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Andrea Alciato

1516 laurea in utroque iure a Ferrara (ma ha frequentato a Pavia e Bologna).

1517 ammissione al collegio dei giureconsulti.

1521 Papa Leone X gli concede il titolo di conte palatino con il connesso privilegio di creare dottori.

1522-1527 avvocato a Milano.

Fu docente ad Avignone, Bourges, Pavia, Ferrara. Alciato utilizza il metodo umanista per insegnare il diritto e porta l'umanesimo giuridico dalla Francia a Pavia. Egli ritiene che per comprendere il diritto romano bisogna comprendere le istituzioni politiche, per capire i contenuti del diritto privato bisognava capire l'architettura istituzionale. Egli è infatti il primo a studiare il diritto pubblico romano (=romanista).

La strategia di Alciato:

  1. Reintegrare i passi greci della compilazione giustinianea;
  2. Esaminare anche il diritto pubblico romano: nasce la storia del diritto;
  3. Emendare errori compiuti a causa della ignoranza della storia antica e della storia delle istituzioni romane;
  4. Confronto.

La Vulgata Bononiensis è una versione del diritto romano con testi risalenti a prima della normalizzazione bolognese e accursiana.

Il filone esegetico dell'umanesimo giuridico si occupa di recuperare il dettato originario attraverso la ricostruzione filologica del testo e poi attuare una contestualizzazione e storicizzazione per coglierne il significato autentico.

Storicizzare il diritto romano porta necessariamente a chiedersi se il diritto romano, essendo un prodotto storico, possa essere applicato. I glossatori e altri giuristi hanno applicato un diritto romano attualizzato alla realtà. Questa operazione è antistorica.

Cosa si deve applicare quindi? In Francia ci si allontana quindi dall'idea che il diritto romano debba essere applicato in tutta la Francia. A Bourges ci sono vari giuristi che fanno solo esegesi; uno dei giuristi che fa parte del filone esegetico e dell'indagine filologica dei testi romani è Jacques Cujas.

Applicazione del metodo esegetico:

Esempio di antinomie:

- Confessus pro iudicato habetur.

giudice in un'aula separata, senza la presenza delle altre persone coinvolte nel processo. Questo per garantire la veridicità delle testimonianze e per evitare influenze esterne. ● Testes idoneus: il testimone deve essere una persona affidabile e competente, in grado di fornire informazioni accurate e attendibili sul caso in questione. ● Testes fide dignus: il testimone deve essere una persona di buona reputazione e di fiducia, in modo da garantire la credibilità delle sue dichiarazioni. ● Testes non suspectus: il testimone non deve essere sospettato di avere un interesse personale nel caso o di essere influenzato da terze parti. Deve essere imparziale e obiettivo nelle sue testimonianze. ● Testes non contrarius: il testimone non deve contraddire se stesso o fornire testimonianze inconsistenti. Le sue dichiarazioni devono essere coerenti e congruenti con i fatti del caso. ● Testes non mendax: il testimone non deve mentire o fornire informazioni false. Deve essere sincero e veritiero nelle sue testimonianze. Il sistema delle prove legali si basa quindi su una serie di criteri e requisiti che devono essere rispettati affinché una testimonianza possa essere considerata valida e utilizzata come prova in un processo. La confessione dell'imputato da sola non è sufficiente per condannarlo, ma deve essere supportata da altri elementi probatori.giudice in segreto, lontano dall'imputato.
Testes intrare secretum iudicii. Gli umanisti attraverso l'esegesi dimostrano che il testimone poteva essere ascoltato solo in tribunale alla presenza dell'imputato, che deve potersi difendere - riforma giustizia penale.
Gli umanisti comprendono la necessità di distinguere tra diritto penale e diritto civile.
- Matthes (XVII): sosteneva che la confessione è sempre stata applicata nel diritto penale, rimane la prova regina ma non è sufficiente;
- Beccaria, accanto alla sua strategia c'è quella di Paolo risi
- Paolo Risi (XVIII), giurista milanese, scrive in latino un trattato mostrando che in realtà i principi per riformare il diritto romano si ritrovano già nel corpus iris civilis perché il diritto romano è un diritto garantistico, ma la confessione va detronizzata, non deve essere la regina delle prove.
FILONE SISTEMATICO DELL'UMANESIMO GIURIDICO
Dal filone

sistematico prende forma l'idea di codificazione, l'idea di codice. Ricerca di un nuovo ordine, contestano l'ordine seguito da Giustiniano e Triboniano nella dispositio del corpus iuris. Ritenevano che fosse necessario trovare un'altra dispositio delle fonti romane riferendosi alla tripartizione in personae, res, actiones. Questi giuristi scrivono nelle loro opere che bisogna costruire in maniera sistematica il diritto. Si ricerca un nuovo fondamento del diritto come attività del conoscere. Tendono a trovare i principi generali da cui si ricavano le leggi particolari e le eccezioni. Tendono a creare una ramificazione. Dal filone sistematico deriverà il giusnaturalismo. Identico è l'approccio al diritto romano che porta a una concezione relativistica secondo la quale si tende ad esaltare il diritto francese, il diritto delle consuetudini scritte e da un altro lato si tende ad esaltare la figura del principe come conditum iuris. Jacques Cujas

distingue tra diritto e legge.

ricostruzione more architectonico: riedificare il diritto romano riprendendone le fonti e procedendo a una sua nuova fondazione (da re aedificatoria di Leon Battista Alberti) => ricostruire il diritto in maniera chiara e sistematica.

