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Sopra le arcate si trovano tre rilievi in marmo: l'isola di Candia , Venezia sotto forma di ingiustizia e l'isola di
Cipro opera di collaboratori di Sansovino. Il cancello in bronzo che chiude la balaustra opera di Antonio Gai e
del 1737.
In seguito al crollo del campanile nel 1902 la loggetta fu completamente distrutta e venne ricostruita nel
1912 utilizzando per quanto possibile il materiale originale. In occasione di tale ricostruzione vennero
ricoperte con marmo anche le facciate laterali a serliana bramantesca precedentemente in mattoni.
Dal 1545 palazzo corner sul Canal Grande: anche qui si ravvisa la conoscenza dell'opera di Sanmicheli. Come
in palazzo Canossa anche qui un vestibulum a triforio, il piano terreno è bugnato, i superiori esibiscono
ordini di semicolonne binate e finestre ad arco. Il binato e le finestre con balcone(qui però non trabeate)
sono riprese da Palazzo caprini a Roma.
Villa Garzoni (Pontecasale): si tratta dell'unica villa progettata da Sansovino. Accanto ad essa si svolge
l'attività rurale di una grande azienda. Sorge su di un basamento con scalinate e profondo vestibulum a 5
arcate al quale si sovrappone una loggia di pari estensione. Dallo vestibulum si accede direttamente(senza
la mediazione di un atrium vitruviano) al peristylium ad un solo piano.
PALLADIO
1541 42 viaggio a Roma col Trissino e villa Pisani a Lonigo: Il viaggio di acculturazione(1541 42) condotto a
Roma con Trissino induce Palladio una volta rientrato in Veneto a proporre alla nobiltà locale la costruzione
di ville all'antica(derivate come il tempio dal modello della capanna primordiale) ma con materiali
economici laterizio intonaco e stucco. Fra le primissime opere villa Pisani a Lonigo con piano interrato piano
nobile e mezzanino sul retro l'ho già triforio con frontone triangolare.
Nel 1542 palazzo Thiene (Vicenza): i fratelli Thiene commissionarono a Giulio romano il progetto per il loro
palazzo affidandone la direzione a Palladio. Nel 1546 alla morte di Giulio Palladio avrebbe mutato il progetto
per il piano nobile. Giuliesco è l'atrio tetrastilo con colonne semilavorate del tutto simile a quello di Palazzo
Te a Mantova.
Dal 1542-43 e dal 1547 palazzo di Iseppo da Porto(Vicenza): Anche per questo palazzo il primo progetto
spetterebbe a Giulio Romano. Su di esso interviene nel 1547 Palladio che lo modifica avvicinandosi più ai
modelli di Sanmicheli (festoni, Vittorio, mascheroni) con un ordine di semicolonne ioniche trionfali con dadi
e trabeazioni aggettanti lesene e statue dell'attico. Il bugnato perde la plasticità dei modelli rustici giulieschi
per avvicinarsi all'astrazione locus isodomum.
1546 49 Villa Pojana(poiana maggiore, Vicenza): commissionata da Bonifacio Pojana nobile e militare che
volle per sé una villa austera per la tenuta agricola di sua proprietà. La villa sorge su di un podium per i
servizi è dotata di un piano nobile rialzato e di un mezzanino. Gran parte dell'articolazione doveva essere
riservata alle ali rurali di servizio con le barchesse colonnate che avrebbero descritto due ampi cortili
laterali. Gran parte del progetto è rimasto su carta. Il fronte posteriore replica il prospetto anteriore con la
sola differenza delle ali risultanti.
1546 primo progetto per la basilica (Vicenza): anche grazie al Trissino riceve l'incarico di rivestire in pietra e
con loggiati classicheggianti la medievale basilica di Vicenza uno degli edifici più prestigiosi della città. Nel
primo progetto nel 1546 Palladio prevede al piano terreno una sequenza di arcate è un ordine minato tutto
bugnato(allora Giulio Romano anch'egli parteciperà al concorso) al piano nobile delle serliana. Palladio
vuole riproporre il modello dell'antica basilica Latina.
