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La fine della storia e la crisi finanziaria

A questo proposito possiamo ricordare la tesi sulla fine della storia di Francis Fukuyama, il quale sostiene che con delle contrapposizioni ideologiche, la liberal-democrazia si è affermata come modello in grado di coniugare libertà ed opportunità per tutti e di combinare la capacità di soddisfare le esigenze materiali dei cittadini in un quadro di sostanziale solidarietà reciproca dall'altro. Non c'era più nulla in cui credere, per cui battersi, su cui scontrarsi.

È vero che l'economia mondiale negli anni della globalizzazione è molto cambiata con grandi processi di sviluppo in molti paesi un tempo arretrati. Tuttavia le distanze tra gruppi di privilegiati e la maggioranza della popolazione in ciascuna parte del pianeta negli ultimi decenni si sono andate accrescendo. La stessa globalizzazione implica problemi giganteschi, lo ha mostrato la grande crisi finanziaria che si è aperta nel 2007.

E che poi è diventata una crisi economica mondiale. L'idea nel 2009. Lo mostra il fenomeno potenzialmente catastrofico del riscaldamento globale. Che il libero mercato rappresenti una soluzione non è molto convincente. Sembrerebbe piuttosto che ci sia bisogno di un governo mondiale dell'economia.

L'Unione Europea. L'Unione Europea è nata nel 1993, come sviluppo dell'esperienza avviatasi nel 1951 con l'ardire CECA e nel 1957 con il MEC. La costruzione europea non aveva di entrare in concorrenza con le singole identità statuali-nazionali, né di superarle assumendo forma federalista. Un'esigenza Europea nasceva da propriamente politica: la consapevolezza del carattere distruttivo mostrato dai nazionalismi con la prima guerra mondiale poi col fascismo e con nazismo, infine con la seconda guerra mondiale. A questo proposito va sottolineato che la costruzione europea si lega alla scomparsa della

guerra l'evento guerreggiata dopo vari millenni, e rappresenta politico-istituzionale più rilevante mairealizzatosi senza il concorso alle armi. Il processo si è svolto all'insegna del motto si vis pacemD'altrapara pacem che rovescia il motto si vis pacem para bellum. parte il collasso del sistemad'Europa.comunista stava riportando i bagliori della guerra nelle periferie orientaliL'accelerazione del progetto aveva intenzione di rispondere anche a queste nuove sfide.Gli sforzi per rafforzare gli aspetti politici della costruzione europea, da affiancare a quellieconomici, trovarono il loro coronamento nel 1992 nella firma del trattato di Maastricht,sottoscritto dai 12 paesi membri della Comunità. Il trattato ha creato le premesse per la monetaunica europea: l'euro. Ha anche istituito la Banca centrale europea (BCE) e il Sistema europeo dil'Unionebanche centrali, precisandone le finalità. Nacque in quel momento Europea,

che ambiva ad avere una politica estera e di sicurezza comune, e a creare uno spazio continentale di libertà, sicurezza e giustizia. Tuttavia, furono ancora economiche le due decisioni di impatto immediato: l'impegno all'unione monetaria e a una Banca centrale europea. Fu deciso che i sistemi economici e finanziari dei paesi candidati dovessero presentare stabilità dei cambi e tassi di inflazione bassi, contenere il disavanzo del bilancio pubblico sotto il 3% e impegnarsi a far sì che il debito pubblico non superasse il 60% del PIL. Nel 1995 ai 12 Stati della UE si unirono anche Austria, Svezia e Finlandia. Nello stesso anno ci fu l'applicazione degli accordi di Schengen (1995), che abolivano i controlli alle frontiere interne. Nel 1998, prese vita l'unione monetaria, con la partecipazione iniziale di 11 Stati, l'adesione, poiché la Grecia non rientrò nei parametri previsti e dovette.

Rimandare avvenuta nell'euro.2001. La moneta comune divenne Nel 2004, aderirono alla UE anche Cipro, Malta, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica ceca e Slovenia. Tre anni L'antico "euroscetticismo" più tardi, fu la volta di Romania e Bulgaria, nel 2013 della Croazia. Il referendum indetto dai conservatori nel 2016 ha sancito l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, noto come Brexit. Oggi l'Unione Europea comprende 27 paesi, di cui solo 19 hanno adottato come moneta unica.

Ricordiamo alcune tra le sue istituzioni principali:

  • Parlamento europeo, nato nel 1979, formato da rappresentanti eletti dai cittadini europei, che svolge funzioni legislative e di bilancio, oltre che di controllo politico della Commissione europea.
  • Commissione europea, che rappresenta una sorta di governo dell'unione.
  • Congresso dell'Unione, di cui fanno parte i ministri degli Stati Membri.

che ha potere legislativo. 147

Consiglio Europeo, composto dai capi di Stato o di governo degli Stati membri e dal presidente della Commissione europea.

Corte di giustizia, che garantisce la corretta interpretazione e applicazione del diritto UE.