L'idea di dare una veste sistematica al diritto romano viene da un'opera di Cicerone, De iure civile in artem redigendo, dove ars=techne.

Con l'umanesimo viene riscoperto Platone, che divenne nell'immaginario comune l'antagonista di Aristotele. Platone fu innalzato a metodo di ricerca scientifica per eccellenza. L'idealismo platonico, che inizia a circolare dapprima a Firenze, si focalizza soprattutto sul Mito di Menone, dialogo socratico sul teorema di Pitagora: lo schiavo non sa di conoscere già il teorema, allora il maestro, attraverso la maieutica, lo aiuta a scoprire ciò dentro di lui. Questa è la tipica rappresentazione dell'umanista: il

disposizioni consuetudinarie del nord della Francia. ● 1499: Ordonnances di Blois, di Luigi XII, unificazione delle consuetudini del nord e del sud della Francia. ● 1510: Ordonnances di Villers-Cotterêts, di Francesco I, promulgazione di un codice che raccoglie le leggi e le consuetudini del regno. Questi codici, pur non abrogando il diritto romano, lo relegano a un ruolo secondario e pongono le basi per lo sviluppo del diritto francese moderno.consuetudini.● Prima metà XVI sec: Charles Du Mulin, con l'Oratio de concordia et unione consuetudinum Franciae, a proposito dell'unificazione delle Coutumes parla della necessità di una legge che fosse chiara ed uniforme. Questa ipotesi verrà ripresa poi dal giusnaturalista Pothier, padre del codice civile francese, nel Settecento. Valorizzazione delle consuetudini e della legge come fonte di volontà del sovrano. Il diritto romano non è più diritto storico, prodotto dalla storia. Questa ideologia conduce all'esaltazione della figura del RE COME LEGISLATORE. LA POLEMICA DEGLI UMANISTI CONTRO I GLOSSATORI E I COMMENTATORI Questa polemica non è innocente e senza fine, perché gli umanisti volevano diventare loro i consiglieri dei principi. Affermarono dunque che i giuristi erano ignoranti e plebei e lucravano a danno della società (dal 1500 in poi, fino al 1300 i giuristi lavoravano PER la società). Secondogli umanisti i giuristi medievali erano assimilabili a dei buoi da macello ignoranti, perché non avevano nessuna conoscenza della lingua greca e latina, ma solo della gotica e barbarica. Secondo gli umanisti i giuristi sono intellettuali indenni. Nell'ambito dell'umanesimo giuridico nasce un sentimento antigiurisprudenziale con l'obiettivo di scalzare il giurista. Questo sentimento porta dal primato della giurisprudenza al primato della legge o del codice.

LA POLEMICA DEGLI UMANISTI CONTRO GIUSTINIANO E TRIBONIANO

Gli umanisti criticano anche Giustiniano e Triboniano, ritenuti colpevoli di aver distrutto il diritto romano. Critica alle interpolazioni.

LA POLEMICA DEGLI UMANISTI CONTRO LA COMMUNIS OPINIO

Gli umanisti attaccano anche la communis opinio. Secondo Zasio, l'utilizzo di quest'ultima mortifica l'attività del giurista. La communis opinio impigrisce, è antiscientifica e impedisce l'evoluzione del diritto. Il ricorso alla.

communis opinio rischia di barattare la ricerca individuale della verità con l'affermazione del principio di autorità. La communis opinio non è scientifica, mortifica l'evoluzione del diritto: non è giusto far riferimento solo ad alcuni che hanno un'opinione. Il giurista deve essere scientifico fino in fondo (attraverso l'attività esegetica) e non uniformarsi alle dottrine già esistenti e affermate.

MOS GALLICUS E MOS ITALICUS

Il massacro degli Ugonotti nella Notte di San Bartolomeo (1572), organizzato da Caterina de Medici, ebbe rilevanti ripercussioni sulla diffusione in Europa del Mos Gallicus.

Gli umanisti infatti erano in gran parte protestanti, e i pochi sopravvissuti furono costretti a rifugiarsi nei paesi riformati, come Olanda e Germania, favorendo la nascita del diritto comune, olandese principalmente ("diritto elegante") e quello naturale (Grozio).

Il mos gallicus quindi non ha avuto successo in Italia per tre

motivi principali:

  1. Religioso: la gran parte dei giuristi francesi sono di fede ugonotta mentre in Italia la tradizione cristiano-cattolica era talmente radicata da non permetterne l'inserimento

  2. Culturale: l'Italia è la terra del Bartolismo, i giuristi italiani sono ancora molto legati al Mos Italicus e ai Commentatori

  3. Geo-Politico: l'umanesimo giuridico funzionava nei territori in cui vi era già un sovrano moderno, come in Francia.

Non mancano giuristi conquistati dal metodo francese: Felino Sandei (Lucca, 1444-1503)... Giuristi le figure dei quali sfuma la dicotomia tra mos italicus e mos gallicus. Uno fra tutti: Matteo Gribaldi Mofa (m.1564), Giulio Pace da Beriga (1550-1635), Tiberio Deciani (1509-1582), alfiere della criminalistica d'età moderna.

ALBERICO GENTILI, prof di Oxford, difende il mos italicus nel De iuris interpretibus dialogi sex, riconoscendo il merito al Bartolismo, poiché esso ha risposto all'esigenza di giustizia.

Si schiera anzi contro gli umanisti perché a volte essi scadono nella pura erudizione. Egli critica il Mos Gallicus, diritto a
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Publisher
A.A. 2022-2023
89 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Attosi03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Solimene Laura.