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Storia dell'Uar
Dal 1959 viene eletto nuovo capo dell'Uar Caputo, che si era distinto per aver ideato un piano finalizzato a mettere fuori legge il PCI, interpellando direttamente la CIA. L'unico evento eclatante del suo periodo fu l'ufficiale scioglimento del G.O. Omicidio Mattei. I militanti francesi dell'Oas stavano progettando un attentato contro l'allora presidente dell'Eni Enrico Mattei, nemico giurato visto l'appoggio alle rivolte algerine. Effettivamente, perse la vita in un incidente aereo nel 1962; non si può escludere che fosse organizzato dalla rete italiana dell'Oas. L'operazione Bidault. Nei primi anni Settanta l'Uar riuscì a estradare in Francia diversi agenti dell'Oas, riacquisendo l'autorevolezza persa: se ne occupò per la prima volta D'Amato, sottolineando la necessità che l'operazione non diventasse di pubblico dominio, visti i legami di Bidault con la DC. In poche parole, gli venne sottolineato.che ha operato nell'ombra per garantire la sicurezza del paese. Per altri, è stato un personaggio controverso, legato a un'epoca oscura della storia italiana. Il nome di questo personaggio è Carmine D'Amato, un ex poliziotto fascista che ha trovato una nuova vita nell'Ufficio Affari Riservati (Uar), un'organizzazione segreta che si occupava di intelligence e sicurezza interna. D'Amato è entrato a far parte dell'Uar negli anni '50, quando l'organizzazione era ancora fortemente influenzata da ex poliziotti fascisti. Grazie alle sue abilità e alla sua determinazione, è riuscito a scalare rapidamente le gerarchie dell'Uar, diventando uno dei suoi principali coordinatori. Una delle operazioni più famose di D'Amato è stata il trasferimento di un pericoloso criminale italiano in Svizzera. Grazie ai suoi contatti internazionali, è riuscito a organizzare un accordo con le autorità svizzere, che hanno accettato di ospitare il criminale in cambio di informazioni preziose. Questa operazione ha portato grande credito a D'Amato presso le autorità politiche italiane. Grazie al suo ruolo di rappresentante italiano presso l'Ufficio per la sicurezza interna del Patto atlantico e la delegazione italiana presso il Comitato di sicurezza della NATO, ha potuto consolidare ulteriormente la sua posizione. Negli anni '60, l'Uar ha subito una trasformazione significativa, diventando un moderno organo di intelligence. D'Amato ha continuato a svolgere un ruolo chiave all'interno dell'organizzazione, coordinando le squadre periferiche, gestendo i contatti internazionali e occupandosi dei finanziamenti. Nonostante le controversie che circondano la sua figura, non si può negare che Carmine D'Amato abbia avuto un impatto significativo sulla sicurezza del paese. La sua abilità nel gestire operazioni complesse e il suo impegno nel garantire la stabilità interna hanno contribuito a mantenere l'Italia al sicuro in un periodo turbolento della sua storia.Per altri il più geniale uomo di intelligence che l'Italia abbia mai avuto. Nacque a Marsiglia nel 1919 ed entrò a far parte dei corpi di polizia. I genitori erano fortemente antifascisti, anche se si è scoperto che era iscritto al partito. I primi legami con l'intelligence arrivarono nel 1943, dove si schierò con gli Alleati. Grazie a lui e alle sue infiltrazioni nelle spie tedesche, il controspionaggio alleato venne a conoscenza di informazioni fondamentali e in poco tempo azzerò ogni forma di infiltrazione nazista. In questo periodo entrò inevitabilmente a stretto contatto con i servizi segreti americani di Angleton. Dopo un periodo nel commissariato di polizia del Castro Pretorio e all'Ufficio politico della Questura di Roma, nel 1960 approdò all'Uar. Ha avuto un'infinità di antagonisti: nazisti, neo-fascisti, sovietici e cubani, Oas, terrorismo israeliano e palestinese, la massoneria italiana e il
Terrorismo degli anni di piombo
Morì nel 1996.
