Il nuovo Stato tedesco
Il nuovo Stato tedesco, nato dalla vittoria sulla Francia, divenne la principale potenza europea grazie ai suoi 40 milioni di abitanti, la disponibilità di materie prime, una crescita economica costante, un esercito efficiente e un sistema educativo avanzato. Il Reich mantenne una struttura federale con 25 Stati, ma il potere centrale era concentrato nelle mani del cancelliere, responsabile di fronte all'imperatore, mentre il Parlamento (Reichstag) aveva un potere limitato.
Bismarck, cancelliere fino al 1890, governava attraverso un'alleanza tra aristocrazia e mondo industriale, sostenendo una politica protezionistica dal 1879 che favoriva l'industria pesante e l'agricoltura, nota come il "matrimonio fra il ferro e la segale".
Nonostante la centralizzazione del potere e l'influenza conservatrice, si svilupparono nuovi movimenti politici di massa, come il Partito socialdemocratico (SPD) nel 1875 e il Partito del Centro cattolico. La lotta di Bismarck contro i cattolici, nota come Kulturkampf (1872-75), mirava a ridurre l'influenza della Chiesa cattolica, ma fallì e portò a un rafforzamento del Partito del Centro.
Le politiche di Bismarck e la socialdemocrazia
Di fronte alla crescita della socialdemocrazia, Bismarck adottò misure repressive con le leggi eccezionali del 1878, limitando la libertà di stampa e di associazione, ma queste non riuscirono a fermare il movimento.
Nel tentativo di guadagnare consenso tra la classe operaia, Bismarck varò importanti riforme sociali tra il 1883 e il 1889, istituendo assicurazioni obbligatorie per malattia, infortuni e vecchiaia. Tuttavia, queste riforme miravano a mantenere i lavoratori in una posizione subordinata, senza concedere maggiori diritti politici o sindacali.
Nonostante le repressioni e le riforme, la socialdemocrazia continuò a crescere, ottenendo quasi un milione e mezzo di voti e 35 seggi nel Reichstag nel 1890, contribuendo all'uscita di Bismarck dal governo, segnando il fallimento della sua politica sia contro i cattolici che contro il movimento operaio.
La terza repubblica in Francia
Dopo la sconfitta e la guerra civile, la Francia mostrò segni di ripresa. Nel 1872, fu introdotto il servizio militare obbligatorio, e nel 1873, il paese terminò il pagamento dell'indennità di guerra alla Germania. Entro la fine degli anni '70, la Francia aveva ripreso il suo prestigio internazionale, aveva un forte esercito e si avviava verso l'espansione coloniale. Questa ripresa si basava più sul patriottismo della popolazione rurale e della piccola borghesia, sostenuta dall'efficienza bancaria, che sulla vitalità economica.
Stabilizzazione politica e riforme
La stabilizzazione politica fu invece più complessa, soprattutto a causa della divisione tra monarchici e repubblicani nell'Assemblea nazionale, incaricata di redigere la nuova costituzione. Solo grazie a fratture interne tra legittimisti e orleanisti, e a un compromesso tra orleanisti e repubblicani moderati, fu approvata la costituzione della Terza Repubblica nel 1875. La costituzione prevedeva una Camera eletta a suffragio universale maschile e un Senato misto, con un presidente della Repubblica con poteri teoricamente estesi.
Nel 1877, il presidente monarchico Mac Mahon cercò di contrastare la maggioranza repubblicana sciogliendo la Camera, ma perse le elezioni successive e si dimise nel 1878, segnando una riduzione del potere presidenziale e la prevalenza di un modello parlamentare. I repubblicani moderati, gli "opportunisti" come Gambetta e Jules Ferry, consolidarono la Repubblica grazie a un forte legame con la piccola borghesia e gli agricoltori.
Riforme e instabilità politica
Durante i primi anni della Terza Repubblica, furono approvate importanti riforme, come l'amnistia per i comunardi nel 1880 e l'elezione del Senato nel 1884. Tra le leggi fondamentali, vi furono la libertà di associazione sindacale, l'autonomia locale e l'introduzione del divorzio. Le riforme scolastiche (1880-1885) stabilirono l'istruzione elementare obbligatoria e gratuita, sotto il controllo dello Stato, segnando una vittoria per i valori laici contro l'influenza cattolica.
Tuttavia, l'instabilità politica rimase un problema per la Terza Repubblica, a causa della debolezza dei governi e della diffusa corruzione legata agli ambienti finanziari e all'espansione coloniale. Questo malcontento culminò alla fine degli anni '80 con il movimento di Georges Boulanger, che cercò di riformare il sistema in senso autoritario e antiparlamentare. L'avventura di Boulanger, pur fallita, rivelò la persistenza di tendenze autoritarie nella società francese, anche in ambienti non tradizionalmente di destra.
L'Inghilterra vittoriana
Dopo il 1848, la Gran Bretagna attraversò un lungo periodo di stabilità politica, tranquillità sociale e prosperità economica. A metà del secolo, il Regno Unito era la più progredita tra le grandi potenze europee, con una popolazione industriale significativa, una produzione globale di carbone e ferro dominante e una rete ferroviaria e flotta mercantile tra le più sviluppate. Il paese vantava istituzioni politiche tra le più libere d'Europa, ma il sistema parlamentare non era ancora democratico, con un diritto di voto limitato al 15% dei maschi adulti.
