ENRICO MATTEI E LA TELEVISIONE
Le interviste per la televisione italiana
Dopo la scoperta del petrolio di Cortemaggiore, Enrico Matteo viene intervistato diverse volte, facendo leva sui
numeri di metri cubi di metano e sulle tonnellate di petrolio estratti.
In un'altra intervista racconta delle nuove perforazioni di Cortemaggiore con le più moderne sonde dall'America,
assieme ad una squadra di specialisti che istruisce tecnici e operai italiani. Sono due temi importanti che rilanciano
l'Agip e cercano di evitare la chiusura, e fanno sì che la quantità di idrocarburi trovati non danno lavoro solo
all'azienda ma anche alle industrie, che lavorano l'energia. Ogni occasione è buona per Enrico Mattei per illustrare il
progresso nel campo della ricerca e gli obiettivi raggiunti dall'azienda (comprende la potenza comunicativa della
televisione). Dalla documentazione archivistica si evince una dichiarazione alla televisione in cui si parla di una
costruzione di uno stabilimento petrolchimico a Ravenna per la produzione di gomma sintetica e fertilizzanti.
Resta di fondo la questione che Enrico Matteo non piaceva apparire, lavorava dietro le quinte e faceva parlare i
fatti al posto suo. Questo suo modo di fare non muta il suo pensiero sulla potenza della propaganda televisiva. Molti
lo ricordano come una persona timida, che non amava gli esibizionismi. Qualcuno afferma il contrario invece,
pensando che tale dicotomia è indice della sua complessità.
Uno dei compiti dell'Eni è quello di risolvere la questione meridionale, realizzando una società più equa oltre a
creare lavoro, in modo che gli individui possano sfruttare i benesseri e i consumi a disposizione di quell'epoca. L'Eni
può offrire lavoro a tutti i meridionali, tanto da richiamare in patria i lavoratori andati all'estero.
Le interviste alle televisioni estere
L'interesse della stampa estera si intensifica dopo gli accordi con l'Egitto e l'Iran, grazie alla "Formula Mattei",
ovvero la ripartizione del 75 e 25 per cento dei profitti e degli utili. La proposta viene prima formulata dall'Egitto con
la costituzione della società mista italo-egiziana e poi dalla Nioc (National Iranian Oil Company). L'Eni utilizza la
formula per avviare una strategia, che mira alla ricerca di un posto nel mercato internazionale. L'azienda italiana,
negli anni cinquanta, è diventata una compagnia così grande da competere con le Sette sorelle. Nel novembre del
1961, Enrico Mattei è accusato, particolarmente dagli Stati Uniti, di sconvolgere il mercato del petrolio e di facilitare
la penetrazione sovietica nell'occidente. Egli si difende degnamente affermando che l'Italia è al terzo posto dopo il
Regno Unito e la Germania occidentale. Sei mesi dopo, spiega la costruzione dell'oleodotto che da Genova arriva in
Baviera, in modo da dare una spinta all'industrializzazione della regione. La concorrenza che si è sviluppata in
seguito non lo preoccupa, secondo lui aumenta solo il prestigio della sua azienda. L'ultima intervista la rilascia un
mese prima della morte, dove racconta che la sua più grande ambizione nella vita è quella di "dare all'italia le fonti
di energia di cui hanno bisogno al prezzo più conveniente", smentisce presunte ambizioni politiche e afferma di
cercare di dare prosperità e benessere in modo che l'italia non venga sottomessa politicamente da altre potenze.
Le strategie di comunicazione televisiva
Provando a tirare le fila delle interviste di Enrico Mattei, si può dire che alcuni argomenti ricorrono spesso e indicano
chiaramente le tecniche messe in campo per difendere il lavoro aziendale. Nelle sue parole, grazie alla strategia di
rispondere sempre con i dati alla mano, non mancano mai i numeri delle quantità di petrolio estratto, dei mezzi
impiegati e soprattutto degli uomini che lavorano per l'Eni. Un altro dei cavalli di battaglia era l'aggiornamento dei
lavoratori, che è orgoglioso di mandare in giro per il mondo in modo da imparare il mestiere, per applicarlo poi in
patria. Nell'esaltazione del lavoro italiano non manca poi il nazionalismo, la sua fierezza nell'appartenenza e nella
voglia di lavorare. Altro tema ricorrente è l'italia nel mediterraneo, posizione strategica che dovrebbe far diventare
la penisola la raffineria dell'Europa. Il suo impegno per il sud non manca, provando a eliminare il divario e le
differenze tra le classi sociali, e ad aumentare la possibilità di occupazione.
L’ENI E LA STAMPA: “IL GATTO SELVATICO"
Il mensile “Il Gatto Selvatico”
Enrico Mattei è fautore di una politica energetica autonoma per l'Italia, anche perché l'autonomia è funzionale alla
crescita moderna e sociale del paese. Le competenze individuali e dell'impresa saranno sempre un punto di
riferimento fondamentale nelle sue scelte politico-economiche. Mattei comprende che la sua azione, per essere
compresa e appoggiata, debba essere comunicata in modo chiaro e semplice, magari inventando nuove forme di
comunicazione. Il suo impegno lo porta a contatto con gli intellettuali, fondamentali nella comunicazione e nel
modo di rappresentare la sua idea di sviluppo e democrazia industriale. In tale clima nascono le prime riviste
"Comunità"; "Pirelli" "Civiltà delle macchine".
