritiera solo se dà sempre gli stessi risultati. Al contrario, nel caso dell'introspezione, solo il soggetto che compie questa tecnica può osservare il proprio stato mentale, nessun altro. Per i comportamentisti, infatti, non è possibile osservare o studiare scientificamente le entità mentali poiché sono private di natura. Al contrario, è possibile studiare più concretamente i comportamenti, poiché sono pubblici.Accessibili a tutti, a differenza delle sensazioni o delle emozioni. Più nello specifico, il comportamentismo si focalizza sulla relazione stimolo-risposta.
Un esperimento di Watson:
Da J.B. Watson, "La psicologia così come la vede il comportamentista", 1912 (l'intero articolo è stato caricato tra il Materiale didattico: è utile e interessante leggerlo, anche per vedere le critiche di Watson alla psicologia introspezionistica tradizionale, ma non è necessario studiarlo nel dettaglio).
Collochiamo l'animale in una situazione nella quale egli risponderà (o apprenderà a rispondere) a una di due luci monocromatiche. Gli diamo da mangiare quando compare la prima luce (positiva) o lo puniamo quando compare l'altra (negativa). In breve l'animale apprenderà ad andare verso la luce che segnala l'arrivo del cibo. A questo punto sorge un problema che può
Essere formulato in due modi diversi: posso scegliere il modo psicologico [introspezionismo] e dire «l’animale vede queste due luci nello stesso modo in cui io le vedo cioè come due colori distinti o li vede come due grigi che differiscono in luminosità, come il discromatopsico?». La formulazione behaviorista invece è la seguente: «Il mio animale risponde sulla base della differenza d’intensità tra i due stimoli o della differenza relativa della lunghezza d’onda?». In nessun modo egli [introspezionista] descrive le risposte dell’animale ricorrendo alle esperienze da lui esperite per quanto riguarda i colori e i grigi. Egli [comportamentista] desidera semplicemente stabilire il fatto se e in che modo la lunghezza d’onda è il fattore che causa l’adattamento dell’animale.
SPIEGAZIONE: Questo articolo è il manifesto del comportamentismo, poiché è stato il lancio “uf
da parte di Watson. Nell'articolo Watson tende a contrapporre il comportamentismo con la psicologia, perché lui per psicologia intende quella tradizionale, introspezionistica; è un modo per enfatizzare la differenza tra le due correnti di pensiero psicologiche. Tipico esperimento se noi vogliamo scoprire se un animale riesce a distinguere i colori o meno. Ad entrambe le luci, viene correlato uno stimolo, positivo e negativo e lo scopo dell'esperimento è vedere se l'animale andrà più verso la luce associata ad un premio positivo. Se l'animale non fosse in grado di distinguere i due stimoli, non potrebbe imparare nulla; se dopo un po' invece l'animale riuscisse a distinguere gli stimoli e a comprendere l'associazione al rispettivo colore, allora sarebbe in grado di riconoscere i colori diversi. Supponiamo che l'animale abbia imparato ad andare verso la luce correlata allo stimolo positivo, maL'animale distingue le due luci perché le vede come le vedo io, oppure le vede in un modo diverso (es. due colori diversi rispetto a quelli che vedo io)? Perciò l'animale è sensibile alle lunghezze d'onda dei colori o è sensibile solo dalla differenza di luminosità tra le due luci?
Il punto è che per Watson la domanda è stata appena formulata in modo improprio. La domanda comportamentista potrebbe essere: il mio animale risponde in base alla differenza di intensità tra i due stimoli o in base alla differenza relativa alla lunghezza d'onda (quindi vedere due colori diversi)?
In questa seconda formulazione della domanda si parla di due stimoli differenti che differiscono per proprietà siche (intensità o lunghezza d'onda), i quali vengono messi in relazione con certe risposte comportamentali dell'animale.
L'esperimento pone in relazione due stimoli sici con comportamenti pubblici dell'animale.
In questo modo si fa solo riferimento a stimoli e risposte comportamentali, senza focalizzarsi sugli stati mentali dell'animale comparati ai nostri, come capita per la psicologia introspezionistica. Considerazioni sull'esperimento di Watson SLIDE: Lo psicologo comportamentista si limita a stabilire le connessioni tra stimoli (luci colorate) e comportamento dell'animale. 63 Lucrezia Saiafi fi fi Considerare il comportamento come il segno che nella mente dell'animale stanno avvenendo certi fenomeni (che l'animale ha certe sensazioni, o certi stati mentali, ecc.) è del tutto inutile e illegittimo da un punto di vista "filosofico". Nella psicologia umana la situazione è la stessa: anche nel caso degli esseri umani siamo costretti a basarci sull'osservazione del comportamento. Nel caso degli umani si può osservare anche il comportamento verbale, ma questo deve essere considerato come unSemplice comportamento, non come il segno della presenza di statimentali; farlo sarebbe anche in questo caso scienti camente inutile e « loso camente» illegittimo.
