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COSE IN PIÙ DA SAPERE :

-Carlo Magno e la sua Incoronazione (800 d.C.)

Carlo Magno fu una delle figure più influenti del Medioevo, e la sua incoronazione il giorno di Natale dell'800

d.C. segna un evento fondamentale nella storia europea. Papa Leone III incoronò Carlo Magno imperatore del

Sacro Romano Impero nella Basilica di San Pietro a Roma, consolidando così il potere politico e religioso in un

nuovo ordine cristiano. Questo evento non solo sanciva l'alleanza tra il papato e la monarchia franca, ma

riaffermava l'eredità dell'antico Impero Romano sotto una nuova veste cristiana. L'incoronazione di Carlo Magno

viene spesso considerata l'inizio dell'Europa medievale, dove la legittimità politica veniva strettamente collegata

al potere religioso.

-Il Pensiero Cristiano: Il Tomismo e le Radici Aristoteliche

Il Tomismo, una delle correnti principali della filosofia cristiana, prende il nome da San Tommaso d'Aquino e si

fonda sulle idee aristoteliche. Tommaso riprese e reinterpretò Aristotele alla luce della teologia cristiana,

cercando di conciliare il pensiero razionale e la fede cristiana. Il pensiero aristotelico-tomistico vedeva

nell'uso della ragione un mezzo per comprendere l'ordine naturale del mondo e, attraverso questo, arrivare alla

conoscenza di Dio. La ragione non era quindi in contrasto con la fede, ma piuttosto uno strumento che poteva

portare l'uomo più vicino alla verità divina.

-Filosofia Cristiana nel Medioevo: Il Rapporto tra Ragione e Fede

La filosofia cristiana medievale, in particolare nella Filosofia scolastica, si basava sul tentativo di armonizzare

la ragione e la fede. Non si vedeva alcun contrasto tra le due, anzi, la ragione era considerata un dono divino

che aiutava l'uomo a comprendere meglio la verità rivelata dalla fede. Il pensiero scolastico, con figure come San

Tommaso d'Aquino, lavorava per trovare una sintesi tra i due ambiti, affermando che la verità era una sola e che

entrambe le strade, quella della ragione e quella della fede, portavano ad essa.

-La Legge Eterna

Per i filosofi cristiani medievali, esisteva una Legge Eterna, emanata direttamente da Dio, che governava tutto il

creato. Questa legge rappresentava l'ordine supremo dell'universo, e l'uomo, grazie alla ragione, poteva arrivare

a comprendere almeno in parte questa legge divina. La Legge Naturale, una derivazione della legge eterna, era

ciò che l'uomo poteva conoscere tramite il suo intelletto e seguire nella vita quotidiana. La legge naturale guidava

l'uomo verso il bene, mentre i vizi e le passioni lo distoglievano dal giusto cammino. 27

-L'Uomo tra Virtù e Vizi

L'essere umano, secondo il pensiero cristiano medievale, era chiamato a coltivare le virtù per avvicinarsi a Dio e

vivere in armonia con gli altri. La virtù portava alla pace, al bene, e ad una vita che rifletteva l'ordine della legge

divina. Tuttavia, i vizi, quali l'avidità, l'orgoglio e la lussuria, conducevano l'uomo all'errore e al peccato.

L'educazione alle virtù era vista come essenziale per evitare che le passioni negative prendessero il

sopravvento, danneggiando l'individuo e la società.

-Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino: Due Visioni dell'Umanità

Due delle figure più influenti del pensiero cristiano medievale sono Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino,

entrambi con visioni diverse sull'umanità. Sant'Agostino vedeva l'umanità come una "massa dannata", colpevole

a causa del peccato originale e alla costante ricerca della salvezza attraverso la vita ultraterrena. Per Agostino, la

vita terrena era una fase di passaggio verso l'eternità, e il male nel mondo era inevitabile a causa della natura

corrotta dell'uomo.

San Tommaso, invece, sviluppò una visione più ottimista dell'uomo, influenzata dal pensiero aristotelico. Egli

considerava l'uomo un animale sociale e politico, per natura destinato a vivere in comunità e a perseguire il bene

comune.

La socialità e la politica erano strumenti per organizzare la vita terrena in modo che fosse orientata verso il bene

e, in ultima istanza, verso Dio. Secondo Tommaso, l'uomo poteva conoscere la legge eterna di Dio attraverso la

ragione, e per questo motivo era necessario stabilire leggi terrene giuste per garantire l'ordine e il bene comune.

-Le Leggi Positive: Giuste e Ingiuste

San Tommaso d'Aquino riconosceva l'importanza delle Leggi positive, ovvero le leggi create dagli uomini per

regolare la vita in società. Tuttavia, queste leggi dovevano essere conformi alla legge naturale per essere

considerate giuste. Una legge che violava i principi della legge naturale, anche se non direttamente in contrasto

con la religione, era da considerarsi ingiusta. Tommaso credeva che le leggi umane fossero necessarie per

controllare le passioni e i vizi, proteggendo così il bene comune.

-Forme di Governo secondo San Tommaso

Per San Tommaso, il miglior tipo di governo sarebbe stato un governo misto, in cui un monarca giusto fosse

affiancato da uomini valorosi eletti dal popolo. Questo sistema avrebbe garantito un equilibrio tra l'autorità del

sovrano e la rappresentanza del popolo, preservando così la giustizia e l'ordine. La monarchia, secondo

Tommaso, era preferibile per la sua stabilità, ma doveva essere temperata dalla partecipazione di

individui saggi e virtuosi.

