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Le avanguardie non narrative : tre film emblematici per la messa in
discussione delle modalità di proiezione delle pellicole e della loro realizzazione
con montaggio ed impressione attraverso la luce sono= 1° Il ritorno alla ragione
di Man Ray 1923, realizzato per la serata Dada di Tzara a Parigi contravvenendo
a tutte le modalità del Modo Istituzionale , creando uno scontro violento tra
pubblico e gruppi avanguardisti (contro le modalità di silenzio e sicurezza) e
rifiutando nella rappresentazione l’unità del tutto presenta elementi eliminando
i paramenti comuni dello spazio (proporzioni) e tempo (ripetizioni)
impressionando per contatto sulla pellicola dei chiodi+ 2° Il Balletto Meccanico
di Leger del 1924: rappresentazione più radicale di decostruzione del cinema
che presenta una lavandaia continuare a salire le scale di Montmartre fino a far
impazzire lo spettatore, mostrando una sfera in cui si racchiude lo spazio
mettendo in discussione lo spazio prospettico colto dall’obiettivo+ 3°
Intermezzo di Clair e Picarabia con musiche di Satie per fare da prologo al
balletto Relache: si rappresentano gli autori nella pellicola che nella prima parte
presenta le mutande di una ballerina vista dal basso che si rivela un uomo, nella
II° si ha un corteo senza fine in cui si hanno tutti i tipi di mezzi di trasporto da
toboga di luna park ad aeroplani per schernire i film classici, mostrando infine
un mago che fa scomparire ogni cosa (associazione con logica comparativa)
mostrando l’irrisione dadaista dell’artista borghese si pone fuori dalle logiche
del sistema industriale anche il cinema surrealista, che crea un parallelo con la
pittura nel film di Richter Rithums 21 in cui si presentano fogli con tratti pittorici
creando una musica visiva oltre i limiti della tela trasformando il segno in
tempo+ nel Perro Andaluso di Bagnuel e Dalì del 1928 si ha la rappresentazione
del taglio dell’occhio di un uomo ad una donna mostrando cosa vorrebbero fare
i surrealisti con lo spettatore (cinema con influenza della psicanalisi)
Le avanguardie narrative : nuove formulazioni stilistiche I° avanguardia
espressionista in Germania ben accolta dall’industria cinematografica, II°
movimento impressionista francese volto all’individuazione del regista come
autore, III° movimento sovietico che tenta la rottura dal cinema istituzionale nel
contesto della rivoluzione= nei primi due movimenti ci si muove nel genere di
consumo sovrapponendogli innovazioni artistiche giustificate dalla trama, come
mostrano le distorsioni giustificate con l’ubriacatura del portiere che diventa
inserviente di latrine ne L’Ultima Risata di Murnau del 1924; l’accoglier il regista
come Autore si ha in ROGOPAG del 1962 con 4 episodi di Rossellini-Godard-
Pasolini-Gregoretti
Espressionismo tedesco
Si considera un prodotto della prima guerra mondiale, ovvero l’espressione
dell’angoscia epocale che da essa deriva e porta alla negazione della
rappresentazione oggettiva per dar vita a dimostrazioni soggettive del punto di
vista degli artisti, legandosi all’espressionismo come espressione degli anni 10
antecedente alla guerra ora interiorizzata dal cinema= il successo del Gabinetto
del Dottor Caligari in USA e Francia porta ad una serie di imitazioni che danno
maggior solidità all’espressionismo, creato da Wegener , produttore dello
Studente di Praga del 1913; l’espressionismo si trasforma quindi per Elsaesser
in un’avanguardia narrativa creando un tramite tra la cultura intellettuale e il
mezzo popolare del cinema capitalizzando esperienze di ambiti artistici come
teatro-pittura-architettura per un vasto pubblico (racconti: leggende popolari)
Il Gabinetto del Dottor Caligari: Weine 1920, si tratta del massimo esempio
dei processi modernisti e base dell’espressionismo tedesco: esso viene creato
non come azione d’avanguardia, ma in un contesto mainstream con
l’accettazione del pubblico poiché azione industriale pianificata= per Eisner
l’artista espressionista predilige la rappresentazione dell’allucinazione alla realtà
e il delirio angoscioso alla lucidità descrittiva della ragione; qui appunto si
hanno gli elementi della realtà e del delirio combinati con la magiala
deformazione viene accettata poiché la vicenda è raccontata da Francis in un
ospedale psichiatrico ad un vecchio: narra infatti che in una città, per
l’organizzazione di una festa di paese il Dottor Caligari vada a chiedere il
permesso di mostrare la sua invenzione in municipio, solo che l’impiegato gli
risponde il modo scortese e la notte viene ucciso; al suo stand il dottore
presenta Cesare, uomo sonnambulo da 23 anni che predice il futuro affermando
che l’amico di Francis, Alan, morirà prima dell’alba+ egli sarà ucciso appunto da
Cesare, che al momento di uccidere Jane se ne innamora e muore durante la
fuga nel bosco; nel frattempo Francis insegue Caligari nell’ospedale psichiatrico
in cui lavora e porta, scoprendo i suoi cartigli, a condannarlo alla prigione= con
un brusco rovesciamento narrativo si mostra come Francis venga posto nella
sua cella dal direttore dell’ospedale psichiatrico, Caligari, posto in un iris pari a
quello iniziale e secondo le indicazioni di Becce, tratte dagli scritti del musicista
