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DESCRIZIONE DELL'AZIENDA

In quest'analisi abbiamo esaminato il triennio 2013-2014-2015 dell'azienda ACRAF (Aziende chimiche riunite Angelini Francesco) Spa, valutando nello specifico lo stato di salute dell'azienda sotto l'aspetto patrimoniale, economico e finanziario.

L'azienda in questione fa parte del rinomato gruppo Angelini che opera nel settore farmaceutico e della cura della persona.

Angelini è un gruppo internazionale privato di medie dimensioni, leader nell'area salute e benessere nei settori farmaceutico e dei prodotti di largo consumo. Nato in Italia all'inizio del Novecento, il gruppo Angelini ha sedi in 20 paesi e una distribuzione dei prodotti a livello mondiale. Guidato dal Presidente Francesco Angelini, il gruppo impiega 6000 persone con un turnover consolidato pari a circa un miliardo e settecento milioni di.

euro.Angelini realizza, commercializza e distribuisce prodotti per la salute e il benessere delle persone. Essere vicino alle persone e soddisfarne le esigenze quotidiane con prodotti efficaci e affidabili, di elevata qualità, di grande diffusione e accessibilità, garantendo un costante e tangibile benessere è la sua missione. Il suo obiettivo si rende concreto in una visione chiara: essere la scelta spontanea nell'ambito della salute e dello star bene quotidiano.

Il gruppo Angelini crede nella necessità di assicurare, diffondere e consolidare una cultura improntata alla correttezza, all'integrità e alla trasparenza nella conduzione delle proprie attività e nei confronti di tutti i suoi stakeholders.

Il gruppo Angelini opera nel rispetto delle leggi e dei regolamenti dei Paesi in cui è presente e agisce affinché la sua intera organizzazione si impegni in tal senso. Tutti i dipendenti sono chiamati ad operare con integrità.

In tutti gli aspetti del loro lavoro e apretendere altrettanto dai loro interlocutori interni ed esterni all'organizzazione. L'impianto etico del gruppo Angelini comporta la necessità di fare ciò che è moralmente corretto e responsabile nell'esercizio degli affari, senza giungere a compromessi con i principi morali di onestà, legalità e compliance, lealtà, affidabilità, rispetto reciproco e dignità, trasparenza.

32. ANALISI DELLO STATO PATRIMONIALE

Con l'analisi dello Stato patrimoniale abbiamo voluto esaminare la struttura del patrimonio al fine di accertare le condizioni di equilibrio nella composizione degli impieghi e delle fonti di finanziamento.

Da come si vede dalla tabella, l'azienda presenta in tutto il triennio un equilibrio patrimoniale, in quanto l'attivo immobilizzato è interamente coperto dal capitale netto e dal passivo consolidato. Inoltre, osservando la correlazione tra attivo

circolante e passivo corrente si può riscontrare come l'ammontare dell'attivo a breve sia nettamente superiore al passivo a breve. Analizziamo nel dettaglio: la composizione degli impieghi ha l'obiettivo di misurare il grado di rigidità o di elasticità del patrimonio e si collega alla lettura dei margini di struttura e di tesoreria.

Tali indicatori ci permettono di affermare che l'impresa è in grado di adattarsi in modo notevole ai cambiamenti delle condizioni di mercato, notando una crescita costante negli anni successivi.

Avendo un elevato indice di elasticità e un basso indice di rigidità degli impieghi, è evidente che l'azienda non presenta problemi di liquidità. Quindi nel breve periodo la società ha liquidità disponibili più che sufficienti per fronteggiare le scadenze ed anche eventuali imprevisti.

La positività di tali margini è indice del

fatto che il capitale proprio dell'azienda è stato in grado non solo di coprire l'attivo immobilizzato, ma anche parte del capitale circolante. Quindi è in grado di finanziare totalmente gli investimenti duraturi senza ricorrere ad alcuna forma di indebitamento. Ulteriore conferma all'ottima condizione di liquidità dell'azienda è rappresentata dal margine, anch'esso positivo, il quale esprime la capacità di sostenere le passività a breve scadenza, utilizzando le disponibilità liquide e le attività prontamente liquidabili. 2.2 Composizione delle fonti Ai fini del giudizio circa l'equilibrio patrimoniale dell'impresa è importante la verifica della correlazione temporale, rispetto alle scadenze, tra gli impieghi e le fonti di finanziamento. Non essendo il risultato ottenuto eccessivamente elevato, l'azienda non si espone in maniera considerevole verso terzi e ciò permette digestire efficacemente l'attività dell'impresa stessa. Il valore superiore ad 1 esprime un discreto grado di liquidità, segnala la capacità di far fronte agli impegni a breve con i mezzi liquidi a disposizione. Nonostante i valori trovati sono al di sotto del risultato ottimale, pari a 2, tali dati, unitamente agli altri precedentemente analizzati, permettono di affermare con un discreto grado di sicurezza che l'azienda è liquida. 2.3 Autofinanziamento Come illustra la tabella sottostante, la società presenta un andamento crescente dei ricavi nel corso del triennio, ciò porta a conseguire un autofinanziamento netto anch'esso positivo. Essendo l'autofinanziamento netto positivo significa che i ricavi sono stati sufficienti a coprire i costi aventi manifestazione finanziaria. In modo più preciso, avendo proceduto alla distribuzione degli utili conseguiti ai soci per 60 mln nel 2013, non vi sono stati fondi sufficienti per.

