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CAPITOLO VII
Idee semplici che derivano dalla sensazione e dalla riflessione: piacere o diletto e
dolore o inquietudine, potere, esistenza e unità.
teologico lockiano: dio ci ha dato un mondo che alcune volte è
provvidenzialismo
spiacevole per farci accorgere di ciò che c’è di bello
Le idee semplici sono la base della nostra conoscenza (es. lettere alfabeto)
CAPITOLO VIII
Introduce le differenza tra le qualità primarie (oggettive) e le qualità secondarie
(soggettive)
=>Galileo: qualità oggettive vs qualità soggettive
Locke scosta l’attenzione dall’oggetto al soggetto, vede la distinzione dal punto di
vista del soggetto(come il soggetto forma le idee)
7. distinguere le cause che mi portano a distinguere tra le diverse qualità
- Qualità secondarie: cose che colgo dalla realtà
Le idee son dentro di me, le qualità sono fuori di me e sono quelle caratteristiche che
hanno il potere di produrre dentro di me un’idea
Qualità primarie: le impressioni che creano nei miei sensi riflette la natura reale.
Creano idee semplici: solidità, estensione, figura, movimento/ riposo e il numero
Le qualità primarie sono similitudini, mentre le idee provocate da qualità secondarie
non presentano
similitudine (es. insulto fisico- dolore)
Qualità secondarie: non rispecchiano la natura dell’oggetto ma derivano da
quelle primarie che non riesco a togliere
CAPITOLO IX
La percezione è la più semplice idea che abbiamo dalla riflessione, è la prima facoltà
dello spirito esercitata sulle nostre idee
passiva rispetto alle sensazioni
è
Non ci possono essere percezioni se non ci sono sensazioni
11. anche gli animali sono in grado di creare forme di pensiero, ma la grande
differenza è che non essendo provvisti di linguaggio, hanno capacità più deboli perché
non riescono ad andare oltre l’immediatezza (Hobbes), Locke attenua questa
differenza attribuendo la percezione agli animali
=> qui Locke non vede la differenza tra uomini e animali
CAPITOLO X
Contemplazione: memoria che mantiene sensazioni o impressione collegata =>
memoria che sbiadisce
Memoria: potere di mantenere le idee => deposito delle idee
Se le idee non vengono ripetute si perdono, la memoria non si può ricordare tutto ciò
che vorrebbe
Anche altri animali oltre l’uomo hanno la memoria (diverso da Hobbes)
CAPITOLO XI
Si può distinguere tra le varie idee.
Punto di contatto con il cartesianesimo: Locke sembra accettare il concetto di evidenza
come criterio di verità e sembra accettare l’idea che la ragione, intesa come buon
senso, consista nella capacità di distinguere il vero dal falso
Punto di distanza da Cartesio: questo non vuol dire che questi principi che mi
permettono di cogliere le cose siano innati, ma sono meccanismi che si acquisiscono
nel tempo
Lezione 6
CAPITOLO XII
Esistono innumerevoli idee complesse. Le idee semplici possono essere riportate sotto
3 capi:
Modi: considerate come dipendenze o affezioni delle sostanze
- modi semplici
- modi misti
Sostanze: rappresentano cose particolari distinte che sussistono di per sé
- singole
- collettive
Relazioni: confrontare un’idea con un’altra
CAPITOLO XIII
Tratta di fisica moderna, facendo un passo avanti rispetto a quella precedente
(Cartesio), tuttavia non riesce a cogliere totalmente la rivoluzione (dice Pacchi)
Idea di spazio: si rifiuta di pensare la materia con l’estensione e arriva a delineare
l’esistenza di uno spazio vuoto
Spazio come contenitore di corpi
Ammette l’esistenza di uno spazio vuoto
Lo spazio può essere definito come relazione tra corpi
Da qui si forma l’idea di distanza, e dalla distanza si crea l’idea di luogo
polemico sono i cartesiani che riconoscevano la sostanza divina, la
l’obiettivo
sostanza estesa e la sostanza persuasiva
Locke oscilla tra un’idea di spazio come relazione ed un’idea di spazio come
contenitore
CAPITOLO XIV
Qui discute l’idea di tempo. Sottolinea la dimensione soggettiva del tempo, questo si
discosta da una visione universale.
I movimenti lenti non sono colti dal tempo, allo stesso modo non sono colti nemmeno i
movimenti troppo veloci.
Ciò che riesco a cogliere in questo mondo è solo una parte ristretta.
Anche l’eternità non ha un’origine innata.
