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Rapporto tra società civile e stato

Il rapporto tra società civile e stato può essere pensato in diversi modi:

- Alla maniera liberale (Costant): i diritti politici costituiscono una garanzia dei diritti dell'uomo, ma per Marx significa che l'eguaglianza politica diventa illusoria. In essa i proprietari dei mezzi esercitano un dominio su coloro che sono impossibilitati e vendono la propria forza-lavoro. La soluzione liberale accetta e riconosce la società diseguale.

- Nella prospettiva democratica radicale (Robespierre): ai diritti politici si attribuisce un significato più ampio poiché l'eguaglianza politica diventa una leva per mettere in questione l'ineguaglianza sociale (avvallamento della proprietà). Ne consegue l'idea illusoria che le cose si risolvano, ma in realtà lo stato politico non può sopprimere le ineguaglianze sociali e i rapporti di dominio perché significherebbe togliersi come stato politico separato.

La soluzione è quella...

Di propendere verso una democrazia integrale, che instauri la comunità a partire dal livello del lavoro e della effettiva riproduzione della vita e non solo in ambito politico. Di Marx nel "Manifesto del partito comunista" la rivoluzione, a detta sopprime l'antitesi tra (1848), società civile e stato politico, per rifondare la comunità a partire dalla libera associazione dei produttori, ciò implica l'estinzione del potere pubblico come dimensione separata. Con la conquista della democrazia, il proletariato si impadronisce del potere politico e lo usa come leva per sopprimere il capitalismo. Una volta superate le differenze di classe, la produzione sarà tornata nelle mani degli individui associati e il potere pubblico perderà il suo carattere politico. Il pensiero di Marx va inserito nell'Europa del 184, caratterizzata dai moti rivoluzionari. La problematica maggiore per la Francia erano le riforme sociali: la monarchia Orleanista.

Era più attenta agli interessi della grande borghesia e ciò causò rivolte nel febbraio del 1848 il re fucacciato, venne istaurato un governo provvisorio e introdotto il suffragio universale maschile.

Marx ed Engels, proprio nel febbraio del 1848, pubblicarono il "La Manifesto del Partito Comunista", tradotto poi in tutte le lingue.

"Comune" porta il filosofo a riflettere (di nuovo) sulla questione dello stato politico: in essa vede il modello abbozzato di un'organizzazione politica nuova, che si distingue dalla democrazia rappresentativa borghese, perché in esso il potere è esercitato o direttamente dal popolo o da delegati che possono essere revocati dagli elettori.

"Comune" corrisponde all'idea di Marx di uno stato che deve essere subordinato alla società, che deve organizzarsi il più possibile nella forma dell'autogoverno. Marx poi precisa:

- Nella prima fase della

società collettivista la distribuzione dei beni avverrà secondo il principio "a ciascuno il suo lavoro". Nella fase più matura, dopo che le forze produttive e la ricchezza si saranno sviluppate, la società potrà lasciar spazio a un principio più libero e più elevato: tutti gli uomini riceveranno in base ai loro bisogni e daranno in base alle loro capacità (apice utopico di Marx). Le difficoltà maggiori risiedono nella sua visione di una società come libera associazione dei produttori. Infatti, essa appare incapace di includere la dinamica di crescente evoluzione e differenziazione che caratterizza le società umane. JOHN RAWLS: rinascita della teoria del contrattualismo. Egli sottolinea che la giustizia è la prima virtù delle istituzioni sociali e se leggi o istituzioni sono ingiuste vanno riformate o abolite. In una società giusta sono date per scontate eguali libertà e i diritti.

garantiti dalla giustizia non sono oggetto di contrattazione politica. Per affermare ciò è necessario costruire una teoria della giustizia. L'analisi parte dal fatto che una società è ben ordinata quando promuove il benessere dei propri membri. Egli paragona la società a un'associazione di persone che riconoscono norme vincolanti. Nella di interessi, data dalla società di cui parla esiste un'identità collaborazione, e di conseguenza vi è anche un conflitto di interessi, poiché il singolo punta ad avere un benessere maggiore. A ciò Rawls risponde che sebbene nella società possano essere avanzate pretese è il comune punto di vista che le giudica, quindi l'interesse del singolo non risalta. La pubblica concezione di giustizia è lo statuto fondamentale di un'associazione ben ordinata. Uno dei principali problemi nel concetto di giustizia è che gli esseri umani sono in

