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8. LO SPETTATORE AL CENTRO DEL MONDO. IL CINEMA NARRATIVO

CLASSICO

Cinema narrativo classico: il cinema classico è considerato il cinema hollywoodiano

fra il 1927 (nascita del sonoro) e il 1960 (gli anni d'oro). A partire dagli anni '30 il cinema

mondiale si raccoglie quasi tutto a Hollywood. Lo stile del cinema classico americano non

era da ricondurre alla volontà di singoli autori, ma ad un sistema e a un modo di produzione

(modo di produzione in questo caso vuol dire anche stile del film). Nascita della concezione

collettiva del cinema → soggetto, sceneggiatura, riprese, costumi, scenografia, regia,

fotografia, montaggio,... Non esiste un autore unico, se c'è una figura che predomina è quella

del produttore. Cinema classico = produce system.

Sviluppo economico → crisi del 1929 → New Deal (Roosevelt – Keynes) →

taylorismo e fordismo. Anche il cinema contribuì a ridare fiducia nelle istituzioni e nel

futuro → occorreva un cinema accessibile a tutti → il modello fu trovato nel romanzo

ottocentesco (sapiente struttura narrativa: linguaggio di buon livello, intelligente, si basava

su valori tradizionali) → studio system (tutte le fasi del film si svolgono sotto il controllo di

una sola casa produttrice). Lo stile non è più individuale, personale come volevano Stroheim

e Chaplin, è invece comune a tutta la produzione (house style = stile della casa di

produzione). Il cinema classico ha la funzione di rassicurare gli uomini del suo tempo e si

specializza nella narrazione di storie.

Sonoro: fino al 1927, non si sentiva l'esigenza del sonoro. Le grandi case di

produzione non volevano rischiare i loro soldi in un esperimento che poteva fallire. Solo la

Warner Bros, al tempo piccola e in crisi, rischiò con “Il cantante di Jazz” del 1927 (storia di

un conflitto individuo-famiglia e un conflitto tra due etnie, ebrei e neri). → fu un successo

→ tutti, piano piano, adottarono il sonoro. → Non erano più le attrazioni o gli effetti speciali

ad attrarre, ma la storia → acquistano potere i generi (esistevano già, ma avevano poca

importanza) → sistemi regolatori per la produzione e per lo spettatore nella scelta del film.

La priorità di azione e dialogo porta a tre imperativi fondamentali:

– Leggibilità: non si cercano nuovi effetti visivi, si ricerca la chiarezza. Lo spettatore

deve leggere facilmente le immagini.

Gerarchizzazione: differenza netta tra la figura (vicina allo spettatore) e lo sfondo

(lontano). Chiaro il rapporto tra protagonista (eroe), figure di secondo piano (antagonisti) e

di terzo piano (caratteristi).

Drammatizzazione: i contrasti di luce, di azione, di posizione, di piani devono essere

chiari, definiti e devono definire (buoni-cattivi, giustizia-trasgressione, bene-male devono

essere separati).

Il film classico è sempre caratterizzato da “norma” e “trasgressione”.

Majors (Paramount, MGM, FOX, Warner Bros, RKO) e Minors (Columbia,

Universal e United Artists) formavano la MPPDA (Motion Pictures Producers and

Distributors Association). Divennero padrone del mercato. Pochissimi erano gli indipendenti

che riuscivano a sopravvivere (“Via col vento” 1939 di D. Selznik). Cinema hollywoodiano:

asse orizzontale (catena produttiva, dal soggetto al film completo) e asse verticale (percorso

verso il pubblico, dalla produzione alla distribuzione). Le case di produzione avevano delle

proprie sale cinematografiche → nascita del block-booking (film famoso e film meno

riusciti: pareggiava i conti).

Censura: codice Hays (formulato nel 1930 e applicato nel 1934) → William Hays stilò un

codice che esercitasse un'azione di censura preventiva ed evitasse sprechi di scene girate e

poi tagliate dal ministero. Il codice Hays proibiva: andare oltre il bacio nelle scene, mostrare

le forze dell'ordine sconfitte,mostrare amori illeciti e\o tradimenti coniugali.

Star system: il divo è prodotto dall'industria ed è proprietà di essa, il divo viene

manipolato e viene costruita piano piano la sua immagine, non ha più vita privata (è tutto in

mano agli studios), è sottoposto a contratti di lunga durata e non lontano da ricatti, spesso

viene anche deformata con la chirurgia plastica la sua fisicità. Film hollywoodiano sul

divismo (“Sunset boulevard”1950). Primi divi: Rudolph Valentino, Claudette Colbert,

Katherine Hepburn, Clark Gable, Humprey Boagart, e John Wayne.

Lo spettatore deve essere al centro di tutto: Hollywood elabora dei modelli narrativi.

– Continuità narrativa: il film non deve soffermarsi su cose marginali, un'inquadratura

deve durare soltanto quanto occorre per passare alla successiva (R. Walsh), inquadrature

necessarie, il film deve spingere lo spettatore verso la fine, i momenti di ambiguità e oscurità

devono essere accuratamente controllati, le metafore e il montaggio sovietico sono da

evitare (esempio di Lang - “Furia”, 1936).

Trasparenza del linguaggio cinematografico: il montaggio deve essere regolato sui

movimenti e sugli sguardi (montaggio invisibile), fotografia e illuminazione devono cercare

di riprodurre il reale, gli obbiettivi devono dare un'immagine chiara (si utilizzano i 50mm, e

non più i teleobbiettivi o i grandangoli), profondità di campo e movimenti della cinepresa

vengono ridotti (fa eccezione il musical), la recitazione viene contenuta dentro tipologie

fisse, il primo piano è breve e subordinato al dialogo, si usa molto il campo-controcampo

continuo.

