vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
➔ DALL'INTERAZIONE SOCIALE ALLE ISTITUZIONI SOCIALI
Bisogna trovare una soluzione che permetta all' individuo che si sacrifica di non sacrificarsi fino alla morte e
la punizione potrebbe essere un vantaggio se contribuisce a stabilizzare la cooperazione, ma ha funzione
solo se chi la subisce tende a reagire facendo la cosa giusta. (non può essere la causa dell'altruismo).
Il primo fattore responsabile della cooperazione umana è la MUTUALITA’: noi traiamo beneficio comune
dalla cooperazione solo a patto di lavorare insieme (= il mio altruismo nei tuoi confronti aiuta anche me):
➢ Lo scenario della caccia al cervo nei primati, in cui ognuno preferisce collaborare per delle
ricompense che porterà a ciascun individuo e al gruppo.
○ Questa tesi si chiamerà "Ipotesi Silk” per le scimmie, “Ipotesi Skyrms” per gli umani.
Un esempio che lega la nostra storia evolutiva: procacciamento del cibo e “fare la spesa”.
Procacciare il cibo nelle foreste ora è lo stesso di come lo facevano i primati, invece si vive l’atto del fare la
spesa a livello di realtà istituzionale, ho diritti e doveri (non rubare), e c’è il rispetto delle norme (stare in fila).
Per passare dalle attività di gruppo dei primati alla cooperazione umane sono necessari 3 passaggi:
1. Sviluppo di abilità socio-cognitive, per l'INTENZIONALITA’ CONDIVISA > “senso del noi”
2. Essere più tolleranti e fiduciosi, soprattutto nell'ambito del cibo;
3. Sviluppo di pratiche istituzionali.
Esistono differenze tra il mondo sociale degli umani e quello dei primati, riassumibili in 3 processi:
I. Coordinazione e Comunicazione
II. Tolleranza e Fiducia
III. Norme e Istituzioni
● COORDINAZIONE E COMUNICAZIONE
Nelle attività di cooperazione, i collaboratori devono essere sensibili agli stati dell’altro e i partecipanti devono
stabilire un fine comune che è un’impresa collaborativa complicata che richiede comunicazione.
Il fine congiunto può dirsi raggiunto solo se entrambi i soggetti ne traggono beneficio.
➢ nell'attività di caccia di gruppo di scimmie e leoni non c’è una vera collaborazione, perché ogni
partecipante tenta di massimizzare le proprie probabilità vittoria > attività in modalità I-mode
Invece gli umani, fin dal primo anno di vita, elaborano un fine congiunto con il loro compagno.
➢ quando l’adulto smetteva di giocare, il bimbo lo incoraggia a riprendere comunicando che
aveva elaborato un fine condiviso a cui voleva che tornasse > attività in modalità We-mode
E’ necessario un coordinamento del lavoro e dei ruoli, ma anche la comprensione del ruolo dell’altro.
Quando si coordinano le azioni con quelle di altri in una collaborazione, si coordina anche l’attenzione.
➢ esperimento > quando si chiedeva ai bambini di scambiarsi di ruolo con quello dell’adulto, non
avevano problemi ad adattarsi dimostrando di aver già compreso la prospettiva dell’altro.
Le prime attività collaborative sono spesso definite attività di ATTENZIONE CONGIUNTA e bambini sono
capaci di entrare in questa modalità solo se hanno un fine congiunto.
● attenzione congiunta bottom-up > se ciò che cattura l’attenzione è un evento (forte rumore).
● attenzione congiunta top-down > se ciò che cattura l’attenzione è il fine comune.
Nella comunicazione umana nell’attenzione congiunta gioca un ruolo chiave, perché i bambini, pur di
avvicinarsi al fine di coordinare i ruoli, ricorrevano a ogni genere di comunicazione, verbale e non.
➔ gesto di indicare (pointing) > fuori dal contesto condiviso non ha significato, ma in un’attività
collaborativa l’indicare trasmette un messaggio immediato.
Una caratteristica biologica umana che rende più facile la cooperazione a livello attenzionale: la sclera, cioè
la parte bianca dell’occhio che permette di seguire lo sguardo degli altri in modo molto più facile.
● TOLLERANZA E FIDUCIA
In una storia evolutiva, le attività collaborative rappresentano un passaggio intermedio: esiste uno sviluppo
precedente che ha spianato la strada all'evoluzione di attività collaborative complesse. Per permettere la
selezione di abilità collaborative raffinate devono essere emerse tolleranza e fiducia in un momento.
Nel caso dei bambini, il fatto che il cibo fosse ammassato non costituiva un problema e se lo spartiscono,
però tendono a scontrarsi per questioni di equità. Qualcosa di rivoluzionario ci ha allontanato dalla tradizione
dei primati perché gli umani e gli scimpanzé competono per il cibo in intensità diverse > 2 ipotesi evolutive:
➢ Il divenire obbligatorio della collaborazione portò all’allontanamento dei soggetti competitivi e
avvantaggiò coloro che già erano cooperativi.
● NORME E ISTRUZIONI
Gli umani operano sulla base di 2 principali tipologie di norme sociali:
➢ Le norme di cooperazione > provengono da situazioni in cui individui indaffarati nelle loro cose
si imbattono l'uno nell’altro (attività collaborative), facendo emergere aspettative reciproche
che li portano a spingere gli altri a comportarsi diversamente o a trovare un compresso.
