vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
EBREI E ANTISEMITISMO TRA EMANCIPAZIONE, NAZIONALISMO E FASCISMO
Lo STATUTO ALBERTINO del 4 marzo 1848 costituì il presupposto per l’emancipazione riconosceva l’eguaglianza dei cittadini senza®distinzione di confessione.
Il 29 marzo editto riconosceva esplicitamente agli ebrei i diritti civili.
La legge del 19 giugno proclamava la piena integrazione anche dei diritti politici.
La mostra bolognese "LA MENZOGNA DELLA RAZZA" del 1994, promossa dal centro culturale Furio Jesi.
"NEL NOME DELLA RAZZA" del 1999, volume a cura di ALBERTO BURGIO.
Le LEGGI RAZZIALI del 1938 non possono essere quindi considerate alla stregua di un masso erratico caduto su un terreno vergine aldi fuori di ogni contaminazione momento di massima concentrazione e condensazione di pulsioni, elaborazioni dottrinali ed®esperienze pratiche che non erano state estranee alle vicende storiche della cultura italiana nei campi più diversi.
Il razzismo italiano non si qualificò subito con
L'antisemitismo perché il pregiudizio nei loro confronti ha radici cattoliche – ANTIGIUDAISMO già dalla seconda metà dell'Ottocento (studiato da GIOVANNI MICCOLI). In minor misura si additava il giudaismo tra i fattori di turbamento di un equilibrio sociale in mutamento – si attribuiva all'avidità di denaro degli ebrei la disgregazione del tradizionale tessuto sociale prodotta dalla borghesia in ascesa e da una nuova circolazione di flussi finanziari. Il primo argine all'antisemitismo fu posto dall'esiguo numero degli ebrei in Italia – a margine dei flussi migratori ebraici. Nell'Italia liberale vi erano episodi di insofferenza verso gli ebrei – ma ciò non ebbe la forza di diventare "movimento politico". MA gli ebrei non fecero fatica a conservare le loro tradizioni, cultura e rituali. Fu addirittura l'epoca della costruzione delle GRANDISINAGOGHE. 1890 POLEMICA DELLA
“CIVILTÀ CATTOLICA” denuncia delle “turpitudini” dell’ebraismo. Voleva denunciare il legame tra giudaismo®e massoneria. Obiettivo: fine dell’eguaglianza degli ebrei.
Il legame degli ebrei con lo Stato liberale cessava di essere così ovvio e naturale nel momento in cui gli ebrei rivendicavano la propria identità e la propria autonomia, non come individui singoli e cittadini isolati, ma come minoranza organizzata.
ORGANIZZAZIONE UNITARIA DEGLI EBREI ITALIANI sorse relativamente tardi. Il punto di partenza per la definizione della nuova struttura di rappresentanza degli ebrei italiani fu costituito dalla LEGGE RATTAZZI 4 luglio 1857 sancì i criteri fondativi delle Università israelitiche in Piemonte, Liguria, Emilia, Marche e negli ex ducati di Parma e Modena.
COMUNITÀ DI ROMA riorganizzata con il DECRETO REGIO 27 settembre 1883, riconosceva lo statuto elaborato in totale autonomia dall’assemblea.
degli ebrei romani, assoggettati a un tributo finanziario minimo dal quale erano esonerati i membri di cui fosse comprovato lo stato di povertà. Solo il CODICE PENALE UNITARIO 1889 superò le disparità parificando tutte le confessioni al rango di culti ammessi e fornendo ad essi pari tutela giuridica. La lentezza del processo di chiarificazione interna dell'ebraismo italiano mise in evidenza il forte legame dell'ebraismo con la CASA SAVOIA - legame simbolo dell'identificazione con la nazione e la volontà di assimilazione di molti ebrei italiani. Vi è un nuovo modo di sentire l'ebraismo che trovò la sua espressione nella stampa "L'EDUCATORE ISRAELITA" che nel 1874 assunse la testata del "VESSILLO ISRAELITICO". Negli ultimi decenni dell'Ottocento vi furono filiali italiane dell'ALLIANCE ISRAÉLITE UNIVERSEL - segno dell'esistenza di un tenue legame conL'ebraismo europeo. Due fenomeni intervennero a spingere l'ebraismo italiano vs la trasformazione e ad acuirne la sensibilità e lo sguardo al di fuori dell'orizzonte nazionale:
- SIONISMO (interno all'ebraismo) - movimento politico per il ritorno degli ebrei nella terra di Sion (collina di Gerusalemme) creando uno stato ebraico in Palestina - risale a fine Ottocento (1897 primo Congresso sionistico mondiale di Sion). Era parte del più generale processo di "politicizzazione della società ebraica" che si sviluppò in tutta EU. Da Trieste partì la voce del sionismo.
