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INOSSI
Nel prologo ci sono ragazze di diverse etnie che danzano in scene dapprima in bianco e nero, poi a colori, e
che parlano di baci, una sorta di giardino paradisiaco con queste figure che ci parlano di baci, finchè su una
mano non appare il titolo del film The Portrait of a Lady.
L'azione inizia nel 1872, in Inghilterra. Isabel, una giovane proveniente dal New England, vi si è recata al
seguito della zia Mrs Touchett; qui si scontra con la mentalità chiusa di un gruppo di americani espatriati nel
vecchio continente alla fine del '800 e, a differenza di questi ultimi, è decisa a salvaguardare la sua libertà per
poter sperimentare la varietà del mondo. Dopo aver rinunciato alla proposta di matrimonio di un ricco
pretendente, Lord Warburton, ed a quella di un altro giovane, Caspar Goodwood, per non rinunciare alla sua
libertà e non rinchiudersi in una vita scontata e prevedibile.
Intanto lo zio Touchett, grazie anche al gesto di profondo amore e dedizione di Ralph, il cugino, le lascia in
eredità una grande somma di denaro, così Isabel si reca a Firenze con la zia. Qui Isabel cadrà vittima dei raggiri
di Madame Merle, un'avventuriera che le dimostra dapprincipio amicizia, e del suo amante Gilbert Osmond,
di cui ne traccerà alla giovane vittima solo qualità da pittore.
Dopo un anno, Isabel, dopo essersi congedata nuovamente da Goodwood e la sua proposta di nozze, vedrà
difendere le doti di Osmond dal cugino Ralph, che cercò di metterla in guardia sull’uomo italiano.
Osmond, una specie di dandy inerte, egoista e manipolatore, riesce a sposare Isabel per interesse.
Roma, tre anni dopo, Osmond rende la vita matrimoniale di Isabel impossibile, impedendole di realizzare i
propri sogni, costringendola a dare ricche feste il giovedì, e votare la sua vita a compiacere il marito.
Scopriamo che Isabel aveva anche perso il suo primogenito. Per di più, nel corso dello svolgimento della
pellicola, Isabel apprende una triste verità: la figlia di primo letto di Osmond, Pansy, è in realtà nata dalla
relazione illegittima di quest'ultimo con Madame Merle. A Roma arriva anche Lord Warburton, il quale verrà
adocchiato solo da Osmond, il quale sperando nell’ascendente della moglie, cercherà di farlo sposare con la
giovane figlia, Pansy, che però a sua volta è innamorata e ricambiata dal giovane Rosier. Lord Warburton farà
ritorno in Inghilterra, una volta accortosi che con Isabel non riuscirà ad avere il suo tanto atteso amore,
procurando così le ovvie ripercussioni di Osmond su Isabel.
Solo quando apprende per lettera dell'imminente trapasso del cugino Ralph Touchett, consunto dalla tisi,
Isabel decide di rompere la sua remissività ai voleri del marito e, contro la volontà di quest'ultimo, ritorna in
Inghilterra per rivedere il cugino. A lui, in punto di morte, finalmente si apre per la prima volta, ammettendo
di essere tormentata dalla crudeltà di Osmond e confessando al cugino il suo amore. Questi però muore.
Dopo il funerale, Isabel incontra nuovamente Goodwood, il suo antico pretendente e si lascia
momentaneamente travolgere dalla passione per lui: Goodwood, avendo capito l'infelicità di Isabel, le
propone infatti di sposarlo. Tuttavia, dopo un primo momento di debolezza, lasciandosi andare ad un bacio
appassionato, la giovane si divincola dall'abbraccio e fugge. Il film si chiude con un'ultima, evocativa
immagine: Isabel, dopo una corsa al rallenti, arriva alla porta di casa Touchett e si volge indietro, con lo
sguardo fisso in macchina da presa lasciando la conclusione aperta ad ogni interpretazione. Mentre nel
romanzo viene chiarito che Isabel ritorna a Roma dal marito per rimanere fedele al suo dovere di moglie, nel
film Campion lascia “accesa la luce” (Isabel stessa dirà che c’è una luce che deve perseguire) e la fine
dell'opera rimane suggestivamente aperta. La vicenda è facilmente ed esplicitamente riconducibile ad una
contemporaneità che va verso una duplice direzione: Campion propone una sofisticata riflessione sul dolore
e questa riflessione viene consegnata ad una protagonista femminile. Questa giovane donna attraversa una
serie di ordalie che la conducono a questo approdo finale, che stimola una riflessione umanistica sul senso
della vita, sul perché e sul come stiamo al mondo. La regista sostiene che i film sono davvero una forma di
meditazione, Isabel è una delle più complesse figure femminili della storia letteraria di tutti i tempi, un
emblema fortissimo di una profondità esistenziale umana che ha pochi eguali nella letteratura, ed è questo
che ha affascinato l’immaginazione di Campion. Questo testo letterario dalla straordinaria qualità letteraria
si può definire “infilmabile”. Eppure, Campion è una donna avventurosa e risoluta, ha deciso di misurarsi con
questo capolavoro letterario e con questa figura femminile fiammeggiante, complessa e problematica.
JANE CAMPION
Campion si affaccia con questo film ad un nuovo genere, per la regista come si vedrà negli anni successivi
della sua carriera, avvicinarsi a generi sempre diversi tra loro, ma raccontando sempre storie di donne che
cercano la propria strada (un po' come lei che ha sempre cercato la propria), è motivo di crescita personale.
