Estratto del documento

La religione e la politica si intrecciano, la prima fornisce simboli e miti di legittimazione, mentre la seconda

organizza la comunità attorno a tali simboli.

La comunità si percepisce come parte di un ordine superiore, radicando la propria coesione in un immaginario

condiviso.

Capitolo 2, paragrafo 1, Politica, Le parole del comando

- Mondo Greco: archè, kratos.

Archè allude originariamente al comando, inteso come la fonte del potere e la capacità di esercitare lautorità;

mentre Kratos significa forza, potenza e dominio; è il potere effettivo di imporre decisioni e di governare.

Insieme i due termini delineano la concezione greca del potere come intreccio tra legittimità (principio) e forza

(potenza)

- Mondo Romano: dominio, imperium, potestas, auctoritas.

Nel mondo romano invece troviamo dei termini con connotazioni molto diverse,

 Dominium, esprime il potere di proprietà, dominio sui beni e sugli schiavi (potere privato)

 Imperium, esprimeva il potere supremo di comando tipico dei magistrati e dei generali (potere pubblico,

militare e politico)

 Potestas, potere legale attribuito a una carica, come quella dei magistrati (potere funzionale)

 Auctoritas, esprimeva il prestigio e l’influenza morale, tipica del senato e delle figure autorevoli, a tale

termine veniva associato un principio di sacralità, di fatti presenta la radice indoeuropea “aug” che

rappresentava il sacro, era un potere superiore a tutti che incarnava la dimensione legale e temporale del

potere.

- Medioevo: scissione sfera del potere e quella del sacro.

Nel medioevo a partire dal XI secolo si afferma una distinzione tra la sfera del potere politico e quello religioso, nel

conflitto tra i due poteri viene attribuita il potere di potestas all’imperatore, mentre al Papa si attribuisce il potere di

Auctoritas, sempre al fine di rimarcare questa forma di potere con un principio di sacralità che gli è intrinseco, e

simboleggiare un potere comunque i ordine superiore rispetto alle altre forme.

- Thomas Hobbes e il Leviatano – proprio come il Leviatano biblico, l’artificio nato dal patto avrà il compito di

garantire l’ordine e dunque di costringere ciascuno a rispettare le leggi e i contratti: “è l’invenzione collettiva di

un gabbia dalla quale fin dall’origine ci si priva della possibilità di uscire, con l’affidarne la chiave al sovrano, a

cui è ceduta la capacità politica particolare dei singoli, il potere di governare sé stessi”.

Il termine Auctoritas finisce con il rappresentare il potere politico con Hobbes, il quale afferma con la sua figura

del leviatano che “auctoritas non veritas facit legem” (l’autorità non la verità fa le leggi); il termine autorità,

perciò, nel mondo moderno afferma un ordinamento ed un potere di carattere istituzionale, finendo ad incarnare

nuovamente una concezione verticale del potere ed allontanandosi dal suo originale significato.

Perciò con la modernizzazione i termini greci Kratos e Arche, ed i termini latini Potestas e Auctoritas si perdono

completamente.

Capitolo 2, paragrafo 2, Politica, Dove sta il potere?

- Potere su, potere di, potere con.

Il “potere su” indica la capacità di u singolo o di un gruppo di imporre la propria volontà sugli altri,

spesso in termini di dominio o coercizione.

Il “potere di” invece riguarda la possibilità di agire, di fare qualcosa: è la dimensione della capacità,

dell’autonomia e della libertà d’iniziativa.

In fine il “potere con” riguarda la cooperazione, alla forza che nasce dall’agire insieme per perseguire un

obbiettivo che individualmente non sarebbe raggiungibile.

Questa tripartizione mostra come il potere non sia solo dominio, ma anche possibilità e relazione.

- Friedrich von Wieser, potere interno e potere esterno – il potere esterno è vincolato a quello interno.

Il potere interno è la capacità che un individuo possiede dentro di sé, legata alle sue risorse personali, alla

sua volontà, alle sue competenze.

Il potere esterno invece è quello che si esercita sugli altri, nelle relazioni sociali.

Il potere esterno è sempre vincolato dal potere interno, non si può esercitare influenza sugli altri se non si

possiede una forza interiore che lo sostiene.

- Disciplina, forma di potere che Weber definisce come una consuetudine all’obbedienza, come la

possibilità di trovare, in virtù di una disposizione acquisita, un’obbedienza pronta, schematica ad un

certo comando da parte di una pluralità di uomini.

- Processo di disciplinamento: gli individui verso cui il potere si dirige introiettano una serie di regole di

condotta che li inducono ad obbedire.

Il processo di disciplinamento descrive come gli individui interiorizzino regole di condotta; non si tratta

solamente di obbedienza a un comando esterno, ma di introiettare norme e schemi che li portano a

comportarsi spontaneamente in modo conforme.

Il potere diviene più sottile non si esercita più solo dall’alto, ma penetra nella coscienza e modella i

comportamenti.

- Foucault – rapporto tra sapere e potere – non esiste relazione di potere senza correlativa costituzione di

un campo di sapere, né di sapere che non supponga e non costituisca nello stesso tempo relazioni di

potere.

