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CRIMINOLOGICA1. La ricerca empirica: metodi e strumenti

La ricerca implica l'uso di metodologie standardizzate e sistemiche. Si parte da un'ipotesi, seguita da fasi successive che includono:

  1. Analisi e commento critico della letteratura sull'argomento.
  2. Scelta del metodo e degli strumenti.
  3. Studio pilota preliminare, seguito dalla raccolta dei dati. Successivamente, i dati vengono elaborati e sistematizzati in grafici e tabelle, in preparazione per la fase finale di interpretazione.

Viene introdotto il concetto di serendipity, che denota l'importanza di valorizzare i nuovi dati emersi.

Per la raccolta dei dati, vengono utilizzati diversi strumenti:

  • Questionario: permette di raccogliere dati in modo rapido e può essere inviato a un gran numero di persone contemporaneamente. Tuttavia, presenta alcune sfide come il possibile rifiuto di rispondere, l'interpretazione delle domande e le risposte influenzate dal pregiudizio del ricercatore. Può essere

strutturato con domande chiuse (facilitando il trattamento dei dati) o aperte.

  • Intervista (in persona o via telefono): richiede un intervistatore addestrato. Risolve problemi di fraintendimenti e mancata restituzione del questionario. In entrambi i casi, è necessario preparare in anticipo un campione rappresentativo della popolazione oggetto di studio. L'intervista può essere strutturata o semi-strutturata (con uno schema di massima ma non completamente diretta).
  • Ricerca sperimentale: ad esempio, test di un farmaco che agisce sull'aggressività, che viene somministrato a un gruppo di studio e a un gruppo di controllo (effetto placebo). Si analizzano variabili dipendenti e indipendenti oggetto di studio. Questo metodo è meno utilizzato in criminologia a causa dei costi elevati.
  • Osservazione: può essere diretta (tramite telecamere, specchi unidirezionali, registratori) con un osservatore esterno che monitora la situazione, o partecipata,

in cui l'osservatore fa parte dell'ambiente osservato (come nel caso dello studio di Whyte sulle bande). Tuttavia, può sorgere il rischio di passare dall'essere un osservatore a diventare un partecipante diretto (contaminazione).

  • Studio del caso: può concentrarsi su un singolo caso (storia di vita) o su un gruppo con un approfondimento specifico. Può essere circoscritto a un periodo storico o a un lasso di tempo (studio longitudinale), e può essere retrospettivo (anamnestico) o prospettico (catamnestico), come nel caso dell'analisi dell'efficacia di un trattamento per un delinquente. Tuttavia, le informazioni ottenute possono essere personali e non sempre generalizzabili.
  • Studi predittivi: partono dagli studi longitudinali e servono a sviluppare tabelle di predizione. Un esempio sono gli studi dei coniugi Glueck che considerano le caratteristiche familiari, personali e i tratti di personalità. La predizione può portare a

quattro risultati: vero positivo, vero negativo, falso positivo, falso negativo. Le variabili predittive più rilevanti per la transizione da delinquente giovanile a adulto, secondo Le Blanc e Frechette, includono: precocità, aggravamento, violenza, diversità e durata della devianza giovanile.

2. La ricerca storica

Il metodo storico viene impiegato per esaminare fenomeni criminali del passato e l'evoluzione storica di specifiche realtà. Le fasi del processo includono la raccolta e la descrizione dei dati storici. I delitti possono essere suddivisi in tre categorie:

  1. Delitti che oggi non esistono più, come la stregoneria, l'eresia e la pratica di arti magiche.
  2. Delitti che non esistevano nel passato e che sono emersi a causa del progresso tecnologico, come la pirateria informatica e le violazioni della privacy.
  3. Criminalità tradizionale, che comprende reati contro la persona, il patrimonio, la famiglia e lo Stato.

È fondamentale distinguere tra fonti

giuridiche (come norme, sentenze e scritti di giuristi che forniscono informazioni su cosa venisse considerato criminoso o deviante in un dato periodo storico) e fonti non giuridiche (come opere criminologiche e letterarie). Il metodo storico assume importanza nel momento in cui è in grado di confermare, confutare o correggere convinzioni radicate riguardo alle cause del crimine e all'efficacia dei mezzi di controllo (ad esempio, nel caso del sequestro a scopo di estorsione, dove il metodo storico può indicare una concentrazione in specifiche aree geografiche o supportare teorie sulle sottoculture criminali legate a un territorio). Il metodo storico può anche svolgere una funzione di esperimento ex post. 103. Le statistiche ufficiali in Italia Le Statistiche ufficiali costituiscono un prezioso strumento per ottenere informazioni riguardo alla quantità, distribuzione geografica e tendenze evolutive della criminalità in un determinato Paese. Ciascuno Stato tiene

registri statistici propri (ad esempio, negli Stati Uniti, vengono pubblicati gli Uniform Crime Reports dall'FBI). In Italia, l'Istat pubblica annualmente l'Annuario di Statistiche Giudiziarie Penali, suddiviso in due categorie principali:

  1. Statistiche relative all'attività dei principali organi del sistema di giustizia penale. Queste includono:

    • Statistiche processuali, che tengono conto di elementi come le attività dei tribunali, i reati imputati. Questi dati vengono forniti all'Istat dalle Cancellerie e Segreterie degli uffici giudiziari o dal Ministero della Giustizia.
    • Statistiche sulla criminalità, che riguardano gli imputati e i reati (sia delitti che contravvenzioni). Le informazioni considerate includono il tipo di delitto, il luogo, la data, con particolare attenzione ai casi che coinvolgono minori, donne e cittadini stranieri.
    • Statistiche sugli imputati condannati, che raccolgono dati presenti nel casellario giudiziario centrale, compresi aspetti
come alcuni reati non vengono segnalati o registrati dalle autorità competenti, quindi non compaiono nelle statistiche ufficiali. Ciò può essere dovuto a vari motivi, come la paura delle vittime di denunciare, la mancanza di fiducia nel sistema di giustizia, la sottodenuncia da parte delle autorità o la classificazione errata dei reati. Pertanto, le statistiche giudiziarie possono fornire solo una visione parziale della delittuosità effettiva. È importante tenere presente questi limiti quando si analizzano e si interpretano i dati statistici sul crimine.

