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LE RELAZIONI TRA GLI ADULTI
Nei servizi 0-6 il lavorare insieme è particolarmente importante, di conseguenza la qualità delle relazioni tra
colleghi risulta emblematica perché la possibilità che gli obiettivi educativi si realizzino può dipende dal grado
di intesa e cooperazione presente nel team educativo.
Un buon team educativo si caratterizza per identità educativa, ovvero l’intreccio di principi, teorie e idee.
➢ gli educatori devono condividere la stessa identità educativa fondata sulla partecipazione
Il team educativo dovrebbe funzionare secondo:
I. Approccio razionale-scientifico al compito,
II. Idea di sviluppo come conseguenza dell’apprendere dall’esperienza,
III. Cooperazione che produce l’organizzazione e la struttura del gruppo.
Esistono due difficoltà che riguardano il singolo all’interno del gruppo:
1. Ambivalenza tra il sentire il bisogno di appartenenza e paura di perdere la propria individualità.
2. Imparare a stare nel gruppo.
PER UN BUON TEAM EDUCATIVO: l team potrà sostenere la qualità educativa con le seguenti condizioni:
➢ Educatori condividono la stessa identità educativa che viene dichiarata nei documenti del servizio
➢ Obiettivi e progetti educativi si sviluppano a partire dalla identità educativa
➢ Struttura organizzativa coerente con i progetti e obiettivi concordati
➢ Il team deve affermare il principio partecipativo sia all’interno che all’esterno
➢ Coordinamento pedagogico che sostiene il team
CAP. 3: SPAZI E TEMPI
Nell’educazione dell’infanzia l’ambiente è un forte dispositivo educativo: nelle scuole l'organizzazione dello
spazio e la gestione del tempo sono la base per il buon funzionamento della vita quotidiana.
Nell’organizzazione si intrecciano aspetti di materialità (ampiezza locali, durata attività) e vincoli istituzionali
(orari, turni di lavoro) con elementi simbolici e relazionali che influiscono sul modo in cui spazio e tempo
vengono vissuti da adulti e bambini.
➢ spazi al chiuso e all’aperto con arredi, giochi, oggetti e materiali
➢ tempi caratterizzati dalla quotidianità e dalla routine
● IL SIGNIFICATO PSICOLOGICO E SOCIALE DELLO SPAZIO
Il tema della valenza psicologica e sociale dello spazio è iniziato ad essere oggetto di ricerca e studi:
➔ KURT LEWIN evidenzia 2 aspetti dello spazio:
1. MATERIALE: costituito da fattori fisici, geografici, urbanistici e sociali che influenzano lo spazio
psicologico e il comportamento individuale e di gruppo.
2. PSICOLOGICO: (come si fa esperienza dello spazio) influenza comportamento singolo e gruppo
○ “ambiente” > è l'intreccio dei 2 aspetti.
○ comportamento > influenzato sia dalla rappresentazione psicologica che la persona ha
dell'ambiente sia dall'ambiente per come si presenta.
Allarga il significato di spazio, connettendo la dimensione fisica dello spazio a quella psicologica e
considerandolo come ambiente in cui aspetti fisici, relazionali e sociali si intrecciano
➔ MARC AUGE pone l’attenzione sulla dimensione identitaria degli spazi, e distingue:
1. “LUOGHI” > ambienti caratterizzati da una storia, un’identità, una tradizione e riconosciuti da chi
li abita perché sono spazi di vita, di riconoscimento e di relazione. [ > Archetipo è la dimora].
➢ lo spazio è luogo in cui gli individui si possano sentire a casa
2. “NON LUOGHI” > sono spazi nei quali chi li attraversa non può leggere nulla, perché sono spazi
di transito, senza identità, relazioni, storia, (es: centri commerciali, aeroporti, stazioni), ma anche
luoghi fittizi per imitarne altri (es: Disneyland). [ > Archetipo è il viaggiatore].
➢ lo spazio impersonale e asettico.
➔ GOFFMAN evidenzia la valenza sociale e simbolica degli spazi frequentati.
➢ L’organizzazione spaziale corrisponde ad una certa organizzazione sociale che la determina.
○ (ad es: chiesa, teatro, tribunale) > durante le occasioni sociali più rituali si usano di
luoghi specifici e il comportamento degli individui viene “modellato” dall’organizzazione
fisica dello spazio e dalle regole implicite che impone.
➢ Goffman parla di fabbricazione dell’individuo per mantenere l’ordine e il consenso sociali:
○ le relazioni e i ruoli sociali devono rispettare delle regole non scritte: stare al proprio
posto nello spazio significa comportarsi in maniera accettabile, conforme e condivisa.
➔ MICHEL FOUCAULT, nel volume “Sorvegliare e punire” illustra come l’organizzazione dello spazio e
dei tempi svolgono un ruolo importante per poter esercitare il controllo sociale, perché devono plasmare
il comportamento degli individui in modo indiretto per mantenere l’ordine sociale.
● L’AULA E L’IMPIEGO DEL TEMPO NELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE
L'organizzazione dello spazio finalizzata alla disciplina è correlata alla gestione del tempo finalizzata alla
produttività, che nella scuola significa apprendimento.
➢ Pedagogia latente > Bondioli, Becchi e Gariboldi concordano che l'organizzazione ambientale
agisce senza che gli individui se ne rendano conto e ciò lo rende più efficace nell’indurre abitudini di
comportamento, nel formare, modellare e plasmare.
➢ Bernstein • Pedagogia invisibile > comporta un controllo non esplicito dell’insegnante sul bambino
tramite l’organizzazione dell’ambiente.
