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Estratto del documento

LE DEMOCRAZIE

Prima della fine degli anni ’70 del XX secolo le democrazie su scala

mondiale costituivano un gruppo di regimi relativamente piccolo e

omogeneo (meno di un paese su 4 era democratico). La non-

democrazia sembrava poter assumere molte forme, mentre la

democrazia era semplicemente democrazia. Adesso, con la crescita

dei regimi democratici, c’è molto più interesse a specificare cosa

implica il concetto di democrazia e a comparare diverse forme di

regime democratico. Quello che era un gruppo piccolo ed

omogeneo fino a 50 anni fa, è diventato oggi un gruppo ampio ed

eterogeneo.

Ci sono almeno 4 fattori importanti che hanno contribuito a questo

nuovo interesse verso la comparazione delle democrazie:

>Il primo fattore proviene dall’ambito accademico: nel 1984 il

politologo olandese Arend Lijphart pubblicò uno studio nel quale

democrazia maggioritaria

faceva una distinzione tra modelli di e

consensuale .

CARATTERISTICA MODELLO MODELLO

ISTITUZIONALE MAGGIORITARIO CONSENSUALE

Esecutivo Concentrazione del Condivisione del

potere esecutivo in potere esecutivo in

gabinetti ampie coalizioni

maggioritari multipartitiche

monopartitici o in

coalizioni vincitrici

della minor

ampiezza possibile

Rapporti esecutivo- L’esecutivo è Equilibrio dei poteri

legislativo preminente

sull’assemblea

legislativa

Sistema partitico Sistema bipartitico Sistema

multipartitico

Sistema elettorale Maggioritario e Rappresentanza

disproporzionale proporzionale

Sistema dei gruppi di Pluralista Corporatista

interesse

Tipo di governo Unitario e Federale e

centralizzato decentralizzato

Assemblea Monocameralismo Bicameralismo forte

legislativa e asimmetrico

Costituzione Flessibile Rigida

Controllo Sovranità Corte costituzionale

giurisdizionale parlamentare

Banca centrale Dipendente Indipendente

dall’esecutivo dall’esecutivo

>Il secondo fattore proviene da uno studio pubblicato nel 1991 da

Samuel Huntington sosteneva che la democratizzazione si è

storicamente sviluppata a “ondate”:

1. La prima ondata durò dal 1826 al 1926 e fu ribaltata dall’ascesa

del fascismo e dell’autoritarismo

2. La seconda ondata prese il via dopo la seconda guerra mondiale

e fu ribaltata negli anni ’60 e ’70 del XX secolo

3. La terza ondata iniziò in Portogallo nel 1974 e raggiunse livelli

esplosivi nel 1989

Entro la fine del secolo il numero delle democrazie era rapidamente

cresciuto arrivando a costituire il 75% dei paesi a livello mondiale.

>Il terzo impulso si collegava all’evidente mancanza di esperienza

democratica in molti paesi che stavano effettuando questa

transizione; nel costruire democrazie da zero diventava cruciale per

gli estensori delle costituzioni raccogliere indicazioni riguardo le

probabili implicazioni di particolari scelte istituzionali

>Il quarto fattore anche si collega agli sviluppi della democrazia:

inizialmente si credeva che la democrazia possedesse di per sé dei

propri requisiti sociali, ma le istituzioni cominciavano a essere viste

come variabili indipendenti che impattavano direttamente su esiti.

Così tutto ciò incoraggiò molti studiosi iniziarono a analizzare gli

effetti della democrazia e a indagare il modo in cui differenti forme

di democrazia esercitano un impatto diverso sui livelli di crescita

economica e sulla stabilità sociale.

Perciò si iniziò a capire che le democrazie non erano tutte uguali,

ma si poteva parlare di varie forme di democrazia:

Democrazia procedurale vs democrazia sostantiva

>

Le definizioni procedurali di democrazia si concentrano su come il

regime è organizzato e sui processi tramite i quali la

rappresentanza e la legittimità sono assicurati (“il metodo

democratico è quell’assetto istituzionale per giungere a decisioni

politiche all’interno del quale gli individui acquisiscono il potere di

decidere per mezzo di una competizione per il voto del popolo”

Schumpeter)

Le definizioni sostantive, al contrario, prevedono anche obiettivi

particolari, tali per cui la democrazia reale non può essere definita

solo come un processo, ma implica anche sforzi per promuovere

l’uguaglianza, l’equità e l’inclusione (“il metodo democratico è

l’assetto istituzionale per arrivare a decisioni politiche che realizza il

bene comune facendo decidere il popolo stesso attraverso

l’elezione di individui che devono riunirsi per espletare la sua

volontà”)

Poliarchia

>

Il politologo Robert Aland Dahl preferisce non parlare di democrazie,

ma di “poliarchie”. Viene estesa la definizione di democrazia

procedurale: le poliarchie sono definite da qualcosa in più di un

semplice processo elettorale, ma anche da una cittadinanza e dal

diritto di quei cittadini di opporsi e destituire i propri governanti. In

un saggio più recente Dahl ritorna su questi punti distinguendo due

dimensioni della democrazia:

1 La prima è caratterizzata da un insieme esecutivo di diritti e

opportunità sulla base dei quali i cittadini possono scegliere di agire

se lo desiderano, e che include i diritti di libertà di associazione,

culto ed espressione, e così via (tali condizioni sono parte della

versione procedurale estesa)

2 La seconda corrisponde alla versione ristretta e si riferisce alla

reale partecipazione nella vita politica, poiché l’esistenza

continuativa di un ordine democratico richiede che i cittadini

talvolta partecipino realmente alla vita politica esercitando loro

diritti. Tuttavia vedere la democrazia solo alla luce della seconda

dimensione sarebbe sbagliato, poiché la presenza di diritti e

opportunità fondamentali è anche un elemento intrinseco nella sua

definizione.

