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CRISTALLI DI ACIDO URICO DIIDRATO
Forma di cristallizzazione più frequente: rombica (quadrangolare), piatta con due
angoli acuti e due ottusi.
Altre forme di cristallizzazione: a bastoncino, birillo, in fasci di aghi riuniti in covoni,
a doppio fiocco, a rosette, a schegge quarziformi, a foglia di ulivo, a botte.
Reazione dell'urina: acida.
Differenziare da: facilmente riconoscibili.
Note: possono avere dimensioni variabili, talora sono visibili ad occhio nudo come
granuli rosso-bruno. Il sedimento cristallino di acido urico non si dissolve
acidificando le urine con acido acetico. 42
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A LOSANGA
A BOTTE
AGHIFORMI RIUNITI A COVONE
Significato clinico della cristalluria: il riscontro di cristalli nel sedimento urinario è
una evenienza abbastanza comune che non sempre è legata ad una patologia. Come è
noto l'urina è una soluzione complessa che contiene numerose sostanze che possono
cristallizzare. Questo fenomeno è fisiologicamente contrastato dalla presenza nelle
urine di sostanze che svolgono un'attività inibitoria (citrati, magnesio, zinco,
glicosamminoglicani). La formazione dei cristalli può essere legata ad una
contrazione della diuresi o dall'aumento dell'escrezione di alcuni soluti urinari
(calcio, ossalati) o per diminuzione degli inibitori della cristallizzazione. La maggior
parte dei cristalli che si possono riscontrare nel sedimento urinario non sono presenti
al momento della emissione del campione: infatti il raffreddamento dell'urina e le
normali modifiche del pH che il campione può subire, sono la causa della
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precipitazione sotto forma di cristalli dei soluti urinari. Il loro riscontro in urine
appena emesse ed in campioni ottenuti in giorni successivi deve indirizzare verso
indagini metaboliche (determinazione delle concentrazioni sieriche ed urinarie di
calcio, fosfati, urati, magnesio, ossalati, citrati, ecc.); infatti il ritrovamento di cristalli
nel sedimento urinario, pur non significando una litiasi, ne può indicare la possibilità
di insorgenza. La valutazione della cristalluria non deve essere solo qualitativa ma
anche quantitativa: in particolare è necessario valutare in modo preciso, non solo il
numero e le dimensioni dei cristalli, ma anche la loro tendenza ad aggregarsi, tanto
che possono esser considerati come i nuclei di accrescimento dei calcoli urinari.
Il riscontro di cristalli di: cistina, leucina, tirosina, bilirubina ha sempre un significato
patologico. CRISTALLI DI CALCIO OSSALATO
Forma di cristallizzazione più frequente: diidrata o weddellite, a forma bipiramidale a
base quadrata (quadrangolare con due diagonali), a busta di lettera.
Altre forme di cristallizzazione: monoidrata o whevellite, disco biconcavo, a biscotto,
a clessidra, a manubrio.
Reazione dell'urina: acida, ma possono essere presenti anche nelle urine neutre o
alcaline.
Differenziare da: le forme monoidrate di forma ovalare o rotonda devono essere
differenziate dai miceti e dalle emazie .
A BUSTA DA LETTERA
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A DISCO BICONCAVO
A CLESSIDRA
A SEMI DI MIGLIO
Significato clinico della cristalluria: il riscontro di cristalli nel sedimento urinario è
una evenienza abbastanza comune che non sempre è legata ad una patologia. Come è
noto l'urina è una soluzione complessa che contiene numerose sostanze che possono
cristallizzare. Questo fenomeno è fisiologicamente contrastato dalla presenza nelle
urine di sostanze che svolgono un'attività inibitoria (citrati, magnesio, zinco,
glicosamminoglicani). La formazione dei cristalli può essere legata ad una
contrazione della diuresi o dall'aumento dell'escrezione di alcuni soluti urinari
(calcio, ossalati) o per diminuzione degli inibitori della cristallizzazione. La maggior
parte dei cristalli che si possono riscontrare nel sedimento urinario non sono presenti
al momento della emissione del campione: infatti il raffreddamento dell'urina e le
normali modifiche del pH che il campione può subire, sono la causa della
precipitazione sotto forma di cristalli dei soluti urinari. Il loro riscontro in urine
appena emesse ed in campioni ottenuti in giorni successivi deve indirizzare verso
indagini metaboliche (determinazione delle concentrazioni sieriche ed urinarie di
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calcio, fosfati, urati, magnesio, ossalati, citrati, ecc.); infatti il ritrovamento di cristalli
nel sedimento urinario, pur non significando una litiasi, ne può indicare la possibilità
di insorgenza. La valutazione della cristalluria non deve essere solo qualitativa ma
anche quantitativa: in particolare è necessario valutare in modo preciso, non solo il
numero e le dimensioni dei cristalli, ma anche la loro tendenza ad aggregarsi, tanto
che possono esser considerati come i nuclei di accrescimento dei calcoli urinari.
CRISTALLI DI LEUCINA
Forma di cristallizzazione più frequente: sferici di colore giallo pallido, con striature
concentriche o radiali.
Altre forme di cristallizzazione: esagono irregolare.
Reazione dell'urina: acida.
Differenziare da: la forma esagonale è facilmente distinta dai cristalli di cistina.