In realtà le competenze dell'UE e quelle dei singoli Stati membri si sovrappongono in maniera difficoltosa e a volte incoerente. Ed è molto difficile omogeneizzare differenze determinate da considerare un'identità secoli e secoli di storia, così come europea per chi pensa ancora di un'identità appartenere ai singoli Stati-Nazione e a chi si sente parte di regionale ancora più l'Europa piccola. Il punto è che ha sempre privilegiato la dimensione dell'unificazione economica rispetto a quella politica. Di un vero federalismo abbiamo poche tracce. Per vivere nelle coscienze degli europei ci vorrebbero istituzioni politiche nuove e comunitarie con il bisogno di basarsi su

idealità più linearmente democratiche. America latina. In America latina è rimasta in auge la contrapposizione tra Stati Uniti e Cuba: i primi hanno continuato a colpire la seconda con un interminabile embargo economico, la seconda ha l'autoritarismo giustificato del regime castrista con la necessità di difendersi dall'aggressione imperialista. Dal 1965 fino al 2011, Fidel Castro è stato il Primo Segretario del partito comunista di Cuba, e suo fratello Raúl Secondo Segretario. Nel 2011, durante il VI Congresso del Partito, Fidel Castro rinunciò alla sua carica di Primo Segretario e di membro del Comitato Centrale per motivi di salute. Il Congresso elesse Raúl Castro e José Ramón Machado Ventura rispettivamente Primo e Secondo Segretario. Nel 2021, dopo le dimissioni di Raúl Castro, l'VIII Congresso del Partito elesse il primo ministro Miguel Díaz-Canel come nuovo Primo segretario del Comitato.

centrale.L'ultimo intervento militare statunitense in America centrale si consumò a Panama alla fine del 1989. Fu dettato pur sempre da intenti egemonici, ma non più accoppiati con la motivazione anticomunista. Possiamo infatti registrare in America latina gli effetti positivi della fine dell'equilibrio bipolare USA-URSS. I governi statunitensi hanno rinunciato a sostenere regimi autoritari purché anticomunisti. Ne è stata così agevolata la transizione verso forme di democrazia pluralista.Il primo atto di questa transizione si consumò in Brasile, dove il regime militare cedette gradualmente il potere dalla fine degli anni Settanta. In Argentina, la dittatura fu costretta a indire libere elezioni nel 1983, che decretarono la vittoria del radicale Raul Alfonsin e il ritorno della democrazia. In Cile, nel 1988 Pinochet fu sconfitto in un referendum che lui stesso aveva indetto e fu costretto a lasciare il potere nel 1990. Anche nei piccoli

Stati dell'America centrale, tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta, le dittature militari cedettero via via il passo a governi civili. Un problema comune a quasi tutti i paesi latino-americani è stato quello dell'indebitamento verso banche e istituti finanziari internazionali. Il solo pagamento degli interessi sui debiti contratti assorbiva spesso la gran parte del PIL. Solo di fronte alle proteste dei paesi debitori, dagli anni Ottanta il Fondo monetario internazionale ha cominciato a intervenire per favorire la rinegoziazione del debito estero e la sua riduzione in cambio di riforme strutturali da parte dei vari Stati. La situazione si è andata gradualmente stabilizzando in gran parte dei paesi latino-americani solo agli inizi degli anni Duemila. Il Brasile ha assunto la veste della potenza emergente, collocandosi tra i primi dieci per ricchezza prodotta. Tuttavia, si è trattato di una crescita difficile e discontinua, su cui hacontinuano a causare violenza e instabilità in queste regioni. La corruzione politica e l'infiltrazione delle mafie hanno ostacolato lo sviluppo economico e sociale di molti paesi latinoamericani. Inoltre, la mancanza di investimenti nelle infrastrutture e nell'istruzione ha contribuito al persistere delle disuguaglianze. Molti cittadini non hanno accesso a servizi di base come l'acqua potabile, l'elettricità e le cure mediche. Inoltre, l'istruzione di qualità è spesso riservata solo a coloro che possono permettersela, lasciando molti giovani senza opportunità di migliorare la propria situazione economica. La situazione politica instabile in molti paesi latinoamericani ha anche contribuito alla mancanza di stabilità economica. I frequenti cambi di governo e le tensioni politiche hanno scoraggiato gli investimenti stranieri e hanno reso difficile la pianificazione a lungo termine per le imprese locali. In conclusione, nonostante alcuni progressi, le disuguaglianze sociali ed economiche, la corruzione e la criminalità organizzata continuano a ostacolare lo sviluppo dei paesi latinoamericani. È necessario un impegno congiunto da parte dei governi, delle organizzazioni internazionali e della società civile per affrontare queste sfide e creare un futuro più equo e prospero per tutti.

Continua a provocare ogni anno decine di migliaia di omicidi e violenze di ogni genere.

L'Africa. La fine dell'epoca della guerra fredda non ha avuto nell'Africa subsahariana gli stessi effetti positivi che ha avuto in America latina.

Produce dei diamanti del mondo, la metà dell'oro, un terzo del platino, il 10% del petrolio e del ferro. Queste enormi risorse naturali, però, si sono spesso rivelate un problema che ha esposto le deboli entità statuali a una generale opera di corruzione delle classi dirigenti locali.

Nel continente, sottosviluppo e povertà sono stati aggravati dalla difficoltà di programmare investimenti a causa del peso del debito estero. Aggiungiamo poi i mutamenti climatici dovuti al riscaldamento globale, che hanno determinato siccità sino alla desertificazione.

Troppo elevati sono inoltre i tassi di natalità e in alcune regioni sono endemiche malattie dal pesante impatto sociale.

possono risolvere solo con un'azione immediata e coordinata. È necessario agire con determinazione e responsabilità per affrontare le sfide che ci attendono. Solo attraverso un impegno congiunto possiamo sperare di superare le difficoltà e costruire un futuro migliore. È il momento di mettere da parte le divisioni e lavorare insieme per il bene comune. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte e contribuire a creare un mondo più equo e sostenibile. Non possiamo più permetterci di rimanere inerti, è ora di agire.
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Publisher
A.A. 2022-2023
154 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gemmagen di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Di Figlia Matteo.