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DANIMARCA
Tra il 1993 e il 2001, la Danimarca è stata governata dai socialdemocratici. Tuttavia, nel novembre del
2001, si è verificato un cambiamento con l'arrivo al potere di una coalizione di centro-destra guidata
da Anders Fogh Rasmussen, leader del Partito liberale, che ha ottenuto il 31,2% dei voti rispetto al
29% del Partito socialdemocratico. Il premier e la sua coalizione sono stati confermati alle elezioni del
2005 e del 2007. A livello nazionale, il governo non ha messo in discussione i successi del welfare,
ma ha ridotto significativamente l'elevata pressione fiscale. Tuttavia, la difesa dello "Stato del
benessere" ha suscitato una diffusa ostilità nei confronti degli immigrati provenienti dall'Europa
dell'Est e da altri continenti.
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L'ostilità verso gli immigrati in Danimarca si è manifestata con xenofobia. Il Partito del popolo danese,
che ha ottenuto il 13,2% alle elezioni del 2005 e ha sostenuto il governo, ha ottenuto misure restrittive
nei confronti dell'immigrazione. Il governo ha sostenuto la guerra in Iraq, in contrasto con Francia e
Germania ma in sintonia con il Regno Unito. Dopo la pubblicazione di vignette irriverenti su Maometto
nel settembre 2005, ci sono state proteste violente nel mondo islamico, incluso l'attacco
all'ambasciata danese in Pakistan nel giugno 2008. La politica ostile del governo verso gli immigrati
ha suscitato critiche dall'Unione europea e dalle Nazioni Unite, portando a una maggiore
moderazione. Nell'aprile 2009, Anders Fogh Rasmussen, che aveva promesso di rivedere il sistema
di welfare considerato troppo costoso dal centro-destra durante la campagna elettorale del 2007,
lasciò la guida del governo a Lars Lokke Rasmussen, già ministro delle Finanze. Durante l'estate, il
governo dovette affrontare nuove proteste da parte del Commissariato dell'Onu per i rifugiati e da
Amnesty International a causa del piano di rimpatrio forzato di un gruppo di iracheni che avevano
chiesto asilo. L'arresto di circa venti iracheni scatenò scontri tra la polizia e i manifestanti che si
opponevano a una politica così insensibile alle questioni umanitarie. Nel 2010, la Danimarca fu
nuovamente colpita dagli effetti dell'affare delle vignette contro Maometto, con episodi di violenza da
parte di militanti islamici seguiti da numerosi arresti. Dopo le elezioni politiche del settembre 2011, la
destra perse il governo e Helle Thorning- Schmidt, del partito socialdemocratico, divenne la prima
donna a salire al potere in Danimarca. Formò un governo con il sostegno del cosiddetto Blocco rosso,
composto dai centristi social-liberali e dal Partito socialista del popolo, situato a sinistra del
socialdemocratici. Questo cambiamento politico ebbe un impatto significativo sulla politica
dell'immigrazione. Dopo che il governo Rasmussen aveva sospeso il Trattato di Schengen sulla libera
circolazione delle persone nell'Unione europea, il nuovo primo ministro Thorning-Schmidt cambio
rotta affermando che era necessario "integrare e non escludere". Tuttavia, la situazione economica
preoccupante non favori il governo. Alle elezioni del giugno 2015, il blocco di destra guidato da Lokke
Rasmussen ottenne il 51,5% dei voti. Questo risultato fu ribaltato alle elezioni del giugno 2019, che
videro il successo della coalizione guidata dai socialdemocratici e Mette Frederiksen divenne il nuovo
primo ministro. Il governo di Frederiksen si caratterizzò per un atteggiamento di chiusura nei confronti
degli immigrati e una linea politica volta a ridurre le spese per le politiche sociali.
GRECIA
Le elezioni greche del 1993 hanno portato al potere il socialista Andreas Papandreu, il cui governo si
è trovato ad affrontare gravi difficoltà economiche derivanti da un elevato deficit di bilancio,
un'inflazione in aumento, un sistema produttivo gravato da una burocrazia inefficiente, un'evasione
fiscale molto alta e un sistema pensionistico insostenibile. Intorno al leader del partito Si muoveva
una rete di cortigiani e clientele, in gran parte tessuta dalla giovane moglie del premier. Nel gennaio
1996, Papandreu si è ritirato dalla vita politica, lasciando la guida del governo a un giovane
economista, Kostas Simitis, confermato al potere dalle elezioni del settembre successivo. Simitis ha
cercato di attuare una politica di austerità, combattere la corruzione e controllare la spesa pubblica
per preparare il paese all'ingresso nell'area dell'euro. I risultati sono stati parziali, ma grazie
all'occultamento della reale situazione delle finanze pubbliche, la Grecia è entrata nella zona euro nel
2000. Nel 2002, la Grecia è stata scossa da un ampia azione repressiva della polizia contro il
movimento terroristico di estrema sinistra 17 novembre, accusato di numerosi attentati e omicidi. Le
elezioni del marzo 2004 hanno visto la vittoria del partito Nuova Democrazia, guidato da Kostantinos
Karamanlis, che ha ottenuto il 45,4% dei voti, contro il 40,5% del Pasok e il 5,9% del Partito
Comunista. Questo ha segnato la fine di undici anni di governo socialista. Karamanlis ha formato un
governo con una maggioranza assoluta di 165 seggi su 300. Nel mese di agosto si sono tenuti i
Giochi Olimpici ad Atene, per i quali il paese si era preparato con grande impegno. Tuttavia, il costo
degli eventi ha superato di molto le previsioni, creando un enorme deficit nelle finanze dello Stato, già
precarie, tanto da suscitare preoccupazione a Bruxelles. Il governo di centro-destra ha adottato una
serie di riforme di ispirazione neoliberista nel campo fiscale e della sicurezza sociale, che sono state
contrastate dalla sinistra politica e dai sindacati con numerosi scioperi. Nel 2006 è scoppiato uno
scandalo di ampia portata quando è stato rivelato che i telefoni di membri del governo e funzionari di
polizia erano stati illegalmente intercettati nei due anni precedenti. Nel frattempo, l'economia ha
mostrato segni di miglioramento, con una significativa riduzione del tasso di disoccupazione che è
sceso all'8,8% e successivamente al 7,7% l'anno successivo. Nel settembre 2007, Karamanlis è stato
confermato come capo del governo dopo le elezioni. Durante l'anno, la Grecia è stata devastata da
gravi incendi che hanno distrutto gran parte delle foreste, causando la morte di molte persone e
portando a numerosi arresti di sospetti piromani. Nel 2007-2008, il mondo politico ed economico è
stato scosso da una serie di scandali che coinvolgevano membri del governo, portando alle dimissioni
dei due principali partiti politici e di varie imprese accusate di speculazioni finanziarie, corruzione e
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finanziamenti illeciti. E emerso che la società tedesca Siemens aveva pagato tangenti consistenti per
anni a Nuova democrazia, al Pasok e a singoli politici e funzionari per ottenere contratti vantaggiosi.