Il potere produce conoscenza, organizza discorsi e pratiche, e allo stesso tempo il sapere legittima e

rafforza il potere.

È un rapporto circolare in cui l’uno alimenta l’altro.

- Potere come strategia, insieme produttivo di relazioni che investono l’insieme della società.

Foucault non vede il potere solamente come comando o repressione, ma al tempo stesso come strategia,

generando effetti, organizzando comportamenti, creando possibilità e limiti.

Non è un entità statica ma un processo dinamico che investe l’intero corpo sociale.

- Potere come un insieme di relazioni, che funziona, si esercita attraverso un’organizzazione reticolare.

Il potere diviene capillare, si infiltra nei dettagli della vita quotidiana e proprio per questo è efficace:

perché non appare sempre come imposizione dall’alto, ma come tessuto invisibile che regola le

interazioni.

- Stato moderno e potere pastorale.

Il potere pastorale è una forma di governo che si prende cura degli individui, li guida, li sorveglia, li

protegge.

Non si presenta come solo dominio ma anche come attenzione alla vita ed alla condotta morale.

Questo potere originariamente apparteneva all’esperienza cristiana, si rivolge nel particolare agli

individui per garantire la loro salvezza e per farlo deve conoscerne i pensieri ed i sentimenti.

- Potere “senza volto”, non riducibile al comando di un individuo, ma a discipline e disposizioni di

carattere impersonale.

Capitolo 2, paragrafo 3, Politica, Il potere come relazione sociale?

- Concetto di potere per Lasswell, capacità di un’individuo, o gruppo di individui, di modificare la

condotta di altri individui o gruppi nel modo da questi voluto, e tale da impedire che la sua condotta

venga modificata se non a suo piacimento.

In questa definizione si coglie l’idea del potere come controllo delle relazioni sociali, come capacità di

orientare i comportamenti altrui mantenendo la propria autonomia.

- Studio della politica come lo “studio dell’influenza e degli influenti”.

La politica come dinamiche di influenze: chi riesce ad orientare le decisioni, chi determina le scelte

collettive, chi esercita un ruolo di guida.

- Evoluzione del pensiero di Lasswell (anni ‘50), insieme a Kaplan – differenzia tra influenza, esercizio

d’influenza e potere vero e proprio.

L’influenza come la capacità di orientare altri soggetti; l’esercizio di influenza è l’atto concreto di farlo;

il potere, invece è una forma particolare di influenza, caratterizzata dall’utilizzo di sanzioni o dalla

minaccia di sanzioni.

- Potere secondo Lasswell e Kaplan: capacità di prendere decisioni (o comunque di partecipare

all’assunzione di decisioni) capaci di modificare il comportamento di altri individui mediante sanzioni o

mediante la minaccia del ricorso a sanzioni.

In questo senso, il potere è più vincolante dell’influenza: non si limita a persuadere, ma dispone di

strumenti coercitivi.

- Differenza tra potere e influenza – potere è un caso speciale di esercizio di influenza: è il processo

mediante cui si influenzano le linee di condotta di altri con l’aiuto di privazioni severe nel caso che le

linee di condotta desiderate non vengano seguite.

L’influenza può essere persuasiva, basata sulla fiducia o sull’autorevolezza; il potere, invece, implica

sempre la possibilità di punire.

- Friedrich e il potere: potere come relazione tra due o più soggetti: uno di questi due soggetti può

utilizzare strumenti per modificare il comportamento dell’altro, ma i mezzi di cui ci si può servire

all’interno della relazione di potere non vanno confusi con la relazione di potere.

- Potere ricondotto all’obbedienza – potere come rapporto interpersonale che si manifesta con

l’obbedienza, ossia con un comportamento indicante propriamente che A, B, C fanno ciò che L desidera.

- Friedrich, le reazioni previste e l’influenza.

Chi esercita potere influenza gli altri anticipando come reagiranno alle sue azioni o ai suoi comandi.

- Dahl e il potere, da intendere come una relazione tra almeno due soggetti, o più precisamente come una

relazione tra due esseri umani.

Non esiste potere in astratto, ma solo nel rapporto concreto tra attori;

- Dahl e l’influenza come relazione tra attori nella quale un attore induce gli altri attori ad agire in modo

in cui altrimenti non agirebbero.

- Potere come influenza coercitiva | vs influenza attendibile.

La prima si basa sulla minaccia o sull’uso della forza; la seconda si basa sulla fiducia, sulla credibilità,

sulla capacità di convincere.

In questo modo Dahl, amplia la comprensione del potere, mostrando come esso possa assumere forme

dure e morbide.

- Stoppino e il potere come rapporto di cassazione sociale intenzionale e/o interessata + spiegazione.

Significa che il potere è sempre un rapporto sociale, in cui un soggetto orienta il comportamento di un

altro in modo intenzionale (non causale) e interessato (per seguire un fine), Non è mai neutro, ma sempre

finalizzato.

- Stoppino | potere nascosto vs potere aperto.

Il potere aperto è quello visibile, esercitato in modo esplicito attraverso ordini e decisioni.

Il potere nascosto, invece, è quello che si esercita in modo invisibile, influenzando le pref

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Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

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