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SELEZIONE SESSUALE
Come, allo stato domestico, compaiono talvolta determinate particolarità in uno dei sessi e diventano in esso ereditarie, così sicuramente accade allo stato di natura. È quindi possibile che i due sessi siano modificati dalla selezione naturale, in relazione a differenti abitudini di vita, come talvolta accade; oppure, che un sesso sia modificato in relazione all'altro, come avviene comunemente. Ciò mi induce a parlare brevemente di quel fenomeno che io ho chiamato "selezione sessuale".
Questo tipo di selezione dipende non dalla lotta per l'esistenza contro altri esseri viventi o contro le condizioni esterne, ma dalla lotta degli individui di un sesso, generalmente maschi, per il possesso delle femmine. Il risultato di questa lotta non è la morte del vinto, ma la mancanza di discendenti o il scarso numero di essi. La selezione sessuale è quindi meno rigorosa della selezione naturale. Generalmente i maschi
più vigorosi, che sono più idonei al posto loro assegnato nella natura, lasciano progenie più numerosa. Ma, in molti casi, la vittoria dipende non tanto dal vigore generale, quanto dal fatto di avere speciali armi, che solo il maschio possiede.[...]
con tutto ciò, la selezione sessuale può fornire loro speciali mezzi di difesa, come la criniera al leone, le zanne al cinghiale[...]
se l’uomo può conferire in breve tempo bellezza ed elegante portamento ai galli Bantam, a seconda del suo ideale estetico, non vedo ragioni per dubitare che le femmine degli uccelli possano ottenere un effetto notevole, scegliendo nel corso di migliaia di generazioni i maschi più belli e dal canto più melodioso, a seconda del proprio ideale di bellezza.[...]
Ritengo che, quando maschi e femmine di un animale hanno le stesse abitudini generali di vita, ma differiscono nella struttura, nel colore, o negli ornamenti, tali differenze siano dovute principalmente
alla selezione sessuale, al fatto cioè che nel corso delle generazioni certi maschi abbiano avuto qualche piccolo vantaggio su altri maschi, così che i mezzi di offesa e di difesa, o di attrazione, si siano trasmessi soltanto ai loro discendenti di sesso maschile. Non intendo però attribuire a questa causa tutte le differenze sessuali, perché nei maschi dei nostri animali domestici vediamo sorgere particolarità che diventano ereditarie, e non sembrano essere state aumentate dalla selezione operata dall’uomo. La selezione sessuale è una forma di selezione naturale in cui un sesso preferisce una caratteristica specifica in un individuo dell'altro sesso. Questo meccanismo servì a Darwin per spiegare l’evoluzione, nei maschi di molte specie, di una serie di caratteristiche dannose o inutili ma particolarmente appariscenti: La sua ipotesi era che questi caratteri consentissero a chi li possedeva di competere meglio con i membri dello stesso sesso e di attrarre i partner sessuali.stesso sesso per la conquista del partner (selezione intrasessuale), oppure di risultare più attraente agli occhi dei membri dell'altro sesso (selezione intersessuale). Darwin trattò la selezione sessuale separatamente dalla selezione naturale perché capì che si trattava di due meccanismi ben distinti, e talvolta contrastanti: mentre la selezione naturale favorisce i caratteri che aumentano la capacità di sopravvivenza, la selezione sessuale riguarda soltanto il successo riproduttivo.
Ovviamente un animale per arrivare a riprodursi deve sopravvivere, ma se sopravvive e non si riproduce, non dà alcun contributo alla generazione successiva. È dunque possibile che la selezione sessuale favorisca alcune caratteristiche capaci di accrescere la capacità riproduttiva del portatore, anche se ne riducono la capacità di sopravvivenza. Un esempio di carattere che Darwin collegò alla selezione sessuale è l'enorme coda.
del maschio dell'uccello vedova gigante, che vive in Africa e ha una coda più lunga della testa e del corpo messi insieme. Per dimostrare che l'evoluzione della coda dell'uccello vedova è stata guidata dalla selezione sessuale, l'ecologo svedese Malte Andersson nel 1982 catturò alcuni esemplari maschi e ne alterò la lunghezza della coda. Ad alcuni la accorciò tagliandone via un pezzo, ad altri la allungò incollandovi delle penne in più e ad altri ancora, che facevano da gruppo di controllo, la tagliò e poi la rincollò senza modificarla. Tutti i maschi, tanto quelli a coda lunga quanto quelli a coda corta, erano capaci di difendere il loro territorio di corteggiamento, a dimostrazione che la lunghezza della coda non incide sulla competizione tra maschi. Tuttavia, i maschi con la coda allungata artificialmente attraevano circa il quadruplo delle femmine dei maschi con la coda accorciata. Ma perché le?Femmine di uccello vedova dovrebbero preferire i maschi con la coda lunga? La ragione è che un maschio che si può permettere di sviluppare e conservare una caratteristica così "costosa", nonostante la riduzione di capacità di volo che essa provoca, deve essere per forza sano e vigoroso. Una caratteristica costosa fornisce un indizio attendibile per riconoscere gli individui realmente dotati di buone qualità riproduttive dagli individui che bluffano.