disaccordo rispetto a quali principi devono definire i termini fondamentali della loro associazione. Secondo Rawls la struttura di base della società include differenti posizioni sociali, quindi, a seconda della nascita, le persone hanno differenti aspettative. Ne consegue che le istituzioni privilegiano certe situazioni, provocando disuguaglianze. La giustizia proposta da Rawls dipende dal modo in cui sono stati ripartiti i diritti e i doveri, dalle opportunità economiche. A partire dagli anni '50, egli inizia a elaborare il concetto di posizione originaria: la procedura più adeguata per individuare dei principi di giustizia equi consiste nel compiere un esperimento mentale: calando il velo di ignoranza sugli individui circa la loro condizione; in questo modo le parti interessate si impegnerebbero nell'interesse di tutti. La posizione originaria non corrisponde allo stato di natura: Rawls non stoicizza la situazione degli individui, ma opera un processo di astrazione neiconfronti della società attuale. Un contratto è definito giusto quando: le parti dei contraenti sono rese a promuovere il loro bene, in una situazione di "scarsità moderata". Da ciò derivano i seguenti diritti di giustizia: ogni persona ha un uguale diritto alla più estesa libertà fondamentale; le disuguaglianze economiche e sociali sono ammissibili solo se sono per il beneficio dei meno avvantaggiati. L'ineguaglianza che produce vantaggi per tutti appare preferibile all'eguaglianza perfetta. Più che di ineguaglianza, con Rawls si parla del principio di differenza. Rawls critica la teoria delle pari opportunità. Secondo Rawls, la giustizia sociale richiede la virtù dell'impersonalità. Rawls ritiene che una giustizia equa debba tener conto delle diseguaglianze immeritate e creare un sistema dove i meno avvantaggiati possono trarre il massimo possibile. La teoria del contratto di Rawls non è una.

teoria della contrattazione, infatti le parti sanno di poter essere chiunque nella società, ma non sanno quale probabilità hanno di essere in una posizione rilevante. Ralws introduce la regola del Maximin: le parti scelgono il massimo dai minimi. Se è il bene ciò che conta, tutto ciò che lo massimizza è giusto, e ciò porta a probabili conseguenze moralmente pericolose. Critica all'utilitarismo: esso volendo massimizzare la felicità comune, può arrivare a considerare legittima la violazione delle libertà fondamentali. Lo scopo dell'autore è costruire una teoria della giustizia che costituisca un'alternativa al pensiero utilitarista. Ciò che egli si domanda è perché una società dovrebbe agire sulla base di un principio individuale, ma applicato al gruppo.

Questa riflessione lo conduce al principio di utilità: una società è organizzata in modo appropriato quando le sue intuizioni massimizzano il saldo netto di utilità. Egli afferma che è normale pensare che la razionalità sta nella massimizzazione di qualcosa (nella morale è il bene). Ciò che fa sì che il problema ricorda sotto il concetto giusto. Vi sono teorie teleologiche che sanno bene e giusto e altre che, invece, lo fondano. Esse perciò si differenziano per il modo in cui specificano la condizione del bene: perfezionismo, edonismo, eudemonismo. L'autore parla di una caratteristica delle tesi utilitaristiche dalla giustizia: la distribuzione corretta è quella che consente il massimo appagamento. Questa visione di cooperazione sociale è la conseguenza dell'estensione alla società del principio di scelta per un solo uomo che comprende tutti gli individui in uno solo. 4 punti principali toccati dall'autore: 1.

L'utilitarismo cerca di rappresentare le priorità della giustizia come un'illusione socialmente utile;

L'utilitarista estende il principio di scelta per un solo uomo a tutta la società, mentre la giustizia come equità assume che i principi di scelta sociale siano essi stessi oggetti di un accordo originario;

L'utilitarismo è una teoria teologica, mentre la giustizia come equità è deontologica in quanto non interpreta il giusto come maximizzazione del bene;

Differenza della concezione di società: per i contrattualisti essa è uno schema di cooperazione per il reciproco vantaggio, mentre per l'utilitarismo classico la società è un 'amministrazione delle risorse della società, con lo scopo di massimizzare la soddisfazione.

Rawls considera (l'intuizionismo) come la dottrina che afferma l'esistenza di una serie di principi che vanno valutati l'uno rispetto all'altro,

chiedendosi quale equilibrio sia più giusto. Le teorie intuizioniste hanno 2 caratteristiche: sono costruite da principi che vanno valutati l'uno rispetto all'altro, chiedendosi quale equilibrio sia più giusto. Le teorie intuizioniste hanno 2 caratteristiche: sono costituite da principi primi che possano entrare in contrasto tra loro; non includono un metodo esplicito né regole di priorità per valutare l'uno rispetto all'altro. Rawls fa notare che potremmo parlare di intuizionismo chiamandolo pluralismo. Le teorie intuizioniste possono essere teologiche o deontologiche, ciò che le distingue è il ruolo che affidano alle capacità intuitive. L'intuizionismo nega l'esistenza di qualunque soluzione utile ed esplicita il problema della priorità, che può essere trattato in 2 modi.

Dettagli
A.A. 2023-2024
66 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LuigiDePascali di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Vergari Ughetta.