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C
Trasferimento = - * sistema
del
forza motrice
C CL =
-
Cx è la concentrazione a saturazione nella fase liquida e Kl è il coefficiente di trasferimento che dipende dalle
–
condizioni del processo. (Cx Cl) è la forza motrice del sistema.
Lavorando con delle bolle è però necessario considerare l’area interfacciale specifica utilizzando un coefficiente
di trasferimento globale o Kla dove a è l’area interfacciale specifica:
CL)
(C +
Knd
OTR = -
La kla (e quindi l’OTR) dipende dal reattore e dalle condizioni operative. Ottenuta questa formula per il
trasferimento di ossigeno è possibile dedurre 3 metodi per migliorare l’OTR:
1) Aumentare l’agitazione del sistema, questo permette di aumentare l’area interfacciale specifica e mi
permette di lavorare su Kla
2) Aumentare la pressione del gas nella fase gassosa strozzando la valvola di sfiato o aumentando la pressione
nella parte alta del fermentatore. Questo permette di lavorare su Cx aumentando quindi la forza motrice del
sistema
3) Utilizzo aria arricchita di ossigeno in modo tale da aumentare Cx e quindi la forza motrice del sistema
Tendenzialmente questi metodi vengono utilizzati in scaletta, ovvero si inizia con l’1 se non basta si prosegue con
2 e se non basta ancora allora si utilizza aria arricchita.
NB: tutti i bioreattori air lift e bubble column hanno un valore di KLa superiore rispetto all’STR; di contro non hanno l’agitazione
meccanica che potrebbe consentire una riduzione della dimensione delle bolle d’aria. Pertanto, non sono tanto flessibili. L’STR può
lavorare con bassi valori KLa, che può essere anche aumentato incrementando l’agitazione meccanica (flessibilità).
10. Batteriocine: struttura e meccanismo d'azione attività di laboratorio,
Le batteriocine sono delle molecole proteiche prodotte principalmente da batteri lattici (LAB), sono in grado di
eliminare altri batteri filogeneticamente vicini a quelli che le hanno prodotte, in sostanza hanno un’azione nociva
contro i competitor in modo tale che il batterio che le ha prodotte possa svilupparsi. Sono dei composti che
vengono sintetizzati durante il metabolismo primario, ovvero durante la fase di sviluppo e la loro sintesi si ferma
durante la fase stazionaria. Hanno principalmente azione contro i microrganismi Gram + ed è difficile identificare
un’azione contro i microrganismi Gram -
.
Le batteriocine hanno un’applicazione importante nella conservazione degli alimenti in quanto prodotti naturali,
non tossici e attivi a basse concentrazioni. Possono essere utilizzate in situ, ovvero prodotte nella matrice
alimentare come ad esempio i prodotti fermentati, oppure ex situ ovvero aggiunte direttamente nella matrice
alimentare. Possono essere utilizzate anche nell’active packaging mediante incorporamento diretto o coating i
quali permettono un rilascio graduale e una concentrazione di batterio cine costante nel tempo. Possono essere
utilizzate anche per accelerare la maturazione dei formaggi.
Le batteriocine vengono divise in 3 classi principali:
CLASSE I: si tratta di batteriocine con massa atomica inferiore a 5kDa, sono peptidi termostabili che possono
subire modificazioni post- traduzionali. La loro caratteristica è il peptide leader, ovvero una sequenza di
amminoacidi che permette la fuoriuscita della batteriocina dal batterio in modo tale che possa agire contro i
competitor ed inoltre rende innocua la batteriocina nei confronti del batterio produttore. Di questa classe la più
importante è la NISINA, questa è l’unica batteriocina approvata come additivo alimentare (E234). La nisina è
prodotta da Lactococcus lactis ed è caratterizzata da 57 amminoacidi di cui 23 caratterizzano il peptide leader,
sequenza che viene eliminata una volta che la batteriocina fuoriesce dalla cellula. Questa ha due meccanismi di
attacco: uno riguarda la lisi della membrana cellulare con creazione di pori mentre l’altro riguarda il legame con
le lipoproteine di membrana destabilizzando il trasporto attraverso la membrana citoplasmatica. Hanno residui
amminoacidici inusuali come lantionina e 3-metilantionina;
CLASSE II: sono batteriocine la cui massa atomica è inferiore ai 10 kDa, sono molecole molto termostabili, ovvero
in grado di resistere a temperature anche superiori ai 100 gradi. NON subiscono modificazioni post- traduzionali
ma sono caratterizzate da una regione idrofobica e da una idrofilia, quest’ultima si trova sulla parte N-terminale
della molecola e si lega alla membrana celulare grazie a un recettore. La parte idrofobica si piega all’interno della
membrana e grazie al meccanismo di due peptidi di questo tipo posti specularmente si forma un poro sulla
membrana, questo porta alla fuoriuscita di materiale cellulare successiva morte della cellula. Questo tipo di
molecole ha anche un’azione litica nei confronti della membrana. La più famosa batteriocina di questa classe è la
PEDIOCINA di notevole interesse in quanto attiva contro Lysteria monocytogenes, un microrganismo in grado di
provocare la listeriosi, un problema sia
sanitario che economico. Un’altra batteriocina di questa classe attiva contro questo microrganismo è la
SAKACINA A prodotta da Lactobacillus sakei, formata da 41 amminoacidi e circa 4 kDa di massa atomica.
La classe II ha anche una azione litica nei confronti della parete cellulare: rompe i legami presenti nell’acido N-
acetil muramico.