Il numero di reati che non vengono portati all'attenzione delle autorità e che non vengono rilevati in alcun modo. L'indice di occultamento rappresenta la differenza tra la criminalità rilevata e quella sommersa. È importante notare che oltre ai reati non denunciati, vi sono anche quelli in cui manca l'identificazione del colpevole, un concetto che tende ad essere sovrapposto al primo ma non lo identifica.

Per la criminologia e le attività di prevenzione, è di grande interesse comprendere le diverse ragioni che contribuiscono a questo divario tra reati sommersi e quelli che emergono. Queste ragioni possono essere raggruppate in quattro categorie principali: la natura del reato, le caratteristiche dell'autore, le caratteristiche della vittima e l'atteggiamento delle istituzioni.

Molti reati non vengono denunciati per vari motivi: la vittima potrebbe acconsentire (come nel caso di reati sessuali), potrebbe percepire il reato come di lieve entità,

Potrebbe avere legami familiari o di amicizia con l'autore, potrebbe temere danni all'immagine pubblica se il reato venisse pubblicizzato, potrebbe essere soggetta a ricatti o minacce, potrebbe preferire soluzioni private di giustizia (come le guardie giurate), potrebbe avere un atteggiamento ostile verso le autorità o essere coinvolta nel crimine stessa (come in casi di regolamenti di conti). Inoltre, potrebbe non approvare eventuali sanzioni inflitte, non considerare efficace l'azione della polizia, o il testimone potrebbe non desiderare essere coinvolto nel processo. In alcuni casi, la vittima potrebbe non essere nemmeno a conoscenza di essere stata coinvolta in un reato, come nel caso di reati economici in cui la vittima è la collettività.

In Italia, un altro grave limite riguarda l'assenza di rilevazioni sulle vittime e sulle contravvenzioni. Esistono tre tipi di misure statistiche della criminalità:

  1. Frequenze assolute dei reati denunciati.
  2. Frequenze relative dei reati denunciati rispetto alla popolazione.
  3. Frequenze relative dei reati denunciati rispetto al numero di abitanti.

relative alla popolazione (tassi di criminalità per 100mila abitanti).

3. Numeri indici su aggregati convenzionali, tenendo conto della gravità dei reati.

5. Gli indici di gravità dei reati

Gli indici numerici rivestono un'importanza fondamentale poiché consentono di valutare le variazioni nella gravità degli eventi criminali. Un esempio significativo è dato dal lavoro di Messedaglia sull'Impero austriaco tra il 1856 e il 1859, dove le statistiche criminali vengono considerate come un indicatore significativo della moralità di una popolazione. Questo metodo è stato successivamente ripreso da Zingali, sebbene entrambi non abbiano tenuto conto delle pene pecuniarie.

Con De Castro (1934) viene definita la funzione di un indice di criminalità, che serve a comprendere il fenomeno e monitorarne l'andamento nel tempo. Si studiano gli indici sia in termini quantitativi (prestando attenzione al numero di reati denunciati) sia in termini

qualitativi (valutando l'indice di gravità, che tiene conto della pena inflitta dal giudice in base alla gravità dell'evento). Un approccio più recente prescinde dalla pena e valuta invece i fattori differenziali, tra cui la percezione sociale del reato, ovvero come i membri della società lo percepiscono. Negli anni '60, Sellin e Wolfgang individuano due scale: - Category scale (dove viene assegnato un punteggio da 1 a 11 a seconda della gravità dell'evento). - Magnitude scale (dove gli intervistati confrontano gli eventi assegnando loro un punteggio su base 10). Sellin e Wolfgang dimostrarono un consenso nell'opinione pubblica sulla gravità dei reati. Questa constatazione è supportata dalla ricerca di Cohen sulle gang di Philadelphia e sui gruppi spontanei. In generale, si considerano più gravi i reati contro la persona, seguiti dai reati contro il patrimonio, la morale, l'economia, l'ordine pubblico e infine quelli senza.comportamento criminale. Secondo questa teoria, l'indice di delinquenza di una determinata area può essere calcolato dividendo il numero di reati commessi dalla popolazione totale e moltiplicando il risultato per 1000. Questo indice può essere utilizzato per confrontare l'incidenza della criminalità tra diverse aree geografiche o nel corso del tempo. L'indice di Sellin e Wolfgang è stato criticato per la sua semplicità e per il fatto che non tiene conto di altri fattori che potrebbero influenzare la criminalità, come la disoccupazione o la povertà. Tuttavia, è ancora ampiamente utilizzato come strumento per valutare l'andamento della criminalità in diverse comunità. In conclusione, l'indice di Sellin e Wolfgang è un metodo semplice ma utile per valutare l'incidenza della criminalità in diverse aree geografiche. Sebbene sia stato criticato per la sua semplicità, rimane uno strumento importante per gli studiosi del comportamento criminale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
64 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale211 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Ceretti Adolfo.