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*IL COLLOQUIO
Il termine colloquio(deriva dal latino colloqui) = “parlare con, parlare insieme” → esso è
una conversazione su uno specifico argomento che si svolge tra due o più persone ed in cui
si persegue un fine o uno scopo.
In genere è possibile condurre un colloquio suddividendolo in due parti:
-una parte libera → dove si lascia ampio spazio alle dichiarazioni del paziente;
-una parte nella quale gli interventi, le domande, le riformulazioni del terapeuta →
assumono un carattere strutturato.
Le informazioni ricavabili dal colloquio clinico sono state sintetizzate da Cook in 3
categorie:
1.Contenuto → sono comprese le espressioni verbali e le azioni del soggetto.
Partendo dal problema che ha condotto il soggetto all'esame, si procede ad una vera analisi
biografica del soggetto(famiglia, clima affettivo, eventi fondamentali dell'infanzia, salute
fisica, le diverse relazioni interpersonali, vita professionale, tempo libero,..);
2.Contesto → si analizzano i significati contestuali nei quali vengono attuati determinati
comportamenti del soggetto sia nella vita quotidiana che nel contesto del colloquio.
3.Espressioni non verbali → cioè comportamento spaziale, la vicinanza fisica, la postura,
il comportamento motorio-gestuale, l'aspetto esteriore, la qualità della voce e le
vocalizzazioni, i silenzi.
Semi individua 3incipit tipici nei racconti del paziente:
-quello classico → si presentano i sintomi che lo portano a chiedere una consultazione;
-quello di cominciare a raccontare la propria storia → c'è chi comincia partendo da
lontano, chi partendo da un certo punto e arriva al presente e chi partendo dal presente
procede a ritroso fino ad arrivare alla primissima infanzia;
-quello di cominciare a raccontarsi parlando del proprio ambiente, del proprio lavoro,
della famiglia. In sintesi, le varie fasi del colloquio sono:
-warm up = “riscaldamento” → in cui si cerca di mettere a proprio agio il paziente;
-individuazione del problema → in cui lo psicologo classifica il problema principale
valutando i sintomi e mostrandosi empatico per lo stato di sofferenza del paziente;
-follow up delle impressioni iniziali → lo psicologo spazia da un argomento all'altro,
ponendo domande per verificare le ipotesi diagnostiche;
-verifica attraverso l'anamnesi → lo psicologo esamina la capacità di giudizio del
paziente, il peso attribuito agli eventi della propria storia personale e sociale, gli interessi e i
valori di riferimento;
-completamento dei dati di base → consiste nella valutazione del funzionamento psichico
del paziente ed in questa fase lo psicologo integra le informazioni e valuta le incongruenze;
-feedback → lo psicologo formula una diagnosi, spiega al paziente il tipo di disturbo
riscontrato e discute con lui delle varie possibilità terapeutiche;
-contratto → lo psicologo fornisce tutte le informazioni inerenti al proprio modo di
lavorare(compresi i tempi e i costi del percorso). Pagina 20
Una particolare attenzione durante il primo colloquio va posta al concetto di motivazione
cioè è importante sapere se il soggetto arriva spontaneamente al colloquio o è stato inviato o
“spinto” da qualcuno a lui vicino.
Possiamo individuare 3tipi di motivazione:
-motivazione affiliativa = l'obiettivo del rapporto è quello di evocare nell'interlocutore un
atteggiamento di accettazione e di presa in carico di sé e della propria dipendenza affettiva;
-motivazione al potere = tendenza a controllare, determinare, influenzare il comportamento
dell'altro nella relazione;
-motivazione alla riuscita = comporta l'aspirazione a realizzare compiti e obiettivi al di
fuori del comune, a misurarsi con parametri di eccellenza.
+ possiamo fare una distinzione tra:
°motivazione intrinseca → quando è il soggetto stesso spinto a richiedere un
colloquio per qualche problema che gli provoca disagio;
°motivazione estrinseca → quando la decisione è presa da altre persone(come ad es:
nei casi di perizia per l'affidamento dei figli). Pagina 21
CAPITOLO 4: LA COMUNICAZIONE PERSUASIVA
*LA COMUNICAZIONE PERSUASIVA
Comunicare per l'uomo è di primaria importanza sia per inviare che per ricevere messaggi di
varia natura ed in ogni contesto sociale e culturale.
L'uomo è per sua natura un essere comunicante.
La comunicazione è un processo fondamentale nella vita sociale:
essa è un atto complesso, un processo di interazione che dà origine ad una relazione
significativa tra le persone che vi sono coinvolte.
Tra i vari tipi di comunicazione, c'è la comunicazione persuasiva
↧
che mira a far cambiare, correggere o rinforzare un'idea, un atteggiamento o un
comportamento in chi riceve il messaggio.
Bisogna dire che,il tentativo di convincere gli altri ad adottare un punto di vista più simile al
proprio o a spingerli a fare qualcosa che si desidera è una tendenza comunicativa che ha
sempre caratterizzato l'uomo.
Inoltre, c'è da fare una distinzione tra:
-convinzione = s'intende un'adesione razionale ad un dato tema;
-persuadere = indica un profondo consenso, che coinvolge aspetti sia cognitivi che emotivi,
e quindi implica anche un dato comportamento.
