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CAPITOLO 7 – L'APICE DELLA CRISI ITALIANA E IL SUO SUPERAMENTO

Il PCI come attore internazionale

Sin dalla metà degli anni Cinquanta, le posizioni del PCI non si erano discostate da una rigida interpretazione dell'URSS. La leadership di Togliatti però, non aveva rinunciato a forme di dialettica interna: sin dalla Svolta di Salerno aveva mirato a sviluppare i caratteri di massa e nazionali del partito, puntando al concetto di egemonia gramsciana.

Dopo un lungo periodo di focus eurocentrico, dimostrò una crescente attenzione nei confronti della decolonizzazione di Mediterraneo e America Latina [Algeria, Fidel Castro...]. Cominciò cautamente a valutare positivamente il processo di integrazione europea, supportando la causa di superamento della logica dei blocchi contrapposti.

La morte di Togliatti nel 1964 condusse alla Segreteria di Luigi Longo, influenzata sempre dalla figura del suo predecessore che spingeva per una crescente autonomia del PCI.

dal PCUS; momento di svolta a riguardo fu la condanna del PCI dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia. Oltre a rappresentare il più importante fra i partiti comunisti del mondo occidentale, veniva considerato un attore influente e in grado di operare con significativa autonomia rispetto all'URSS. Dal 1972 Enrico Berlinguer veniva nominato Segretario del partito. Momento di svolta nella politica berlingueriana fu l'obiettivo del compromesso storico: il PCI nel presentarsi come possibile forza di governo rinunciava all'ipotesi di alleanza delle sinistre italiane, ma puntava invece a un accordo tra tutte le forze "popolari progressive", in particolare la DC. Questo riteneva che la grande distensione fosse un elemento fondamentale per l'ingresso al governo. Anche l'atteggiamento dei media nei confronti della sinistra iniziò a cambiare, andando a creare un ambiente favorevole per il PCI; tanto che iniziarono a pensare di poter

Puntare a un rapporto meno conflittuale anche con Washington. Cominciava a farsi strada la sensazione che il PCI potesse realizzare l'obiettivo del soprasso rispetto alla DC e quindi al governo. L'Occidente e il PCI dell'eurocomunismo.

Moro cercò di spiegare la complessità della situazione politica italiana e la necessità per la DC di non trascurare le scelte di PCI e del suo elettorato. La reazione dei due leader americani era stata dura e sprezzante, ribadendo l'esigenza dal punto di vista di Washington di una chiusura senza compromessi verso il PCI. Gli USA erano disposti a concedere finanziamenti segreti a sostegno dei partiti anti-comunisti. Kissinger dichiarò che se il PCI fosse andato al governo, gli USA avrebbero prontamente adottato pratiche isolazioniste verso l'Italia.

Diversa percezione arrivava da Londra che, seppur non dando per scontato una vittoria del PCI, non escludeva la sua partecipazione a un governo minoritario, anche.

