Estratto del documento

Russia e la Svezia. Nonostante le forze prussiane fossero più piccole e spesso in inferiorità

numerica, Federico II riuscì a prevalere grazie a una serie di vittorie strategiche e decisive che

segnarono l'andamento della guerra in Europa.

Durante l'assedio di Fort St. Philip, le forze francesi sconfissero gli inglesi, portando alla

dichiarazione di guerra della Gran Bretagna alla Francia.

29 agosto 1756: Federico II invade la Sassonia con 70.000 soldati. L'intenzione era di assestare un

colpo veloce e decisivo all'Austria: in piena conformità alla strategia militare del tempo, tutt'e due le

parti progettavano di risolvere il conflitto con una sola spedizione militare. Già il 9 settembre

Federico marciava inconstrastato su Dresda e il 13 dichiarò formalmente guerra a Maria Teresa,

regina di Ungheria e Boemia, per prevenire l'aggressione che egli riteneva incombente. Gli austriaci

si erano preparati militarmente ad eventuali attacchi, dislocando in Boemia due armate.

11 gennaio 1757: la Russia aderisce all'alleanza franco-austriaca. Zar pronto a schierare 100.000

uomini.

Maggio 1757: anche la Svezia aderisce al trattato in nome del trattato di Vestfalia contro Federico II

per la sua azione di perturbatore dell'antico ordine imperiale. 22 settembre aderisce ufficialmente

all'alleanza franco-austriaca.

I prussiani furono poi sconfitti a Kolin. I francesi avanzarono nei territori occidentali, occupando

diverse città e infliggendo perdite agli inglesi. La battaglia di Hastenbeck si concluse in parità, ma i

francesi consolidarono il loro controllo su gran parte dell'elettorato di Hannover.

In Prussia orientale, i russi sconfissero i prussiani nella battaglia di Gross-Jagersdorf, ma la

mancanza di rifornimenti costrinse l'esercito russo a ritirarsi. Gli svedesi, dopo iniziali successi,

furono accerchiati e sconfitti nel gennaio 1758.

Una delle battaglie centrali è la Battaglia di Rossbach (5 novembre- 1757), in cui Federico II, con

circa 22.000 soldati, affrontò un esercito franco-imperiale di circa 41.000 uomini. Nonostante il

netto svantaggio numerico, Federico riuscì a infliggere una pesante sconfitta alle forze imperiali e

francesi. Questa vittoria non solo rafforzò la posizione della Prussia in Europa, ma ebbe anche un

forte impatto sulla percezione del comando prussiano e sulla leadership di Federico II.

Un’altra battaglia fondamentale è la Battaglia di Leuthen (1757), in cui Federico II sconfisse

l’esercito austriaco di Maria Teresa, che contava circa 65.000 uomini contro i 35.000 prussiani. In

questa battaglia, Federico II riuscì a ottenere una vittoria grazie anche all’applicazione dell’ordine

di battaglia obliquo. La spedizione militare del 57 fu nel complesso una rapida alternanza di vittorie

e sconfitte, senza sostanziali cambiamenti dello status quo.

Nel 1758, la campagna militare si intensificò con un maggiore coinvolgimento internazionale.

Federico II di Prussia fallì nell'assedio della fortezza di Olomouc e, il 25 agosto, si svolse la

battaglia di Zorndorf tra prussiani e russi, che si concluse con pesanti perdite da entrambe le parti,

ma senza un esito decisivo. I russi si ritirarono a causa di problemi di rifornimento, permettendo a

Federico di concentrarsi sugli austriaci. Il 14 ottobre, gli austriaci attaccarono a sorpresa

l'accampamento prussiano di Hochkirch, ottenendo una vittoria ma senza inseguire i prussiani.

Nel fronte occidentale, i francesi si ritirarono dall'elettorato di Hannover, mentre il principe

Ferdinando di Hannover ottenne vittorie a Krefeld e Kassel. La marina britannica attaccò le coste

francesi per impedire il trasporto di truppe oltreoceano.

