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Storia del diritto medievale e moderno
INTRODUZIONE
Perché si studia la storia del diritto?
- Per contestualizzare l’esperienza giuridica nei diversi periodi storici
- Per cogliere la variabilità e la relatività del diritto nel tempo e nello spazio
- Per inquadrare il fenomeno giuridico in relazione ai diversi contesti e agli interessi in conflitto:
- In ogni tempo il diritto interagisce con la politica, la cultura, la società,...
- Il diritto cerca di soddisfare un complesso di interessi e valori
Come si manifesta il diritto nella storia?
- Legislazione → Regole di comportamento imposte da un’autorità
- Dottrina → Attività di studio e ricerca svolta intorno al diritto
- Prassi → Consuetudini e decisioni giudiziarie
L’importanza e la preminenza di una fonte rispetto alle altre dipende molto dal periodo storico, ma in ogni epoca ci sono sempre state tutte e tre.
Per lo studio più preciso della storia del diritto è necessario adottare una prospettiva europea.
Poiché la storia giuridica è collegata a quella del continente.
Lo studio della storia del diritto avviene tenendo in considerazione quattro grandi periodi storici:
- Età tardo-antica e Alto medioevo (Secoli V-XI) → Epoca caratterizzata da grandi movimenti migratori dei popoli germanici, che provocarono l’innesto del loro diritto su quello romano; allo stesso tempo il diritto romano influenza il diritto e le istituzioni germaniche. Un ruolo chiave, sia a livello politico che religioso è svolto dalla chiesa, e tra le fonti prevale la consuetudine.
- Età del diritto comune classico (Secoli XII-XV) → La società e le istituzioni subiscono una trasformazione radicale, e le consuetudini affermate nei secoli precedenti non potevano più rispondere adeguatamente ai bisogni di questa nuova società. Torna a primeggiare il diritto romano, legato più alla dottrina, tramite anche i testi di Giustiniano che, attraverso all’attività dei giuristi diventa sempre più diffuso e conosciuto.
I giuristi elaborano il cosiddetto “Ius Comune”, fondato sulle regole del diritto romano e della chiesa, valido e universale ovunque, superiore a tutti i vari diritti locali e personali.
Età moderna → Età non di grandi discontinuità rispetto al medioevo, ma caratterizzata da alcuni cambiamenti istituzionali e politici: iniziano a formarsi gli stati. Dunque è un periodo in cui viene meno l’universalismo dell’impero e della chiesa (è l’epoca della riforma). Assumono sempre maggiore importanza le leggi e le sentenze dei giudici.
Età delle riforme (1750-1814) → Profonda crisi del diritto:
- Crisi di certezza: grande confusione di fonti e dottrine elaborate nel tempo
- Crisi di contenuti: nuove correnti di pensiero diverse dalle nuove esigenze della politica e della società
Oggi invece si assiste a una