1549 Secondo progetto per la basilica di Vicenza: l'uso delle serviane consente di impiegare un modulo
elastico che si adatta alle aperture preesistenti ed alle eventuali irregolarità mantenendo fissa la
dimensione degli archi e allungando o accorciando quella delle travi azioni gli angoli sono rinforzati da triadi
di semicolonne.
1550 palazzo Chiericati (Vicenza): per la prima volta a palazzo massimo alle colonne un colonnato libero
diventa protagonista di una facciata e per di più esteso all'intero prospetto. A differenza di Sanmicheli
Palladio usa la pietra ma laterizi rivestiti da intonaco e stucco. Il vestibolo del pianterreno è dorico il piano
nobile ionico. Le 5 campate centrali sono avanzate rispetto alle ali leggermente arretrate e svuotate agli
angoli su entrambi i livelli il salone del piano nobile occupa l’avancorpo centrale ed è illuminato da 5 finestre
e 5 mezzanini.
1552 villa Cornaro(Piombino Dese Padova): come nel palazzo chiericati di Vicenza Palladio studio un fronte
con colonnati su due livelli qui in corrispondenza del vestibulum frontonato che immette in un atrium
tetrastilo (il Salone) di ispirazione vitruviana. L'atrium tetrastilo occupa solo il piano terra con le svettanti
colonne libere corinzie al di sopra al piano nobile e una seconda sala integralmente libera ossia senza
colonne.
1556 villa Barbaro (maser Treviso): dopo il viaggio compiuto con Palladio a Roma nel 1554 nel 1556 Daniele
Barbaro pubblica la propria edizione del De architettura di Vitruvio le cui illustrazioni sono affidate a
Palladio. E’ allora che decide di affidare all'architetto anche la ristrutturazione della propria Villa di Maser.
Barbaro apparteneva alla vecchia famiglia veneziana con estese proprietà in terraferma. Fu diplomatico
poeta autore di una storia di Venezia di un trattato sulla prospettiva oltre che della celebre edizione
vitruviana. Divenne anche Patriarca di Aquileia. Dopo la morte di Trissino divenne il principale interlocutore
di Palladio.
L'asse mediano è marcato dalla porta d'ingresso trabeata e dalla porta d'arco del balcone. Il fronte è
fregiato dallo stemma a due geni e figure allegoriche. Gli intercolumni contengono le finestre frontone. In
occasione del viaggio a Roma nel 1554 barbaro e Palladio hanno occasione di vedere villa Giulia del
Vignola. A Maser l'architetto ripropone pur con diverse dimensioni il concetto di asse longitudinale che si
conclude nel ninfeo del giardino.
1560-65 villa Foscari detta la Malcontenta(mira Venezia): la villa sorge su di un alto podium per gli ambienti
di servizio. E dotata di rampe laterali che concludono al vestibolo elastico dal quale si accede alla sala
cruciforme. La villa è in dialogo serrato con il Naviglio di Brenta che costituiva l'idrovia di comunicazione fra
Stra e la Laguna Veneta presso Fusina.
1560 convento benedettino di San Giorgio Maggior (Venezia isola di San
Giorgio): Palladio costruisce un chiostro e il grande refettorio
1561 convento della carità(Venezia): più che in altre architetture qui Palladio
rispetta nel progetto la sequenza di ambienti della casa antica vitruviana:
vestibulum, atrium, tablinum, cavaedium, peristylium. Gran parte
dell'opera resta sulla carta solo alcune parti di uno dei due cortili porticati
vengono costruite e mai vedranno la luce l'atrium tetrastilo con l'impluvium e
colonne d'ordine gigante e i tablini.
