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VARIAZIONE EQUIVALENTE:
- per calcolare l’effetto reddito, si ipotizza l’introduzione di un’imposta non distorsiva: ciò
provoca la traslazione parallela del vincolo di bilancio in basso. A parità di utilità, l’individuo
può ora ottenere una quantità inferiore di entrambi i beni, ma sempre nella stessa
proporzione. Dato che l’inclinazione della retta non è cambiata significa che i prezzi relativi
dei beni non sono cambiati e così anche le scelte del consumatore.
In questo caso, la perdita di benessere individuale è completamente assorbita dal gettito
fiscale per lo Stato, senza generare distorsioni (PERDITA DI BENESSERE INDIVIDUALE =
GETTITO FISCALE PER LO STATO). Graficamente, il gettito fiscale è dato dalla differenza tra le
due rette del vincolo di bilancio (= variazione equivalente).
- nella realtà, tuttavia, esistono solo imposte distorsive che provocano un cambiamento nelle
scelte dei consumatori: sono infatti incentivati a sostituire il consumo del bene tassato con un
altro bene meno tassato (effetto sostituzione).
Dato che cambiano le proporzioni dei beni significa che si modificano i prezzi relativi di
questi: graficamente si assiste alla rotazione del vincolo di bilancio e si modifica anche
l’inclinazione. Il consumatore si ritrova su una curva di indifferenza associata ad un’utilità
minore.
In questo caso, la perdita di benessere individuale eccede il gettito fiscale per lo Stato: la
differenza è chiamata appunto eccesso di pressione tributaria (PERDITA DI BENESSERE
INDIVIDUALE = GETTITO FISCALE + ECCESSO DI PRESSIONE TRIBUTARIA). Significa che
l’imposta peggiora le condizioni dell’individuo in misura superiore rispetto al gettito fiscale
generato.
La perdita di benessere individuale si ottiene dalla differenza tra vincolo di bilancio iniziale e
vincolo di bilancio ottenuto con l’effetto reddito.Il gettito fiscale si ottiene invece dalla
differenza tra vincolo di bilancio iniziale e vincolo finale ottenuto dopo l’effetto sostituzione.
Infine, l’eccesso di pressione è dato dalla differenza tra vincolo di bilancio finale (dopo effetto
sostituzione) e vincolo di bilancio intermedio (dopo effetto reddito). L’eccesso di pressione è
la conseguenza della distorsione provocata dalla modifica delle scelte di consumo e dipende
dal solo effetto sostituzione. L’obiettivo
dello stato è quello di trovare la tipologia di imposta che permette di MINIMIZZARE L’ECCESSO
DI PRESSIONE TRIBUTARIA: ma dato che tutte le imposte sono nella realtà distorsive,
l’eccesso di pressione è inevitabile.
Tutti i tributi comportano un eccesso di pressione tributaria?L’imposta in somma fissa
prevede il pagamento diun importo stabilito indipendentemente dal comportamento del
contribuente: al consumatore non resta altro da fare che pagarla, a meno che di non
lasciare il Paese. L’imposta in somma fissanon causa un eccesso di pressionetributaria,
perché il gettito fiscale generato è esattamente ugualealla variazione equivalente.
Il tributo sull’orzo invece non è in somma fissa, ma un’imposta distorsiva, per cui l’entrata
tributaria dipende dalle scelte di consumo del soggetto.
Perché nella realtà le imposte a SF non vengono spesso applicate?
- DIFFICOLTÀ POLITICHE: causano iniquità (tutti devono pagare la stessa somma
indipendentemente dalla loro condizione economica). Inoltre, la capacità contributiva
degli agenti (molto differenziata) non puòcostituire il criterio per calcolare quanto deve
pagare ciascun contribuente.
- DIFFICOLTÀ TECNICHE: è difficile identificare caratteristiche “non modificabili” su cui
basare il meccanismo ditassazione.I presupposti su cui fondare il debito d’imposta
devono essere equi e facilmente osservabili.
Se la domanda (e le decisioni di consumo) è rigida e non varia dopo l’introduzione di
un’imposta, significa che non c’è eccesso di pressione tributaria?
Nel grafico:
la variazione equivalente è RE3, che supera il gettito
fiscale E1E2 per un ammontare pari a E2S.
Anche se il consumo di orzo non è cambiato (O1=O2)
dopo l’introduzione dell’imposta, il tributo comporta
comunque un eccesso di pressione pari e E2S. Infatti,
anche se il consumo di orzo è invariato, si riduce il
consumo di frumento (da F1 a F2). Si modifica il SMS
(rapporto tra prezzi) e la composizione del paniere è
necessariamente alterata.
Quindi, si verifica eccesso di pressione anche in presenza
di una domandarigida del bene tassato.
I due effetti legati all’introduzione dell’imposta sono:
- Effetto reddito (spostamento da E1 a E3) = l’imposta
riduce il reddito mantenendo inalterati i prezzi relativi.
- Effetto sostituzione (da E3 a E2) = l’imposta modifica i prezzi relativi tra i beni,
modificando le quantità consumate. Lo spostamento da E3 a E2 sulla stessa curva di
indifferenza è la reazione che consente di valutare l’eccesso di pressione.
La CURVA DI DOMANDA COMPENSATA esprime l’elasticità della domanda al variare
del prezzo, avendo già escluso l’effetto reddito (al netto della riduzione del potere
d’acquisto del consumatore). Anche se l’elasticità della domanda è pari a zero (quindi è
rigida), l’elasticità della curva di domanda compensata è sempre diversa da zero.
