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LA CRISI DEL SISTEMA INTERNAZIONALE

Un sistema di alleanze contrapposte

Bismarck, animato dalla volontà di tutelare gli interessi della Germania attraverso una complessa rete di accordi, esercitò un peso fondamentale nel definire i rapporti internazionali tra le potenze. Dopo aver stabilito un equilibrio politico nei Balcani con il Congresso di Berlino, nel 1882 promosse la formazione della Triplice alleanza tra Germania, Italia e Impero austro-ungarico. Il trattato aveva un carattere nettamente ostile alla Francia: Bismarck, infatti, ne temeva la sete di rivincita che risaliva alla perdita dell'Alsazia e della Lorena, passate alla Germania dopo la Guerra franco-prussiana. Aveva rappresentato l'ultimo atto del processo di unificazione tedesca, i territori che la Francia sottoscrisse con la Russia, saldando così in un

dell'Alsazia e della Lorena, unico fronte i potenziali nemici della Germania, a est (la Russia) e a ovest (la Francia). L'Inghilterra, che fino ad allora si era tenuta lontana dalle trame diplomatiche continentali, era prevalentemente interessata a consolidare il proprio impero coloniale, si decise a stringere un'intesa prima con la Francia (Intesa cordiale, 1904), poi ancora con Francia e Russia (Triplice intesa, 1907) in funzione antitedesca. Le ambizioni della GermaniaLe forze che erano state protagoniste, sotto la guida di Bismarck, della costruzione dell'Impero tedesco - i grandi proprietari terrieri prussiani, la monarchia, l'esercito, il corpo diplomatico - sul finire degli anni '80 dell'800 diventarono sostenitrici di una

politica estera aggressiva, adeguata a quella che tutti ormai consideravano una grande potenza. E per l'affermazione di una tale potenza la Triplice alleanza, la pace in Europa e le strategie diplomatiche di Bismarck non erano più sufficienti. Bismarck dimise per dei contrasti sorti con Guglielmo II: infatti, l'imperatore era intenzionato a governare in prima persona ridimensionando il ruolo del cancelliere ed era deciso ad assecondare le aspirazioni espansionistiche maturate nell'esercito e nei settori della grande industria. Queste forze trovarono il proprio punto di raccordo nel pangermanesimo, capace di estendere i propri confini fino a contenervi tutti i popoli tedeschi disseminati in Europa. L'allestimento di una potente flotta da guerra fu il segnale più esplicito della portata globale che la Germania

attribuiva alle proprie am-bizioni. E fu proprio la sua volontà di competere per il dominio dei mari ad allarmale la Gran Bretagna, che sul predominio degli oceani fondava la propria leadership mondiale.

La rivalità anglo-tedesca

La rivalità tra Germania e Gran Bretagna è ritenuta la vera causa scatenante del conflitto mondiale, ma pesavano anche l'ostilità tra Francia e Germania – che risaliva al contenzioso su Alsazia e Lorena – e tra Austria-Ungheria e la Russia, entrambe ansiose di acquisire una maggiore influenza nei Balcani. Si trattava però di contrasti localmente circoscritti e non mondiali. La situazione era diversa nel caso della concorrenza anglo-tedesca. Di fatto, l'aspirazione della Germania era quella di diventare una potenza globale, dotata di una flotta in grado di garantirle un solido dominio internazionale. Dal punto di vista della Gran Bretagna, pertanto, la costruzione della flotta tedesca era una minaccia.

diretta: il controllo sul mare era una risorsa strategica vitale sia perché le garantiva il dominio sull'impero coloniale, sia perché la stessa esistenza quotidiana della nazione dipendeva interamente dal mare. 3.2. La prima fase del conflitto Lo scoppio del conflitto Il 28/06/1914 a Sarajevo, nel cuore della Bosnia – regione che era stata annessa all'Austria-Ungheria – lo studente serbo-bosniaco Gavrilo Princip, un indipendentista, uccise l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco. L'Austria inviò alla Serbia un ultimatum che avanzava varie richieste, tra le quali la fine della propaganda antiaustriaca. Poi l'Austria dichiarò guerra alla Serbia. Seguì una reazione a catena, poiché entrò subito in funzione il sistema di alleanze che si era definito nei decenni precedenti e che vedeva contrapposti Francia, Gran Bretagna, Russia da un lato (Triplice intesa) e Germania, Austria-Ungheria, Italia dall'altro (Triplice alleanza).Austria-Ungheria (gli Imperi centrali che – insieme all'Italia – formavano la Triplice alleanza): • la Russia ordinò la mobilitazione generale; • la Germania dichiarò guerra alla Russia, causando la mobilitazione Francia; • la Germania dichiarò guerra anche alla Francia; • la Gran Bretagna entrò in guerra a fianco della Francia e della Russia. Nel 1914 entrarono in guerra anche il Giappone a fianco dell'Intesa e l'Impero ottomano a sostegno degli Imperi centrali; nel 1915 l'Italia, che a sorpresa si schierò con l'Intesa (rovesciando la precedente alleanza con la Germania e Austria-Ungheria) e, sul fronte opposto, la Bulgaria. All'Intesa si unirono anche gli Stati Uniti (il cui intervento si sarebbe rivelato decisivo a causa della loro potenza produttiva e militare) e la Cina. Il fronte occidentale Il conflitto ebbe inizio in Europa. Qui, i principali fronti di guerra furono due: (1) quello occidentale,

dove i tedeschi combatterono i francesi e gli inglesi (e dal 1917 anche gli statunitensi);

(2) quello orientale, dove si affrontarono Germania e Austria-Ungheria da una parte, Russia e Serbia dall’altra.