ESEMPIO DI SELEZIONE NATURALE
Prendiamo il caso di un lupo che si nutra di differenti animali, catturandone alcuni con l'astuzia, altri con la forza, altri ancora con l'agilità, e supponiamo che la sua preda più veloce, in seguito a cambiamenti avvenuti nella regione, sia divenuta più numerosa, o che le altre prede abituali del lupo siano diminuite durante la stagione dell'anno in cui il lupo è maggiormente stimolato dalla fame. In tali circostanze i lupi
più veloci e più agili avranno maggiore probabilità di sopravvivere e saranno quindi mantenuti in vita o selezionati. Si noti che, nell'esempio precedente, ho parlato di lupi più snelli come individui, e non di una qualche particolare varietà ben distinta che possa essersi conservata [...]
se nascesse un individuo provvisto di una variazione che gli desse probabilità di sopravvivenza doppia rispetto a quella degli altri individui, esso avrebbe tuttavia forte probabilità di soccombere. Supponiamo che sopravviva e si riproduca, e che una metà dei suoi nati ereditino la variazione favorevole: i figli, come l'autore dimostra, avrebbero una probabilità leggermente maggiore di sopravvivere e di riprodursi; e tale probabilità andrebbe diminuendo nelle generazioni successive [...]
esso avrebbe tuttavia scarse probabilità di poter perpetuare la propria specie soppiantando la forma comune. Ma [...]
In tali casi, se la
variazione fosse di natura vantaggiosa, la forma originale sarebbe ben presto soppiantata da quella modificata, per effetto della sopravvivenza del più adatto. Ritornerò più avanti sugli effetti che hanno gli incroci nell'eliminare variazioni di ogni tipo. Ponendo l'esempio di un lupo, il quale, in seguito all'incremento delle prede più veloci o alla diminuzione di tutti gli altri animali che sono per lui fonte di nutrimento, deve necessariamente superare in agilità la sua vittima per sopravvivere; è evidente che nel caso in cui il lupo riuscirà a superare in agilità la preda sarà in grado di sopravvivere e riprodursi trasmettendo questa disposizione alle generazioni successive, mentre nel caso in cui sarà la preda ad essere più veloce, perirà, venendo infine eliminato dalla selezione naturale. Darwin precisa inoltre che la differenza tra lupi veloci e lupi lenti non è quella chedifferenziale- così chiamate dai naturalisti- varietà originarie, ma dipende dalla variabilità individuale di ciascun lupo: la selezione opera dunque favorendo quelle variazioni casuali che risultano più o meno vantaggiose all'individuo e alla conservazione della specie in generale: inizialmente un esemplare dotato di un carattere vantaggioso assente nella forma comune, riproducendosi avrà la metà percentuale che i figli ereditino la stessa variazione, tuttavia coloro che varieranno in maniera vantaggiosa riusciranno poi, per mezzo della selezione, a soppiantare la forma comune. Qui mi limiterò a osservare che la maggior parte degli animali e delle piante rimane fedele alla propria abitazione, e non se ne allontana senza necessità; Di conseguenza, ogni varietà di formazione recente da principio sarà generalmente locale, come sembra essere la regola generale per le varietà allo stato di natura; così che gli
individuimodificati in modo simile formeranno presto piccoli gruppi, e spesso si riprodurranno fra diloro. Se la nuova varietà dovesse affermarsi nella sua lotta per la vita, essa si diffonderebbelentamente da una zona centrale, lottando vittoriosamente con individui che non hannosubìto cambiamenti, lungo i margini di un cerchio sempre più grande.
le varietà allo stato dinatura, al fine di consolidare i caratteri acquisiti, tenderanno ad accoppiarsi tra di lororimanendo nei pressi onde quella variazione si era sviluppata (per questo le specie incipienti hanno un carattere locale). nel caso in cui una varietà abbia successo, potrà poidiffondersi aldilà del territorio nativo.
Alcune piante secernono una sostanza zuccherina di cui sono assai ghiotti gli insetti; ma le loro visite non apportano alcun beneficio alla pianta. Supponiamo ora che il succo siasecreto dall’interno dei fiori di un certo numero di piante, di una qualunque specie.
Ma ritorniamo al nostro caso immaginario: non appena una pianta è divenuta così attraente per gli insetti che il suo polline viene regola