Alla fine del dicembre 2008, l'uccisione di un ragazzo di 15 anni da parte della polizia ad Atene ha
scatenato violente proteste che hanno causato gravi danni. Gli scandali e le violenze hanno messo in
difficoltà il governo, il cui consenso è diminuito rapidamente, come dimostrato dalle elezioni del
giugno 2009 per il Parlamento europeo, in cui il Pasok ha superato Nuova democrazia. Questa
tendenza è stata confermata dalle elezioni politiche anticipate di ottobre, in cui il Pasok ha ottenuto il
43,9% dei voti e 160 seggi su 300, mentre Nuova democrazia ha ottenuto il 35,5% dei voti e 91 seggi.
Il primo ministro è diventato il socialista Georgios Papandreu, figlio di Andreas, chiamato a
confrontarsi con numerosi fattori di crisi, a partire dagli effetti devastanti che la depressione
economica internazionale dell'autunno 2008 ha avuto sull'economia greca, causando un aumento
significativo della disoccupazione e del deficit di bilancio. In un contesto sociale molto agitato, causato
dai propositi del governo di effettuare tagli drastici alla spesa pubblica, alcuni gruppi terroristici hanno
ripreso le loro attività, con conseguenti arresti. Inoltre, ad agosto, l'Attica è stata devastata da violenti
incendi. Nel corso del 2010, la situazione economica del paese è diventata estremamente grave. Il
deficit dello Stato è salito al 12,7% del PIL e la disoccupazione ha superato il 12%. Le misure di
austerità annunciate e l'intento di combattere l'evasione fiscale e riformare il generoso sistema
pensionistico hanno causato scioperi e disordini. Tuttavia, la crisi ha raggiunto il culmine quando il
governo ha annunciato nell'aprile che lo Stato non era più in grado di pagare gli interessi legati al
debito pubblico, scatenando una vendita incontrollata dei bond greci. La situazione della Grecia ha
avuto immediate ripercussioni sulle economie di Spagna e Portogallo e sui loro titoli di Stato. A questo
punto, nonostante lo shock causato dalla scoperta che i governi greci avevano nascosto la vera
situazione finanziaria del paese, l'Unione Europea è stata costretta nel 2010-2011 a fornire ingenti
capitali alla Grecia e ad altri paesi europei in grave emergenza finanziaria per evitare il fallimento
imminente del paese. Il paese era in una spirale che lo stava portando verso la bancarotta economica
e politica. Nel novembre 2011, Georgios Papandreu si dimise e un governo ad interim guidato da
Lucas Papademos prese il controllo. Le dimissioni di Papandreu erano dovute all'ingovernabilità del
paese e alla perdita di fiducia da parte della "troika" composta dalla Commissione europea, dalla
Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale. La Grecia era stata posta sotto il loro
controllo, accusata di non affrontare adeguatamente la crisi e di non rispettare le clausole imposte per
ricevere ulteriori aiuti. In ottobre-novembre, mentre si discuteva sulla possibilità che la Grecia
rimanesse nell'Eurozona, Papandreu fece un grave errore: propose un referendum sulle condizioni di
austerità imposte dalla troika per cavalcare l'onda delle proteste popolari. Successivamente, di fronte
alle reazioni negative, fece marcia indietro. Le elezioni politiche del 2012 in Grecia avevano come
obiettivo principale determinare se la maggioranza dei cittadini greci intendesse rimanere
nell'Eurozona accettando i vincoli imposti per ottenere aiuti economici. Dopo un primo turno il 6
maggio senza risultati positivi, si è tenuto un secondo turno il 17 giugno. In questo secondo turno, si è
verificato un cambiamento significativo nelle preferenze popolari: il partito di centro Nuova
Democrazia ha ottenuto il 29,6% dei voti, il partito di sinistra radicale Syriza, critico nei confronti delle
richieste della troika, ha ottenuto il 26,8% dei voti, il Pasok il 12,2%, la Sinistra Democratica (Dirimar)
il 6,2% e il partito xenofobo e neonazista Alba Dorata il 6,9%. Il nuovo governo, guidato da Antonis
Samaras di Nuova Democrazia e sostenuto da Pasok e Dirimar, si è trovato ad affrontare una
situazione econ