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4. IL COLLEZIONISMO: MOTIVAZIONI E MODELLI DI CONSUMO
Il bisogno di collezionare scaturisce dall’esigenza di autoaffermazione della propria personalità.
La domanda collezionistica ha origine in quattro categorie di agenti economico-sociali: i
collezionisti privati, le imprese, gli enti pubblici e le istituzioni culturali. Soffermandosi su alcune
caratteristiche distintive della domanda di opere d’arte è possibile distinguere quattro modelli di
consumo, collegai ai bisogni di ognuna di queste categorie:
- Il primo modello è legato a motivi di interesse culturale e origina da un bisogno del tutto
interiore di carattere estetico;
- Il secondo origina da un bisogno decorativo;
- Il terzo dovuto alla corrente speculativa→investire quote di risparmio al riparo da
fluttuazioni monetarie e da rischi fiscali;
- Motivazioni di carattere sociale→fonte di prestigio sociale;
STIMA DELLA FUNZIONE DI DOMANDA
La domanda di un bene è la relazione che spiega da che cosa dipende il consumo di quel bene. La
domanda di opere d’arte è condizionata da tutta una serie di variabili che diversamente incidono
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sull’ordine di preferenze che il collezionista esprime→vincolo del reddito spendibile e prezzi dei
beni sostituti.
Opere d’arte→beni di lusso: presentano l’elasticità della quantità domandata rispetto al reddito
superiore all’unità. Ciò significa che la propensione all’acquisto di opere d’arte può aumentare, in
modo più che proporzionale, all’aumentare del reddito, a condizione che, contemporaneamente
aumenti la conoscenza e la cultura dell’arte.
Infine, la domanda di opere d’arte è strettamente correlata all’andamento dei mercati finanziari.
TEORIE SUL CONSUMO DEI BENI ARTISTICI E SUL FENOMENO DELLA DIPENDENZA RAZIONALE
Secondo la teoria economica il consumatore razionale massimizza l’utilità sulla base di preferenze
stabili, cercando di prevedere le conseguenze future delle proprie scelte.
Anche i comportamenti di dipendenza, compresi quelli più estremi, possono essere considerati
razionali, nel senso che implicano una massimizzazione previdente, sulla base di preferenze
stabili. L’apprezzamento per l’arte contemporanea dipende dal tempo destinato all’arte e quindi
alla formazione del gusto.
Gli individui che sono dipendenti razionali sanno che il consumo corrente implica un trade-off: da
un lato l’utilità marginale del consumo corrente aumenta all’aumentare dello stock (cioè del
consumo passato); dall’altro l’utilità marginale dello stock è negativa a causa dell’effetto di
assuefazione. IL REDDITO E LA DOMANDA POTENZIALE
Collezionisti: individui con una grande ricchezza personale, che già possiedono un numero
significativo di opere e che acquistano frequentemente arte contemporanea. Per lo più si tratta di
uomini con un alto grado di istruzione, che collezionano soprattutto dipinti.
Le opere d’arte entrano in concorrenza con auto di lusso, jet privati o orologi pregiati.
Il pubblico dell’arte contemporanea è costituito soprattutto da giovani tra i 25 e i 34 anni e da
coloro che hanno un livello di istruzione medio-alto.
LA DOMANDA PRIVATA
Il collezionista d’arte è un privato che svolge un’attività di raccolta di opere per soddisfare motivi
diversi: passione, prestigio ecc.
Molti musei hanno origine da collezioni private.
I collezionisti vengono normalmente distinti sulla base dell’incidenza sul mercato dell’arte, in due
categorie, quella dei piccoli e medi collezionisti e quella dei grandi collezionisti.
I primi possono poi essere d’avanguardia o conservatori, più avversi al rischio.
LA SEGMENTAZIONE DELLA DOMANDA
I collezionisti si differenziano rispetto alle motivazioni di consumo e possono essere segmentati in
due tipologie: i primi acquistano per il piacere di vivere con le opere, di conoscere personalmente
gli artisti e vedere le mostre. 19
Nella seconda categoria rientrano quelli che acquistano come status symbol o come investimento
commerciale, influenzando notevolmente il mercato.
In questa categoria rientrano i collezionisti che considerano le opere d’arte come dei beni
posizionali, ovvero come delle commodities, il cui tratto caratteristico è di conferire utilità per lo
status che creano e per la posizione relativa nella scala sociale che il loro consumo consente di
occupare.
Collezionismo di imprese e fondazioni bancarie→corporate art collections.
La più grossa collezione corporate al mondo oggi è della Deutsche Bank
GENESI E STRUTTURA DELLE CORPORATE ART COLLECTIONS
Le collezioni corporate vengono spesso utilizzate per segnalare il successo e comunicare la
Corporate Social Responsability (CSR) agli azionisti, ma anche per stupire positivamente i clienti e
creare un ambiente stimolante per i propri dipendenti.
E’ marginale l’uso della collezione come puro investimento economico.