1565 chiese di San Giorgio Maggiore: Palladio realizza una facciata interamente rivestita in pietra d’Istria. I
due mezzi frontoni segnalano la presenza delle navate laterali. Il pronao intonato corrisponde alla nota
principale.
I Benedettini commissionarono a palla di una nuova basilica con tre navate a tre campate. L'ampio transetto
absidato e la campata che precede il presbiterio rendono la porzione centrale simile a un quincunx. Al
centro sono i piloni isolati che reggono la cupola.
La chiesa è una combinazione fra l'impianto a croce Latina e quello a quincunx. Non avete maggiore è
scandita da pilastri e quali sono addossate semicolonne e paraste corinzie è coperta da una volta a botte
con unghie ritagliate dalle grandi finestre termali. Le navate laterali sono coperte da crociere. Gli interni
sono rivestiti da intonaco. La chiesa si conclude nel profondo coro per i monaci posto dietro a un diaframma
colonnato.
1565 palazzo Valmarana(Vicenza): Palladio è chiamato a Vicenza per progettare il palazzo Della Vedova di
Giovanni Alvise Valmarana. L'architetto dispone di un lotto molto profondo ma più stretto rispetto a quello
di palazzo Chiericati. Il frontone dell'edificio è reso monumentale di un ordine di semicolonne giganti
trionfali d'ordine Corinzio.
L'ordine gigante trionfale sovrapposto a un ordine minore. Le estremità sono marcate dalle scene
sormontate da telamoni(statue dovevano essere anche sull'attico). Distretti intercolumni sono occupati
dalle finestre dalle bugne lisce e dalla decorazione scultorea. Al piano nobile esiste un salone che verso il
cortile poggia sul colonnato ionico incompiuto del piano terreno.
1566 Villa Rotonda(Vicenza): la villa commissionata da canonico Paolo Almerigo sorge su di un podio per i
servizi. La villa è simmetrica su due assi (trasversale e longitudinale) è dotata di ben quattro vestibula
informa di colonnati ionici esastilo con scalinate monumentali.
La villa è rigorosamente progettata secondo una perfetta modularità al quadrato e al cerchio. La sala
circolare centrale sormontata da una cupola emisferica senza tamburo. L'inserimento del cerchio nel
quadrato ricorda la casa di Andrea Mantegna a Mantova.
La villa venne ultimata da Vincenzo Scamozzi. La cupola non è strozzata né emisferica come previsto da
Palladio ma appoggiata su di un basso tamburo è coperta da un sistema graduato. La luce proviene dalle
finestre del tamburo e dalla lanterna. La decorazione interna e barocca i quattro vestibula dialogano col
paesaggio.
1570-75 palazzo Barbarano da Porto (Vicenza): Originariamente l'edificio era di 5 campate con un angusto
cortile. In un secondo tempo parla di poter aggiungere due campate rendendo però asimmetrica la facciata.
Mai è stata realizzato il portico con sopra la loggia al fianco destro del cortile.
1571 loggia del Capitanio(Vicenza): venne iniziata nell'anno della vittoria cristiana di Lepanto per accogliere
gli uffici dell'autorità veneziana. L'edificio doveva essere di 5 o 7 campate ma le vennero edificate solo tre.
L'alloggio al piano terreno definita da semicolonne trionfali corinzie era pubblica è riservata alle adunanze e
alle libere transazioni. Al di sopra illuminata da ampie finestre doveva essere ricavata la sala del consiglio.
L'ordine gigante applicato ad un edificio pubblico la loggia al piano terreno rendono simile l'architettura di
Palladio al palazzo dei conservatori di Michelangelo. L'attico oltre la balaustra doveva terminare con statue.
1575-82 palazzo porto Braganza(Vicenza): il palazzo doveva disporre di 7 campate ma ne vennero costruite
solo tre riprende le caratteristiche monumentali della Loggia del Capitaniato. Le altre colonne laterizie
entrano arcate raggiungono i 13,50 m e superano quelle del Pantheon.