Poter finanziare parte degli investimenti. Invece, nel biennio successivo, nonostante ci sia stata una distribuzione dei dividendi per 30 mln nel 2014, l'autofinanziamento in senso stretto risulta positivo. Quindi l'azienda dispone di risorse sufficienti da poter utilizzare nell'azienda stessa. Perciò si può notare come l'autofinanziamento in senso stretto dipenda fortemente dai dividendi distribuiti ai soci.

Infine, si può notare che i crediti effettivamente incassati sono rappresentati dal flusso monetario lordo, da cui sottraendo le uscite effettive, rappresentate dal fabbisogno monetario per costi d'esercizio, risulta il flusso monetario netto in cui si riscontra una notevole differenza rispetto all'autofinanziamento netto per effetto dei crediti non ancora riscossi e dei debiti non ancora pagati.

In conclusione, le risorse effettivamente a disposizione della società ammontano a circa 26 mln.

2.4 Riclassificazione Stato

patrimoniale finanziario

Tabella 1: Sintesi secondo la riclassificazione al Current First

Con tale riclassificazione, secondo il criterio finanziario, i valori dell'attivo e del passivo vengono raggruppati rispettivamente in base al grado di liquidità e al grado di esigibilità.

Una prima lettura dello stato patrimoniale finanziario evidenzia innanzitutto come nel corso dei primi due esercizi, si assista ad una riduzione dell'entità del capitale investito (da 388 mln a 380 mln circa).

Analizzando nel dettaglio tale decremento:

Dal lato dell'attivo la diminuzione è dovuta, per l'attivo fisso, al normale processo di ammortamento, mentre per l'attivo circolante si riscontra una riduzione consistente dei crediti, data dal loro presumibile incasso, la quale compensa in parte l'aumento delle liquidità immediate e delle disponibilità.

Dal lato del passivo, tale contrazione delle fonti è conseguenza sostanziale

della riduzione del patrimonio netto, per effetto della distribuzione della riserva straordinaria sotto forma di dividendi per 60 mln ai soci.

Per quanto riguarda l'esercizio del 2015, si riscontra un incremento significativo del capitale investito di circa 14 mln. Nel dettaglio, per gli impieghi la variazione è causata in particolar modo dall'aumento dei crediti per circa 30 mln (principalmente da quelli verso clienti e verso imprese controllanti). Quest'ultimo è compensato dalla riduzione dell'attivo fisso per effetto della vendita di partecipazioni per circa 13 mln.

Dal lato del passivo la variazione è giustificata dall'incremento del patrimonio netto dovuto all'elevato utile d'esercizio corrispondente ad un ROE del 20%.

Mentre nel 2014 il ROE elevato è dovuto sia dall'aumento dell'utile, che in parte dalla diminuzione del patrimonio, nel 2015 vediamo come tale ROE rimanga costante grazie all'ulteriore

Aumento del risultato netto di esercizio, che nel giro di 3 anni è quasi raddoppiato di valore.

2.5 Riclassificazione Stato patrimoniale funzionale

Secondo tale riclassificazione le attività e le passività sono divise secondo il loro diverso legame con la gestione operativa.

Da questa riclassificazione emergono le 3 aree principali di gestione di un'impresa: caratteristica (corrente e non), accessoria e finanziaria.

Nella gestione caratteristica assumono una posizione rilevante i crediti e i debiti commerciali che concorrono a formare gran parte del capitale investito netto caratteristico, ma una notevole incidenza hanno anche le immobilizzazioni immateriali, composte principalmente da concessioni, licenze e marchi, dato il settore nel quale l'azienda opera.

Nel complesso si può osservare come le restanti due aree di gestione svolgano un ruolo marginale rispetto alla gestione operativa.

3. ANALISI DEL CONTO ECONOMICO

3.1 Riclassificazione al valore aggiunto

La riclassificazione al valore aggiunto del conto economico è quella più utilizzata, poiché è la più oggettiva tra le tre ed è di più facile comparazione tra le aziende. Grazie all'analisi di questo si prospetto si possono ricavare alcuni margini importanti per la valutazione dell'impresa, quali:

  • Valore della produzione operativa
  • Valore aggiunto
  • Margine operativo lordo (MOL)
  • Risultato operativo
  • Risultato lordo

Riclassificazione secondo lo schema del CNDCEC 8

VALORE DELLA PRODUZIONE OPERATIVA

Tale valore è il risultato dell'attività caratteristica dell'azienda. È composto dalla quota dei ricavi, dalla quota prodotta rimasta in magazzino e dai lavori in corso. Nel nostro caso, mentre nel primo anno le vendite sono aumentate anche grazie alla vendita dei prodotti in magazzino, negli altri anni l'a

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
24 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valeria.G di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi economico finanziaria dei bilanci e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Franceschetti Bruno Maria.