Spazio continuo e prospettico: niente scavalcamento di campo, lo spazio

cinematografico è costruito in funzione dello spettatore.

Linearità temporale: il tempo deve andare solo avanti, per andare indietro si utilizza

il flashback (dissolvenze incrociate): il narratore da solo non può andare avanti e indietro nel

tempo. Regole del cinema paragonate alla prospettiva nella pittura quattrocentesca:

immagine più realistica, spettatore al centro del quadro. Nel cinema lo spettatore si sente al

centro del mondo e della rappresentazione: è sempre al posto giusto al momento giusto.

Arriva a sentirsi anche Dio: è onnisciente, onnipresente e invisibile. Illusione di realtà:

sistema di rappresentazione teorica che induce lo spettatore a dimenticare il cinema come

sistema per godersi solo la storia.

“Il cinema hollywoodiano è come una gabbia” (F. Capra). Nel cinema classico c'è un

continuo gioco stilistico fra norma e trasgressione. Norma è qualcosa imposta dalla house

producer; la trasgressione è l'affermazione individuale di ogni autore. Le regole esistono per

dare maggiore rilievo alla loro violazione: gli effetti speciali non sono proibiti, anzi

acquistano forza per il fatto di essere molto rari; la profondità di campo viene evitata, ma

diventa utile quando occorre mostrare un forte contrasto tra due azioni o persone.

Modello narrativo: il film dura circa 90 minuti; lo schema narrativo è sempre lo

stesso: ordine, trasgressione, ripristino dell'ordine e della sicurezza; lo spettatore vive un

conflitto che alla fine viene risolto, torna nella vita reale con animo pacificato; l'happy

ending congeda lo spettatore lasciandolo sicuro dei valori tradizionali: da una posizione di

partenza che risulta troppo dura deriva un ridimensionamento e un cambiamento nelle

relazioni sociali.

Forte dialettica tra legge e trasgressione sul piano del contenuto: le forze del male, sconfitte,

hanno in se stesse qualche ragione. Le forze del male, come la trasgressione, sono più

affascinanti delle forze del bene\norma.

Generi: guida l'orizzonte di attese dello spettatore; esistevano già da tempo; film di

guerra (si combatte in nome di valori che sono calpestati, caserma, aereo, campi da

battaglia); poliziesco-noir (inchiesta, città di notte, strade, locali, forti contrasti luce B&N:

conflitto bene e male); western (epoca dei pionieri, cowboy, banditi, fiumi, montagne, campi

lunghissimi), film storico-mitologici (determinati costumi, mezzi all'avanguardia, tante

comparse, ricostruzioni di città, kolossal); commedia (dialoghi brillanti); melodramma

(conflitti forti, colori violenti, fotografia brillante e falsa); musical (scenografie teatrali,

rottura narrazione con balletti, lunghi movimenti cinepresa); horror-fantascienza (effetti

speciali, spettacolarità dell'immagine); comico (sede delle trasgressioni sia contenutistiche

sia del linguaggio);

I generi cambiano e si rinnovano. Noir: erede delle avanguardie tedesche (Huston, Lang,

Hawks), contrasti molto angosciosi, eroe diventa malinconico.

Commedia: genere arcaico (Aristotele, Aristofane, Shakespeare); commedia di

matrimonio: De Mille (anche nei film muti); Capra e la commedia sociale (“Accadde una

notte” 1934, ambiguo ottimismo, finali improvvisi e inverosimili come in “Mr Smith va a

Washington”, 1939); Lubitsch e la Sophisticated Comedy (“Ninotchka” 1939, sarcasmo nei

confronti della stupidità e superficialità umana, gioco di punti di vista); Hawks e la

Screwball Comedy (“Susanna” 1939, rapporto ordine e caos, trionfo dell'illusione della

realtà, perfetto dal punto di vista narrativo); Wilder, l'erede di Lubitsch (sviluppa il lato più

amaro della commedia, è una tragedia mascherata con sorriso malinconico). Così la

commedia restituisce la fiducia e la speranza di cui aveva bisogno l'America.

9. DENTRO E FUORI HOLLYWOOD: GLI AUTORI, LA POETICA, LO STILE

Idea di regista: prima di Griffith e Chaplin non esisteva. In Germania l'autore dei film

(Autorenfilm) era spesso Carl Mayer (sceneggiatore). Il regista a Hollywood si inserisce tra

due esigenze: bisogno di regole e bisogno di novità. Hollywood rifiuta gli “autori” ma ne ha

anche bisogno. Spesso le trasgressioni dell'autore diventano regole.

Sceneggiatura di ferro: limita il potere del regista; nella sceneggiatura di ferro era

indicato tutto, anche le inquadrature; Hollywood voleva sceneggiatori docili, facili da

manovrare; il regista non aveva alcun margine di variazione.

Poetica: la poetica consiste nell'insieme dei temi, delle storie, dei personaggi costruiti

da un autore: come J. Ford (western), anche molti altri registi hanno un genere come Lang

(noir), Ulmer (horror), Sirk (melodramma), altri registi come Hawks sanno attraversare tutti

i generi perché puntano sullo stile. Molti registi (di mestiere) accettano di fare tutto →

disponibilità verso lo studio system.

Stile: lo stile è la somma de

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
20 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pikkkio1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Jandelli Cristina.