Note: estremamente rari. Sono indizio di un grave processo degenerativo epatico,
compaiono nellíatrofia giallo-acuta del fegato. Significato clinico della cristalluria: il
riscontro di cristalli nel sedimento urinario è una evenienza abbastanza comune che
non sempre è legata ad una patologia. Come è noto l'urina è una soluzione complessa
che contiene numerose sostanze che possono cristallizzare. Questo fenomeno è
fisiologicamente contrastato dalla presenza nelle urine di sostanze che svolgono
un'attività inibitoria (citrati, magnesio, zinco, glicosamminoglicani). La formazione
dei cristalli può essere legata ad una contrazione della diuresi o dall'aumento
dell'escrezione di alcuni soluti urinari (calcio, ossalati) o per diminuzione degli
inibitori della cristallizzazione. La maggior parte dei cristalli che si possono
riscontrare nel sedimento urinario non sono presenti al momento della emissione del
campione: infatti il raffreddamento dell'urina e le normali modifiche del pH che il
campione può subire, sono la causa della precipitazione sotto forma di cristalli dei
soluti urinari. Il loro riscontro in urine appena emesse ed in campioni ottenuti in
giorni successivi deve indirizzare verso indagini metaboliche (determinazione delle
concentrazioni sieriche ed urinarie di calcio, fosfati, urati, magnesio, ossalati, citrati,
ecc.); infatti il ritrovamento di cristalli nel sedimento urinario, pur non significando
una litiasi, ne può indicare la possibilità di insorgenza.
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CRISTALLI DI TIROSINA
Forma di cristallizzazione: aghi sottili incolori o giallo-scuro, riuniti in fasci o covoni,
di aspetto lucente.
Reazione dell'urina: acida. 48
CRISTALLI DI CISTINA
Forma di cristallizzazione: piccoli esagoni trasparenti, regolari, spesso sovrapposti
l'uno sull'altro. CRISTALLI DI COLESTEROLO
Forma di cristallizzazione: tavolette romboidali o rettangolari, sottili e trasparenti,
spesso sovrapposte le une alle altre.
Reazione dell'urina: acida o neutra. 49
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ELEMENTI NON ORGANIZZATI CON ASPETTO TIPICAMENTE
CRISTALLINO PRESENTI NELL'URINA A REAZIONE ALCALINA
FOSFATI AMORFI (FOSFATI ALCALINO TERROSI)
Aspetto: granuli voluminosi, incolori, di aspetto terroso.
Reazione dell'urina: alcalina.
Differenziare da: urati amorfi.
Note: non sono solubili al calore, hanno la tendenza ad ammassarsi ed a fondersi,
perdendo la loro individualità.
Significato clinico della cristalluria: il riscontro di cristalli nel sedimento urinario è
una evenienza abbastanza comune che non sempre è legata ad una patologia. Come è
noto l'urina è una soluzione complessa che contiene numerose sostanze che possono
cristallizzare. Questo fenomeno è fisiologicamente contrastato dalla presenza nelle
urine di sostanze che svolgono un'attività inibitoria (citrati, magnesio, zinco,
glicosamminoglicani). La formazione dei cristalli può essere legata ad una
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contrazione della diuresi o dall'aumento dell'escrezione di alcuni soluti urinari
(calcio, ossalati) o per diminuzione degli inibitori della cristallizzazione. La maggior
parte dei cristalli che si possono riscontrare nel sedimento urinario non sono presenti
al momento della emissione del campione: infatti il raffreddamento dell'urina e le
normali modifiche del pH che il campione può subire, sono la causa della
precipitazione sotto forma di cristalli dei soluti urinari. Il loro riscontro in urine
appena emesse ed in campioni ottenuti in giorni successivi deve indirizzare verso
indagini metaboliche (determinazione delle concentrazioni sieriche ed urinarie di
calcio, fosfati, urati, magnesio, ossalati, citrati, ecc.); infatti il ritrovamento di cristalli
nel sedimento urinario, pur non significando una litiasi, ne può indicare la possibilità
di insorgenza. La valutazione della cristalluria non deve essere solo qualitativa ma
anche quantitativa: in particolare è necessario valutare in modo preciso, non solo il
numero e le dimensioni dei cristalli, ma anche la loro tendenza ad aggregarsi, tanto
che possono esser considerati come i nuclei di accrescimento dei calcoli urinari.
patologico . CRISTALLI DI CALCIO FOSFATO BIBASICO
Forma di cristallizzazione più frequente: tavolette ampie ed incolori, sottili,
finemente granulose a contorni netti.
Altre forme di cristallizzazione: aghi riuniti a formare fiocchi.
Reazione dell'urina: alcalina o debolmente acida.
Differenziare da: cristalli aghiformi di tirosina e bilirubina.
Note: possono presentarsi isolati o riuniti in rosette o stelle. Non sono solubili al
calore. Hanno scarso significato clinico.
Significato clinico della cristalluria: il riscontro di cristalli nel sedimento urinario è
una evenienza abbastanza comune che non sempre è legata ad una patologia. Come è
noto l'urina è una soluzione complessa che contiene numerose sostanze che possono
cristallizzare. Questo fenomeno è fisiologicamente contrastato dalla presenza nelle
urine di sostanze che svolgono un'attività inibitoria (citrati, magnesio, zinco,
glicosamminoglicani). La formazione dei cristalli può essere legata ad una
contrazione della diuresi o dall'aumento dell'escrezione di alcuni soluti urinari
(calcio, ossalati) o per diminuzione degli inibitori della cristallizzazione. La maggior
parte dei cristalli che si possono riscontrare nel sedimento urinario non sono presenti
al momento della emissione del campione: infatti il raffreddamento dell'urina e le
normali modifiche del pH che il campione può subire, sono la causa della
precipitazione sotto form