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4 CAPITOLO. LA TENDENZA ATTUALIZZANTE: UN PRINCIPIO ISPIRATORE
1. PATATE NELLO SCANTINATO. La nozione di tendenza attualizzante rappresenta un postula
fondamentale dell’approccio centrato sulla persona. Si tratta di una tendenza fondamentalmente
positiva, ovvero un innato orientamento selettivo, direzionale e costruttivo che agisce come sistema
energetico-propulsore del dinamismo psichico. In forza della tendenza attualizzante l’organismo
individuale è naturalmente, intrinsecamente e spontaneamente orientato alla propria conservazione,
porta l’individuo a crescere e ad
alla crescita, all’espansione e all’arricchimento di sè. Tale forza
affrontare qualsiasi difficoltà al solo fine di raggiungere una maggiore autonomia, maturità e
realizzazione del proprio Sè. Rogers trova conferma delle sue convinzioni, riguardanti la tendenza
attualizzante, osservando la scorta di patate per l’inverno conservate nel seminterrato, due o tre metri
sotto la finestra, e notò che, seppur in condizioni difficili in assenza di acqua e luce, queste riuscivano
a trovare la strada e a crescere fino a raggiungere la finestra, spinte evidentemente da una qualche
forza vitale capace di superare gli ostacoli pur di realizzare a pieno il proprio potenziale. Le patate non
erano cresciute nelle migliori condizioni.
2. LA NATURA UMANA E IL PROBLEMA DEL MALE. Rogers fu additato nel 1956 come successore di
Rousseau, secondo la quale l’essere umano sarebbe fondamentalmente carnale, antisociale, corrotto
Carl Rogers: la relazione efficace nella psicoterapia e nel lavoro educativo
e inaffidabile. Ma Rogers prese le distanze e rifiutò il parallelismo con Rousseau. Rogers afferma una
visione più positiva dell’essere umano, come essere intrinsecamente prosociale e meritevole di stima.
annovera tra i bisogni dell’essere umano quello di integrarsi e comunicare con i suoi simili; secondo
Rogers la natura della persona umana, se messa nelle condizioni di svilupparsi liberamente, si rivela
fondamentalmente costruttiva e degna di fiducia; e che le tendenze negative non sono innate ma
sono acquisite.
5 CAPITOLO. LA RELAZIONE INTERPERSONALE: CONDIZIONI DI EFFICACIA
1. DA PERSONA A PERSONA. Nel 1957 Rogers diede alla stampa il saggio sulle condizioni per il
cambiamento significativo della personalità, in cui esplicitava le qualità costitutive della relazione di
aiuto e riconduceva ad esse l’efficacia del processo: , è la qualità dell'incontro interpersonale con il
cliente l’elemento significativo nel determinare l’efficacia e la riuscita. Questo saggio contiene sei
condizioni necessarie e sufficienti:
-Due persone sono in contatto psicologico.
-La prima persona, che chiameremo cliente, è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia.
-La seconda persona, che chiameremo il terapeuta, è in uno stato di congruenza, è, cioè, nella
relazione, liberamente e profondamente, se stesso.
-Il terapeuta prova sentimenti di considerazione positiva incondizionata nei confronti del cliente.
-Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di riferimento interno del cliente.
-Si verifica una comunicazione, almeno parziale, della comprensione empatica e della considerazione
positiva incondizionata del terapeuta per il cliente.
Quindi il terapeuta deve avere tre atteggiamenti chiave, che sono: congruenza e autenticità,
considerazione positiva e accettazione incondizionata, comprensione e comunicazione empatica.
Queste caratteristiche, Rogers, non le rapporta soltanto alla terapia centrata sul cliente, ma a qualsiasi
metodo terapeutico, affermando che, a prescindere della tecnica usata e dagli orientamenti teorici del
terapeuta, il successo della terapia è dovuto alla qualità della relazione così come viene percepita dal
cliente.
La percezione effettiva di tali atteggiamenti nella relazione con il terapeuta sollecita nel cliente una
serie di atteggiamenti simili nei confronti di se stesso, così che gli individui, una volta ascoltati in
maniera non giudicante, imparano ad ascoltarsi con maggiore libertà e permettono al loro Sè più
autentico di emergere. Ciò costituisce la premessa necessaria al cambiamento.
2. AUTENTICITA’. L’autenticità emerge come la più fondamentale delle tre condizioni; identificata da
Rogers come congruenza, genuinità, autenticità, trasparenza e certe volte anche realtà. Essa consiste
in quel coraggio di essere sé stessi. Il terapeuta autentico è colui che invita ad abbandonare le
maschere che usiamo ordinariamente, e le getta per primo. Infatti la regola più fondamentale per
chiunque tenti di stabilire una relazione di aiuto è che occorre essere trasparentemente reali. Essere
genuini e trasparenti nella relazione implica la capacità di stare in contatto profondo con se stessi,
ossia coltivare un altro grado di coerenza e congruenza interna fra i tre livelli dell’esperienza
organismica (congruenza come contatto genuino con la totalità delle percezioni sensoriali e viscerali),
della consapevolezza (congruenza come coerente simbolizzazione nella coscienza di tutte le
esperienze significative) e della comunicazione (congruenza come autenticità e trasparenza nella
Carl Rogers: la relazione efficace nella psicoterapia e nel lavoro educativo
relazione interpersonale). Ed è proprio nella piena realizzazione della congruenza che avviene
l’incontro da persona a persona. Questa richiede un’adeguata maturità personale del terapeuta.