Importanza della psicologia animale, in cui diventa particolarmente evidente che ci possiamo• basare solo sui comportamenti. Da un punto di vista metodologico psicologia umana e animale funzionano allo stesso modo.
SPIEGAZIONE:
L’approccio introspezionistico è inutile ai ni scienti ci perché tutto ciò che c’è da imparare dall’esperimento, lo si può descrivere senza problemi in termini comportamentistici, cioè come legami associativi tra stimoli e il comportamento dell’animale; in questo modo non si perde nessuna informazione fondamentale ed è super uo andare oltre, analizzando lo stato mentale del soggetto sperimentale.
Inoltre l’introspezionismo è considerato anche illegittimo da un punto di vista loso co perché ci ritroveremmo,
A partire dal comportamento dell'animale, si possono inferire certi stati mentali privati nella mente dell'animale, ma non si può mai avere la certezza scientifica che sia davvero quel determinato stato mentale ad essere nella mente dell'animale.
L'esperimento animale può essere metodologicamente paragonabile all'essere umano, l'unica cosa che cambia è che è possibile comunicare verbalmente con il soggetto sperimentale umano; anche la parola, la comunicazione, è definita come un comportamento, in questo caso verbale, non come il segno della presenza degli stati mentali; anche in questo caso quest'ultimo sarebbe scientificamente inutile e logicamente illegittimo.
Nel caso della psicologia animale abbiamo una minore tentazione di interpretare le risposte dei soggetti sperimentali in chiave introspezionistica, poiché abbiamo da parte degli animali dei puri comportamenti, e nessuna comunicazione verbale.
Tesi metodologica
essere studiato e analizzato sono i comportamenti osservabili. Questo approccio si basa sull'idea che gli stati mentali non siano direttamente accessibili e quindi non possano essere oggetto di studio scientifico. D'altra parte, nella tesi metafisica del comportamentismo si sostiene che gli stati mentali non esistano come entità separate e autonome, ma siano invece manifestazioni o risultati di comportamenti. In altre parole, ciò che comunemente consideriamo come stati mentali, come pensieri, emozioni o desideri, sono in realtà comportamenti che possono essere osservati e analizzati. È importante sottolineare che il comportamentismo non nega l'esistenza dei processi mentali, ma li interpreta come comportamenti che possono essere studiati e compresi attraverso l'osservazione e l'analisi dei comportamenti esterni. In conclusione, il comportamentismo si basa sulla tesi metodologica che pone l'attenzione esclusivamente sui comportamenti osservabili, mentre la tesi metafisica sostiene che gli stati mentali sono in realtà comportamenti.fare è stabilire relazioni associative tra stimoli e risposte comportamentali. Nella tesi metafisica che dice che non esistono entità di tipo mentale, anche le sensazioni ad esempio sono comportamenti. 64 Lucrezia Saiafi fi fi fi fi fi fi fifi fi fi fl fifi fi fi fi fi fi fi fi fi fi La tesi metafisica è molto più "forte" come concetto e non è condivisa da tutti i comportamentisti, a differenza della tesi metodologica. I comportamentisti solo metodologici ritengono che non è compito della psicologia comportamentale studiare gli stati mentali, ma non negano la loro esistenza. Comportamenti e disposizioni comportamentali SLIDE: Il comportamentismo cerca di ridurre le nozioni "mentalistiche" della psicologia tradizionale in termini di comportamenti. Ma questo tentativo ha poche probabilità di successo se ci si limita a prendere in considerazione i comportamenti effettivi. Per questa ragione vengonole seguenti modifiche: - Utilizzare il tag `` per ogni paragrafo del testo.
- Utilizzare il tag `` per evidenziare le parole in grassetto.
- Utilizzare il tag `` per evidenziare le parole in corsivo.
- Utilizzare il tag `` per creare un link cliccabile.
Ecco il testo formattato:
introdotte anche le seguenti modifiche: Utilizzare il tag <p> per ogni paragrafo del testo. Utilizzare il tag <strong> per evidenziare le parole in grassetto. Utilizzare il tag <em> per evidenziare le parole in corsivo. Utilizzare il tag <a> per creare un link cliccabile.