Vedendo il movimento del sole riesco a farmi un’idea del tempo e anche dell’eternità:
si crea addizionando i momenti e nasce a seguito dell’idea di durata finita
CAPITOLO XV
Si può pensare ad infinità di spazio perché non corrisponde con la materia:
dio= infinito
anche se abbiamo un strumento finito, riusciamo a cogliere spazio e tempo come
infiniti
Locke ragiona su come possiamo mettere insieme idea di durata e estensione
Da una parte mostro come posso mostrami idea di spazio infinito immaginando di
poter esprime la concezione del tempo, come dio e eterno e insieme a dio posso
pensare l’infinità del tempo posso penare l’infinita dello spazio che. Non corrisponde
alla materia
5.siamo partiti da dimensione soggettiva, che ci permette di descrive tempo e spazio
infiniti mente ora siamo in una dimensione oggettiva che non ci permette di arrivare al
carattere infinito Modello con cui formiamo idea di tempo e spazio e analoga a quella
con cui numeriamo
Mentre ci sono i numeri naturali pero non esistono le unita id misura naturali e questo
rende piu complicato arrivare a comprendere e conoscere le unita id misura
CAPITOLO XVI
L’idea di numero è semplice ed universale. Il numero è ciò di cui ci serviamo per
misurare tutto ciò che è misurabile
CAPITOLO XVII
Il modo in cui noi ci sforziamo di definire dio non è un’idea innata, ma possiamo
attribuirgli le caratteristiche estendendo all’infinito nozioni che solitamente diamo ad
oggetti della nostra esperienza
= ente che non ha limiti
CAPITOLO XVIII – da fare da sola
CAPITOLO XIX - da fare da sola
CAPITOLO XX – da fare da sola
Lezione 7
CAPITOLO XXI – da fare, sul potere
CAPITOLO XXII
Lo spirito è attivo nelle idee complesse, cioè le può creare attraverso la combinazione
di idee semplici; nelle idee semplici è passivo in quanto non le può creare. Le idee
complesse non necessariamente rispecchiano fatti reali, ma i nomi sono l’esito/
l’etichetta che apponiamo a idee che formiamo mettendo insieme quelle semplici =>
non sono uguali in tutti i luoghi e in tutte le persone (7)
CAPITOLO XXIII
L’origine dell’idea di sostanza in noi è oscura. Noi conosciamo l’essenza nominale,
ma che cosa tenga insieme veramente le cose non lo sappiamo e forse non lo
sapremo mai => no conoscenza ultima
Es. dell’elefante poggiato sulla tartaruga, poggiata su qualcosa di ignoto
- Idee qualità primarie: conoscenze scientifiche => misurabilità
- Sensibili secondarie: dipendono dalle precedenti e non riflettono le qualità che
rimangono occulte
12. Locke introduce dio, e afferma che esiste qualcosa di provvidenziale. L’idea di Dio
è una sostanza, ed in quanto tale è inconoscibile => di dio conosco solo i termini con i
quali lo definisco
L’dea di dio è un’idea complessa di sostanza, ed è come tutte le altre sostanze nella
sua essenza inconoscibile
CAPITOLO XXIV
Lo spirito forma le idee collettive delle sostanze tramite il potere di composizione
la trattazione delle idee di sostanza
chiude
CAPITOLO XXV – idee di relazione
Idea di marito: presuppone l’esistenza di due idee di sostanza con le quali istituisco la
relazione. Se una delle sostanze cessa di esistere, cessa di esistere anche la relazione.
CAPITOLO XXVI
Qui si concentra sulla relazione causa – effetto . Locke inizia a dubitare sul concetto di
causalità ed introduce il concetto di occasionalismo
- Causa: ciò che produce qualsiasi idea semplice/ complessa
- Effetto: prodotto creato
È il capitolo più lungo del libro, ed è un capitolo che verrà sempre modificato nelle 5
diverse edizioni = non è un capitolo coerente
L’idea di potere è un’idea semplice che ricava dall’osservazione dei cambiamenti, che
sono prodotti da qualcosa che ha il potere di modificarli e oggetti che hanno il potere
di essere modificati (poteri attivi e poteri passivi) => poteri passivi: pensare, vedere
L’idea chiara e distinta del potere attivo la ricaviamo dall’idea di riflessione quando
solo volendolo diamo inizio ad un azione che prima non esisteva (movimento corporeo
o azione della mente)
La volontà concerne un’azione della mente; la volizione è l’atto stesso; l ‘azione
volontaria
libertà è contrapposta alla necessità
La
La distinzione tra libertà e volontà è fondamentale in questo capitolo perché Locke li
definisce come due poteri
- Volontà: potere di scegliere un’azione
- Libertà: potere di realizzare un’azione
Questi due poteri sono distinti e appartengono soltanto all’uomo; essendo due poteri
non possono appartenere uno all’altro (la libertà non può essere associata alla volontà
o viceversa). Essendo due poteri distinti, anche i loro contrari sono distinti ma possono
essere complementari (es. volontà e necessità)
=>Locke vuole criticare coloro che concepiscono la libertà dell’uomo come una
libertà di indifferenza
L’uomo è davvero libero se può scegliere tra tutte le opzioni possibili = non possiamo
ritenere responsabile un uomo se l’azione che ha compiuto era l’unica che poteva
compiere
Locke sostiene che le condizioni di costrizione a cui un individuo è sottoposto non
scusa la gente = anche nella necessità ci può essere volizione
Locke vuole sostenere che la volontà non è mai libera, ma è sempre determinata
49. la libertà è sempre determinata dal risultato di un processo deliberativo (ultimo
decreto dell’intelletto), questo non significa che la scelta finale sia sempre razionale e
corretta.
L’intelletto è fondamentale perché ci permette di individuare i mezzi, i fini, prevedere
le conseguenze delle azioni, ma questo non motiva il soggetto a perseguire
determinate azioni.
Una delle modifiche tra la 1 e la 2 edizione è la teoria della motivazione:
- 1 edizione: ritenev