CAPITOLO 4 - LA STRATEGIA DELL'INFILTRAZIONE
I rapporti con PCI
È un dato di fatto che negli anni Settanta la stampa di sinistra abbia spesso avuto una sorta di strano timorereverenziale. In effetti, nella sponda comunista c'erano storie poco edificanti mai venute alla luce e che l'Uaraveva sempre ben conosciuto. Ogni aspetto della vita del partito era attentamente scandagliato in centinaia di fascicoli.
Più volte il Sid ha tentato di incastrarlo in scandali giudiziari, affermando che avesse contatti con i servizi segreti dell'Est; senza mai concretizzare nulla. Anzi, D'Amato si dichiarava favorevole al compromesso tra DC e PCI e sosteneva che il vero terrorismo da cui riguardarsi era quello palestinese più che quello sovietico o quello nero.
I rapporti fra i dirigenti comunisti e la grande industria stavano andando verso una progressiva normalizzazione dati i legami che grandi aziende
quali Fiat, Olivetti e Findser avevano con l'URSS. Chiaramente, ne traevavantaggi economici il PCI, che faceva da intermediario.All'interno del Pci era attiva una fonte che informava puntualmente l'Uar su tutte le operazioni commerciali efinanziarie del partito, in particolare con i Paesi dell'Est e della Cina comunista.L'Uar aveva ben chiara la netta distanza del Pci dalla sinistra extraparlamentare: non vi erano provetangibili sull'esistenza di progetti rivoluzionari o di organizzazioni segrete armate; esisteva forse un apparatoclandestino dei quadri il cui compito era difendere le sedi, ma non c'entravano nulla con il terrorismo rosso.I dirigenti comunisti erano rimasti spiazzati dalla virulenza dei fenomeni di lotta nati alla loro sinistra e avevanodeciso di dare vita a un attacco frontale: seconda una logica leninista, il partito doveva apparire compatto, mal'Uar sapeva che c'erano grandi tensioni al suo interno. Questoprovocò un avvicinamento tra Longo, Pajetta e Berlinguer, il quale voleva prendere le distanze dall'Urss e accreditare il Pci come un partito moderno. I rapporti con la sinistra extraparlamentare Seppur non ci siano molti riferimenti a riguardo, sicuramente l'Uar aveva almeno due informatori all'interno dei movimenti marxisti-leninisti, in particolare Lotta Continua, guidata da Sofri. Importante fu Menegatti (Dario), facente parte di un'organizzazione che era a contatto con autorità di Paesi arabi e comunisti: fornì centinaia di note confidenziali e a oggi risulta l'informatore più prolifico. I rapporti con la destra extraparlamentare Uno degli informatori più qualificati fu Mortilla, che tramite il ramo italiano della Fiel spagnola aveva creato una rete informativa estremamente vasta. Particolare dedica viene data all'Aginter Press (agenzia di Lisbona copertura di un nucleo di eversione internazionale), dietro la quale sicelava un'organizzazione ultraconservatrice cattolico-tradizionalista (Odreet Tradicion). Era un punto d'incontro tra due forme di anticomunismo [bianco, atlantico-occidentalista; e nero, neofascista/neonazista] Internazionale anticomunista. Il caso Delle Chiaie Stefano Delle Chiaie era il fondatore del movimento di estrema destra Avanguardia Nazionale ed è ormai frequente dare per scontato un suo legame con D'Amato. La questione è estremamente delicata, visto che sarebbe grave che uno dei principali esponenti della destra extra-parlamentare fosse un burattino del Ministero degli Interni. Il primo caso fu quello dei Manifesti cinesi, affitti da AN per creare scompigli all'interno della sinistra, sospinta dell'Uar. Delle Chiaie affermò di essere solo stato una vittima inconsapevole di D'Amato, ma molte fonti sostengono ne fosse pienamente consapevole. Col passare degli anni, sempre più venne alla luce un legame di cui siHo formattato il testo utilizzando i tag html:era sempre saputo all'interno della destra. Anche D'Amato negava. Solo in tempi recenti, ex funzionari dell'Uar hanno confermato; la vera identità di questo rapporto rimarrà sempre dubbia.