In conclusione, la filosofia politica e i diritti umani nel contesto medievale cristiano vedevano l'uomo come un

essere intrinsecamente sociale, che doveva vivere secondo le virtù e sotto la guida della legge divina e naturale,

in un ordine politico che cercasse di garantire la pace e il bene comune.

-La Separazione tra Potere Temporale e Potere Spirituale

San Tommaso d'Aquino (XIII secolo) sosteneva che il fine ultimo dell'uomo fosse la vita ultraterrena, con il potere

temporale subordinato al potere spirituale. Al contrario, Dante Alighieri proponeva una visione differente,

affermando l'indipendenza delle due sfere: il potere terreno era responsabilità dell'imperatore, mentre quello

spirituale spettava al pontefice. Dante sosteneva che entrambi i poteri dovessero essere separati e nessun

potere doveva prevalere sull'altro.

-Fine della Filosofia Scolastica

Due figure centrali della fine della filosofia scolastica sono Marsilio da Padova e Guglielmo da Occam.

Marsilio da Padova: Filosofo e politico medievale, autore del Defensor Pacis, si schierò con l'imperatore Ludovico

il Bavaro contro le pretese di egemonia del papato sul potere politico. Marsilio, ispirandosi ad Aristotele,

affermava che lo Stato doveva avere fini puramente umani e che la legge doveva essere espressione della

volontà popolare o della sua maggioranza. Egli negava l'unione tra fede e ragione e vedeva la comunità politica come

un'entità autonoma che doveva autofinanziarsi.

Guglielmo da Occam: Francescano noto per il suo Dialogo sul potere tra Papa e Imperatore. Pur essendo uomo

di Chiesa, si opponeva all'idea che il papa avesse pieni poteri sulla vita terrena. Difese l'empirismo radicale,

affermando che solo l'esperienza pratica fosse fonte di conoscenza e che fede ed esperienza fossero distinte: ciò

che appartiene alla fede non può essere dimostrato dalla ragione. 28

-La Situazione Politica in Italia e l'Umanesimo

Nel XIV-XV secolo, in Italia si affermarono i comuni, principati e signorie, controllati da aristocratici e famiglie

ricche. Il panorama politico italiano fu caratterizzato da guerre tra Francia e Spagna per il controllo dei territori.

Nel 1500 si diffuse l'Umanesimo, un movimento che riscopriva le opere classiche di Platone e Aristotele,

sostenendo che il mondo classico fosse un modello da recuperare dopo il Medioevo.

-Machiavelli e la Politica

Niccolò Machiavelli (1469-1527) fu uno dei principali intellettuali laici del Rinascimento italiano. Scrisse opere

come Il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio. Machiavelli viene spesso associato al realismo

politico, una visione della politica basata sulla realtà effettuale dei fatti piuttosto che su ideali morali o filosofici

astratti.

Il Principe: Machiavelli descrive le strategie che un sovrano dovrebbe adottare per mantenere il potere. La

politica, secondo lui, è un campo di forza, fatto di tattiche e strategie che devono essere adottate per raggiungere

gli obiettivi.

Virtù e Fortuna: Per Machiavelli, la Fortuna rappresenta l'insieme delle circostanze imprevedibili che possono

influenzare gli eventi storici, mentre la Virtù è la capacità di reagire a tali circostanze con coraggio e intelligenza,

sfruttando le opportunità per raggiungere un bene collettivo.

Machiavelli pone l'obiettivo politico prima dei mezzi, inaugurando il dibattito sulla ragion di Stato, ossia le

motivazioni che giustificano le azioni politiche per mantenere e rafforzare lo Stato. Egli sottolinea che un

buon governante deve essere pragmatico, talvolta derogando dall'etica per il bene dello Stato, mentre i cittadini

devono seguire le virtù per contrastare la Fortuna.

-La Riforma Protestante

In questo periodo storico si sviluppò anche la Riforma protestante, guidata da Martin Lutero. Lutero, un

sacerdote tedesco, si ribellò contro la Chiesa di Roma denunciando la pratica delle indulgenze con le sue 95

Tesi. Sosteneva che non fosse necessario un sacerdote come intermediario tra Dio e l'uomo, e promuoveva

una separazione più netta tra la Città Terrena e la Città Celeste. La Riforma di Lutero portò a una rottura

definitiva con la Chiesa cattolica e alla nascita del Luteranesimo.

-Il Contrattualismo nella Filosofia Moderna

Con la nascita della filosofia moderna, si sviluppò il paradigma del contratto, una teoria che vede l'individuo

come punto di partenza per la costituzione di una società politica. Questo paradigma, adottato da filosofi come

Hobbes e Kant, ribalta l'idea classica della naturale socievolezza dell'uomo. Mentre la filosofia classica

sosteneva che l'uomo fosse un animale sociale per natura, il contrattualismo moderno parte dall'idea che

l'individuo sia isolato e che solo successivamente si unisca agli altri attraverso un contratto per formare una

società.

Il contratto sociale risponde alla domanda su cosa legittimi un potere politico e su come debba essere

organizzato uno Stato affinché i cittadini diano il loro consenso. L'idea di uno stato di natura prepolitico, in cui gli

individui sono liberi e uguali, viene superata con il passaggio allo stato civile attraverso un contratto che sancisce

l'accordo tra individui e governanti.

“Gli uomini usano la parola per far apparire cattivo ciò che è buono e buono ciò che è cattivo

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
70 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aaaurorass di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Vergari Ughetta.