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L'Italia dopo la liberazione
25 aprile 1945 la liberazione
Gli angloamericani liberano Milano, ultima città in mano ai tedeschi grazie alla resistenza. Nei mesi successivi al governo, sempre costituito dalla coalizione dei partiti antifascisti che avevano fatto parte dei CLN, fu chiamato Ferruccio Parri, uno dei leader del partito d'azione e vicecomandante del corpo Volontari della Libertà per l'alta Italia. Benché il suo fosse un governo di transizione, Parri volle dare forti segnali di rottura col passato fascista. Pose quindi l'accento su due temi: l'epurazione diretta dei quadri della pubblica amministrazione e di tutti i dirigenti pubblici e privati compromessi con la dittatura e una forte tassazione sulle grandi imprese e sui profitti di guerra. Entrambi questi provvedimenti incontrarono però l'opposizione delle forze moderate che nel dicembre 1945 costrinsero Parri alle dimissioni. Il nuovo esecutivo, ancora composto
dai 6 partiti della coalizione antifascista venne affidato al leader della Democrazia Cristiana De Gasperi. Il nuovo governo accantonò le riforme economico-finanziarie, mentre l'epurazione venne fortemente ridimensionata in virtù di un provvedimento di amnistia varato nel giugno 1946 dal ministro della giustizia Palmiro Togliatti, leader del partito comunista. Nel frattempo De Gasperi fece approvare un decreto che da un lato fissava i compiti dell'assemblea costituente, e dall'altro stabiliva di trasferire la scelta istituzionale dall'assemblea all'elettorato, mediante un referendum da farsi lo stesso giorno delle elezioni per l'assemblea costituente. Con il successivo decreto che convoca i comizi elettorali per il 2 giugno 1946, si estendeva anche alle donne in suffragio passivo, ovvero il diritto di essere elette, mentre un precedente decreto del febbraio 1945 aveva già concesso loro il diritto di voto. Intanto, il 9 maggio, il re.Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto; si trattava di un estremo tentativo di salvaguardare l'istituto monarchico lasciando la corona nelle mani di un Savoia che non si era compromesso direttamente con regime fascista. L'operazione non servì comunque a riscattare il prestigio della monarchia sabauda.- 2 giugno 1946: il referendum
- Vince la repubblica
Legata alla tradizione. Vi sono delle sacche territoriali anche al nord che votano la monarchia: il Piemonte perché la monarchia sabauda era piemontese.
- Re Umberto II e la sua famiglia vanno in esilio
- Nelle elezioni per la Costituente i partiti principali risultano:
- DEMOCRAZIA CRISTIANA, PARTITO SOCIALISTA e PARTITO COMUNISTA. Il partito maggioritario risulta essere la democrazia cristiana.
Assemblea costituente
- Eletta a suffragio universale il 2 giugno 1946 è composta da 552 membri di cui 21 donne (il 95% dei Costituenti erano laureati ma vi sono rappresentanti di tutte le classi sociali)
- Insediata il 25 giugno, con Giuseppe Saragat (socialista) presidente. Successivo presidente Umberto Terracini (PCI)
- 28 giugno 1946: elezione di Enrico De Nicola a capo provvisorio dello Stato
- I lavori della Costituente proseguono fino al dicembre 1947, fa un passaggio di revisione linguistica attraverso un gruppo di letterati per semplificare al
Massimo il testo per far si che la Costituzione possa essere compresa da tutti, viene votata da tutto il parlamento.
1° gennaio 1948: entra in vigore la Costituzione, dopo essere firmata dal presidente provvisorio De Nicola. La carta costituzionale deriva dalla sovranità popolare ed è il punto di incontro tra diverse culture e politiche della tradizione italiana, quella Cattolica, quella liberale e quella marxista, in un compromesso costituzionale.
Gennaio 1948: Entra in vigore la costituzione repubblicana.
La Costituzione rappresenta la sintesi delle tre principali culture politiche della tradizione italiana: quella LIBERALE, quella CATTOLICA e quella SOCIALISTA: Partiti dell'arco costituzionale. Per un voto non entra in vigore il matrimonio indissolubile. Il principio cardine della costituzione è l'antifascismo, la sovranità appartiene al popolo.
Tappe fondamentali che hanno portato alla nostra costituzione: LO STATUTO ALBERTINO
(1848-1943) - “periodo costituzionale transitorio” (25 luglio 1943-1°gennaio 1948) L’ITALIA DIVISA (1943-1945) - “periodo costituzionale transitorio” (25 luglio 1943-1° gennaio 1948) L’ELABORAZIONE DELLA COSTITUZIONE (1946-1948)
Struttura della costituzione
- Principi fondamentali (artt. 1- 12)
- Parte prima: diritti e doveri dei cittadini (artt. 13-54)
- Parte seconda: l’ordinamento della Repubblica (artt. 55-139)
- Disposizioni transitorie e finali (artt. I-XVIII)
Quali sono le caratteristiche formali della nostra costituzione?