Il caso Zorzi Zorzi era stato tra i fondatori della sezione di Venezia-Mestre di Ordine Nuovo; anche lui è un esempio di neofascista legato alle istituzioni dello Stato, cosa confermata da D'Amato. Dopo essersi trasferito in Giappone, doveva fungere da tramite tra Nakayama e la DC italiana (grande scandalo); su di lui fu indetto un ordine di cattura, assolto.
Il Noto Servizio Esisteva in Italia una sorta di servizio segreto parallelo del ministero della Difesa, chiamato Noto Servizio. Il suo compito era quello di ostacolare l'avanzata delle sinistre e di impedire una sostanziale modifica della situazione politica italiana. Questo avrebbe iniziato poi a far capo alla Presidenza del Consiglio, prendendo il nome di Anello. Per D'Amato, era una questione non
CAPITOLO 5 – NEL CUORE OCCULTO DEL POTERE
Il Club di Berna
Nella seconda metà degli anni Settanta D’Amato fu tra i fautori della creazione di un organismo chiamato Club di Berna, che riuniva periodicamente i capi di servizi di sicurezza interna dei 6 Paesi fondatori. Era lo strumento più efficace per l’organizzazione della lotta al terrorismo.
In occasione dei movimenti del 1968, il tedesco Nollau sostenne che lo sviluppo di gruppi extraparlamentari di sinistra sarebbe stato finanziato dalla Cia, visti anche i precedenti del Piano Chaos (studenti), per creare squilibri in Europa occidentale. In Italia, il Pci aveva appoggiato i movimenti rivoluzionari vista l’incapacità organizzativa degli studenti.
Per quanto riguarda i finanziamenti militari, per D’Amato, era sì assurdo pensare che i movimenti fossero nati spontaneamente, ma che sarebbe anche stato sbagliato collegarli direttamente all’intervento comunista-sovietico.
Quanto riguarda gli inizi degli anni '70, in Italia si registrava un netto declino di fenomeni di terrorismo (pochi anni dopo smentiti). Per D'Amato, i PC nazionali non avevano nulla a che fare con l'estremismo.
In una relazione finale, D'Amato definiva questi gruppi alla sinistra della sinistra come Nuova Sinistra, che si ponevano come obiettivo la distruzione dello stato borghese e del capitalismo; alla Nuova Sinistra inoltre, attribuiva la responsabilità della strage di Piazza Fontana del 1969 [depistaggio anche in Europa].
Strategia della tensione; le carte che mancano
Il ruolo giocato dall'Uar negli anni della cosiddetta strategia della tensione è una pagina che comincia a essere riscritta solo ora; in particolare, per una loro presunta responsabilità nei depistaggi* successivi alla strage di piazza Fontana del 1969. Molte sono le fonti che dichiarano un coinvolgimento dell'Uar nella fase di organizzazione della strage.
*effettivamente
i componenti dell'Uar pur avendo solo la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria potevano muoversi come veri e propri agenti segreti. Le perplessità giungono per vari motivi: l'Ufficio politico non voleva per troppo tempo uomini della Uar nella scena della strage per paura di depistaggi; riferimenti alla complicità con Andreotti, che invece supportava di più il Sid; e soprattutto la totale assenza di discussioni e riferimenti a questa strage nel Club di Berna, quando si parlava di cose anche molto meno gravi. C'è poi un vuoto documentale nelle carte di via Appia, non si sa se strumentale e voluta. Gli attentati ai treni L'8 ed il 9 agosto 1969 esplosero otto bombe posizionate su diversi treni delle Ferrovie dello Stato, mentre altre due bombe verranno ritrovate, inesplose, nelle stazioni di Milano Centrale e Venezia Santa Lucia. Le indagini vennero indirizzate verso ambienti anarchici. Solo diversi anni dopo per i fatti in oggetto.verrannocondannati due membri dell'organizzazione terroristica neofascista Ordine nuovo: Franco Freda e GiovanniVentura. L'idea del gru