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COSTITUZIONI ED ISTITUZIONI
Le costituzioni emanate in Italia negli ultimi anni del '700 hanno tutte come modello quello francese dell'anno III, sono quindi impropriamente dette figiacobinefi. Infatti il loro modello è quello imperniato su un potere esecutivo forte capeggiato da cinque persone cambiate annualmente a rotazione (il direttorio) e si vuole evitare la precedente dittatura di assemblea giacobina, e riduce a favore del potere esecutivo quello legislativo, spezzato fra due consigli, uno dei quali propone i tesi legislativi e l'altro li vota ma non può emendarli. In esse c'è sempre a capo della repubblica un organo collegiale i cui membri (3 o 5) sono sostituiti annualmente a rotazione; -questi sono designati con differenti meccanismi tramite le collaborazione dei 3 Consigli incaricati di svolgere anche una funzione legislativa, che si realizza con la proposta di uno e il voto dell'altro. -A sua volta l'organo collegiale a
capodello stato (direttorio) ha sotto di sé dei ministri. -Il potere giudiziario è affidato a giudici togati. Alcunecostituzioni hanno una loro elaborazione autonoma, come quella bolognese e quella cispadana, pur ispirandosial modello francese. Il ritorno francese in Italia nel 1800 inizia con la riedizione della repubblica Cisalpina, mala costituzione di questa non soddisfa più Napoleone, ormai primo console in Francia. La predisposizione diuna nuova costituzione causa scontri tra Napoleone e i redattori italiani, ma alla fine viene approvata dai trecomizi dei possidenti, dei dotti e dei commercianti, considerati rappresentativi di tutta la popolazione. 7-->Nasce così la Repubblica Italiana, a capo della quale c'è il presidente (Napoleone), inizialmente eletto per unadecina di anni. Egli è affiancato da un vicepresidente che può solo rappresentarlo, non sostituirlo; è poicoadiuvato da un segretario. Il presidente haAmpi poteri, è capo di un esecutivo forte, ha sotto di sé i ministri competenti per dirigere un'amministrazione statale ben organizzata. Dell'esecutivo fa parte un consiglio legislativo che deve preparare i disegni di legge che il Corpo legislativo potrà solo approvare o respingere, dopo un esame svolto da una camera degli oratori eletta entro il corpo legislativo stesso.
MA nella costituzione italiana manca una dichiarazione dei diritti. Religione di stato è quella cattolica.
La sovranità risiede nell'universalità dei cittadini.
I principi di libertà e rappresentanza sono annacquati, resta solo l'eguaglianza civile. Nel 1805 diventa Regno d'Italia, e di conseguenza Napoleone ne diviene il Re. Non è stata votata una nuova costituzione, ma si è provveduto a emanare 9 statuti costituzionali che hanno disegnato dall'alto la struttura del regno.
Dal Re dipendeva il viceré; da essi
Dipendevano i ministri, responsabili del funzionamento di diversi settori dell'avita e dell'apparato statale. Entro l'esecutivo fu creato il Consiglio di stato, suddiviso nelle 3 sezioni dei consultori, legislativo e degli uditori. Fu poi istituito il Senato di nomina regia con competenze del Corpo legislativo e dei consultor, che furono soppressi. Il regno di Napoli non ha mai avuto una costituzione: il regno di Giuseppe Bonaparte ne fu privo, ed egli ne emanò una solo quando aveva lasciato l'Italia per divenire re di Spagna, ma il successore Gioacchino Murat non la mise mai in esecuzione. Pur senza aver attuato nel napoletano una costituzione, la dominazione francese vi introdusse importanti innovazioni, tra cui l'abolizione dei privilegi feudali e la riduzione di quelli ecclesiastici. La pubblica amministrazione faceva capo a dei ministri (prima 9 poi 6), il più importante dei quali era quello degli interni, da cui dipendevano in sede locale gli Intendenti.
È stato creato un Consiglio di stato diviso in 5 sezioni, una delle quali provvedeva alla legislazione--> non esisteva separazione dei poteri, ma la funzione legislativa del consiglio di stato veniva a portare un organo dell’esecutivo a provvedere alla legislazione in modo autonomo.
I CODICI FRANCESI E L'ITALIA Findalla fine del settecento nelle repubbliche italiane si era lavorato a progetti di codice, senza pervenire a conclusione. Lo stesso accadde nei primi anni dell'ottocento, dopo la riconquista napoleonica: si sarebbe potuto giungere a soluzioni autonome da quelle francesi se non ci fosse stata l'imposizione napoleonica di queste. Alcuni tentativi di resistenza locale furono superati. Tra il 1804 e il 1810 l’Italia continentale adottò i 5 codici francesi. Unico codice diverso è stato quello processuale penale del Regno d’Italia nel 1807. Le regole processuali seguite risentono di principi illuministici già presenti nella.
legislazione austriaca, ma sono spessosimili anche alle successive francesi e in particolare a quello emanato nel 1808. La differenza essenziale sta nel rifiuto della giuria popolare. L'introduzione dei codici francesi ha portato in Italia non solo l'abolizione del sistema di diritto comune, ma anche un'indubbia semplificazione delle fonti--> essi hanno introdotto il principio dell'uguaglianza formale di ogni cittadino di fronte alla legge, dalla quale non si tornerà più indietro. I codici processuali presentano elementi di semplificazione del processo. Il codice civile conteneva una disciplina più chiara e semplice in materia di obbligazioni e diritti reali. Molto più critica era la disciplina del diritto di famiglia e successioni, poiché molte innovazioni urtavano con le abitudini di vita esistenti in Italia. Un aspetto importante è stata l'introduzione di un ordinamento amministrativo funzionale.
