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Alciato capì che era necessario un trattato specifico al fine di sviluppare adeguatamente i problemi
dell’ ermeneutica con particolare riguardo alle esigenze della scienza giuridica.
Quel trattato avrebbe dovuto fare da apripista per tutta una serie di opere che in qualche modo
ricostruissero il diritto romano giustinianeo e lo rileggessero secondo le moderne categorie
filologico-umanistiche.
Era necessario semplificare,chiarire,razionalizzare, e questo soltanto un giurista umanista poteva farlo
con qualche speranza di successo.
La necessità di tagliare una così enorme moltitudine di opere
Tantam librorum multitudinem resecare(
dottrinali) era sostenuta anche da un altro giurista umanista italiano, Giovanni Nevizzano, che
proponeva l’integrazione del corpus iuris con un testo che risolvesse le questioni più intricate e
controversie.
L’italia che aveva creato la cultura rinascimentale mantenne nella scienza giuridica una forte
continuità con la propria tradizione medievale di diritto comune.
L’ umanesimo giuridico entra comunque a par parte del bagaglio dei giuristi la quale,cureranno
maggiormente il loro latino,si porranno problemi filologici, problemi di inquadramento storico,si
professeranno fautori della brevitas e della chiarezza e nemici delle sottigliezze e dei funambolismi
dialettici fini a se stessi.
e) l’umanesimo giuridico in europa , con particolare riguardo alla francia
L'umanesimo giuridico fu un fenomeno europeo.
La Spagna si mantiene appartata, ma non la Germania e più tardi anche i Paesi Bassi.
I giuristi tedeschi si caratterizzano per il loro conservatorismo, che salvaguarda molti aspetti del
bartolismo formalmente in uso in area tedesca,soprattutto dopo la recezione formale del diritto
comune da parte del tribunale camerale dell’impero, che giudicava secondo il diritto comune
dell’impero.
È però in Francia che troviamo la pienezza dell'umanesimo giuridico.
Anche nel 400 la Francia aveva conosciuto sussulti umanistico-giuridici.
L’umanesimo giuridico francese è caratterizzato da tre indirizzi principali:
I. Indirizzo filologico
Massimo esponente ne fu Jacques Cujas, eccellente nell’esegesi analitica e nella critica del
testo, con una raffinatissima cultura filologica.
II. Indirizzo sistematico
Ne furono esponenti Connan e Doneau, e accanto a loro non mancarono giuristi che si
proposero opere di sistemazione enciclopedica.
Ad esempio il Catalogus gloriae mundi, fu il tipico prodotto dell’enciclopedismo
rinascimentale , che si incentrava sull’onore, problema per la definizione interdisciplinare e di
vastissimo successo nella pubblicistica cinquecentesca.
III. La relativizzazione del diritto, la richiesta di un nuovo corpus e l’antitribonianismo
La storicizzazione e la relativizzazione dei prodotti giuridici condusse più di un autore ad
auspicare un nuovo diritto per il presente , sulla falsariga di Giustiniano.
Se questi avevano potuto produrre il corpus iuris civilis , il re di francia avrebbe potuto fare
altrettanto.
Ma questo processo del diritto condusse ad esiti ancora più radicali nell’opera di Francois
Hotman, autore di una delle opere più celebre dell’umanesimo giuridico, in cui andò a
rappresentare una vera e propria summa : in
Antitribonian ou discours sur l’estude des loix,
cui criticava ferocemente il corpus iuris civilis sotto tutti i profili formali e sistematici.
Di fatto quindi la francia divenne terra dell’umanesimo giuridico per eccellenza , ma le guerre di
religione segnarono la fine del primato francese .
Dell’umanesimo giuridico sarà erede la “scuola elegante” olandese, che proseguirà lungo tutto il 600 e
oltre.
2.Declinazioni umanistiche
a) La giurisprudenza elegante olandese
Il metodo umanistico trovò terreno fertile anche nei paesi bassi.
La costituzione dell’università olandese di Leida pose le basi per la recezione del metodo
storico e filologico che la scuola francese aveva perfezionato ad elevato modello da imitare.
Nei giuristi olandesi del seicento, emerge con forza un approccio incline alla verifica
dell’autenticità dei testi e una costante attenzione per le fonti antiche.
In un'area come quella olandese e tedesca, staccatesi da poco dall’impero cattolico , è
impegnata in un ‘espansione commerciale marittima, si sente il bisogno di ancorare la
giurisprudenza e finalità pratiche ed individuare norme ancorate al territorio in grado di
rispondere ai bisogni del tempo.
Emerge l’uso dei termini come , alludenti a quella parte del
ius hodiernum o ius modernum
diritto romano che poteva essere trattata come fonte giuridica applicabile ai nuovi tempi,
oppure come evocante la matrice nazionale di fonti giuridiche autoctone , diverse,
ius patrium
a quelle ereditate dalla grande tradizione romanistica.
In questo ambito, va ricordato in primo luogo l’opera di Arnold Vinnen , il Commentarius,
che ebbe uno straordinario successo per la sua idoneità a coniugare non soltanto
contestualizzazione storica e prospettiva sistematica, ma anche per il costante riferimento ai
diritti locali e alla consuetudini territoriali.