- SCRITTA
- RIGIDA: protetta da facili modifiche per essere cambiata si deve eseguire un procedimento legislativo complesso (art. 139: serve la maggioranza assoluta - il voto favorevole del 50 % più 1 dei deputati e dei senatori - delle due Camere. In tal caso la legge di revisione costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla sua pubblicazione,
nefacciano domanda 1/5 dei membri di una Camera o 500.000 elettori o 5 Consigli regionali. Solo sei 2/3 dei parlamentari votano a favore della modifica non si può ricorrere al referendum popolare.
Mai potrà essere messo in discussione che il nostro paese è una Repubblica) le leggi in contrasto con essa vengono rimosse dalla Corte Costituzionale- LUNGA: enunciazione di diritti fondamentali individuazione della forma di governo regolamentazione di molti settori del vivere civile 139 articoli in larga parte programmatici: indirizzano il legislatore che si rifà alla Costituzione per la legittimità dei provvedimenti di legge
Disposizioni transitorie finali:
- XII: è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista
I poteri nello statuto albertino:
RE = persona sacra e inviolabile/ capo della monarchia sabauda ereditaria:
- - propone le leggi
- - approva le leggi
- - nomina i senatori
Parlamento diviso in Senato
Come il fascismo modifica lo statuto albertino- il fascismo utilizza la flessibilità dello Statuto: svuota gli articoli con le leggi ordinarie modifica ipoteri del re
- il Gran Consiglio del fascismo propone al re la lista dei nomi per la nomina del capo del governo
- il capo del governo non è sottoposto al Parlamento nomina i ministri decide cosa e quando si discute in Parlamento
- la legge elettorale prevede un partito unico votare SI/NO per una lista unica scelta dal GCF plebiscito + abolizione delle libertà politiche civili abolizione dei partiti e dei sindacati controllo della stampa e di tutti i mezzi di informazione = DITTATURA
Repubblica
Dal punto di vista istituzionale, la Costituzione elaborò un sistema di tipo pienamente parlamentare con un governo
Responsabile di fronte alle due camere. Camera dei Deputati e Senato sono dotati di identiche funzioni legislative, si differenziavano solo per i diversi requisiti dell'elettorato attivo e passivo e per le modalità di elezione.
La Costituzione prevede inoltre un Consiglio Superiore della Magistratura, che avrebbe dovuto garantire la piena autonomia e indipendenza del corpo giudiziario, una corte costituzionale, per verificare la conformità delle leggi alle disposizioni costituzionali, un forte decentramento amministrativo mediante l'istituzione delle Regioni e l'istituzione del referendum abrogativo.
Forma dello stato:
Stato unitario a forma repubblicana
Capo dello Stato:
Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento in seduta congiunta
Corpo elettorale e sistema elettorale:
Suffragio universale maschile e femminile
- 1948: sistema proporzionale
- 1953: premio di maggioranza per lista che ottiene almeno il 50% + 1 dei voti, sistema proporzionale per liste
salute)
- GIUSEPPE SARAGAT (PSDI): 1964-1971
- GIOVANNI LEONE (DC): 1971-1978 (dimissioni)
- SANDRO PERTINI (PSI): 1978-1985
- FRANCESCO COSSIGA (DC): 1985-1992
- OSCAR LUIGI SCALFARO (DC): 1992-1999
- CARLO AZEGLIO CIAMPI (indipend.): 1999-2006
- GIORGIO NAPOLITANO (PD): 2006-2013 primo mandato - 2013-2015 secondo mandato
- SERGIO MATTARELLA (PD): 2015
Nel corso del loro mandato i presidenti hanno cessato di far parte del partito di origine, in modo da garantire il ruolo "super partes" della presidenza della Repubblica. I partiti indicati sono quelli a cui appartenevano prima dell'elezione a presidenti.
L'ITALIA REPUBBLICANA DALLA COSTITUZIONE AGLI ANNI SESSANTA
ALCIDE DE GASPERI (1881- 1954): Democrazia Cristiana
Fu uno dei fondatori della DC: nasce durante la seconda guerra mondiale sulla scia del PPI che era nato a inizio 900 con alleanze anche con i liberali (patto gentiloni). Erano stati costretti a sciogliersi e
molti costretti all'esilio,