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USO E APPLICAZIONE DEGLI SCHEMI ICONOGRAFICO-COMPOSITIVI: TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Per costruire un'immagine iconografica un artista trae ispirazione da una fonte letteraria. Tuttavia,
la traduzione dell'episodio descritto nella fonte letteraria nella composizione figurata non è atto
diretto e automatico; l'artista ricorre infatti a schemi compositivi già elaborati dalla tradizione.
Utilizzazione può avvenire in maniera letterale, trasferendo cioè direttamente nella sua opera uno
schema già anteriormente preparato, senza variazioni o al contrario, può variare questo schema
di partenza. Infine, la variazione può condurre all’innovazione e quest'ultima deriva dall’incontro
di esperimento e formula e dal graduale abbandono di quest'ultima.
Il tema iconografico DELL’ULTIMA CENA, per esempio, nel corso dei secoli non rimane fisso:
differenti sono le soluzioni date alla forma del tavolo, non è univoca la posizione del Cristo, gli
Apostoli sono disposti intorno al tavolo oppure lungo il lato maggiore, diversa e l'individuazione di
Giuda nella cena. Gli artisti adottano di volta in volta questi schemi mantenendoli fissi,
intercambiandoli o variandoli.
L'INNOVAZIONE avviene per esempio con Leonardo, che nel CENACOLO milanese introduce con la
variazione degli schemi studiati della tradizione toscana e lombarda precedenti, l'innovazione dei
raggruppamenti triadici degli apostoli e la rappresentazione del loro turbamento e della loro
emozione.
ICONOGRAFIA, ICONOLOGIA E ICNOGRAFIA
- ICONOGRAFIA: Disciplina che si propone di descrivere, classificare e interpretare i soggetti
e i temi figuranti di una determinata opera d'arte.
Disciplina ausiliaria della storia dell'arte, ma per certi aspetti un momento della stessa
ricerca storico-artistica, che ha per oggetto la classificazione, la descrizione e
l'interpretazione di temi raffigurati: così intesa l'iconografia è necessaria premessa
dell’iconologia, che intende chiarire il significato e le motivazioni dei diversi temi, tenendo
conto delle varie implicazioni simboliche, emblematiche o allegoriche;
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- ICONOLOGIA: ha per scopo quello di studiare i significati simbolici, emblematici e allegorici
delle opere d'arte;
- ICNOGRAFIA: porta a classificare i vari tipi di piante e le loro caratteristiche specifiche.
L'icnografia è la descrizione di una pianta di un edificio: la pianta è la sezione orizzontale
condotta su un edificio; viene praticata di solito all'altezza delle finestre; da una
rappresentazione in proiezione ortogonale della posizione e dell’ampiezza degli ambienti di
un piano nonché del numero e dimensioni di porte, scale ecc.
Nell’architettura antica le piante si distinguono nelle tipologie di centrale, ellittica,
longitudinale, a croce, bastionata. Nell'architettura del ‘900 subentra invece la pianta
libera, non legata cioè a schemi geometrici regolari, ma connessa piuttosto alle diverse
funzioni dell’edificio;
VALORE SIMBOLICO DEGLI ELEMENTI ICONOGRAFICI
Ciascun elemento iconografico assume nel corso dei tempi un preciso significato simbolico, a
cominciare dal COLORE.
Esso nel Medioevo e fino al ‘400 era scelto con precisi riferimenti allegorici: il bianco significava
l'innocenza e la purezza; il rosso la carità, l'amore e l'ardente desiderio di virtù; il giallo oro la
divinità nella maestà; il nero l’umiltà e la tristezza; l'azzurro la fedeltà, la costanza e il
raccoglimento di fronte alla divinità; il verde la libertà, la bellezza, la salute e la dolcezza; l'arancio
la fama in costante.
Un forte valore simbolico nell'arte dal medioevo al ‘700 ha il richiamo alla luce: nel Medioevo sono
soprattutto le vetrate delle cattedrali ad evocare il tema simbolico della luce come Dio.
I Padri della chiesa e gli scrittori del medioevo paragonavano l’Immacolata Concezione e la
annunciazione di Maria, al passaggio della luce del sole attraverso le finestre.
Anche nell'architettura rinascimentale si fa riferimento alla luminosità divina: gli architetti
adoperano di preferenza gli intonaci bianchi nelle pareti degli edifici religiosi per indicare questo
valore religioso. Tale posizione simbolica rimane presente nella tradizione italiana sino al ‘700.
• LO STILE
Lo stile è l'insieme dei caratteri che distinguono dalle altre una determinata forma espressiva→
Consiste nel modo di organizzare gli elementi formali di un'opera d'arte e può anche essere
definito il contrassegno specifico dell'oggetto artistico, il carattere formale personale della singola
opera.
Quando dalla letteratura il termine stile trapassa alle arti figurative, viene adoperato come
sinonimo di MANIERA; l'equivalenza del termine stile con quello di maniera si registra nel XVII
secolo. E’ però a partire dalla seconda metà del XIX secolo che il concetto di stile diventa oggetto
di appassionato dibattito: viene affrontato il problema dello stile dal punto di vista della
percezione fisica delle forme ma vengono anche ricercate le cause costitutive e genetiche e i
modelli biologici, i passaggi evolutivi, i principi fondamentali.
