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Il pensiero politico di John Locke

Contesto storico del Patriarca Al centro dell'appello di Filmer vi era l'accusa che i contrattualisti negassero l'esistenza stessa della struttura di autorità per cui tutti i re erano padri e tutti i padri regnavano; per Filmer infatti tutti i doveri nei confronti dell'autorità erano indicati nel comandamento "onora il padre...". A prescindere dalle risposte che darà Locke a questi interrogativi, nell'opera di Filmer si percepisce chiaramente l'ansia del membro di una classe dirigente tormentata dal terrore della disgregazione sociale. Ad oggi si può affermare con tranquillità che Locke non scrisse le sue opere per confutare direttamente quelle di Hobbes e che, di conseguenza, leggerle unicamente in questa chiave porta a un'interpretazione fuorviante. Non si vuole affermare che Locke non conoscesse o non sentisse il peso intellettuale.

Delle opere di Hobbes, ma che una presunta influenza del Leviatano sui Due trattati sia differenza tematica tra Locke irrilevante per la loro comprensione. Questo, più di tutto il Hobbes resto, perché il problema che Locke doveva trattare per confutare Filmer non era affatto lo stesso problema di cui si era occupato Hobbes. Il problema di Hobbes era come costruire una società politica in un vuoto etico; Locke non affrontò mai questo tema nei Due trattati perché la sua premessa centrale (che condivideva con Filmer) era precisamente l'assenza di tale vuoto.

Se proprio si cerca un punto in cui Locke accetta la "sfida" Locke vs Hobbes di Hobbes, questo si può trovare, privatamente in alcuni appunti e abbozzi scritti in contemporanea con i Saggi sulla legge naturale e, pubblicamente, nel Saggio sull'intelletto umano.

Sul fronte storico comunque è innegabile che Hobbes deve avere avuto un'influenza su Locke, fosse solo

Perché l'accusa di essere hobbesiano può aver rappresentato per Locke la minaccia di un pericolo fisico reale, oltre che per l'inevitabile imbarazzo intellettuale sul piano epistemologico.

L'intero cosmo è opera di Dio, era un'immensa macchina integrata da un punto di vista funzionale e tutti i suoi elementi dovevano essere concepiti nei termini di un'immagine coerente, tuttavia un elemento risultava difficile da collocare: l'uomo.

Il problema nasce quando si cerca di rispondere alla domanda su quanto potere possa avere un uomo su un altro uomo. Poiché i comandamenti affermano il divieto di uccidere che di suicidarsi, non è chiaro come il potere politico possa avere origine da un'incapacità giuridica degli individui. La compatibilità del tabù del suicidio con l'autorità politica.

Ordine universale secondo Filmer

IL PENSIERO POLITICO DI JOHN LOCKE

indica che quest'ultima può derivare solo direttamente da Dio, nel senso che, non possedendo gli uomini il diritto di togliere la loro stessa vita, di conseguenza non possono cedere ciò che non possiedono ad altri, quindi, poiché solo Dio ha diritto di togliere la vita agli uomini, allora solo da Dio può essere trasferito il potere politico (se come Filmer lo si intende quale potere di vita e di morte). In generale si osserva come le varie specie di creature sono disposte da Dio in modo tale che l'inferiore serva agli scopi della superiore. In questa affermazione però rimane da spiegare il caso imbarazzante in cui la tigre (specie inferiore) si mangia l'uomo (specie superiore). Se il governo era un diritto dato da Dio, e se i diritti all'interno di una specie erano di tipo funzionale e soggetti a giudizio entro quella specie, allora il diritto di governare avrebbe in un certo senso un carattere molto simile al diritto esercitato da un membro.di una specie su quello di un'altra. Ancora una volta, se si fa fede a questa teoria, rimane incerta la spiegazione, se in generale nella relazione fra una specie e un'altra Dio ha unito l'autorità legale al potere effettivo di porla in esecuzione e se questa congiunzione è intellegibile in quanto tale agli esseri umani, della libertà che Dio ha scelto di dare alle modalità di consumo delle tigri. E se viene affermato che Dio ha dato un'autorità di diritto a tutti i governanti esistenti, non si riduce in tal modo l'origine della legittimità politica e la sua relazione con il controllo politico a una posizione che suoni simile al sostenere che l'uomo dovrebbe "trovare la salvezza nell'essere divorato dal leone". Una volta apprese le posizioni di Filmer, e avendone compresa l'incoerenza di fondo, si possono meglio capire le linee di fondo della risposta di Locke.

Considerò il dovere politico generale dell'uomo come una semplice obbedienza scrupolosa, cioè l'adeguatezza dell'uomo alla realizzazione degli scopi attribuitigli da Dio. Gli ordinamenti politici umani traggono, dunque, l'unica legittimazione dalla loro capacità di realizzare gli scopi divini, da qui due assiomi centrali del pensiero di Locke:

  1. l'idea che "la candela posta in noi (da Dio riguardo i suoi scopi per gli uomini) brilla con sufficiente luce per tutti i nostri scopi";
  2. l'idea forte dell'iniquità dello spreco.