Prox vi doveva essere la musica della morte e della vittoria del male
Weine appunto crea una cornice con quadro allucinatorio in cui il protagonista
Francis racconta la sua vicenda al passaggio dell’amata Jane che pare in trance:
si opposero a questa costruzione i due scenografi Mayer e Janowitz che avevano
realizzato una cornice in cui Francis racconta la storia sul terrazzo di casa 20
anni dopo con Jane come moglie e Cesare come un uomo comune che era
costretto ad uccidere come nelle trinceeIl testo scritto da Kracaucer nel 1947
“Da Caligari a Hitler” sostiene che la storia del medico che usava il proprio
paziente per compiere omicidi nel sonno fosse un’allegoria politica sul potere
che vede l’abuso di potere intrinseco alla storia tedesca anticipando Hitler; si ha
quindi la derivazione della sua visione dallo sconvolgimento della prima guerra
mondiale, incarnando nel sonnambulo Cesare un uomo delle trincee e nel
medico Caligari una malato di mente (in una didascalia afferma di avere una
cura innovativa) = il finale è abbastanza ambiguo da non portare a chiarire le
inquietudini dello spettatore, dato che nell’ultima scena si dichiara come tutta la
precedente rappresentazione era fasulla e che anche questa possa esserlo per
l’illusione del reale che ogni uomo ha; ciò viene reso attraverso la registrazione
in studio che porta alla creazione di elementi tutti sproporzionati, che hanno
significati allegorici come nell’episodio degli sgabelli di Caligari e dell’impiegato
del comune (potere e chi vi si sottomette)
L’autore riprende le tesi di Mayer dato che Weine morendo nel 1938 non ha
lasciato una sua personale dichiarazione a riguardo, mostrando come Francis sia
in manicomio poiché individuo ostile alla società e quindi dichiarato come pazzo
e rinchiuso+ tal tesi pare avvalorata dall’autografo di Janowitz del 1941 The
Story of a famous story che presenta gli scenografi come unici autori= la trama
per Robinson nel 1997 viene ridotta ad un cliché poiché si vede Francis che
accusa da pazzo il suo psichiatra Caligari: negli anni 50 l’interprete dichiara di
averne una copia e la moglie alla sua morte nel 78 la vende alla Stiffung
Deutsche Kinemathek, pubblicandola nel 1995 mostrando come la cornice
portasse ad una riappacificazione in un contesto borghese che mostrava il
dramma come risolto da tempo il mondo allucinato però è presente sia nel
racconto che nel manicomio, facendo corrispondere la cella di Francis con quella
di Caligari (solo i disegni mancano) nascondendo forse un forte messaggio di
denuncia, derivante dalle scene claustrofobiche realizzate con campo medio per
portare lo spettatore a subire le immagini= elemento centrale dal punto di vista
visivo è quello scenografico dato che l’immagine cinematografica diventa
grafica; la composizione dell’immagine avviene per inquadrature brevissime
tipiche dell’espressionismo sovietico ed interpretazione enfatizzata coerente:
2014 si giunge a 70 minuti ma ne mancano 10
L’ambientazione è giocata sui toni scuri ed inquadrature complesse in cui il
personaggio si confonde con l’ambiente (contro il cinema classico): si ha una
rappresentazione soggettiva del reale mostrando lo scontro tra gli uomini e le
loro verità, creando un mondo rappresentato dal caos e stile espressionista
(dipinti di fondo): l’insieme di interventi sul profilmico porta alla percezione di
una forte inquietudine che si caratterizza nei contrasti tra chiari-scuri (ombra
alla morte di Alan), il trucco degli attori è molto pesante e limita la mimica
facciale in favore di quella gestuale che porta Cesare a diventare pari degli
alberi
Nosferatu, una sinfonia dell’orrore, 1922 : il film venne realizzato da
Murnau in ambientazioni naturali (non si hanno deformazioni sceniche) senza
rappresentare la realtà oggettiva ma la contamina con l’esperienza comune di
figure spaventose del filone espressionista, qui incarnate nel vampiro Orlock,
con recitazione stilizzata e trucco marcato in contrasto con la sobrietà della
persona e atteggiamenti del Proprietario di azienda; in tutto il film, grazie al
responsabile della fotografia Wagner, si rende il paesaggio impregnato d’anima:
esempio è usare luce contrastata e forti ombre per mostrare l’arrivo del male o
la connotazione delle scene paesaggistiche nell’angoscia per il montaggio
alternato, con prospettive ed angolazioni originali oltre che le deformazioni date
da mascherini, e la creazione della foresta bianca con un negativo stampato e la
velocizzazione delle scene (viaggio di Hutter) il finale viene negato
dall’inquietudine: mostra la morte di Hellen e quella del vampiro al suo
capezzale, portando al pianto di Hutter; nella versione sonorizzata del 1930 “La
Dodicesima ora, una notte d’orrore” si ha il taglio delle sequenze iniziali e
l’attacco al finale per far pensare che Hellen sia viva= ritrovando una copia nel
1984 si comprende come la tintura avesse funzione narrativa, mostrando come
il blu rappresentasse la notte e l’arancione il giorno, il motivo della morte del
vampiro (non solo ruolo connotativo: Caligari)
Metropolis 1927 : realizzato da Fritz Lang porta alla conclusione
dell’espressionismo; venne proiettato nella versione originale solo per pochi
mesi e poi tagliato di mezz’ora dalla versione inglese e ritradotto nelle
didascalie (nel 2010 si ha quasi il r