se ne riconoscevano l'incompatibilità con le linee europee. Temevano inoltre per l'Italia una deriva jugoslava. Nel complesso quindi, il governo italiano doveva nascere da un accordo tra forze non comuniste e forze non fasciste, nonché puntare a un programma di rigenerazione politica economica e sociale. Nacque così un nuovo governo di non sfiducia da parte di Andreotti, sulla base di un compromesso tra il governo e i sindacati con l'acquiescenza del PCI. Gli anni di piombo Il primo obiettivo del governo della non sfiducia fu far fronte alla grave situazione economica e finanziaria che l'Italia stava vivendo: - incremento della tassazione - controllo del mercato e dei cambi - sterilizzazione della scala mobile e della politica dei redditi. Le recensioni verso le manovre del governo furono positive, in particolare verso l'abilità di Andreotti di sfruttare il sostegno indiretto del PCI. A tal proposito però, a Washington prevaleva unsenso di rassegnazione verso l'imminente realizzazione del compromesso storico. Andreotti si giocò bene il dialogo con USA e con l'URSS, sulla fondamentale base della grande distensione. Per Andreotti, il futuro degli equilibri politici italiani erano 3: 1. un rinnovato accordo tra partiti laici e DC 2. un successo particolarmente forte della DC alle elezioni 3. un ulteriore distanziamento del PCI dall'Unione sovietica; in questo caso sarebbero potute sorgere forme di collaborazione, senza ingressi al governo! Inoltre, il PC era considerato l'unico valido baluardo nei confronti del fenomeno terroristico, che negli anni Settanta era in costante aumento nella sinistra eversiva. La situazione interna italiana subì una svolta improvvisa quando il 16 marzo 1978, Aldo Moro veniva rapito dalle Brigate Rosse e ritrovato morto a metà strada tra Via Delle Botteghe Oscure e Via Gesù. Questo periodo fu caratterizzato dalla totale chiusura di.Una serie di lettere di ambasciatori però rivela come la sua figura fosse già da tempo screditata: l'ambasciatore francese parlava della crisi italiana, come l'insieme delle difficoltà economiche, incapacità di risolvere i problemi esistenti e una classe politica debole e divisa; di fronte a una società italiana che aveva come riferimenti Chiesa, partito e famiglia.
Tutti sottolineavano l'emergere della figura di Craxi, segretario del PSI, visto il generale indebolimento della strategia di compromesso storico, nel cui Moro era un punto di riferimento, mentre Craxi un contestatore.
Il riallineamento: il sistema monetario e la questione degli euromissili
L'Italia si dichiarava scarsamente propensa ad accettare la logica dei tassi di cambio

Tendenzialmente fissi: la debolezza della lira rispetto al marco forte e al dollaro debole aveva favorito l'economia italiana, visto che il PIL era in costante aumento (nonostante il resto).

Per quanto riguarda un piano per la costruzione di un sistema monetario europeo, il governo si dichiarò favorevole. Dubbi arrivavano dalle fila del PCI, dal governatore della Banca d'Italia Baffi e tra gli industriali del PSI. Andreotti a Bruxelles si scontrò con poca flessibilità da parte dei Paesi europei, ottenendo solo una banda di oscillazione più ampia per la lira.

Dopo milioni di tentativi di governo, fu eletto nuovo Presidente Cossiga, ma il 1979 fu caratterizzato sul piano interno da ulteriori sanguinosi episodi di terrorismo firmato BR, una contrazione del PIL ed inflazione. Anche lo scenario internazionale stava mutando in negativo: crisi della distensione e nuova guerra fredda.

Da qui si iniziò a parlare di difesa europea e della questione degli

euromissili: nella NATO si ipotizzò l'installazione di Pershing II e Cruise, L'Italia era territorialmente coinvolta, e il dibattito parlamentare si concluse con l'accettazione del futuro dispiegamento dei missili in Italia, con voti contrari del PCI e della sinistra. A spingere per il sì erano stati diversi fattori internazionali:

  • invasione URSS dell'Afghanistan
  • elezione di Ronald Reagan
  • crisi polacca
  • presunto sorpasso tecnologico dell'URSS

L'attuazione del progetto doveva però essere collegata all'avvio di trattative con l'URSS.

CAPITOLO 8 – LA RINASCITA DELL'ERA CRAXIANA

Immagine e realtà dell'Italia degli anni Ottanta

Nel corso degli anni Ottanta, l'Italia parve tornare a svolgere un ruolo internazionale significativo; una sorta di rinascimento che avrebbe lasciato il segno nella società, nell'economia e nella politica.

parve aver imboccato la strada di una decisa modernizzazione, richiamando il periodo del miracolo economico. Questo fenomeno fu dovuto alla sensazione di essere usciti dagli anni di piombo e di aver superato la lunga fase di crisi. Grande impatto ebbero le televisioni private, in particolare la Mediaset di Berlusconi; e non a caso, la città simbolo di questo periodo divenne Milano. Si registrò uno spostamento del tessuto industriale italiano dalla grande alla piccola-media impresa (piccolo è bello) in Veneto, Emilia Romagna e Marche. Nel complesso, l'immagine dell'Italia alla vigilia di Tangentopoli appariva agli osservatori stranieri complessa e a volte contradditoria: l'economia registrava crescita e vitalità, ma la situazione politica interna e il suo peso internazionale continuavano a essere tormentate. Una grande ripresa del ruolo internazionale e il periodo craxiano. I primi anni Ottanta furono caratterizzati sul piano politico interno da un.

perdurante instabilità politica. Craxi tentava di proporsi come terzo polo fra la DC e il PCI, che rimaneva in auge grazie a scandali come la Loggia P2, il banchiere Michele Sidona e il Banco Ambrosiano.