➢ La pedagogia dell’organizzazione degli spazi > Bettelheim afferma che serve per concepire il
bambino, il suo sviluppo e la relazione educativa in un certo modo.
➔ SPAZIO > è un medium educativo in quanto suscita vissuti, relazioni, predispone ad habitus di
comportamento, sottolinea l'appartenenza e l'identità o la spersonalizza.
◆ ha diverse valenze: autoritaria o democratica, individualistica o partecipativa, anonima e
impersonale o identitaria e inclusiva.
➔ TEMPO > è produttività.
Situazioni coinvolgenti alleggeriscono lo scorrere del tempo, mentre momenti di attesa prolungata o
momenti frettolosi possono influire negativamente sul vissuto temporale.
◆ Non ci devono essere tempi morti, la ricreazione è temporalmente delimitata e definita.
◆ il "tempo scuola” si configura come un tempo collettivo, impersonale e istituzionalizzato.
Nei servizi dell’ infanzia è importante l’attenzione alla significatività delle esperienze > 2 considerazioni:
1. I tempi di crescita non sono uguali per tutti, quindi bisogna personalizzare l'organizzazione.
2. Si ha anche il tempo psicologico, cioè il vissuto soggettivo dello scorrere del tempo.
● SPAZIO E TEMPO DAL PUNTO DI VISTA DEI BAMBINI
Secondo PIAGET il bambino alla nascita non distingue il mondo esterno da quello interno; non conosce
spazio, causalità e l’oggetto non è permanente, infatti appare e scompare, ed è come se scomparissero per
sempre: il bambino non cerca di ritrovarle, la ricomparsa di un oggetto è una sorta di “resurrezione”.
Verso i 2 anni il mondo costituisce un'organizzazione spaziale (2 anni), in cui lo spazio risulta senso-motorio.
Solo successivamente con l'avvento del linguaggio lo spazio diventa rappresentativo e inizia a comprendere
che il tempo è legato al mondo esterno, e ora si riesce ad evocare un'immagine mentalmente.
➢ Il bambino passa da un tempo locale (in funzione dei suoi movimenti) ad un tempo omogeneo
(comune a tutti i fenomeni, continuo e reversibile).
VYGOTSKIJ segna l'importanza della capacità rappresentativa nell'elaborazione della realtà esterna, che
considera cruciale nello sviluppo quando il bambino dipende dalle rappresentazioni mentali degli oggetti.
Le azioni del bambino sono legate alle proprietà fisiche e percettive degli oggetti.
➢ Solo quando il bambino distingue l'oggetto del suo significato può agire indipendentemente e
modificarlo secodno la propria volontà immaginativa.
➢ Con il gioco simbolico, spazio e tempo assumono dei nuovi significati.
○ es: bastone usato come cavallo nel gioco di finzione.
Con la rappresentazione simbolica il bambino mette in atto la sua capacità creativa e la possibilità di pensare
spazi e tempi diversi da quelli attuali e concreti (influenza delle emozioni).
Per ANNA FREUD il bimbo vuole che i suoi bisogni vengano subito soddisfatti per non sentirsi abbandonato.
➢ Tra i 3 e i 6 anni il bambino oscilla tra il tempo dell’Es e il tempo dell’Io.
○ L’Es vuole tutto e subito > intolleranza della posticipazione e dell'attesa.
○ L’Io ha come caratteristiche la posticipazione dell’azione e la capacità di attesa.
Il modo in cui il bambino sperimenta un dato periodo di tempo non dipende dalla sua durata reale, ma dalle
soggettive relazioni interne che dominano dell'Es e dell’Io sul suo funzionamento.
Per MARGARET MAHLER il bimbo deve imparare ad attendere e dipende dall’esperienze di attaccamento,
e se è positiva, allora il bambino svilupperà più facilmente la capacità di attendere e crede nella realtà come
fonte di benessere (l’attesa è fiducia).
Per STERN il tempo è collegato all’elaborazione di un senso organizzato del sé legato a diverse esperienze:
1. Sensazione di un sé agente (bambino deve sentirsi l’autore delle proprie azioni) ;
2. Sensazione di essere dotato di coesione (bambino deve sentire di essere una cosa unica) ;
3. Un sé affettivo ;
4. Un sé storico (senso della durata, continuità con il proprio passato) ;
Esistono diverse occasioni per poter sviluppare questo senso organizzato di sé, come il comportamento
degli adulti nei confronti dei bambini che viene chiamato tema con variazioni, sul piano verbale e ludico,
perché l’adulto deve tenere vivo l’interesse nei bambini, aiutarli a regolarsi.
L’acquisizione del tempo e dello spazio sono influenzati dalle esperienze che si fanno in famiglia, al nido e
alla scuola dell’infanzia; da fattori emotivi e relazionali.
● LA QUALITA’ PEDAGOGICA DI SPAZI E TEMPI NEI SERVIZI PER L'INFANZIA 0-6:
➢ Non si possono sconnettere l’organizzazione di spazio e tempo dalla quella dell’ambiente,
➢ L’organizzazione di spazio e tempo dipende dal vissuto infantile,
➢ Le acquisizioni cognitive, fisiche, emotivo-affettive e la fiducia, dipendono dal modo con cui
l’ambiente le promuove e dalle capacità del bambino,
➢ L’organizzazione spazio e tempo influenza anche le interazioni tra pari..
Spazi della scuola e aule sono la pedagogia latente, cioè forniscono i ruoli dei bambini e delle educatrici,
delle norme e regole di comportamento e dell’insegn