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METODO QUANTITATIVO
Studiata sulla base di un numero predefinito di categorie e di variabili, osserva e quantifica i fatti più significativi, collega fra loro le diverse osservazioni e fornisce le proprie spiegazioni, descrizioni e spiegazioni attraverso formulazioni numeriche: ricorrenze statistiche, rapporti tra variabili, indici della consistenza di variabili o di complessi di variabili.
La scelta di tecniche qualitative o quantitative dipende dall'impostazione culturale del ricercatore, ma anche, e primariamente, dall'oggetto della ricerca. Entrambe queste tecniche si basano sull'osservazione, da cui traggono le informazioni, cioè quei dati che consentono al ricercatore di soddisfare la sua curiosità scientifica, di arricchire il suo panorama di conoscenze, di formarsi un'opinione.
L'osservazione dunque si rivolge alla fonte delle informazioni che può essere di varia natura. Una fonte primaria è la dei soggetti con cui si
entra in contatto. La prima e più ovvia operazione di un TESTIMONIANZA sociologo è raccogliere tali testimonianze, conducendo cioè delle INTERVISTE. Questo metodo va commisurato alle caratteristiche sociali degli intervistati e ai rapporti che sussistono fra questi e gli intervistatori. Se esista tra questi comunanza di linguaggio e di concetti culturali, sarà più facile utilizzare strumenti come i questionari o domande chiuse aperte. Se manchino tali requisiti, si raccomanderà il ricorso ad interviste totalmente libere, i cui risultati saranno raccolti dall'intervistatore con un registratore, o con appunti, eventualmente scritti per non turbare gli intervistati. Quando si conduce EX POST questo tipo di osservazione, attraverso il dialogo, bisogna sapere che le informazioni fornite dagli intervistati possono essere inaffidabili, non necessariamente per mala fede, ma anche, semplicemente, per la normale tendenza delle persone a rappresentare
sara' quello di svelarle e comprenderle. I documenti possono essere di diversi tipi, come ad esempio testi scritti, fotografie, registrazioni audio o video, e ognuno di essi puo' fornire informazioni preziose per la ricerca. Tuttavia, e' importante tenere presente che i documenti possono essere soggetti a manipolazioni o distorsioni, quindi e' fondamentale analizzarli criticamente e valutarne la loro affidabilita'. Inoltre, i documenti possono essere utilizzati in combinazione con altre fonti di informazione, come testimonianze o dati statistici, per ottenere una visione piu' completa e accurata di un determinato argomento.èscostare quella cortina, andare cioè al nocciolo del contenuto. In questo consiste, per l'appunto, la cd.“ del ”.Ognuna delle tecniche di ricerca sociologica trova applicazione in sociologia delANALISI CONTENUTOdiritto. La scelta dipende dalla natura della ricerca. Se questa ha per oggetto le opinioni del pubblico su certenorme, o il rispetto di certi diritti soggettivi, può essere opportuno o persino indispensabile chiederlodirettamente ad un campione di quel pubblico. Se la ricerca ha per oggetto dei comportamenti giuridiciformali lungo un vasto lasso di tempo, potrà essere necessario ricorrere ad una documentazione. Taleinformazione può essere non solo diretta, cioè vertente specificamente su istituti o norme giuridiche, maanche indiretta, come accade con le fonti letterarie. Romanzi, commedie, tragedie, poemi forniscono spessopreziose informazioni giuridiche: un movimento culturale e metodologico, cd. di “
“LAW AND LITERATURE” pratica e raccomanda questo metodo, che risulta essenziale soprattutto per le società antiche.