Nel 1759, la situazione cominciò a cambiare. Federico II non si mosse per primo, lasciando che il

fratello Enrico di Sassonia e il duca Ferdinando di Hannover avanzassero.

Il 10 agosto, nella battaglia di Minden, le forze britanniche e hannoveriane sconfissero i francesi.

Sul fronte orientale, il 11 agosto, Federico II subì una pesante sconfitta a Kunersdorf, perdendo

circa 19.000 uomini e temendo per l'esito della guerra. Tuttavia, dopo una settimana, riuscì a

riorganizzare le sue forze.

A novembre, i prussiani subirono una sconfitta nella battaglia di Maxen, mentre sul mare, la

battaglia della baia di Quiberon vide la flotta francese bloccata dalla marina britannica.

Nel 1761, i piani francesi per un'invasione dell'Inghilterra via mare furono respinti, incluso un

tentativo di sbarco in Irlanda. Nel 1760, l'esercito prussiano iniziò le operazioni solo a giugno,

mentre Federico II sperava nell'entrata in guerra dei turchi e gli austriaci attendevano l'avanzata

russa. I prussiani subirono perdite in diverse battaglie, ma il fratello di Federico, Enrico, ottenne

successi contro i russi. Federico cercò una battaglia decisiva, assediando Dresda e ottenendo una

vittoria a Liegnitz. Tuttavia, nella battaglia di Torgau, la sua nuova tattica fallì a causa dello

spionaggio austriaco, portando a una vittoria stentata.

Nel 1761, i prussiani si trovarono in una posizione difensiva, subendo sconfitte minori. A ovest, il

duca Ferdinando passò all'offensiva, ma la battaglia di Vellinghausen si concluse senza un chiaro

vincitore. Nel 1762, con l'entrata in guerra di Spagna e Portogallo, le risorse britanniche si

spostarono lontano dal fronte tedesco. La morte della zarina Elisabetta I di Russia portò al trono

Pietro III, un sostenitore di Federico II, che firmò una pace separata con la Prussia. Anche la Svezia

si ritirò dalla guerra.

Con le forze russe e svedesi fuori gioco, Federico II poté concentrarsi sull'Austria. Con l'assedio di

Swidnica e la vittoria a Freiberg, la guerra in Slesia e Sassonia si concluse a favore dei prussiani,

mentre i francesi si ritirarono dall'Assia dopo le sconfitte subite.

La lotta nelle foreste. La guerra franco-indiana nell’America del Nord e in Canada

Alla metà del Settecento, i territori dell’America del Nord e del Canada erano suddivisi tra tre

gruppi: le colonie britanniche lungo la costa atlantica, i territori francesi tra l’Atlantico e il fiume

Mississippi, e le terre popolate dalle tribù indigene situate tra il Mississippi e i monti Appalachi. In

questo contesto di rivalità e tensioni, tra il 1754 e il 1760 scoppiò la guerra franco-indiana, una fase

nordamericana della più ampia Guerra dei Sette Anni.

Il conflitto nacque principalmente dal desiderio di espansione dei coloni britannici nella valle

dell’Ohio, territorio conteso anche dai francesi. Un episodio significativo che segnò l’inizio delle

ostilità avvenne il 28 maggio 1754, quando George Washington, allora giovane ufficiale, guidò un

attacco contro una pattuglia francese, provocando una violenta reazione da parte dei francesi che

pochi giorni dopo conquistarono Fort Necessity. A Londra, si decise allora di inviare truppe per

rafforzare la presenza militare nelle colonie.

Nei primi anni, i francesi ottennero diverse vittorie, tra cui la presa di Fort Oswego e Fort William

Henry. La guerra fu combattuta prevalentemente in un contesto di guerriglia, con imboscate,

incursioni e piccoli scontri nelle foreste, dove grande importanza ebbero le conoscenze del territorio

da parte degli indigeni, i ranger e i trapper. I fiumi e i laghi fungevano da principali vie di

comunicazione, vista la scarsità di strade e insediamenti.