Riforme politiche e sociali
Il ventennio 1848-1866 vide il consolidamento del sistema parlamentare, con la regina Vittoria come simbolo nazionale. Tuttavia, molti poteri restavano concentrati nella Camera dei Lords e il suffragio era ristretto. Fino alla morte di Palmerston (1865), la lotta per l'allargamento del voto fu portata avanti dai radicali, ma solo con William Gladstone i liberali iniziarono a promuovere riforme più incisive, sebbene una prima proposta di estensione del suffragio venne bloccata.
Nel 1867, il conservatore Benjamin Disraeli varò il Reform Act, che aumentò il corpo elettorale includendo lavoratori urbani con redditi più alti. Sebbene inizialmente favorì i liberali, i conservatori di Disraeli cercarono di allargare il loro consenso tra le masse. Nelle elezioni del 1868, Gladstone tornò al potere e promosse riforme importanti, come la riorganizzazione dell'istruzione pubblica, la fine della compravendita di gradi nell'esercito e l'abolizione del voto palese nel 1872.
Nel 1874, Disraeli tornò al potere e priorizzò la politica coloniale, proclamando la regina Vittoria imperatrice dell'India e introducendo riforme sociali per i lavoratori. Dopo la sua sconfitta nel 1880, Gladstone riprese il potere, ampliando ulteriormente il corpo elettorale con una nuova legge nel 1884, che incluse anche molti lavoratori agricoli.
Gran parte delle energie del governo liberale si concentrarono sulla questione irlandese. L'Irlanda, gravemente colpita dalla crisi agricola, vide crescere le tensioni nazionalistiche e la pressione parlamentare per l'autonomia (Home Rule). Gladstone introdusse riforme agrarie nel 1881, ma successivamente si convinse della necessità di concedere l'autogoverno. Il progetto di Home Rule del 1886 fallì, a causa della forte opposizione interna al suo stesso partito e della secessione degli unionisti, causando la caduta del governo. Questo evento permise ai tories di consolidare il loro programma imperialistico, combinato con riforme sociali.
La Russia di Alessandro II
Nella seconda metà del XIX secolo, mentre la Gran Bretagna era la nazione più avanzata in Europa, l'Impero russo rappresentava il primato dell'arretratezza, con oltre il 90% della popolazione occupata in agricoltura e più di 20 milioni di contadini soggetti alla servitù della gleba. Questi contadini erano legati alla terra e subordinati ai proprietari terrieri, ai quali dovevano fornire lavoro o denaro. L'organizzazione agricola si basava sui mir, comunità di villaggio che distribuivano le terre e riscuotevano le imposte.
Riforme e tensioni sociali
La società russa era dominata da un'aristocrazia terriera assenteista e da un apparato burocratico-poliziesco che rispondeva solo allo zar. Tuttavia, nonostante l'immobilismo politico e sociale, l'800 fu un'epoca di eccezionale fioritura intellettuale, con grandi scrittori come Gogol, Tolstoj e Dostoevskij che riflettevano sulle profonde differenze tra la Russia e l'Europa occidentale. Gli intellettuali si dividevano tra gli occidentalisti, favorevoli all'adozione dei modelli europei per modernizzare la Russia, e gli slavofili, che esaltavano le tradizioni slave e ortodosse.
Un cambiamento importante si verificò con l'ascesa al trono di Alessandro II nel 1855, che avviò una serie di riforme, tra cui l'amnistia per i detenuti politici e l'introduzione degli zemstvo, consigli distrettuali elettivi. La riforma più importante fu l'abolizione della servitù della gleba nel 1861, che garantì ai contadini la libertà personale e la possibilità di riscattare le terre. Tuttavia, questa riforma deluse molti contadini, che ricevettero meno terra di quanto coltivavano prima e a un prezzo spesso superiore al suo valore reale. Questo portò a proteste e ribellioni, represse dall'esercito.
Dopo queste difficoltà, il breve periodo liberalizzante del regno di Alessandro II si concluse con la repressione dell'insurrezione polacca del 1863-64 e una politica di russificazione forzata. In Russia, il clima politico si inasprì nuovamente, con una maggiore censura e controlli polizieschi, alimentando il malcontento tra la borghesia colta e le nuove generazioni. Alcuni giovani si rivolsero al nichilismo, rifiutando radicalmente l'ordine costituito, mentre altri tentarono di avvicinarsi alle classi popolari con il movimento del populismo o narodniki, cercando di educare e politicizzare le masse contadine. Tuttavia, l'incomprensione dei contadini e la repressione del governo portarono molti populisti verso la cospirazione.
Questa crescente tensione culminò nell'assassinio di Alessandro II nel 1881 da parte di un attentatore anarchico, segnando la fine delle speranze di riforme liberali e confermando la disillusione nei confronti del regime zarista.
I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
Nella metà del XIX secolo, gli Stati Uniti erano in rapida espansione, con una popolazione in forte crescita, grazie soprattutto all'immigrazione europea. I confini dell'Unione si estendevano verso Ovest, con un'espansione agricola e industriale notevole. Tuttavia, questa crescita economica e territoriale si accompagnava a profonde fratture interne, dovute alla coesistenza di tre diverse società regionali.
Nel Nord-Est, area delle prime colonie britanniche, predominava una società industriale e urbana, fortemente influenzata dai valori del capitalismo imprenditoriale. Questa regione era ricca, dinamica, sede delle principali città (New York, Boston).
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