Con questo film si interfaccia al melodramma, ma come è tipico di lei, scardinandone i codici narrativi. In
“Ritratto di Signora” si è misurata con un capolavoro della letteratura di tutti i tempi e con uno dei generi
classici che più prende dalla letteratura, il melodramma. Campion ha la vocazione a misurarsi con i generi
classici per poi sabotarli dall’interno, rifiutandosi di dipingere le donne come vittime, a prescindere dalla loro
straziante vita, saranno comunque donne che superano la sofferenza, con carattere e tempra. Isabel in
questo ne è la conferma, è caleidoscopica, attraversa tensioni laceranti, che non la conducono al totale
annientamento, bensì alla constante conoscenza di sé stessa.
Il film inizia con delle voci mentali che Campion aveva raccolto probabilmente con l’intenzione di farne un
film unico, voci di cui vediamo poco dopo i corpi, prima in bianco e nero, poi a colori, in un bosco paradisiaco,
ci sono donne tutte diverse tra loro, che ballano tra gli alberi con sottofondo una musica flautata, prima di
rivolgere lo sguardo in camera e poco dopo una mano su cui compare il titolo del film. questa iniziale
sequenza paradisiaca, si rifà al capolavoro pittorico dell’artista svizzera Pippilotti Rist “Homo sapiens
sapiens”, in cui raffigura due figure femminili nude sulla volta di una chiesa sconsacrata a Venezia, ciò per
dimostrare che il cinema campioniano dialoga bene anche con quella che è l’arte contemporanea. In questo
prologo Campion, racconta di aver riunito ragazze incontrate durante le riprese del film, tra cui anche
Genevieve Lemon.
I lavori di Campion hanno una struttura di chiusura ad anello: all’inizio del film le voci mentali delle donne
parlano del bacio e con un bacio si chiude la trasposizione cinematografica. Nel film le occasioni di baci sono
molto rare, e nel romanzo c’è solo un momento in cui c’è un bacio esplicito, verso la fine. Sempre a proposito
della chiusura ad anello, c’è il passaggio del testimone fra le giovani donne del prologo e Isabel: nel finale ci
troviamo nello stesso luogo dell’inizio del film, vicino all’albero sotto le cui fronde si era rifugiata Isabel.
L’albero è stato rovesciato, cambiato di segno, dalla rigogliosità verdeggiante dell’inizio del film passa
all’aridità invernale del finale (abbinata al contesto del funerale del cugino Ralph). Il film si conclude con una
corsa a rallenti dopo la quale la protagonista guarda in macchina, lasciando il finale aperto ad un orizzonte
possibile come era stato lasciato aperto dal romanziere. La chiusura ad anello risiede anche nella nenia che
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Isabel ripete a sé stessa prima di incontrare Goodwood, “io adoro i fossati ”, stessa frase a cui assistiamo
nello stesso luogo in cui lei dialogando con Warburton la dice.
Il film presenta passaggi cruciali dell’educazione sentimentale di Isabel e lo fa attraverso due giardini,
immagine di cui il film è pieno. Il primo è il giardino all’inglese, presente sin da subito, apparentemente
informale, che tende ad assecondare la natura libera; poi c’è il giardino all’italiana, un giardino totalmente
diverso, schematico ed organizzato, che piega la natura secondo forme geometriche ed architettoniche.
Questi due tipi di giardini ci offrono lo spunto per capire sin da subito le interazioni del film. questo
accostamento culturale tra i due giardini risiede appunto nella libertà della natura, se in quello inglese la
natura indisciplinata, come saranno poi i capelli della stessa protagonista nella prima parte del film, a fare da
proscenio incorniciando gli intimi turbamenti di questa giovane donna; in quello italiano, architettonico,
rigido, come diventeranno anche i capelli e gli abiti di Isabel dopo il matrimonio, si rifanno alle atmosfere
cupe e soffocanti che investiranno la protagonista nella seconda ed ultima parte del film.
Il suo istinto di indipendenza ha sfogo proprio nel giardino inglese, dove la natura seppur libera e
scompigliata, proietta una falsa libertà, un simulato disordine, che invece è costrizione più sottile.
Il giardino all’italiana invece è lo sfondo perfetto per la macchinazione di Madame Merle. È anche il giardino
in cui capiamo quando la giovane Pansy sia assoggettata alle grinfie del padre, quando non può attraversare
Notiamo uno degli errori del doppiaggio: la frase detta all’inizio da Isabel, ripresa dal testo letterario, “Io adoro i fossati”, viene ripetuta dalla protagonista alla fine, però
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nella sottotitolazione italiana leggiamo “Io lo adoro”, lasciando trapelare un momento di disorientamento e incomprensione, perché la frase non ha lo stesso senso.
JANE CAMPION
la linea d’ombra che si crea perché il padre le ha detto che si scotterebbe. In questa scena vediamo anche la
iniziale, anche se seppur ancora embrionale, sottomissione di Isabel ad Osmond, in quanto nonostante dirà
a Pansy di camminare sotto il suo parasole, alla fine si dirigeranno insieme verso l’interno della casa, senza
camminare in quelli che Isabel definisce << i giardini più belli del mondo >>.
L’inizio è sghembo, con riprese dal basso, ci ricorda un po' Sweetie, sono riprese incalzanti per sottolineare il
turbamento e l’umore della protagonista, Isabel Archer che ha appena rifiutato la sua prima proposta di
matrimoni. Lei è una donna che ha la passione per i fossati, le interessa il