All'attività statale. Il consiglio di stato, creato sull'esempio francese, ispirerà durante la Restaurazione analoghi organi a Napoli e Torino, contribuirà alla formazione delle prospettive istituzionali della monarchia consultiva, sarà il modello del contenzioso amministrativo dell'Italia dell'ottocento. L'abolizione dei privilegi ha comportato l'eguaglianza dei cittadini di fronte allo stato e ciò ha rafforzato il potere centrale, ma soprattutto la sua diramazione in sede locale. Figura centrale era il Prefetto. Riguardo al laicismo in Italia è più moderato, ma limita comunque i privilegi ecclesiastici. In questo contesto lo stato si fa carico dell'istruzione: è l'inizio della percezione della necessità di una pubblica istruzione da quella primaria a quella universitaria. Un altro settore nel quale l'impostazione francese è stata trapiantata in Italia è quello
Dell'ordinamento giudiziario, con una soluzione piramidale di giudici pagati dallo Stato, al vertice della quale sta la Corte di cassazione, chiamata ad adire questioni di diritto. Sotto di essa ci sono le Corti di appello, i tribunali e i Giudici di pace.
CAPITOLO 5 - IL COSTITUZIONALISMO REGIO: SPAGNA E SICILIA
Il richiamo di una carta costituzionale e di una serie di libertà attrasse molte persone in Europa: i sovrani oltre ad opporsi con e armi all'esportazione delle dottrine propagandate dai Francesi, si trovarono a volte nella necessità di predisporre qualche proposta alternativa. Due situazioni possono essere ricordate in proposito: quella spagnola e quella siciliana, che portarono entrambe nel 1812 ad una carta costituzionale. In Inghilterra le limitazioni ai poteri del re hanno indotto a parlare di un ordinamento costituzionale consuetudinario, l'Inghilterra stessa fu la principale oppositrice all'espansionismo francese.
L'Inghilterra si fece anche ispiratrice di testi costituzionali alternativi rispetto al modello francese. LA COSTITUZIONE DI CADICE. In Spagna l'opposizione all'occupazione napoleonica ed al regno di Giuseppe Bonaparte portò alla guerriglia e alla guerra armata contro i francesi. Nel 1810 furono convocate a Cadice le Cortes secondo la vecchia prassi parlamentare iberica. Nel 1812 queste approvarono una costituzione (Cost. di Cadice), la prima costituzione votata. Riconosce una monarchia ereditaria, a cui è affidato il potere esecutivo ed a cui è attribuita la nomina dei magistrati, e possiede potere di veto sulle leggi votate dalle Cortes. - La sovranità risiede nella Nazione che è obbligata a proteggere la libertà civile, la proprietà e gli altri diritti legittimi: questa affermazione sostituisce ogni dichiarazione dei diritti sia riferimenti a diritti innati. La religione cattolica è dichiarata come unica e vera.Il sistema parlamentare è unicamerale: quello delle Cortes; queste sembrano risentire ancora dalla tradizione parlamentare anteriore, con sessioni fisse ed una deputazione fra una sessione e l'altra, che ispira ad esempi spagnoli di secoli passati. Il sistema elettorale è piramidale, che sale per tre gradi dalle parrocchie e dalle province, al parlamento. Le Cortes rappresentano il nucleo del sistema rappresentativo spagnolo e costituiscono il potere legislativo. L'elezione di tutti i membri delle Cortes e l'accantonamento di nobiltà e clero attirano coloro che credono in una rappresentanza unitaria della Nazione. Il principio elettorale è previsto anche per i corpi intermedi. Il re è a capo dell'esecutivo: lo esercita attraverso i Segretari il cui numero è fissato dalle Cortes, ma la scelta spetta al re. Non esiste una vera responsabilità politica del governo verso le cortes, in rispondenza di una precisa separazione dei poteri.
Non esiste nemmeno un consiglio deiministri: i segretari portano a compimento gli ordini del re, in ossequio alle leggi votate dalle cortes. Unicoorgano ammesso nell'ambito esecutivo è il Consiglio di stato le cui competenze riguardano gli affari gravidigoverno. Nell'ambito del potere giudiziario esiste anche un Tribunale supremo di giustizia.
La costituzione Siciliana.L'altra costituzione di ispirazione antifrancese è quella siciliana anch'essa introdotta in opposizioneall'avanzata napoleonica. In questo caso la diretta pressione inglese è ben più marcata. La costituzione siciliana,di pochi mesi successiva a quella di Cadice, può quasi essere considerata una risposta voluta dagli Inglesi allediscussioni che in questi anni venivano avanzate in Europa. Il re è stato nel complesso costretto ad accettare unacostituzione, pressato dalla potente consulenza inglese di lord Bentinck e dai contrasti con il Parlamentosiciliano.
In conseguenza dell'intervento inglese, il re dovette riunire il Parlamento che approvò le basi dellacostituzione. Il testo definitivo del re fu approvato nel 1813. La costituzione siciliana non ha un a Dichiarazionedei Diritti, ma elenca libertà, diritti e doveri del cittadino. Le sue basi sono contenute in 12 punti, cheattribuiscono un