aziendali tra le grandi industrie, come e Si è scritto poco sul primo
Gatto Selvatico,
mensile aziendale dell'Eni, il diretto dal poeta Attilio Bertolucci. Mattei voleva un giornale leggibile
"wildcat",
sia dal Presidente della Repubblica sia dal più lontano dei perforatori dell'Eni. Bertolucci suggerì il termine
che nel gergo petrolifero era riferito ai ricercatori di petrolio. Mattei, che accettò il suggerimento, aggiunse anche
che una parte della rivista doveva sempre essere dedicata ai fatti aziendali. Propose poi di inserire sulla copertina il
simbolo del gatto a tre zampe o del cane a sei zampe ma Bertolucci gli bocciò l'idea. L'impostazione della rivista
era: 3
Una parte dedicata all'attività dell'ente, sia le ricerche petrolifere sia le "più minute notizie aziendali"; una parte
dedicata alla "divulgazione culturale", scritta in modo che il giornale possa "risultare piacevole e istruttivo"; una
parte dedicata al "costume"; e diverse rubriche e la vignetta di Mino Maccari.
La copertina sarà sempre riguardante l'Eni (salvo pochi casi), mentre l'ultima pagina Bertolucci la userà per
spiegare in modo semplice e leggero la storia dell'arte. Bertolucci, dal secondo anno della nascita del mensile, apre
ogni numero della rivista con un breve editoriale che ne spiega il contenuto, usando lo pseudonimo " il Gatto
Selvatico". Oltre ad essere uno strumento per la circolazione interna delle notizie relative all'ente, era anche uno
strumento di divulgazione culturale. Il senso di appartenenza alla "grande famiglia Eni" deve radicarsi anche in
coloro che lavorano in posti lontani, infatti Bertolucci invita i lettori a considerare il Gatto come "un familiare"
piuttosto che una rivista qualsiasi. Col passare degli anni collaboreranno al mensile numerosi scrittori e intellettuali.
Bertolucci verrà sostituito nel 1963 da Franco Briatico, ma continuerà a collaborare con il periodico. Le cose in
redazione cambiano dopo la morte di Mattei. È molto probabile che Bertolucci abbia continuato la sua
collaborazione con la rivista per amicizia col nuovo direttore (Cefis) o perché la sentiva ancora sua creatura.
I numeri del mensile
"Il gatto Selvatico" nasce nel 1955, con 20 pagine totali: sedici interne in bianco e nero e quattro della copertina a
colori. È in formato tabloid e con molte fotografie. Dopo i primi tre numeri le pagine diventano 24 tranne per i
numeri doppi, quello estivo (luglio e agosto) e quello natalizio (novembre e dicembre) che ne contano trentadue. Le
pagina aumentano sempre di più, grazie a un notevole interesse da parte dei lettori, fino ad arrivare a quarantotto
pagine. La struttura del mensile
Nel corso degli anni la rivista subisce molte modifiche, segnali che indicano la capacità di adattarsi al
"Buca delle lettere",
cambiamento. I numeri del primo anno si aprono con la rubrica che riportano alcune lettere dei
"Caro lettore" Cari Lettori)
lettori e una breve risposta aziendale. Più tardi nasce (in seguito che scriveva Bertolucci
"Diario del mese",
sotto pseudonimo di "il Gatto Selvatico". Segue la rubrica curata da Enzo Forcella, che riguarda
solo fatti di costume e attualità, e la vignetta di Mino Maccari. La prima parte della rivista è dedicata alla vita
aziendale, con le notizie delle attività aziendali italiane ed estere; seguono argomenti di cultura varia, inchieste,
recensioni di film, la pagina dello sport e quello per i ragazzi, ecc.
Bertolucci, infine, invita i lettori a inviare osservazioni e suggerimenti, critiche e proposte, per permettere al lavoro
redazionale di procedere con maggior sicurezza è una più precisa visione dei compiti e delle finalità. I lettori
accolgono l’invito del direttore, e in seguito verranno create nuove rubriche “Una pagina per noi” (ospita foto,
poesie, racconti dei dipendenti e dei loro figli).
Nel 1960 inizia la pubblicazione di speciali, ognuno di essi dedicato a un tema particolare, scritto da uno specialista
del settore. L’ENI E LA STAMPA: “ENI” (1968-1972)
La rivista “Eni” house organ.
Dopo tre anni dalla chiusura de "Il Gatto Selvatico" si decide di dare vita ad un nuovo Il nome è "Eni",
mentre il direttore responsabile è Pasquale Ojetti, che rimarrà fino alla fine. La rivista durerà quattro anni e nasce
da un sondaggio proposto proprio ai dipendenti, con la domanda se avessero bisogno di una nuova rivista.
La redazione e la struttura
La direzione e la redazione "Eni" dipendono dal Servizio Relazioni Pubbliche di Roma, dove vi è anche la sede. Il
nuovo mensile si apre con la spiegazione di Eugenio Cefis sul perché ci sono stati questi anni di assenza di
pubblicazione. Il primo motivo della nascita di questa nuova rivista è di informare i dipendenti della società di tutto
ciò che accade all'interno del gruppo stesso. In secondo luogo, la rivista avrà uno scopo di stimolare un dialogo
interno tra i lavoratori stessi. Il periodico non sarà "astruso e noioso" ma anche divertente, perché ricco di storielle e
fumetti che rispecchiano personaggi e situazioni dell'industria moderna, e mostreranno gli aspetti comici della vita
quotidiana. A differenza del “Gatto Selvatico” il primo numero dell' “Eni” inizia sempre con un
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