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Lo stile può essere INDIVIDUALE, quindi proprio di una determinata scuola o di uno specifico
centro di produzione; infine, caratteristico di un'intera epoca storica (STILE EPOCALE).
Lo stile è il modo personale dell'artista di affrontare e costruire la forma e i suoi elementi
costitutivi, ma oltre a essere segno personale dell’intervento artistico può essere contrassegno di
un’intera scuola o corrente artistica (es. le botteghe medievali o i cantieri rinascimentali); il
sistema di lavoro in questi gruppi o botteghe di artisti comportava la simultaneità di presenze o di
interventi in un'unica opera di diverse mani.
Il concetto di SCUOLA STILISTICA si fa strada nei secoli XV-XVI e si afferma soltanto in età
barocca→ designa l'istituzione di un più elevato, interno rapporto culturale tra i maestri e i
discepoli: dai primi, i secondi apprendono, interpretando le tendenze dello stile caratterizzato da
componenti tecniche particolari; si tratta di quel patrimonio trasmissibile di regole e di
procedimenti, che si diffonde ben oltre i confini dell’ambiente della bottega, tramutandosi in una
complessa trama di influssi.
Nel corso dei secoli, dal tardo Medioevo all’800 si presentano numerosi casi di botteghe e studi
artistici nell'ambito dei quali il caposcuola inventa uno stile che successivamente diventa peculiare
di quella bottega e, come tale, richiesto dai committenti (es. Giotto; Leonardo, che lavora sulla
resa degli affetti o dei cosiddetti moti dell'animo; Raffaello che elabora un linguaggio armonico,
classico; Michelangelo; Caravaggio che è il iniziatore di uno stile drammaticamente realistico,
costruito su grandi contrasti di chiaroscuro che verrà imitato da diversi seguaci italiani e stranieri).
Oltre che segno di un artista, di una scuola e di una bottega, lo stile può infine configurarsi come
specifico di una corrente o di un gruppo di artisti che lavorano anche in centri distanti tra loro,
oppure di un complessivo periodo storico (Espressionismo, Impressionismo, o le grandi categorie
stilistiche elaborate nel corso del tempo, come la romanica la gotica, la barocca e che hanno dato
origine alla convenzionale suddivisione cronologica della storia dell'arte occidentale).
L'ANALISI STILISTICA
Il problema dello stile di un’opera va affrontato prendendo in considerazione prima gli elementi
peri-testuali, soffermandosi poi sulle singole componenti formali del testo figurativo e sulla sua
struttura, per passare infine alle reazioni percettive relative alle proposte dell’artista.
❖ ELEMENTI PERI-TESTUALI: hanno funzione ausiliaria rispetto all'opera, da considerare per
primi nell’analisi stilistica e sono le dimensioni, il formato, l'eventuale incorniciatura e i
velari.
Le dimensioni, il formato e l’incorniciatura sono da considerarsi in stretto rapporto con la
scelta e la disposizione iconografica della composizione; con le modalità linguistiche
espressive da parte dell'artista, con il luogo a cui è destinata.
- Un oggetto può essere di piccole o grandi DIMENSIONI: un'incisione, un bronzetto sono di
piccole dimensioni; un ciclo di affreschi, una pala d'altare al contrario sono di grandi
dimensioni.
La scelta della dimensione, condizionata dalla funzione ed alla destinazione dell'opera è
voluta dall'artista in rapporto all’effetto spaziale complessivo ma può essere motivata
anche da una specifica scelta culturale e di gusto. Ovviamente non può che prescindere
dalla sua collocazione. 12
La dimensione è studiata dall’artista anche in relazione agli effetti spaziali che deve sortire:
se un'opera è collocata molto in alto per ottenere determinati effetti prospettici, dovrà
essere di grandi dimensioni.
Talora però, la scelta della dimensione corrispondeva anche una motivazione culturale: la
dimensione colossale introdotta da Michelangelo a partire dalla volta della Sistina e imitata
poi da molti manieristi, si inserisce nella ricerca dell'abnorme inteso come superamento
della grammatica tradizionale.
- IL FORMATO è la scelta della forma geometrica della superficie dell'opera. Il formato di un
dipinto, di un disegno, di un arazzo, di un’incisione può essere orizzontale, verticale,
quadrato, poligonale, circolare.
La scelta è in stretta relazione con il campo dell'immagine nei suoi aspetti di organizzazione
formale e di rappresentazione. Il formato infine interagisce con l'ambiente in cui l’opera è
collocata e incide sulla fruizione dello spettatore.
La presenza di uno specifico formato può inoltre indicare un periodo stilistico piuttosto che
un altro: tipici del Rinascimento sono i dipinti e le sculture di forma circolare detti TONDI,
adoperati nel ‘400 e da autori del secolo successivo come Michelangelo o Raffaello. I grandi
formati adottati dagli espressionisti astratti tendono ad esaltare la parete su cui dipinti
sono collocati.
- LA CORNICE è l'elemento separatore dell'immagine da tutto ciò che non è immagine;
Definisce quando da essa inquadrato come mondo significante, rispetto al fuori cornice,
che è il mondo del semplice vissuto. Fa parte dell'esistenza, ma non ha ragion d'essere se
non in rapporto all'immagine. E’ in sostanza un elemento indispensabile per la percezione
del quadro, perché ne organizza e focalizza il campo pittorico.
L'impiego della cornice risale al ‘300 e assume un ruolo fondamentale nel Rinascimento e
nell'età barocca