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LA VIA DELL'ESSERE: PARMENIDE

• Parmenide è antidemocratico, poco propenso all'apertura e ai cambiamenti;

• Fonda la scuola di Elea nel VI secolo a.C., scuola filosofica che rappresenta una punta di diamante per la Magna Grecia e che è avversaria della scuola di Eraclito; è una scuola, infatti, che dà vita ad una contrapposizione filosofica: tra essere che diviene (Eraclito) e l'immobilità dell'essere parmenideo. Nella scuola di Elea si entra con autorizzazione dei filosofi-guida, c'è una rigida selezione, è aristocratica e si scontra con i mutamenti dell'epoca (viaggi, commerci, tecnologia, apertura politica), è una scuola dai valori tradizionali;

• Teorico dell'immutabilità dell'essere: l'archè è l'essere:

Punto di partenza: provare a comprendere la realtà/verità più intima delle cose: la verità si cela nell'apparenza.

Delle cose e i sensi non ci conducono alla conoscenza vera della realtà. La vera realtà è ben altra rispetto a come si manifesta ai nostri sensi e per gli eleatici bisogna cogliere la via che permette di cogliere il vero senso della realtà. Il sentiero/via è la ragione: alla verità dei sensi (bianco, freddo, caldo, duro) si contrappone la vera realtà cioè la verità della ragione: la ragione coglie quello che i sensi non colgono; il logos va al cuore delle cose e permette di comprendere la realtà. La ragione comprende la realtà, la pensa in modo tale da renderla immutabile e perfetta. Noi percepiamo la realtà in due modi --> con i sensi e poi con la ragione. Ma non tutti gli uomini sanno usare la ragione correttamente, infatti, la maggior parte si limita all'uso dei sensi, quindi, serve una svolta logico-razionale per la comprensione della realtà. Parmenide sarà autore di

un'ontologia metafisica -> studia l'essere come sostanza ed è un essere che va al di là della natura, dell'empiricità. Fonda quindi una prospettiva filosofica ontologica metafisica che va appunto al di là della natura. Quello di Parmenide è un essere che diventa un sostantivo -> essere sostantivato: l'essere in quanto tale che viene studiato dalla ragione in modo puro: sostanza sostantivata (l'essere puro). Esistono due sentieri per conoscere la realtà: sentiero dell'opinione e quello della verità che si percorre con la ragione. Ci presenta il suo pensiero con un'opera, un poema che si apre con l'immagine del sentiero della verità: racconta quindi come è giunto alla verità. Il sentiero della verità è in salita quindi lui è asceso alla verità e ha intrapreso un percorso salendo verso questa. La verità che coglie è che

l'essere è. L'unica verità è che l'essere è, ma se l'essere è, il non essere non può essere. L'essere è e in quanto tale, non può non essere altrimenti si contraddice; così il non essere in quanto tale non può essere, altrimenti si contraddirebbe. = definizione logico-razionale. Il sentiero della verità ci porta a questa definizione: pilastro dell'ontologia parmenidea. Fondatore della logica antica: dire che l'essere è e non può non essere significa partire dal principio d'identità cioè A è uguale ad A. Se una cosa non può anche essere il contrario di ciò che è, per questo non può non essere. Partendo da questa definizione, propone attributi/caratteristiche/qualità dell'essere. L'essere è un concetto astratto di una cosa che rimane astratta (=cioè l'essere). Che

Cos'è l'essere? Che caratteristiche ha? --> Attributi dell'essere cioè i modi di essere dell'essere che derivano dalla definizione di essere e dunque argomentati attraverso la ragione. Dà spiegazioni antitetiche cioè mostra l'opposto di ciò che l'essere è. Modi di essere dell'essere:

  • Ingenerato: perché se fosse generato, cioè se nascesse, prima non ci sarebbe e poi ci sarebbe; ma poiché il non essere non è possibile che sia, esso è sempre. La generazione implica il passaggio dal non esserci all'esserci ma siccome il non essere non è possibile che sia, esso è sempre. Dunque, non deve nascere, deve sempre essere, è eterno.
  • Imperituro: perché se morisse passerebbe dall'essere al non essere. Esso è eterno perché se nascesse e morisse implicherebbe un intervallo un passaggio.
  • Immobile: se si muovesse passerebbe da un

luogo A ad un luogo B, ma quando è nel luogo B, non è più nel luogo A ma poiché il non essere non è possibile che sia, esso è immobile perché se si muovesse implicherebbe un intervallo di non essere. Mai si muove.

Immutabile: perché se mutasse, si trasformerebbe da giovane a adulto, ma l'adulto non è più giovane e il giovane non è ancora adulto; dunque, cambiare implica un passaggio dall'essere al non essere. Esso è uguale a sé stesso, immutabile.

Omogeneo/completo: perché se fosse il contrario implicherebbe delle diversità. Esso è uguale in tutte le sue parti.

Finito/completo: perché se fosse infinito/manchevole, conterrebbe il non essere. La mancanza e la limitatezza implicano il non essere.