- DANTE LATTES (rabbino) 1898 già in polemica con il conservatorismo e il provincialismo dell'ebraismo italiano. Diventò una delle anime che si stavano divaricando sotto la sollecitazione della risposta da dare all'antisemitismo. Il "Vessillo israelitico" negava l'importanza e il fondamento della posizione sionistica.
ne contestava la legittimità – eritenevano che, muovendosi nell’ottica dell’ebraismo italiano, l’Italia fosse immune all’antisemitismo.
1901 FEDERAZIONE SIONISTA ITALIANA.
Il sionismo italiano presentava al suo interno una moltitudine di posizioni diverse: internazionalistiche, filosocialiste o democratico-radicali, filantropiche.
2. Espressione delle nuove tendenze imperialiste che tardivamente caratterizzarono l’ascesa dell’Italia dopo l’unificazione tra gli Stati conquistatori della vecchia EU: il NAZIONALISMO ITALIANO che sfociava anche nell’ANTISEMITISMO però agli ebrei sembrava potenziare la spinta all’integrazione e all’assimilazione.
Durante la guerra di Libia si diede origine al PRIMO FORTE SFOGO CONTRO GLI EBREI del maggiore organo di stampa del nazionalismo italiano FRANCESCO COPPOLA (poi penna di punta del giornalismo fascista) il 16 novembre 1916 sferrò un attacco vs gli ebrei accusandoli.
di spirito antinazionale e di uso di valori plutocratici e di esaltazione dell'oro, denuncia anche la bancocrazia internazionale ebraica. Il percorso dell'ebraismo italiano verso la piena parificazione fu bruscamente interrotto dal fascismo. Il punto fondamentale di rottura fu rappresentato dai PATTI LATERANENSI 11 febbraio 1929. Nasceva così una formula dei CULTI AMMESSI che erano in una scala di valori gerarchicamente inferiori alla Chiesa cattolica (religione di Stato). In questo modo veniva abbandonata la laicità dello Stato. La Chiesa cattolica prese il controllo di sfere riservate da prima allo Stato. Il regime dittatoriale si arrogava il diritto di modificare la legislazione esistente in materia di CULTI ACATTOLICI. Controllo dei culti ammessi socialmente onerose per il culto evangelico (minoranza valdese in particolare). REGIO DECRETO 30 ottobre 1930 ha per oggetto le comunità israelitiche. Lo stato fascista poneva fine all'evoluzione dellecomunità verso un sistema associativo per imporre un ordinamento di tipo centralistico che prevedeva l'obbligatorietà di appartenenza per gli ebrei su base territoriale e il potere di imposizione dei tributi configurando per le comunità lo statuto di enti di diritto pubblico. Sanciva anche la possibilità per lo Stato di istituire o di sopprimere le comunità.
RAZZISMO ANTICOLONIALE E ANTISEMITISMO
La LEGISLAZIONE CONTRO GLI EBREI 1938 venne a collocarsi nel quadro di un duplice sviluppo:
- Potenziamento degli ORIENTAMENTI POPOLAZIONISTICI che il regime fascista aveva assunto con sempre maggiore decisione. Non erano qualcosa di inventato dal fascismo, esistevano già da tempo.
- Avvio di una POLITICA DI TUTELA DELLA RAZZA come conseguenza della conquista coloniale in Abissinia e all'incontro con popolazioni africane. Anche qua non si creò con il fascismo ma già dalle prime conquiste coloniali in Africa nella
CIPRIANI la fotografia antropologica insieme alla antropologia biometrica lo resero uno dei battistrada di un razzismo fascista.®Per lui c’era un’inferiorità mentale dei “negri” non modificabile o migliorabile da interventi esterni. RAZZISMO COLONIALE. Per lui c’era ilcompito di dare agli italiani una adeguata consapevolezza razziale per difenderli da ogni intrusione non desiderabile.GIORGIO ALBERTO CHIURCO (docente di patologia chirurgica)® studio che parte dalla visione della razza nera che è refrattaria adogni evoluzione intellettuale partendo dall’analisi delle patologie tipiche o congenite della popolazione africana. Per lui laseparazione tra bianchi e neri partiva quindi dalla visione di un’inferiorità della razza nera per via di un infantilismo costituzionale del“negro”. Alla diversità biologica associava gli squilibri psichico-mentali dei meticci cui era attribuita la propensione alla
delinquenza. In questo modo nasce la FOBIA DELL'INCROCIO RAZZIALE. Stabilito il principio di massima della DISTINZIONE TRA CITTADINI E SUDDITI formalizzata con la legge organica costitutiva dell'Africaorientale italiana del 1° giugno 1936, suddita diven