Poi abbiamo Voet, autore di un commentario alle , nel quale vengono esaminati
Pandette
anche il diritto attuale e le principali questioni forensi, in cui si affrontava anche lo studio del
diritto vigente ad uso della professione forense e giudiziaria.
b) l’Usus modernus Pandectarum
La metodologia dell'umanesimo di matrice francese si fece avvertire con forza anche in
Germania.
Nei territori tedeschi il diritto romano era stato fatto oggetto di una recezione indiretta,
attraverso la massiccia presenza di studenti tedeschi nelle università medievali italiane, e una
in occasione della creazione nel 1495 del Tribunale camerale
recezione diretta
imperiale,l’organo giudicante dell’impero, il quale era tenuto a giudicare applicando le norme
del corpus iuris civilis.
In germania si alimentò uno specifico indirizzo che prese l’appellativo di Usus modernus
Pandectarum,per indicare il trattamento attualizzante delle forti romane in funzione della
valorizzazione del diritto autoctono.
L’espressione viene dato dal titolo di un celebre libro di Stryk ,che aveva l’obiettivo di
enucleare dalle fonti romane norme e principi chiari e tra loro coerenti al fine di dare risposta
ai bisogni della pratica.
Ma l’usus modernus aveva un ulteriore valenza,destinata in futuro ad avere sviluppi decisivi
per la cultura giuridica tedesca.
Il riferimento è alla sviluppata propensione a indagare sul versante delle fonti giuri che del
passato,soprattutto di quelle di matrice diversa da quella romana.
Origini una serie di opere finalizzate alla ricerca,allo studio,alla storicizzazione e anche ad una
prima sistemazione dell’antico diritto germanico, nonché alle strutture pubblicistiche ereditate
dal mondo imperiale.
3. La fine dell’universalismo medievale e il nuovo mondo
a) paradigmi della modernità
Tra la fine del 400 e inizio 500,si assiste al tramonto di alcune certezze che avevano animato
l’uomo medievale e all’emersione di nuovi paradigmi,di conoscenza e di destino,individuale e
collettivo.
Proviamo a riassumere:
1. l’affermazione di realtà monarchiche di grande entità,alcune di antica
formazione,altre di più recente configurazione,che sviluppano una prima burocrazia
articolata sul territorio con funzioni relativamente definite.
Autori di rilievo abbiamo Niccoló Machiavelli,che nel “il principe”pone premesse per dare
autonomia alla dimensione squisitamente politica dell’agire umano, e Jean Bodin che nei “sei
libri della repubblica" comincia a definire i tratti di un potere sovrano assoluto.
2. . la rivoluzione culturale rappresentata dall’umanesimo pone la coscienza critica
individuale su un piano prioritario rispetto all’autorevolezza e all’autorità della
tradizione : nascita dell’uomo moderno che mediante gli strumenti di verifica affina la
sua consapevolezza cognitiva e definisce il suo orientamento d’azione.
3. I
nsieme alle 95 tesi affisse sulla porta del castello di Wittenberg,Martin Lutero
promosse la conoscenza diretta e individuale della bibbia traducendo il testo latino in
tedesco,violando quel principio autoritativo con cui la chiesa intendeva essere unica
e indiscussa detentrice.
Quest’ultima reagì alla diaspora protestante con il Concilio di trento,con il quale
vennero disegnati agli ambiti di un disciplinamento non soltanto squisitamente religioso,che
ebbe i suoi più immediati e marcati effetti nella penisola italiana.
4. importante è l’effetto che aveva avuto la caduta di costantinopoli ad opera dei turchi e
la definitiva fine dell’impero romano, da mille anni ormai localizzato nella parte
orientale del continente.
5. Il processo di uscita dalla cornice medievale fu accelerato anche da un’acquisizione
tecnologica destinata a cambiare per sempre l’umanità: stiamo parlando della stampa
a caratteri mobili,inventata nel 1455.
Le opere di ingegno destinate a quel numero ristretto di uomini e di donne che sapevano
leggere e scrivere, poterono godere di una diffusione inedita ma anche di una varietà di generi.
6. la novità più grande è la data imposta come passaggio dal medioevo all’età
moderna(1492)con la scoperta del nuovo mondo.
Si aggiunse in poco tempo alla conquista,sfruttamento intensivo delle risorse e degli uomini ,alla
concorrenza tra potenze dominanti per il controllo dei commerci e dei mari.
Dopo la Spagna e il Portogallo, nell'America , anche la Francia e l’inghilterra si accaparrarono la loro
parte di oltreoceano nell’area del Nord-America.
Il diritto fino ad allora studiato non poteva reggere a lungo le torsioni imposte dall’avvento
della modernità: occorreva quanto meno procedere sulla via della ridefinizione dei suoi
fondamenti legittimanti.
b) la scuola di salamanca
Il regno di spagna fu l’unione dei due regni di Castiglia e Aragona grazie al matrimonio tra
Isabella e Ferdinando ,nello stesso anno in cui si conclude la cacciata degli arabi nella
penisola iberica e prende avvio alla susseguente cristianizzazione forzata.
Per i re cristiani di spagna e per i loro sudditi si apre un XVI secolo di grande potenza e
splendore,il secolo d’oro, che culminerà con il nipote dei sovrani, Carlo d’Asburgo che nel
1530 avrà la corona teglia con quella ferrea di imperatore del sacro romano impero.
Nell’antica università di Salamanca emerge la figura del domenicano Francisco de Vitoria,che
diede vita alla “seconda scolastica”.
Si tratta di