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Lo spettacolo al centro del mondo: il cinema narrativo classico
Ogni idea di classicità presuppone una svolta, uno stacco tra ciò che è considerato moderno, attuale, e ciò che appartiene al passato. Quando il passato viene considerato esemplare, ma ormai finito, viene chiamato classico. Per essere considerato tale, occorre che un periodo storico continui ad essere vivo anche dopo: un classico deve avere un valore fuori dal tempo.
Classico viene considerato il cinema hollywoodiano fra il 1927 (nascita del sonoro) e 1960, perché in questi anni si mettono a punto e si sfruttano tutte le invenzioni linguistiche precedenti per realizzare film narrativi di alto stile, innovativi e capaci di gestire molti temi contrastanti.
A partire dagli anni trenta il cinema mondiale si raccoglie quasi tutto a Hollywood, la mecca del cinema, la città-mito, una moderna Roma o Babilonia. Hollywood crea e consolida una serie di...
considerato il cinema hollywoodiano degli anni d'oro.Lo stile del cinema classico americano era da ricondurre a un sistema e un modo di produzione, che tracciavano modelli comuni per moltissimi film, nei quali si poteva ravvisare lo stesso marchio
.di fabbrica: La produzione è collaborazione di molti mestieri, ciascuno dei quali corrisponde ad una fase di realizzazione del film. Quindi nascono i mestieri del cinema e ogni professionista fa solo la sua parte. Non esiste un
Se pariamo di cinema classico pensiamo a un modo di produzione, che non è soltanto un sistema
Negli anni venti le cose andavano bene in America, fino al 1929, l'anno della grande crisi, che
La nozione di modo di produzione è molto complessa. È un sistema culturale complesso, in cui le condizioni economiche e tecnologiche sono solo una piccola parte, e interagiscono con tutti gli altri fattori culturali, per dare modelli di comportamento e di pensiero necessari per la vita quotidiana.
Il cinema in questo periodo diventa uno strumento per interpretare il mondo. Molto diversa è la nozione di stile: quindi anche la nozione di house style non è più individuale, personale, è invece una marca collettiva, un paradigma comune a tutta la produzione.
Il cinema classico si specializza nella nozione di storie. Il primato assoluto dell'azione impone che le scelte stilistiche vengano compiute dentro una determinata gamma abbastanza uniforme, comprensibile e godibili da tutti.
Le grandi case di produzione non
avevano bisogno e non volevano rischiare grosse somme nell'ancio di una macchina sonora che poteva rivelarsi fallimentare. Soltanto una piccola casa di produzione, Warner Bros., che non aveva niente da perdere perché era in crisi, la prima film fu "Al Jolson", cantante jazz, di un film musicale. Era la storia di un giovane ebreo che scappa di casa perché ama il jazz ma fa pace con la famiglia e riesce a fare sia jazz sia il canto in sinagoga. Vi è un conflitto fra individuo e famiglia, fra due etnie, ebrei e neri, che vengono alla fine risolti tutti felicemente. Questo film è uno stereotipo, un modello strutturale di quello che sarebbe stato il racconto classico, il rapporto fra tutte le case cinematografiche furono costrette ad adottare il sonoro, così che la storia raccontata diventava il principio dominante del film. Non erano più le varie attrazioni o gli effetti speciali che attiravano gli spettatori, ma la storia, i- Importante è la chiarezza drammatica del contesto narrativo. Lo stile, gli effetti, le attrazioni che abbiamo visto nel cinema precedente vengono eliminati: ciò che conta è la chiarezza. Si cerca uno stile omogeneo, lo spettatore deve essere in grado di leggere facilmente le immagini.