Dal 1758 la situazione cambiò a favore dei britannici, che riuscirono a conquistare la roccaforte

francese di Louisbourg e successivamente Fort Duquesne. Nel 1759, considerato l’anno decisivo,

gli inglesi presero Fort Niagara, Fort Carillon e Fort St. Frederic, isolando sempre di più le forze

francesi. La svolta definitiva avvenne il 13 settembre con la battaglia della piana di Abraham nei

pressi di Quebec. Lo scontro vide cadere entrambi i comandanti, Wolfe per gli inglesi e Montcalm

per i francesi, ma la vittoria britannica risultò determinante.

Nel 1760, la città di Montreal si arrese senza combattere, segnando la fine del dominio francese in

Canada. Con questa vittoria, l’intera provincia passò sotto il controllo britannico. La guerra ebbe

conseguenze profonde: pose le basi per la formazione del primo impero britannico in Nord America

e segnò un cambiamento nei rapporti tra europei e popolazioni indigene, che da alleati commerciali

si trovarono sempre più in posizione subordinata.

Principi guerrieri e commercianti. La guerra dei sette anni in India

Dopo la morte del sultano Awrangzeb nel 1707, l’Impero moghul si frammentò in vari potentati

indipendenti, tra cui i nababbi del Bengala. Nel 1756, l’ascesa al potere di Sirag ud-daulah portò a

tensioni con gli inglesi, culminate nell’attacco a Fort William e nel tragico episodio del “Black Hole

di Calcutta”. In risposta, la Compagnia britannica delle Indie Orientali inviò Robert Clive, che

riconquistò Calcutta e sconfisse i francesi a Chandernagore nel marzo 1757.

Nel giugno dello stesso anno, la battaglia di Plassey vide Clive trionfare contro Sirag ud-daulah

grazie al tradimento di Mir Gia'far, che fu poi nominato nababbo del Bengala. Questa vittoria segnò

l’inizio del dominio britannico nella regione. I francesi tentarono di reagire nel sud, ma furono

definitivamente sconfitti a Wandiwash nel 1760.

Da quel momento, la Compagnia Inglese delle Indie Orientali divenne un attore politico dominante

in India, ottenendo nel 1765 il diritto di riscuotere le tasse nel Bengala (diritto di diwani) e

stabilendo una sede centrale a Calcutta nel 1772. Gli inglesi, inizialmente arrivati come

commercianti, si trasformarono in veri e propri padroni del territorio.

La supremazia navale britannica. I conflitti anglo – spagnoli dai Caraibi alle

Filippine

Durante la guerra dei Sette Anni, la Gran Bretagna cercò di colpire gli interessi coloniali di Francia

e Spagna nei Caraibi e nel Pacifico, per consolidare la sua supremazia navale e commerciale. Le

isole caraibiche francesi, importanti per la produzione di zucchero, erano scarsamente difese. Dopo

un tentativo fallito di conquistare la Martinica nel 1759, gli inglesi riuscirono invece a occupare la

Guadalupa, debilitando il commercio francese. Tra il 1761 e il 1762 conquistarono anche Dominica,

St. Lucia e Grenada.

Quando la Spagna entrò in guerra nel 1762, gli inglesi attaccarono rapidamente due sue basi

strategiche: L’Avana, a Cuba, e Manila, nelle Filippine. L’Avana, sebbene fortificata, cadde in

mano britannica il 13 agosto 1762 dopo un pesante assedio; Manila, sorpresa dall’attacco, si arrese

il 7 ottobre dello stesso anno. Mentre a Cuba la popolazione riuscì a trarre vantaggio dall’apertura ai

mercati britannici, l’occupazione di Manila fu più difficile, per la resistenza culturale ed economi

Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Storia delle istituzioni politiche, Prof. Isoni Alessandro, libro consigliato La guerra dei sette anni, Fussell Pag. 1 Riassunto esame Storia delle istituzioni politiche, Prof. Isoni Alessandro, libro consigliato La guerra dei sette anni, Fussell Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia delle istituzioni politiche, Prof. Isoni Alessandro, libro consigliato La guerra dei sette anni, Fussell Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Scienze politiche e sociali SPS/03 Storia delle istituzioni politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Grace_95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle istituzioni politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Isoni Alessandro.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community