IL PENSIERO POLITICO DI JOHN LOCKE

Le società in cui vivono gli uomini hanno regole codificate ed informali e gli uomini possono conoscerle e riconoscerne lo specifico carattere storico. Sia le leggi che i valori sono artefatti storici, espressi per mezzo del linguaggio e preservati così attraverso il tempo da una generazione all'altra.

linguaggio è un materiale convenzionale. Sorge ilProblemi del linguaggio problema di come gli uomini possano imparare a parlarecoerentemente di questi valori e leggi e, soprattutto, dicome possano sventare il rischio che il vocabolario moralegià esistente non finisca con essere esso stesso lacoscienza morale della maggior parte dell’umanità (in altreparole, come si evolve la coscienza morale, se bisognaesprimerla sempre con lo stesso vocabolario).Inoltre occorre tenere presente come non solo il linguaggioLegge di natura come morale sia stato contaminato dalla storia, ma anchesoluzione alla contaminazione l’insieme dei concetti morali stessi. Per rettificare questidella storia difetti è necessario trovare qualche criterio per la condottamorale degli uomini al di fuori della storia, di qui lanecessità di una legge di natura.Lo stato di natura non è, quindi, una condizione asociale,ma astorica. Si tratta dello stato in cui gli uomini

Sono posti da Dio. Lo stato di natura è un tema della riflessione teologica, non di quella antropologica. In tutte le sue opere, successive ai primi due scritti politici, Decristianizzazione della Locke cerca però di compiere un'azione di società umana decristianizzazione della società, intesa nel senso che nella visione lockiana niente della società umana possiede una natura trascendente al di fuori del solo impulso a vivere in società con altri uomini. Questo impulso non è una semplice conclusione della ragione, ma piuttosto una disposizione biologica specifica.

Nonostante questo tentativo di decristianizzazione, però, è innegabile come l'intera struttura del ragionamento dei due trattati sia satura di assunzioni proprie del cristianesimo, prima tra tutti l'idea di uguaglianza tra gli uomini.

Locke affronta, tra l'altro, il problema di voler combinare una legge divina positiva particolare con una teologia naturale.

universalistica isolando la prima da ogni possibile conseguenza pratica per la politica e procedendo all'esposizione della teologia naturale. Il progetto di Locke, al di là delle influenze cristiane, Astoricità dello stato di natura consisteva nell'escogitare un criterio fuori dalla storia, in base al quale giudicare lo statuto morale della struttura politica presente. Il pensiero politico di John Locke E se ciò di cui si ha bisogno è un criterio al fuori della storia in base al quale giudicare le idee morali di questa, i primi stadi dello sviluppo storico difficilmente sembrano manifestare la purezza necessaria. Inoltre nessun periodo della storia della società poteva servire come criterio normativo per un altro. Lo stato di natura, quindi, in realtà non ha, per Locke, letteralmente alcun contenuto empirico transitivo, poiché una specificazione empirica sarebbe stata di per sé una contaminazione da parte della storia e la funzione.

L'analitica del concetto consiste appunto nella sua astoricità. Inutilità di elementi storici per Concentrandosi, poi, su un piano più concreto risultala confutazione di Filmer evidente come Locke fondi la sua tesi su una posizione astorica, non tanto perché egli non avesse interesse nel produrre anche una sua propria filosofia della storia, ma più semplicemente perché quasi nessun elemento storico gli era necessario per confutare le posizioni di Filmer.

Il nucleo della posizione di Filmer, infatti, fonda l'autorità unitaria e indivisibile di Adamo sulla base di un rapporto di continuità logica con le numerose autorità successive nel mondo. Tutto ciò che Locke doveva fare per confutarlo era mostrare che ci poteva essere un caso nella realtà sul quale nessuna autorità positiva aveva la giurisdizione. Questa situazione si verificava in modo classico nelle relazioni tra sovrani (infatti relazioni internazionali).

Esempio di stato di natura e l'unico elemento storico di cui Locke aveva bisogno per dimostrarla era la pluralità di autorità politiche sovrane territoriali sulla faccia della terra.

Stato di natura Dunque, ritornandoci, lo stato di natura è una condizione di diritto e la legge che lo governa è una legge di natura fondata sulla teologia. Si tratta di uno stato di eguaglianza e di libertà nel quale gli uomini si confrontano tra di loro nella comune condizione di creature di Dio senza autorità intrinseca degli uni sugli altri e senza il diritto di limitare il comportamento altrui rispetto alla legge. Ma sebbene esso sia uno stato di libertà, non è uno stato di licenza: per quanto sia apolitico non è amorale.

Coloro che abbandonano la le

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A.A. 2023-2024
36 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ellyfly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Schino Annalisa.