CAPITOLO SECONDO: IL DIRITTO
- Premesse
Il concetto di “diritto” nel corso dei secoli è definito nei modi più vari. Per “diritto” si è inteso ora il complesso delle norme positive ritenute vigenti ed obbligatorie dal potere politico, senza considerazione del loro contenuto e della loro pratica efficacia, ora quelle norme che in virtù del loro “buon” contenuto meritano obbedienza sul piano morale, non importa se riconosciute o meno dal potere; ora quelle sole norme positive che di fatto vengono osservate dai consociati e/o applicate dai tribunali; ora il complesso istituzionale delle norme e degli organismi che le emanano, amministrano e applicano; ora il complesso delle relazioni intersoggettive socialmente riconosciute da cui promanano diritti soggettivi e correlativi doveri. Sulle diverse definizioni
Di diritto sono state formulate teorie e concezioni. Ne consegue che la validità di ognuna dipende da uno specifico punto di vista. Dal punto di vista sociologico appare opportuno non distaccarsi troppo dai significati che nel contesto delle relazioni sociali si attribuiscono più comunemente alla parola "diritto". Occorre cioè partire dalla cultura giuridica, sia quella diffusa presso il pubblico generico, sia quella praticata dai quei gruppi ristretti che hanno a che fare professionalmente con il diritto, cioè i cd. "operatori": la cultura giuridica interna, come l'ha efficacemente definita Friedman. Se si parte dalla cultura giuridica, è facile constatare che, fra i vari concetti che vengono comunemente associati all'idea di diritto, quello che compare più di frequente è il concetto di norma. Non vi è quasi descrizione del diritto che non contenga un riferimento al fatto che
Una popolazione, un gruppo sociale, regola il proprio agire secondo modelli d'azione più o meno consolidati. Nelle società a tradizione orale le testimonianze raccolte attorno al "diritto consuetudinario" informano in primo luogo su "ciò che si fa" e per questo "si deve fare", perché "è sempre stato diritto fatto". Le società letterate riferiscono del loro diritto attraverso una molteplicità di fonti scritte. In ogni discorso specializzato sul diritto questa informazione sulle norme costituisce il nucleo attorno a cui ruota ogni altra descrizione. Pertanto il sociologo del diritto che cercasse di costruire una propria visione del diritto trascurando questo materiale normativo si esporrebbe al grave rischio di allontanarsi dal campo stesso delle sue osservazioni. Si deduce che il diritto, concepito come insieme di norme, viene spontaneo denominare questo insieme "ordinamento giuridico". Friedman parla del "diritto positivo" (
Il sistema giuridico è un'unità complessa che comprende sia una "sostanza", costituita dalle norme, sia delle "strutture", costituite da quegli apparati decisionali che fanno o applicano le norme. Pare opportuno adottare l'espressione "sistema giuridico" nella sua accezione più ristretta, per designare l'insieme delle norme giuridiche, quindi come equivalente di "diritto", non solo per la ragione sistematica, ma anche, e soprattutto, perché le accezioni più vaste dell'espressione, sebbene fra loro diverse, inducono a confondere due concetti che proprio l'analisi sociologica impone di distinguere: da un lato il "sistema normativo", dall'altro il "sistema delle azioni collegate alle norme giuridiche". Quest'ultimo denominato con l'espressione "campo giuridico". 2- Le norme come concetto sociologico L'etimo latinoLa parola squadra, che significa “squadra”, è il miglior punto di partenza per analizzare sociologicamente questo concetto. Una squadra infatti è uno strumento che è un’azione, nella specie un tratto grafico. In questo caso la misura è quantitativa, traducibile in numeri. Per altri tipi di azioni avremo altre “misurazioni”, in senso traslato. Una preghiera individuale può essere rapportata a una condizione spirituale, o a un modello esteriore, o ad entrambi: la sua “misura” sarà data da una norma individuale, o da una norma sociale, o dalla loro combinazione. Lo stesso può dirsi di qualsiasi azione sociale: un saluto, una dichiarazione d'amore, una promessa, un dono, l'assunzione di un debito morale o materiale, una minaccia, una lesione, anche un silenzio. Ognuna di queste azioni può venire rapportata a un modello preesistente che offre, come la squadra, una guida e una “misurazione”.
La misurazione coincidein questi casi con una rappresentazione e, eventualmente, una valutazione. La è pertanto un NORMA al quale un'azione si rapporta o può rapportarsi o deve rapportarsi. Diretto e centrale per la MODELLO sociologia è invece l'interesse per quelle norme che acquistano forma espressiva e vengono comunicate, assumendo carattere sociale. In tal caso esse si presentano come dei MESSAGGI ATTI ILLOCUTORI che, partendo da una fonte, o mittente, si dirigono verso uno o più riceventi, entrando, così, in uno SPAZIO (o CONTESTO). Anzitutto bisogna soffermarsi sulla struttura, appunto, semiotica delle DISCORSIVO CIRCOLO SEMIOTICO norme, partendo dal fatto che esse, in quanto atti di comunicazione, sono composte di SEGNI, cioè di unità espressive il cui significato deve essere desunto dal riferimento ai CODICI dei. La dipendenza dei segni dai CODICI è evidente. Il semplice segno "P" possiede un significato.diverso a seconda che il codice di riferimento sia quello dell'alfabeto latino, o greco, o cirillico.
Viene qui in luce un punto cruciale: la comunicazione umana dipende dal fatto che emittenti e riceventi dei messaggi si riferiscano agli stessi codici e ne traggano le stesse informazioni.
Un altro punto importante da affrontare concerne il percorso che le norme compiono nello spazio discorsivo in cui l'emittente le ha indirizzate.
La rappresentazione elementare dei percorsi compiuti dai messaggi è lineare, da un emittente a un ricevente: fra i due estremi si frappone un mezzo, cioè un MEDIUM, che trasmette il segnale originario e, nel trasmetterlo, può convogliare elementi di disturbo, che ne ostacolano la comprensibilità.
Ma la comunicazione sociale non è mai così semplice. Col crescere del numero dei parlanti, aumenta l'influenza dei nella trasmissione dei messaggi. Già complessi in partenza, tali messaggi (normativi
generali)MEDIAent