➢ Le norme di conformità > durante l'evoluzione per gli individui di un gruppo diventò importante
comportarsi allo stesso modo per conformità > il comportamento è guidato dalla conformità.
Sia le norme di cooperazione che di conformità sono fondate dal senso di colpa e di vergogna..
Le realtà create convenzionalmente hanno bisogno anche di immaginazione e di comunicazione simbolica.
➢ con i bambini nel gioco simbolico: il fare finta di. > i bambini decidono con un’altra persona di
trattare un certo oggetto come se fosse qualcos’altro
○ esperimento, quando l’adulto confondeva gli status degli oggetti i bambini si opponevano.
La cooperazione non è solo a fine altruistico, ma gli umani sono capaci anche di collaborare per compiere
atti più ignobili che portano a conflitti e odio, e la soluzione sarebbe trovare nuovi modi per definire il gruppo.
➔ L'INCONTRO TRA BIOLOGIA E NATURA
I mutamenti osservati nelle società umane dopo l’avvento dell’agricoltura e delle città sono dovuti a una
qualche forma di adattamento sociologico, quindi la maggior parte delle forme di cooperazione tipiche della
società industriali moderne si fonda su abilità e motivazioni cooperative che si sono evolute biologicamente.
I bambini sono motivati a impegnarsi in questo genere di attività collaborative per il piacere di farlo, non solo
per il contributo che esse potrebbero dare agli obiettivi dei singoli.
La normale ontogenesi umana (evoluzione) comporta una dimensione culturale che altri primati non hanno.
Gli umani si sono biologicamente adattati a crescere e svilupparsi all'interno di un contesto culturale, devono
imparare in quale modo fanno le cose gli altri appartenenti alla loro cultura, e grazie ai nostri sforzi
collaborativi, ci siamo costruiti i nostri mondi culturali a cui ci adattiamo costantemente.
SECONDA PARTE
RIASSUMENDO: IPOTESI SILK per le scimmie – SKYRMS per gli umani
Per poter creare i modi di vivere di cui si è dotato, l’Homo Sapiens iniziò particolari attività collaborative per le
quali gli altri primati non sono semplicemente equipaggiati né sul piano emozionale né su quello cognitivo.
Gli umani giunsero a impegnarsi in attività di collaborazione con un fine congiunto e ruoli distinti. E’ evidente
che gli esseri umani non sono angeli della cooperazione: uniscono le forze anche per compiere atti ignobili.
➔ Skyrms > per raggiungere un obiettivo dobbiamo essere in grado di comunicare tra di noi in
modo soddisfacente e di fidarci l’un l’altro.
➔ Silk afferma che i primati funzionano in gran parte su base genitoriale e nepotistica con
l'aggiunta, nella maggior parte dei casi, di una bella dose di dominanza.
Le differenze fra scimmie e esseri umani: .
➢ le scimmie non conoscono l’attenzione congiunta, e il grado di fiducia e tolleranza nella società
è più basso rispetto a quello nelle società umane, e sono meno propense a partecipare ad
attività che prevedono benefici a livello di gruppo.
➢ Solo gli uomini sanno orchestrare la cooperazione in gruppi con preferenze, e hanno maggior
interesse per il benessere altrui.
Perché siamo capaci di cooperare e collaborare? perché abbiamo preferenze sociali altruistiche che ci
inducono a dare valore ai benefici per il gruppo e permette di allineare i nostri interessi con quelli del gruppo.
➔ Dweck
Tomasiello fonde 2 campi che sono sempre stati ben distinti: quello cognitivo e quello sociale.
Ciò che ci rende umani non è soltanto un cervello, ma l’abilità nel partecipare a interazioni sociali uniche.
Tomasiello sostiene che già dal 1 anno di vita i bambini siano naturalmente portati all’aiuto, alla condivisione
e alla generosità, e che la predisposizione all'aiuto è spontanea, e solo durante lo sviluppo l'altruismo può
essere condizionato da ricompense.
'Ipotesi Spelke prima, Dweck poi', può essere considerato un tit-for-tat > “ritorsione equivalente” > efficace
per la cooperazione all’interno dei gruppi nel corso del tempo. Si comincia in modo altruistico e poi si trattano
gli altri a seconda di come loro trattano te.
➢ secondo la DWECK, l’altruismo è innato, ma la sua espressione dipende dall’esperienza.
TEORIA DELL'ATTACCAMENTO > Dal comportamento dei genitori (altruistico o diverso) nei suoi confronti,
il bambino potrebbe imparare come si comportano le persone della cultura di riferimento , e come ci si
aspetta che si comportino reciprocamente. Dweck, dunque, dimostra che i bambini abituati all’altruismo
daranno altruismo, al contrario se abituati all’egoismo imparano ad aspettarsi egoismo.
● Esperimenti reazioni di bambini abusati e non: (1-3 anni).
○ La maggior parte dei bambini che non avevano subito alcun abuso reagiva al dolore
del compagno empaticamente, confortando.
○ Nessuno dei bambini vittima di abusi dimostrò partecipazione empatica, le reazioni più
frequenti furono collera e aggressioni fisiche.
■ I bambini abusati imparano a reprimere il mondo emotivo e non sono in grado
di cogliere le emozioni e non sono empatici con un compagno in forte stress.
David LUIZ introdusse il concetto di “conoscenza comune” da autoimporre, perché un elemento entri a far
parte della conoscenza comune di un gruppo non basta che tutti lo conoscano.
➔ Tutti devono conoscerlo (livello 1) e tutti devono sapere che tutti