Per capire come un consumatore reagisce all’introduzione di un’imposta, si analizza la
curva di domanda compensata (all’aumentare dell’elasticità, aumenta il grado di
sostituzione tra i beni e quindi l’eccesso di pressione tributaria sarà maggiore).
QUANTIFICAZIONE DELL’ECCESSO DI PRESSIONE:
Si ipotizza offertaelastica (CM costanti). ˑ∆
imposta t q
eccesso di pressione=
In generale: 2
L’eccesso di pressione tributaria dipende da alcuni fattori:
- all’aumentare dell’elasticità della curva di domanda compensata, aumenta l’eccesso di
pressione
- l’eccesso di pressione è proporzionale al quadratodell’aliquota fiscale (aliquota fiscale
del 10% quadruplica l’eccesso rispetto adun’aliquota del 5%): è preferibile tassare poco
e tutto piuttosto che tassare molto pochi beni.
- maggiore è il prezzo iniziale del bene tassato, maggiore è l’eccesso di pressione
- all’aumentare delle quantità iniziali, aumenta l’eccesso di pressione.
Nel valutare l’opportunità di un incremento dell’aliquota relativa ad unbene bisogna:
- soppesare gli effetti marginalisull’eccesso di pressione con gli effetti marginali sul
gettito
- un aumento marginale dell’imposta sul bene j è preferibile ad unaumento marginale
dell’imposta su un altro bene x, se produce una variazione marginale minore
dell’eccesso di pressione.
Poiché tutti i mercati sono tutti almeno un po’ tassati, ciò a cui il policy maker è quindi
interessato è l’eccesso di pressione marginale (cosa accade all’eccesso di pressione se c’è
una variazione marginale dell’imposta).
Il policy maker è interessato a capire anche di quanto varierebbe il gettito, per capire se
conviene o meno la variazione di un’imposta (se si ha un elevato eccesso di pressione e il
gettito non cambia, è meglio non aumentare le imposte)
DISTORSIONI PREESISTENTI E TEORIA DEL SECOND BEST (studia, nell'ambito
dell'economia del benessere, la seconda miglior soluzione quando l'ottimo paretiano non
può esser raggiunto)
Spesso, quando si introduce un nuovo tributo, sul mercato esistono già altri tipi di
distorsioni (è già inefficiente in partenza): ad esempio, situazioni di monopolio o oligopolio,
esternalità… ciò complica l’analisi dell’eccesso di pressione.
Si suppone che un consumatore sia disposto a sostituire l’orzo con il frumento, ma che sul
frumento gravi già un’imposta che crea un eccesso di pressione. Se il legislatore decide di
imporre un’imposta anche sull’orzo, come si modifica l’eccesso di pressione tributaria già
esistente sul frumento?
- Se orzo e frumento sono tra loro sostituibili, l’aumento dei prezzi dell’orzo diminuisce
la domanda di orzo e aumenta la domanda di frumento.
- poiché il frumento era già tassato, se ne consumava “troppo poco” e l’aumento di
consumo indotto dall’imposta sull’orzo aiuta a riportare il consumo di frumento al suo
livello efficiente (nel mercato del frumento si ottiene maggiore efficienza, compensando
l’eccesso di pressione tributaria che si determina ora sul mercato dell’orzo)
In teoria, la nuova imposta sull’orzo potrebbe ridurre l’eccesso di pressione tributaria
complessivo. Questo è un esempio della teoria del second best: in presenza di una
preesistente distorsione, politiche che da sole dovrebbero creare distorsioni,
possono ridurle o viceversa.
TASSAZIONE OTTIMALE= la questione fondamentale da risolvere è la scelta delle aliquote
sui beni al fine di minimizzare l’eccesso di pressione necessaria per ottenere un determinato
gettito.
La soluzione più semplice sembrerebbe tassare tutti i beni con la stessaaliquota
(TASSAZIONE NEUTRALE): ciò equivale ad un’imposta sul reddito (secondo le relazioni di
equivalenza). In generale questa non è una soluzione efficiente.
Come derivare una regola ottimale?Ci si basa sul concetto di eccesso di pressione marginale =
inefficienza aggiuntiva che siproduce incrementando un’imposta di una unità.
La TEORIA DELLA TASSAZIONE OTTIMALE definisce l’imposta ottima, data una
specificafunzione del benessere sociale e impiega gli strumenti dell’economia del benessere,
integrandone le conclusioni.
- obiettivo: individuare la struttura di imposte che garantisce l’eccesso di pressioneminimo
possibile, ma che assicura il gettito fiscale desiderato
- non è possibile ricorrere a imposte a somma fissa
REGOLA DI RAMSEY: Come si dovrebbero fissare le aliquote d’imposta X e Y per accrescere
il gettito con il minor eccesso di pressione possibile?
Per poter minimizzare l’eccesso di pressione totale, l’eccesso di pressione marginale
dell’ultimo euro di gettito derivante da ciascun bene deve essere identico.In
alternativa, si potrebbe ridurre l’eccesso di pressione totale aumentando l’aliquota del bene
con l’eccesso di pressione marginale minore (e viceversa).
Immaginiamo che per il consumatore i due beni X e Y non siano tra loro correlati (non sono
beni sostituti o complementari): pertanto, al variare del prezzo di un bene