• JP MORGAN: La JP Morgan Chase Art Collection preso avvio nel 1959 grazie a un suo
importante dirigente, David Rockefeller, il quale si occupò di realizzare il programma di
acquisizione della compagnia;
• UBS: nasce dall’unione di opere collezionate da Unione Banche Svizzere e da Società di
Banche Svizzere, più l’acquisto di numerose altre opere. Dal 1994, UBS è il principale
sponsor di Art Basel;
• UNICREDIT: l’Unicredit Art Collection comprende tutte le raccolte di tutte le banche che nel
tempo si sono unite formando il gruppo. Al suo interno trova un posto speciale un nucleo
dedicato alla fotografia sia storica che contemporanea. Si occupano di prestiti per mostre,
sponsorizzazioni e partnership, con particolare attenzione al contesto contemporaneo;
• ING GROUP: ING Group Collection nasce dall’unione di sette collezioni provenienti da tutto
il mondo. Il gruppo bancario, oltre a esporre i propri beni negli uffici, organizza esposizioni e
collabora con musei attraverso il prestito delle opere.
• DEUTSCHE BANK: lancia la sua collezione nel 1945. Le sue opere sono dei maggiori artisti
internazionali del Novecento. Inseriscono l’arte nei luoghi di lavoro;
• UNILEVER: multinazionale anglo-olandese; ha perseguito per 13 anni una partnership con
la Tate Modern.
• LA AKZONOBEL ART FOUNDATION: è una multinazionale olandese, con sede ad
Amsterdam. Ha costituito una collezione di arte contemporanea sperimentale;
• LA GENERALI FOUNDATION: nata come associazione d’arte privata e non-profit per
promuovere l’arte visiva contemporanea→fotografia, installazioni e videoarte;
• FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CRT: Fondazione Cassa di
Risparmio di Torino→messa al servizio della GAM di Torino del Castello di Rivoli
GLI ART HOTEL: Diversi alberghi hanno scelto di darsi un’impronta artistica.
Alla base della scelta spesso c’è una grande passione per l’arte del proprietario.
L’arte contemporanea contribuisce a creare un’esperienza di lusso.
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Botique hotel→piccoli hotel di lusso che si distinguono dai grandi hotel dal fatto che forniscono
alloggi e servizi personalizzati (es. 21c Museum Hotel).
LA DOMANDA SPECULATIVA
Il bene d’arte è completamente diverso da tutte le altre forme di investimento e spesso risulta
difficile individuare i fattori che determinano le variazioni di prezzo→scelta dell’artista,
selezionare l’opera giusta, capacità di portare innovazione, grado di originalità.
Gli artisti più liquidi sono quelli maggiormente richiesti dal mercato.
CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA SPECULATIVA: la domanda speculativa origina da tutti quei
soggetti come le banche, i fondi pensionistici e le corporate art collections, che in questi ultimi anni
hanno voluto legare la propria immagine all’arte.
In funzione degli obiettivi perseguiti e del criterio temporale è possibile distinguere tra investitore
e speculatore:
- L’investitore agisce in un’ottica di medio-lungo periodo: il suo obiettivo è quello di
diversificare il patrimonio e quindi considera l’opera d’arte come bene rifugio; solitamente
acquista quando il mercato dell’artista è già formato;
- Lo speculatore agisce in un’ottica di breve periodo: acquista quando il mercato di un’artista
si sta per formare. Gli speculatori possono determinare un’accelerazione dei prezzi quando
subentrano fattori concomitanti come la rarefazione delle opere di quell’artista, la sua
internazionalizzazione o la partecipazione a grandi mostre.
Tende a disfarsi delle opere se il trend non sale.
I vantaggi che derivano da questo tipo di investimento sono:
- Diversificazione: l’obiettivo di ogni risparmiatore è quello di ottenere un buon rendimento
dai propri investimenti sostenendo il minor rischio possibile. Gli investimenti più redditizi
sono però anche quelli più rischiosi.
Pertanto, l’investitore che vuole ottenere un buon rendimento deve diversificare i propri
investimenti e valutare la redditività nel lungo termine;
- Redditività: l’analisi delle variazioni dei prezzi ha spinto gli economisti ad ipotizzare un
andamento parallelo tra il mercato dell’arte contemporanea e il mercato borsistico;
- Fiscalità: l’investitore in opere d’arte gode di maggiori vantaggi fiscali rispetto a chi investe
nei mercati finanziari o in quelli immobiliari. I privati, infatti, non pagano tasse sulle
plusvalenze derivanti dalla compravendita di opere d’arte e la quota del patrimonio
investita in opere d’arte non viene periodicamente tassata;
- Fruibilità: l’arte permette al possessore di fruire esteticamente dell’opera, a differenza di un
titolo azionario. COME VALUTARE L’INVESTIMENTO IN ARTE
Caratteristiche dell’investimento in arte visiva rispetto ai patrimoni immobiliari e mobiliari:
- Caratteristiche finanziarie: in generale, il reddito atteso da un investimento è dato dai
guadagni in conto capitale e dalle rendite; diversamente dalle attività mobiliari e
immobiliari, l’oro e i dipinti non danno luogo a rendite. Il rendimento complessivo
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dell’investimento in arte dipende solo dal prezzo di mercato al momento della vendita e
questa la causa di maggiore volatilità.
Ulteriori costi che possono finire per spiazzare i possibili rendimenti: costi di transazione
(l’intermediazione viene pagata sia dall’offerente che dall’acquirente), diritto di seguito
(diritto di vendita che viene pagato all’artista o al suo erede), premi assicurativi (contro
furto e/o distruzione), tempi di rivendita (l’arte può essere un buon affare a medio-lungo
termine, ma l’arte per sua