La condotta congruente implica una fiducia di fondo nei sentimenti, inoltre la genuinità implica un
percorso personale e un apprendimento lungo e talvolta faticoso. Quindi, la cura dell’altro non va
disgiunta dall’attenzione al proprio processo di crescita personale, cioè la cura di sè; questo
costituisce un importante criterio per chiunque operi come professionista della cura nell’ambito
terapeutico, socio-educativo, sanitario.
L’autenticità del terapeuta permette al cliente di divenire più profondamente se stesso. di conquistare
progressivamente una maggiore fiducia e apertura alla propria esperienza emotiva.
3. CONSIDERAZIONE POSITIVA INCONDIZIONATA. Un’altra condizione fondamentale e determinante
nella relazione di aiuto è “l’atteggiamento dell’accettazione”, che venne più tardi ridefinito come
considerazione positiva incondizionata. Essa si traduce in una sorte di rispetto profondo pervaso di
calore; disposizione necessaria per prendersi cura in modo non possessivo dell’altro preservando la
sua alterità, senza proiezioni, senza idealizzazioni, senza distorsioni e senza autoritarismi. Anche
questo atteggiamento si fonda su un’adeguata maturità personale del terapeuta/facilitatore, perché
solo la consapevolezza di sé consente di approcciare con l’altro senza cadere nella tentazione di
giudicarlo o di espropriarlo della sua diversità. Al contrario, il bisogno di proteggersi dal
coinvolgimento eccessivo spesso si traduce nell’impersonalità e nel distacco.L’accettazione degli altri
è resa possibile dall’accettazione compiuta di se stessi. E’, quindi, un processo che coinvolge il
terapeuta/facilitatore in un processo di affinamento della propria umanità personale.
L'accettazione incondizionata è, quindi, uno dei criteri fondamentali per instaurare un clima di
sicurezza psicologica e di assenza di minacce o costrizioni, in cui il soggetto possa esplorare se
stesso, comprendersi e cambiare liberamente. Ovviamente questa accettazione incondizionata per
essere autentica esige la capacità di accogliere l'altro in maniera non giudicante, che vuol dire non
solo di non emettere giudizi negativi, ma anche evitare di vincolare l’’altro alle dinamiche psicologiche
legate a qualsiasi processo di valutazione.
4. COMPRENSIONE EMPATICA. Anche l’empatia si afferma, nella terapia centrata sul cliente, come un
fattore significativo e irrinunciabile nella relazione di aiuto. Quindi l’empatia, intesa come
comprensione, rappresenta un’attitudine tipica del terapeuta e dell’educatore efficace.
In sostanza, l’empatia ci consente di sentire le emozioni del cliente come se fossero nostre, senza prò
aggiungervi le nostre. Si tratta di un particolare decentramento emotivo e cognitivo, che permette di
“essere presso l’altro senza essere l’altro e senza cessare di essere se stessi” e di coglierne i vissuti
riducendo al minimo il rischio di sovrapporre la propria esperienza pregressa o le proprie valutazioni.
La comprensione empatica facilita la crescita e il cambiamento, incoraggia il processo di
autoesplorazione, aumenta il grado di comprensione di sè e del significato della propria situazione
esistenziale e infine svela alcune direzioni per intraprendere una trasformazione. Quando, al contrario,
le persone non vengono comprese empaticamente, la personalità subisce un progressivo
irrigidimento, dagli esiti talvolta patologici.
Rogers parla di un linguaggio “accordato” a quello del cliente, cioè un modo di interagire a livello
comunicativo che privilegia alle risposte indagatrici, le tipologie di risposte comprensive, capaci di
cogliere il sentimento dominante e rimandarlo all’interlocutore, affinchè ne prenda coscienza e sia
indotto all'autoesplorazione e all'autoaccettazione.
Rogers individua e distingue tre tipi di risposta-effetto:
Carl Rogers: la relazione efficace nella psicoterapia e nel lavoro educativo
-La reiterazione semplice, che consiste nel riprendere le espressioni più significative del cliente e
riproporle nella comunicazione senza modificarle. Tale risposta consente di rassicurare l’interlocutore
circa il fatto di essere stato ascoltato e compreso correttamente.
-Il riflesso del sentimento, costituisce il riflesso vero e proprio, mediante il quale il terapeuta cerca di
connettere le emozioni manifestate nella comunicazione ai significati che vengono espressi, in tale
modo il cliente può iniziare a dare un nome ai propri sentimenti ed a esplorare le ragioni.
-La dilucidazione, che consiste nel tentativo di correlare emozioni e significati con aspetti
dell’esperienza di cui il cliente non è pienamente consapevole e che pare di poter intuire o dedurre
implicitamente da ciò che è stato comunicato spesso in modo frammentario. Questo tipo di risposta
viene utilizzata da Rogers raramente, in quanto contenente un rischio di valutazione.
Rogers identifica, inoltre, tre ragioni che giustificano l’importanza dell’atteggiamento empatico:
-La qualità non giudicante e accettante del clima empatico permette alle persone di assumere un
atteggiamento valorizzante e che si prende cura di sè.
-Essere ascoltati da qualcuno che