Successivamente, con l’ingresso in guerra di altre potenze, furono aperti altri fronti: ad esempio, dopo l’intervento italiano fu creato contro l’Austria un fronte meridionale.

Le operazioni militari cominciarono sul fronte occidentali. Il piano di guerra tedesco aveva l’obiettivo prioritario di evitare che la Germania fosse contemporaneamente impegnata su due fronti. Per questo, i tedeschi attaccarono immediatamente la Francia, calcolando i lunghi tempi necessari alla Russia per mobilitare il proprio esercito. Il piano prevedeva dunque l’invasione della Francia attraverso il Belgio e il Lussemburgo. Questi due piccoli Stati erano neutrali, ma ciò non impedì alla Germania di occuparli, in aperta violazione del diritto internazionale.

L'offensiva tedesca fu fermata dai francesi e dagli inglesi. Dopo una serie di terribili battaglie, il fronte si stabilizzò: quello che era stato immaginato come un conflitto di movimento, quindi di breve durata, si trasformò in una guerra di logoramento e di posizione. Su quella linea i due schieramenti si sarebbero confrontati negli anni successivi con battaglie tanto sanguinose quanto sostanzialmente inutili, perché incapaci di determinare variazioni territoriali significative. Nel 1916, i tedeschi, all'attacco in direzione di Parigi, furono fermati a Verdun; poco dopo, sul fiume Somme, si infranse la successiva offensiva franco-inglese. Il nome di queste due battaglie è legato non al loro significato militare, bensì al loro tragico costo umano: oltre un milione e mezzo di morti. Il fronte orientale Sul fronte orientale, nei giorni di guerra i tedeschi ottennero due importanti vittorie contro l'esercito russo, che aveva cercato dipenetrare in Prussia. La sconfitta dei russi e il fallimento della spedizione anglo-francese nei Dardanelli ebbero forti ripercussioni sul fronte balcanico: la Serbia, rimasta sola, accerchiata dalla Bulgaria e dall'Austria, fu travolta; sorte analoga tocco a un altro alleato dell'Intesa, la Romania. Inattesa fu invece la vittoria dell'esercito russo, che nel 1916, sfondate le linee austriache, si spinse fino ai Carpazi: a salvare l'Austria-Ungheria dal crollo totale fu unicamente l'intervento delle truppe tedesche. Alla fine del 1916, comunque, nessuno dei due schieramenti in campo aveva conseguito vittorie decisive e il corso della guerra si presentava ancora lungo e incerto. Il fronte mediorientale In Medio Oriente, per piegare l'Impero ottomano che nel 1914 Sionismo era sceso in guerra a fianco degli Imperi centrali, la Gran Bretagna e la Francia puntarono sulla conquista dello stretto dei Dardanelli. Il sionismo deriva da Sion, monte su cui sorge Gerusalemme.

movimento politico-Dardanelli; qui inglesi e francesi fomentarono la ribellione ar- co aveva come obiettivo la dei popoli arabi soggetti all'Impero ottomano, ventilando la creazione di uno Stato loro la possibilità di conquistare l'indipendenza. Si trattava, nazionale per il popolo però di promesse non del tutto sincere. Gran Bretagna, Fran- ebraico. Fu la Palestina il cia, Russia e Italia si accordarono segretamente per spartirsi territorio prescelto, e già prima del conflitto mon- quei territori dopo la guerra. Quanto al caso particolare della diale prese avvio la creazione Palestina, con la dichiarazione Balfour del 1917, il governo in- zione di colonie ebraiche glese si disse favorevole al progetto degli ebrei sionisti di co- nella regione palestinese. costruire una loro sede nazionale nella regione.

Il genocidio degli armeni Gli armeni, una minoranza cristiana stanziata in Anatolia, pre- Genocidio mevano sul sultano per la concessione di riforme costituziona-

Indica la soppressione vo-li o dell'autonomia. Essi erano stati oggetto di una brutale re- lontaria di un gruppo etni-pressione, ma la situazione peggiorò con l'avvento al potere co (ghènos, "stirpe") tra-dei Giovani turchi; costoro, infatti, miravano alla costruzione mite lo sterminio degli in-di uno Stato etnicamente omogeneo, che non lasciava spazio dividui che vi fanno parte,al fine di disperdere com-ai gruppi nazionali minoritari. Fu la Prima guerra mondiale ad pletamente e per sempreoffrire ai Giovani turchi la possibilità di portare a compimento la loro identità e cultura.il loro progetto, attuando un vero e proprio genocidio le cui vittime più numerose furono gli armeni.La dimensione globale del conflittoIl conflitto giunse a coinvolgere anche l'Asia. Il Giappone, infatti, schieratosi con l'intesa,attaccò la Germania nei suoi possedimenti coloniali, occupando alcuni insediamenti delleisole delacifico e il territorio che i tedeschi controllavano nella Cina orientale. Inoltre, il Giappone prese il controllo di diverse isole nel Pacifico.
Dettagli
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A.A. 2020-2021
123 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cassatore di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Berrino Annunziata.