Dal 1983 si sarebbe affermato il governo di Craxi, considerato dagli USA come un alleato affidabile (è un socialista totalmente anticomunista).

L'isolamento del PCI venne confermato anche in seguito alla morte di Berlinguer. Nonostante la relativa crisi anche della DC, nell'interno Craxi non riuscì mai a concretizzare quella grande riforma istituzionale. Lo stile politico craxiano veniva definito decisionismo, e molte critiche arrivarono con presunti scandali riguardanti la sua spregiudicatezza, episodi di corruzione e clientelismo.

Fu in realtà la posizione internazionale del governo Craxi ad essere particolarmente apprezzata. L'influenza italiana apparve in varie situazioni:

  • Libia di Gheddafi: Craxi e Andreotti gli salvarono la vita,

informandolo che gli USA avevano inviato dei missili per ucciderlo

Missione in Libano consapevole che la missione sarebbe stata fallimentare per i militari italiani, arrivando prima a una riduzione del suo contingente a Beirut e dopo la conferma americana, al totale abbandono della missione senza "perdere la faccia".

Conflitto Israelo-Palestinese Craxi e Andreotti puntarono alla creazione di una delegazione giordano-palestinese che avrebbe dovuto negoziare con il governo di Tel-Aviv.

Con lo scoppio del conflitto tra Iran e Iraq, le autorità italiane avevano proseguito nella vendita di armi ad entrambi i governi, ma si mostrarono interessate a individuare una soluzione negoziata al conflitto.

Dirottamento dell'Achille Lauro: fu un atto terroristico del 1985, con il sequestro, da parte di un gruppo di terroristi palestinesi del Fronte per la Liberazione della Palestina, dei passeggeri della nave da crociera battente bandiera italiana e l'uccisione

di cui gli Stati Uniti e l'Italia si siano mai trovati ad affrontare. Il 7 ottobre 1985, il transatlantico italiano Achille Lauro fu dirottato da quattro terroristi palestinesi del Fronte di Liberazione della Palestina. Durante il dirottamento, Leon Klinghoffer, un passeggero ebreo americano di 69 anni, fu ucciso e gettato in mare su una sedia a rotelle. La morte di Klinghoffer suscitò indignazione e condanna a livello internazionale. Il suo omicidio fu considerato un atto di terrorismo e un attacco diretto alla libertà e alla sicurezza dei cittadini statunitensi. Il governo degli Stati Uniti chiese l'estradizione dei terroristi responsabili e minacciò di prendere misure punitive se l'Italia non avesse cooperato pienamente. La crisi di Sigonella si sviluppò quando l'aereo che trasportava i terroristi fu costretto ad atterrare presso la base aerea di Sigonella, in Sicilia, per motivi di sicurezza. Gli Stati Uniti chiesero che i terroristi fossero estradati negli Stati Uniti per essere processati, ma l'Italia si oppose, sostenendo che i terroristi dovevano essere processati in Italia. La crisi diplomatica durò diversi giorni, durante i quali gli Stati Uniti minacciarono di interrompere le relazioni diplomatiche con l'Italia. Alla fine, un compromesso fu raggiunto e i terroristi furono processati in Italia. Tuttavia, la crisi di Sigonella ebbe un impatto duraturo sulle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Italia, mettendo in luce le tensioni e le differenze di approccio nella lotta al terrorismo. La morte di Leon Klinghoffer e la crisi di Sigonella rimangono eventi significativi nella storia delle relazioni internazionali e nella lotta contro il terrorismo.
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Publisher
A.A. 2022-2023
19 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emmab1201 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Neglie Pietro.