Democrazia liberale e illiberale

>

Le democrazie liberali sono quelle che Dahl definisce “poliarchie”,

ossia che promuovono entrambe le dimensioni

Le democrazie illiberali sono quelle in cui un’accettazione della

democrazia popolare e del governo dal popolo si combina con la

presenza di restrizioni e limiti sulle libertà e diritti individuali (“La

democrazia illiberale è fortemente maggioritaria e consiste nel

costituire attraverso elezioni regolari una maggioranza che dia a

qualcuno il potere di diventare, per un dato numero di anni,

l’incarnazione e l’interprete degli interessi più elevati della nazione;

dopo l’elezione ci si attende che i votanti diventino un’audience

passiva ma pronta ad applaudire ciò che il presidente fa”

O’Donnell). Un caso simile possiamo trovarlo in Russia. In altre

parole, il potere fluisce dall’esecutivo verso il basso piuttosto che

dai cittadini verso l’alto. Questo tipo di democrazia lo troviamo per

la prima volta verso la fine degli anni ’80 e trovò il suo apice negli

anni ’90, per poi vedere una decrescita notevole all’inizio del nuovo

secolo. Perciò le democrazie tendono ad essere o democratiche e

liberali o non democratiche e illiberali.

Secondo Dahl ci sono state 3 tappe fondamentali nello sviluppo

incorporazione, rappresentanza

delle democrazie: e

opposizione organizzata. Queste 3 tappe, secondo Dahl, sono

state raggiunte durante la prima lunga ondata di

democratizzazione.

Incorporazione

> – fu raggiunta quando i cittadini acquisirono il

diritto di partecipare alle decisioni governative esprimendo un voto,

il che implicava un ampliamento della società politica. Questa tappa

iniziò a essere superata alla metà del XIX secolo (Francia, poi

Svizzera e poi Stati Uniti). Ma mentre il suffragio maschile era stato

più o meno raggiunto, quello femminile si affermò più lentamente; i

primi paesi, come l’Australia e la Nuova Zelanda, raggiunsero tale

traguardo a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Durante la prima ondata

la democratizzazione fu segnata dall’abolizione graduale delle varie

restrizioni per il diritto di voto.

Rappresentanza

> – la seconda delle tappe fondamentali secondo

Dahl fu il diritto a essere rappresentati, cioè il diritto a organizzarsi

in partiti e far sì che questi concorrano in pari condizioni all’elezione

del parlamento. L’organizzazione in partiti di per sé non fu mai un

problema, neanche nei regimi più restrittivi, ma il loro

riconoscimento formale e la loro partecipazione effettiva non era

assicurata; perciò il raggiungimento di questa tappa è segnato dal

cambiamento del sistema elettorale da quello maggioritario a quello

proporzionale. Questo avvenne quando i nuovi partiti d’opposizione

iniziarono a guadagnare terreno.

Opposizione organizzata

> – la terza tappa fu segnata dal diritto

di un’opposizione organizzata di chiedere un voto contro il governo

nelle elezioni e in parlamento. Nei sistemi parlamentari questa

tappa fondamentale è raggiunta quando l’esecutivo diviene

pienamente responsabile verso il potere legislativo e quando può

essere sfiduciato da una maggioranza in parlamento. Il

raggiungimento di questa tappa è segnato dal primo ingresso al

governo dei partiti socialisti (ancora non raggiunto da Canada, Stati

Uniti e Lussemburgo).

In maniera più schematica Dahl ha anche tracciato la

trasformazione dei regimi non democratici verso la democrazia

liberalizzazione l’inclusività;

lungo 2 dimensioni: la e i regimi non

democratici che hanno sperimentato la liberalizzazione senza

oligarchie

diventare più inclusivi sono stati classificati come

competitive, mentre i regimi non democratici che sono divenuti più

egemonie

inclusivi senza liberalizzazione sono stati classificai come

inclusive. Così mentre le 3 tappe fondamentali identificate da Dahl

furono raggiunte in un periodo relativamente esteso nel caso delle

democrazie di più lunga durata, nel caso di molte delle nuove

democrazie esse si sono realizzate più o meno simultaneamente.

TIPI DI DEMOCRAZIA

Democrazie maggioritarie vs consensuali

Ci sono stati molti tentativi da parte degli studiosi di ideare tipologie

di democrazia: il più esauriente è stato Arend Lijphart con la

distinzione tra democrazie maggioritarie e democrazie consensuali.

In realtà Lijphart rielaborò un modello sviluppato negli anni ’60 da

Gabriel Almond. Il suo obiettivo iniziale era quello di arrivare a una

classificazione dei sistemi politici in tutto il mondo, incluse le non

democrazie; egli aveva tracciato una distinzione tra quelle che

<
Dettagli
A.A. 2021-2022
165 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sta.alessandro04 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Natalizia Gabriele.