CLASSE III: sono batteriocine la cui massa atomica è superiore ai 10 kDa e sono molto termosensibili, questo le
rende poco interessanti ed utilizzate. Una delle più note è la Lysostaphina, prodotta da Staphilococcus simulans.
Questa classe comprende un gruppo A caratterizzato dalle batterio lisine, ovvero enzimi batteriolitici in grado di
lisare la parete cellulare e dal gruppo B caratterizzato da peptidi non litici i quali impediscono la sintesi di DNA e
ne inducono la morte.
La produzione di Sakacina A è stata valutata in laboratorio mediante due step:
STEP 1: viene valutato lo sviluppo di Lactobacillus sakei a diversi tempi di incubazione, questo può essere
fatto mediante la conta in piastra, in questo caso vengono determinate le sole cellule vive su terreno MRS.
Le piastre e la provetta contenente la coltura di L. sakei vengono incubate a 26 gradi per 24 ore. Viene
prelevata inoltre la coltura appena inoculata (T0) e ne viene fatta un’analisi della torbidità allo
spettofotometro con lunghezza d’onda pari a 600 nm. La conta in piastra e la densità ottica permettono
di costruire una retta di taratura. (Assorbimento correlato a qt cellule presenti: legge Lambert Beer)
STEP 2: viene determinata la produzione di sakacina mediante la verifica dell’attività antimicrobica contro
Listeria. Per questo step viene utilizzata Listeria innocua, un surrogato di L. monocytogenes. Viene
preparata la piastra contenente listeria innocua addizionando nel terreno TSA molle caldo 1% v/v di una
coltura di Listeria innocua, viene agitata e vengono prelevati 20 mL da porre nella piastra. A questo punto
viene lasciata solidificare. Si parte poi dalla coltura liquida di L. sakei incubata per 24 ore che viene
centrifugata ottenendo cosi il filtrato colturale che viene diluito secondo una serie di diluizioni (1:5, 1:10, 1:20,
1:30, 1:50). Quando la piastra con L. innocua è solidificata, vengono depositati sulla superficie 5 microlitri
delle diluizioni di L. sakei in punti distanti, la piastra viene poi incubata a 37 gradi per 24 ore. Se L. sakei ha
prodotto Sakacina, allora dopo l’incubazione della piastra si potrà verificare la presenza di aloni chiari nei
punti in cui sono state depositate le vari diluizioni. Questi aloni dimostrano che il microrganismo ha
prodotto sakacina che ha un effetto su Listeria. Per valutarne l’attività si fa: 10
l'alone
cui vede
elevato in si
diluizione
Ultima
(A) +
Sakacina = 3
Le batteriocine vengono studiate come conservanti naturali, con il focus sulle strategie di bio-conservazione (usare
microorganismi o loro prodotti naturali e bioattivi da vegetali per aumentare la shelf life degli alimenti). Il problema dei
bioattivi da vegetali, spesso contenuti negli olii essenziali, è che hanno un aroma caratteristico che può interferire con le
caratteristiche sensoriali; inoltre, l’aggiunta di un composto che maschera l’eventuale deterioramento del prodotto è
vietata per legge in UE
Vantaggi:
• sono naturali, prodotte da microorganismi sicuri e non da sintesi chimica;
• assenza di tossicità, vengono degradate nell’intestino dalle proteasi come tutte le proteine presenti negli alimenti;
• non inducono resistenza nei patogeni, almeno per il momento pare non provochino lo sviluppo di resistenza in altri
microorganismi;
• attive a basse concentrazioni;
• non alterano le caratteristiche sensoriali dei prodotti.
Svantaggi:
• ristretto spettro di inibizione (soprattutto verso i Gram -), anche se posso giocare con altri componenti. Per esempio,
aggiungendo detergente EDTA è possibile disgregare la membrana esterna dei Gram -, esponendoli alla batteriocina;
• soggette a restrizioni normative (l’unica approvata è la nisina) e l’approvazione come additivo alimentare non è banale;
• interferenza con altri ingredienti (es. si lega ai fosfolipidi presenti nella matrice e non attacca la membrana cellulare
del patogeno) nella matrice alimentare o sue caratteristiche, come il pH (gli studi in vitro e in vivo a volte non coincidono
nei risultati). stulati)
(molt
o
I microrganismi citati producono: sakacina, plantaricina e curvacina.
Dal punto di vista normativo, l’utilizzo di batteriocine in forma pura è vietato (ad eccezione della nisina)! Pertanto,
per bypassare la normativa, le aziende ricorrono all’utilizzo di preparati liofilizzati di brodocolture liquide di ceppi
produttori di batteriocine. Non vengono effettuati processi di estrazione e purificazione, viene venduta tutta la
brodocoltura sottoposta a trattamenti termici e allontanamento di acqua. In questo modo, i batteri lattici muoiono
e rimango le batteriocine termostabili. È un preparato sporco, contiene anche residui di cellule e terreno colturale.
Uso delle batteriocine nell’active packaging
Il confezionamento degli alimenti avviene in un film che ha azione antimicrobica. La batteriocina viene incorporata
nell’imballaggio in due modi:
• incorporamento diretto nella matrice del film = la batteriocina si mescola agli altri ingredienti in fase di
produzione del film. Una parte di batteriocina potrebbe non andare mai a contatto con l’alimento poiché si
trova nella parte centrale del film;
• –
spalmatura sulla superficie del film coating = si effettua un rivestimento bioattivo della superficie di un film
già prodotto.