Necessario: perché se fosse possibile (contrario) sarebbe non essere: perché se è possibile una cosa vuol dire che non è possibile l'altra.

È necessariamente quello che deve essere.- Unico: la molteplicità contiene il non essere, ma poiché il non essere non è possibile che sia,esso è unico.In questi termini, sta delineando un essere divino, un essere perfetto, non un Dio di una religione, mauna perfezione divina. Se dovesse avere una forma sarebbe sferica perché la sfera è una formageometrica completa, non espandibile, perfetta = essere ontologicamente perfetto, necessario. Questoessere perfetto non è nel mondo, è una costruzione logico-grammaticale ed è alla base dellescienze/matematica; l’essere perfetto lo si ritrova nel ragionamento ma nella realtà della natura nonc’è. Il suo è un essere assoluto. L'immutabilità logica di cui parla è l’essere autentico, perfetto, eterno,che permane, vero che risponde a tre principi: principio d’identità (A è uguale ad A), principio dinon contraddizione (A non può essere contemporaneamente A e non-A) e principio del terzo escluso (o A o non-A).contraddizione (dato A e B o A è uguale a B o A è diverso da B), principio del terzo escluso (dato A e B o A è uguale a B o A è diverso da B o non può essere uguale a C) ma la terza via non c'è---> propone una visione rigida dell'essere che pochi possono condividere perché il mondo in cui viviamo è il mondo del mutamento. L'essere è l'immutabilità ed è perfetto, le cose empiriche sono soggette al cambiamento ma sono illusorie per Parmenide perché tutto ciò che muta è apparenza. L'essere è la legge ontologica (attributi sono quelli che i filosofi religiosi attribuiscono a Dio) e il suo essere è un essere ultramondano che va oltre alla fisica, oltre alla metafisica. L'essere che ha teorizzato va oltre alla natura, non è nel mondo in cui viviamo perché il mondo in cui viviamo è il mondo del cambiamento. Elabora quindi la terza

via: tra l'essere che è e il mondo illusorio c'è una terza via, quella della filosofia, dell'esercizio della ragione, che è il mondo del verosimile che ci porta ad avvicinarci alla verità--> l'obiettivo dell'uomo-filosofo è avvicinarsi al vero e il vero è al di là di questo mondo. Come cogliere la verità? Solo attraverso l'esercizio del logos, che ci permette di cogliere la verità. Tra la verità e l'opinione del tutto cambia, vi è l'opinione plausibile, che parte dal fatto che viviamo in un mondo che muta, coglie questo e ci si eleva alla conoscenza che vi è un'altra dimensione dell'essere cioè quello che permea per sempre.

Poema "Sulla Natura": incompleto ma ne possediamo diverse parti; a partire da questo si cerca di ricostruire il suo pensiero. Nel proemio già si vede la natura divina del sapere che possiede

Parmenide: il sapere deriva dagli dèi; è un uomo prediletto dalle divinità, le cavalle infatti lo conducono verso la porta del sole ad Elea: racconta la sua ascesa al cielo attraverso un carro trainato da cavalli. Gli dèi lo hanno scelto come depositario della verità (non scelgono tutti gli uomini per questo). La porta verso il sole è imponente perché la strada che porta alla verità è faticosa. Le chiavi per la verità sono affidate alla Giustizia (dea Diche), ciò che dà equilibrio all'universo, lo armonizza; oltrepassata la porta giunge al cospetto di una divinità, non dice quale di preciso, ma sono divinità che lo illuminano. È filosofo della Verità, è un servitore della Verità: la verità è sferica, ha la forma di una sfera, è rotonda perché per essere completa non ha bisogno di nulla, è perfetta (non a caso gli attributi dell'essere).

Dove c'è verità non c'è opinione (doxa): lui ha avuto la fortuna di abbandonare la strada dell'opinione. La maggior parte degli uomini percorrono il sentiero dell'opinione, pochi s'innalzano alla verità. La verità è che l'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere, in molti non colgono questa verità. Ciò che non è, la via del non essere, non solo non è camminabile, ma non è pronunciabile. Il non essere di cui parla è il NULLA. Il nulla non è, non si può parlare di questo perché non esiste, non è.

SOSTENITORI DI PARMENIDEZENONE (VI-V secolo a.C.)

  • difensore delle teorie di Parmenide che difende l'esistenza dell'essere assoluto, essere immutabile, unico e indivisibile;
  • per difendere dall'attacco dei pitagorici, secondo cui l'essere non è unico ma molteplice
n comune e sembra contraddire la logica. Zenone, seguace di Parmenide, sostiene che l'essere è uno e immutabile, contraddicendo così la teoria degli Eraclitei secondo cui l'essere è in continuo divenire. Per dimostrare la sua tesi, Zenone elabora 44 paradossi logico-matematici che rimarranno irrisolti per secoli.
Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Francesca237 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Di Giovanni Piero.