- Dentro l'inquadrature deve esserci sempre una differenza netta fra la figura e lo sfondo, ciò che sta davanti è di norma più importante di ciò che sta dietro. Deve essere sempre chiaro il rapporto fra
protagonista (eroe) e figure di secondo piano (antagonisti) o di terzo piano (caratteristi). Drammatizzazione3. —> i contrasti di luci, di piani, di posizioni, di azione, devono tutti fornire parametri di valutazione chiari: buoni e cattivi, bene e male, giustizia e delinquenza sono sempre nettamente separati. la norma e la trasgressione
Il film classico è sempre caratterizzato da due aspetti principali: varianti e deviazioni personali. (ovvero il bisogno di regole) e, quello opposto, di Questo permette di riconoscere, in misura maggiore e minore, i vari film sia come opere d'autore, sia come opere collettive. Majors,
All'inizio degli anni trenta le più grosse compagnie di Hollywood, le cosiddette erano Minors cinque (Paramount, Metro-Goldwyn-Mayer, FOX, Warner Bros, RKO) e le (Columbia, Universal e United Artists, che ormai si limitavano alla distribuzione), formavano un "cartello" (la MPPDA, oligopolio. cioè Motion Pictures Producers and
Distributors Associations), ovvero unInsieme erano padrone del mercato e ottennero dal presidente Roosvelt un certo appoggio incambio dell’aiuto che diedero al rilancio del New Deal e dell’ottimismo americano. Ognicompagnia aveva i propri studi di produzione; erano pochi gli indipendenti che faticosamenteriuscivano a sopravvivere.
Il cinema hollywoodiano si struttura su due grandi assi portanti, uno che potremmo definireorizzontale, che riguarda la catena produttiva dal soggetto al film finito (qui troviamo la figura deldirector,regista, che ad Hollywood viene chiamato ed il suo compito è quasi esclusivamenteasse verticale,ridotto a lavoro di direzione degli attori sul set), e l’altro definito che riguarda ilpercorso verso il pubblico, dalla produzione alla distribuzione nelle sale.
Sull’asse verticale, le Mejors alla fine degli anni venti cominciarono ad acquistare sale. Invasero ladistribuzione e l’esercizio, facevano i film, li distribuivano
sul territorio nazionale e li proiettavano block-booking, nelle proprie sale. La MPPDA applicava il cosiddetto block-booking, cioè noleggiava dei pacchetti indivisibili di film, in cui un film famoso era legato a molti altri meno riusciti. In tal modo impose block-booking anche agli esercenti autonomi quello che voleva. Il block-booking serviva a pareggiare i costi fra i film di successo e quelli fallimentari. Un'altra innovazione fu il codice Hays o codice di autocensura. Il cinema godeva di una certa libertà e poteva permettersi perfino scene di violenza o di nudo; le proteste però erano molte, soprattutto dalle associazioni moraliste. Alle case di produzione venne l'idea di arruolare un avvocato dell'ufficio governativo, Hays, perché esercitasse un'azione di censura preventiva e evitasse gli sprechi di scene girate e poi tagliate dal ministero. Quest'avvocato fu assunto per applicare dall'interno della produzione la censura. Con questa innovazionel’ufficio di supervisione di tutte le sceneggiature potè ottenere notevoli risparmi sia economici che di tempo. Fra le cose proibite vi erano: comportamenti sessuali, mostrare le forze dell’ordine sconfitte dalla malavita, esaltare gli eroi del male, mostrare amori illeciti o tradimenti coniugali. Il divismo è una forma di promozione dell’immagine legata al rapporto fra spettacolo e mezzi di comunicazione di massa. La parola “divo” segnala un processo di sottrazione dell’attore al mondo dei comuni mortali. Le prime opere di divinizzazione appartengono alla cultura classica: imperatori e condottieri promuovevano questo processo verso se stessi come Alessandro Magno o Augusto. Possiamo quindi parlare di divismo quando le pratiche di informazione e di pubblicità contribuiscono alla creazione di un’immagine di alto potere simbolico. Esso si appoggia sempre sugli strumenti di comunicazione come i giornali e altri media che producono lasensazione dionnipr