Ad esempio:
una persona può essere convinta, ma per agire deve essere anche persuasa ed affinchè venga
messo in atto il comportamento bisogna utilizzare un certo tipo di comunicazione che
coinvolga sia emotivamente che razionalmente.
L'efficacia della comunicazione persuasiva è legata in modo particolare:
-alla fonte del messaggio → che può essere:
°fonte “diretta” → (riferita ad un soggetto presente);
°fonte “indiretta” → (riferita a chi non trasmette direttamente il messaggio fisicamente, ma
ne migliora la prestazione e/o cura il richiamo dell'attenzione, come alcune aziende che
commissionano le pubblicità). +
Ci sono alcune caratteristiche che rendono più o meno persuasiva una fonte e sono:
a) l'attendibilità o credibilità = lavora sulle cognizioni del ricevente, attivando in lui dei
processi di interiorizzazione e tramite questo processo, i contenuti permangono nel
destinatario anche quando egli dimentica il messaggio in sé o chi lo ha presentato.
b) attraenza = essa agisce principalmente sui fattori emotivi, permettendo l'adesione ai
contenuti del messaggio attraverso l'identificazione del ricevente con il mittente.
Essa comprende: la “similarità” di conoscenze, atteggiamenti e valori del mittente rispetto a
quelli del ricevente; - la “familiarità” di un mittente famoso o noto; - la “piacevolezza” sia
fisica, sia dello stile o del carattere del mittente.
c)il potere = evoca nel ricevente la compiacenza che può portare ad un'accettazione anche
temporanea o contestuale nei confronti dei valori espressi. Pagina 22
Un mittente che possa attivare premi o punizioni sul destinatario può indurre gli individui ad
un'accondiscendenza.
Dobbiamo però sottolineare che il cambiamento così ottenuto, perdura solo per il periodo di
tempo in cui il mittente è percepito come controllore delle punizioni e ricompense e può non
corrispondere ad una reale persuasione ma ad un atteggiamento utilitaristico da parte del
destinatario.
-al ricevente ;
-al suo contenuto;
-al mezzo utilizzato. Vannoni definisce un testo:
*ad una faccia → quando esso presenta solo argomentazioni favorevoli all'oggetto
presentato.
I testi ad una faccia sono più efficaci con destinatari dei quali si voglia rafforzare un dato
atteggiamento o comportamento o con individui con bassa istruzione.
*a due facce → quando riporta sia i pro che i contro delle proprie posizioni.
I testi a due facce sono più efficaci con destinatari con alto livello scolastico, poiché
percepiti come più completi ed obiettivi.
Una tecnica particolarmente efficace è quella della confutazione = dopo aver esposto
entrambe le posizioni, il mittente rifiuta quella avversa alla propria.
+
L'utilizzo di immagini o testi verbali influenza la fruizione ed elaborazione del messaggio.
Nelle pubblicità, ad esempio, c'è un uso massiccio delle immagini, sia per far meglio
memorizzare il prodotto ai consumatori e sia per integrare informazioni mancanti nel testo.
Le immagini usate possono essere ricondotte a 4 categorie:
1)immagini “referenziali” → presentano oggetti, concetti e situazioni espressamente trattati
nel testo;
2)immagini “di conferma” → legate ad oggetti, concetti e situazioni collegate al testo anche
non in modo diretto;
3)immagini “di opposizione” → riferite alla stessa area tratta nel testo ma con valenze
opposte a quelle illustrate;
4)immagini “di contrapposizione” → slegate semanticamente e per significato dai temi
trattati. Le modalità di comunicazione persuasoria fanno ricorso al:
-linguaggio indicativo → che sottolinea le caratteristiche di un oggetto;
-linguaggio ingiuntivo → che ingiunge l'esperienza di una determinata realtà;
-linguaggio evocativo → che ricorre a metafore e aneddoti con il potere di arrivare
direttamente all'inconscio delle persone. Pagina 23
CAPITOLO 5: LA PIANIFICAZIONE DEL PERCORSO
TERAPEUTICO
*IL MODELLO SMART
La pianificazione della terapia breve strategica è interamente centrata sul paziente,
confezionata su misura del paziente e del suo specifico problema.
La pianificazione dovrebbe essere scandita in obiettivi e sotto-obiettivi concretamente
realizzabili e verificabili ed in particolare questi obiettivi dovrebbero rispettare 5 importanti
criteri, che Bandler e Grinder hanno sintetizzato nell'acronimo SMART.
↧
questo modello sostiene che un obiettivo è perseguibile se è:
-S
pecific (specifico) = è descritto in termini concreti e non astratti e l'obiettivo deve essere
definito in positivo cioè in termini di “quello che voglio” e non “di quello che non voglio” o
da cui desidero sottrarmi;
-M easurable
(misurabile) = la definizione dell'obiettivo contiene precise indicazioni su ciò
che dovrebbe accadere perchè lo si possa considerare raggiunto;
-A
rchivable (raggiungibile, possibile) = nell'obiettivo è necessario tener conto del contesto
attuale;
-R
ealistic (realistico) = l'obiettivo deve essere realistico e concretamente raggiungibile da
chi vuole perseguirlo;
-T
imed (temporalizzato) = la scadenza del raggiungimento dell'obiettivo deve essere
precisamente specificata. Pagina 24